Forse, come si suol dire, fra i due litiganti, il terzo gode o godrà, ah ah. Cioè victorlaszlo88? Chissà, eh eh.
Forse il sottoscritto, essere straordinariamente autoironico e parodistico?
di Stefano Falotico
009, colui che si fa il viaggio virtuale sino a Giove, va su Marte come Schwarzy in Atto di forza, e si scopa la tua Venere senza contrarre malattie veneree in quanto usa il profilattico, e su questo non ci piove.
Mah, non è che abbia una gran voglia di vedere questo Maniac. Del Fukunaga. Uno che adesso dirigerà James Bond 25 con Daniel Craig.
Ora, lo ribadisco, mi spiace che la pensiate in maniera diversa da me. Daniel Crag è il peggior 007 della storia. Mio nonno Pietro, ch’era un coltivatore diretto, aveva una faccia più elegante di Daniel. Uno a cui stringo la mano perché sta con Rachel Weisz, donna dalle cosce strepitose e dagli occhi ammalianti, ma che carismaticamente vale meno, appunto, di un trascurato agricoltore.
Sì, mio padre è ancora più cattivo di me quando gli chiedo cosa ne pensi di Craig.
– Ah ah. Chi, Craig? Quello del cantiere edile di Castel Maggiore (località limitrofa all’estrema periferia di Bologna, situata a nord rispetto al centro storico di questo capoluogo emiliano-felsineo) ha molta più classe.
Sì, concordo con mio padre. Craig ha una faccia da scaricatore di porto. Niente a che vedere col sex appeal maturo dello Sean Connery che fu, molto meno figo di Pierce Brosnan, che comunque faceva anche lui abbastanza cagare nei panni dell’agente segreto più famoso del mondo, più magro di Roger Moore ma assai meno simpatico. George Lazenby e Timothy Dalton neppure li prendo in considerazione. Ma, a loro modo, migliori del Craig. Una faccia da burino ch’è molto, paragonato a lui, più attraente Ricky Memphis.
Sì, Craig è veramente una merda.
Quasi quanto Justin Theroux. Uno che dovrebbe fare un monumento a Lynch per avergli dato, a tutt’oggi, il ruolo della vita in Mulholland Drive. È grazie a questo ruolo ch’è riuscito ad accarezzare le coscione di Jennifer Aniston. Diciamocela! Ah ah!
Sì, c’è anche lui in Maniac.
Ma questa serie non mi parte su Netflix. Mi collego al mio account, vado su questo titolo, clicco e mi dice: disponibile dal 21 Settembre.
Scusate, non è oggi il 21 Settembre? Dev’essere una sorta di strategia occulta e subliminale per farti impazzire come Jonah Hill. Mah, riproverò domani.
C’è pure Emma Stone. Tutti sostengono che sia una buona passerotta, questa qui. Insomma. Ha un seno inesistente e spesso interpreta la parte di donne patetiche e lagnose, sì, la Margherita Buy d’America. E Maledetto il giorno che t’ho incontrato del Verdone docet. Sì, piace molto a Nanni Moretti che, dopo quell’altra isterica perfettina di Laura Morante, ha trovato in Margherita la musa delle sue frustrazioni. Pessimo il Moretti, un uomo tristissimo.
Molto meglio Andrea Roncato/Margheritoni. Uno che, in Mezzo destro mezzo sinistro, sapeva che da Isabel Russinova voleva solo una trombatona in una calda alcova. Uomo verace, Andrea, ruspante.
E non sfogliava le margherite… Di mio, son dimagrit’ e mi piacciono i quadri del belga René Magritte.
Questa è la stronzata falotica del giorno! Non c’è nessun Joaquin Phoenix che tenga. Il vero Joker sono io. Imbattibile!
di Stefano Falotico
Finalmente, dopo una lunga ricerca, è stato trovato il regista del prossimo James Bond, il numero venticinque della serie. Si tratta di Cari Joji Fukunaga, autore della bellissima, prima stagione di True Detective e dell’imminente Maniac di Netflix con Jonah Hill ed Emma Stone.
L’annuncio è stato dato direttamente dalla MGM.
Già stabilita la data d’inizio riprese, a Marzo del prossimo anno. E il film uscirà nelle sale mondiali il 14 Febbraio del 2020.
L’accordo è stato raggiunto dopo un lungo corteggiamento e dopo il forfait di Danny Boyle, che inizialmente era stato designato come director.
James Bond, ovvero 007, l’agente segreto più famoso del mondo, sarà nuovamente interpretato da Daniel Craig.
