Sì, sigle e contro-sigle. Il tutto corredato dalla presenza “allegra” di Angiolini Ambra, una che si è scordata, almeno in giornata odierna, di essere miliardaria e di stare con Allegri Massimiliano, e si è conciata da ciociara con le zeppe. Che poi io non ho mai sopportato le donne con le scarpe aperte. Vedi queste donne slanciate, fighe e chilometriche di cosce che neanche la pista stradale di Zona Roveri a Bologna, e poi rovinano tutto con questo feticismo puzzolente. Sì, odio le infradito, e ho sempre amato le donne coi tacchi ma con la scarpa chiusa. Perché solo quando è chiusa puoi immaginare la delicatezza di un piede dal “tocco” delicato che, carezzevolmente, alliscia le palle come il sinistro delizioso di Lionel Messi.
Sì, io dico la verità, sempre, e per questo non sono molto amato, ma ripudiato, odiato, bistrattato, forse fra poco anche sfrattato. Ma che mi sta a significare quel biondino dello Stato Sociale che dopo la sua canzone a Sanremo ha fatto soldi a palate e legge da ebete le morti sul lavoro? Che ne sa lui dell’uomo della miniera che, dopo improbe fatiche, si specchia nel suo mini-appartamento rustico e ha scappellato, no, scalpellato il fisico alla Vin Diesel grazie ai trivellamenti? Sì, l’uomo lavoratore duro è sempre piaciuto alle donne, perché le donne se la tirano da signore elegantissime che leggono il Macbeth ma poi desiderano a letto l’homo che profuma di arenaria, l’uomo che mai nella depressione si è arenato ma senza fifa sa guadagnarsi la pagnotta per poi bellamente “infornare” col calore fervido di chi ha sofferto ore patibolari. Sì, la donna va matta per l’uomo che sgobba e poi di gran sfacchinata sa soddisfarla di pene…
Poi, dopo l’amplesso, arredano la casa con dei quarzi minerali.
Ah, che faticata è la figa, no, la vita. Uno studia per ottenere una posizione migliore e poi scopri che le donne amano l’uomo ignorantissimo che però sa farle godere in tutte le posizioni. Uomo tosto, grezzo, che urla e animalesco le sbatte, così le donne, nel far finta di educarlo, lo scolpiscono a piacimento, modellandolo al loro volere.
Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione che pur di farsi una scopata hanno abdicato da schiavi alle donne più sessualmente abiette. E son rimasti solo frust(r)ati.
Ero in macchina oggi pomeriggio e volai in un panorama fatto di ruderi, di case diroccate, nell’uggioso pomeriggio di questa Bologna periferica plumbea.
Al che ho acceso l’autoradio e Bob Marley cantava Could You Be Loved e mi sono restaurato, riconciliato col mondo.
Morale della favola: lavorate perché senza lavoro non puoi pagare la bolletta del gas e, se vuoi suicidarti, dovrai buttarti solo giù dalla finestra, rischiando di non morire ma finire sulle rotelle, perché quel tubo di scappamento emana solo aria pulita e libera. Ah, è vero, puoi anche spararti in testa. Ma se non sei un carabiniere ma hai il porto “d’armi” solo della tua brava persona disoccupata… chi te la dà la pistola? Puoi tagliarti le vene. E se tagli male? Poi, non puoi farti neanche le seghe. Su, il suicidio va ponderato… ah ah.
Fidatevi, il lavoro serve a chi ce l’ha per ricattare chi ne ha meno, per sottopagare gli svantaggiati e per fregare il prossimo dietro la grande stronzata che chi ha il lavoro migliore è il più figo e intelligente.
Adesso, andate in piazza e, donne di Bologna, ammirate il Nettuno.
Chiariamoci: non sono un angioletto, per fortuna, ma non sarò mai un falso come questa Angiolini.
di Stefano Falotico