Fukunaga, ricordiamolo, ha anche diretto l’acclamato Beasts of No Nation.
La MGM, prima del sì di Fukunaga, aveva vagliato anche altri registi, fra cui Yann Demange, David Mackenzie (Hell or High Water) e Edgar Wright (Baby Driver).
Fonte: Deadline.
di Stefano Falotico
Ebbene, dopo una vita da puttanone e comunque “editore” molto “digitante” delle più plastificate del Pianeta “terragno”, è morto a novantuno anni, e molti più ani, Hugh Hefner, magnate e non magnaccia. Sì, era uomo “raffinato”, di gusto, citato anche dai più attenti sociologi, un uomo che non aveva bisogno dello psicologo perché, quando era giù di morale, qualcuna “glielo” alzava immoral-mente. Hefner se ne fotteva in gran quantità, arricchendosi sugli arrapati che compravano il suo “giornaletto”.
Non faceva porno ma erotismo, certamente… e tutti i commilitoni in guerra, dal Vietnam all’Iraq, addolcivano le loro ire nel “tirarlo” su quelle conigliette così stampate di masturbazioni allegre come un “grilletto” sparato a mo’ di (cer)bottana.
Eh sì, scompare un mito dello scorso secolo, colui che spogliò per primo la Monroe e aveva sempre caldi i “marroni”. Quasi tutte le più grandi zoccole contemporanee, in prima linea la bombastica Pamela Anderson, (di)venute “attrici” di “gioielli”, ah ah, da Hugh si son fatte sfondare per sfondare. Sì, Hefner avrebbe fatto invidia a Higuain, è stato lui il più grande “centravanti di sfondamento” delle palle. Ah ah.
Ma lasciamo stare i morti e anche il suo “maritozzo”, e preoccupiamoci invece della salute del Connery Sean. Fu 007 e adesso invece al bar non riesce neanche più a giocare a tressette. L’Alzheimer incombe mentre in Italia fa paura il morbillo. Connery claudica vistosamente “fragile”, sorreggendosi col carisma del “bastone” fra le sue gambe che fu. Lo sa Ursula Andress…
Anche Delon sta morendo. È stato operato al cuore e presto nell’aldilà raggiungerà la moglie, deceduta pochissimo tempo fa. Il divo francese è oramai andato. Sì, anche lui “ne” vide parecchie, e adesso è nel corazón scoraggiato. Più che un gattopardo, uno col cuor pieno di lardo. Sì, è colpa del colesterolo. E fu anche laido nonostante l’apparenza “impeccabile”.
Di “mio”, vado al bar quando la mattina, piacevole, mi rende “felice” come un “uccello” senza vincoli, che migra e i cornuti mira, mangiandosi tanti cornetti alla faccia della vostra “crème de la crème”.
Anch’io un giorno creperò, ma intanto mi ficco in bocca un’altra crêpe.
Sì, tutti quanti dobbiamo prima o poi morire. Tocca a tutti, “toccatevele” e, nel frattempo, inculatevi.
Sentite condoglianze da parte del vostro Falotico, uomo appunto non morto ma che mangia le more, anche la mortadella.
A proposito di vecchietti. Nonostante abbia replicato il suo replicante nel nuovo Blade Runner, pietra “tombale” della nuova fantafigata, anche Harrison Ford lo vedo presto alle “pompe” funebri. Ah ah.
Ah, bando alla tristezza. Vi lascio in modo cremoso, “affiggendo” in memoria dei posteri un’immagine mia “inequivocabile” in cui, di “buchi”, prendevo la vita molto più a culo.
E non si rimarginano.
Ferite aperte, stigmatizzazioni sociali, reclusioni della mia anima che riaffiora in rabbie inesauste che però, a lungo trascinarle, si stan stancando e le emozioni si sterilizzano dietro una patina dolciastra del mio sguardo nel vuoto che finge, per cheto vivere, d’essere in “stadio” di relax. Le relazioni, ah, me ne son sempre distaccato, preferendo una vita ai mar(gin)i, eclissata nelle mie meningi pen(s)anti e nel viver(mi) non appieno, in pena, col mio “turbante” pene a mollo mentre tante ne mollerò. Fanatico della misantropia e del disprezzo che non ha prezzo dell’amore così da voi vivandato, “vivacizzato” dietro fantasticherie “dolci” del vostro perenne, intramontabile (dis)illudervi. Tutta una stronzata, una messa in scena di cenette e cerniere, di leccate di culo, d’ipocrite ruffianerie per accaparrarvi una falsa felicità fat(u)a. Scontento e al contempo contentissimo di esser me stes(s)o mentre De Niro riceve un altro premio e festeggerà da grandpa la sua pancia debordante, in Corsica, a bordo del suo yacht con Grace che gli ha dato un figlio autistico. Le mie volontà non collimano né coincidono con la massa che m’incide, persevera nell’essermi severa ma a questa lor seriosità oppongo il mio menestrello che usa da contadino il rastrello e le mie ansie (dis)sotterrate non più conto, vivendo vampirizzato come Dracula il Conte, leccando il gelato di cono e di corna messemi dalle mess(al)ine di questa società chiesastica e “ordinata”, no, son fuori dall’urinato normale, dall’ordinario del mio mental disordine. E vado a Udine.
di Stefano Falotico
Videodrome è mio fratello, entrambi gustiamo il fascino nostro olimpionico nell’onirico, aspettando il prossimo film di De Niro, immalinconendoci per un’opera “cupa” ed entusiasti se vediamo Kristen Stewart nuda on the road
Lei non mi sembra un tipo da Kerouac, mi par più che altro uno a cui non resta niente. L’arresteranno presto se continuerà su quella “scia” di cocainissima.
Eppure, il deficiente fu avvertito nelle sue “vertebre” che, senza una base solida di Cultura, Arte, Poesia e immaginazione, con quel cervellino poco funambolico ma “fantasioso” solo di “sesso” carnalmente repellentissimo, avrebbe smesso di ridere assai presto.
Anzi, se tanto subitaneo fu presuntuoso di suoi “atenei” piccanti e cutanei, altrettantissimo-“immantinente al demente” l’avrebbero subissato nel “bischero” dei “sugh(er)i” da somaro qual sempre non rinnegò di (non) essere.
Solo di “biscotti” costui “tocciava” e toccò gli altri per frenarli e poi desiderando che franassero.
Sì, urlava loro “Siete delle frane, che schiappone. Tutti inchiappetto, cari i miei tappetti, e vi sbatterò sul tappeto perché io vedo oltre e scavalco ogni tappa”.
Ecco, questa “brillante” mente ha fatto la fine dello “scemo” del “Paolo Villaggio” più tragicomicamente patetico.
E dire che mi precautelai di educarlo, d’ indurlo a rispettare le volontà (lui che s'”induriva”…) e le scelte di vita del prossimo, e gli “porsi” anche la guancia perché mi “schiaffeggiasse” con quel “Ti do un pugno per svegliarti”, tanto di “te(tte)” suonato.
Davvero un “bel pis(ch)ello”, che prendeva in giro pure sua madre (quanto ha “penato” quella donna, ma ne ha ricavato un vuoto maialetto proprio “e-retto”, l’orgoglio d’ogni “maschio” cresciuto a “salsicciotto”…).
E quanto, da “eroe” della “patta”, volle “errare” gli altri, tacciandoli d’esser delle mezze tacche perché senza quei “tacchi” delle sue sgualdrine da “mo(i)na”.
“Campione imbattibile” che ne aveva “uno” per chiunque, e trascorreva le giornate nell'”orgasmizzarsi” su come portarsi a letto la cretina più “fottibile”.
Ma col Signor Falotico cascò davvero male.
E il suo “casco”, da “grilletto” in macchinina e “accendino” in “motorino”, fu “picchiato” in modo “intoccabile”, con sempre maggiore forza e intraprendenza a spaccare in due (la sua testa, in particolar “modo”) questo impostore, affinché confessi il suo (rag)giro e la “normalità” della sua “frittata”.
Consigliamo a tale “egregio” di recarsi in libreria, di presenziare alla mia conferenza stampa, e di risparmiarsi altre “interviste” impertinenti nel tentativo, invero, assai disdicevole di non esser preso un’altra volta per il “cravattino” del suo pipino e “farsela sotto”. Sporcando un altro po’ il “cammino” di chi voleva “pestare a sangue”.
Tutto lo stronzo “suo” è ora a galla, e “tal” nostro galletto, ben che gli vada, potrà ottenere un cucinotto ove, di spezie, “spezzerà” solo le ali bruciate della sua quaglia che non quagliò nulla.
Oggi, pensavo infatti, libero da impegni e soprattutto da questo stupido, di leggere tali riviste mie amate e poi di dedicarmi alla mia prossima opera letteraria.
D'”amabile” sincerità, uno Sean Connery che volevi “spiare” e, invece, ora ti vergogni a guardarti allo specchio, “amico”.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)
Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)