Domenica scorsa, a Los Angeles, vi è stata una strepitosa discussione fra Bruce Springsteen e Martin Scorsese.
Che cosa? Sì, avete letto bene. Ciò vi stupisce?
Si dice che siamo amici dal lontano 1975.
Come molti di voi sapranno, la celeberrima frase iconica You Talkin’ To Me pronunciata da Travis Bickle/De Niro di Taxi Driver fu involontariamente ispirata da Springsteen.
Sì, De Niro e Scorsese improvvisarono questa scena. Non sapendo che fare, a De Niro venne tale balzana e al contempo geniale idea.
Pochi giorni prima, per puro caso, era stato a un concerto di Springsteen. E Springsteen, fra una canzone e l’altra, s’era rivolto alla platea in tono scherzoso, pronunciando a incitazione del pubblico la frase suddetta.
Il resto è storia del Cinema.
Taxi Driver è stato scritto da Paul Schrader, regista peraltro de La luce del giorno.
Titolo tradotto in italiano della springsteeniana Light of Day. Che è infatti il titolo originale della pellicola che contiene proprio quest’omonima, ispiratrice, famosa track del Boss.
Taxi Driver e Al di là della vita, il cui script è sempre firmato da Schrader, sono due film cupamente notturni, sull’oscurità soprattutto dell’animo nostro umano.
Eppure, se non vado errato, Scorsese non ha mai utilizzato, in una delle colonne sonore dei suoi capolavori, nessuna canzone di Springsteen.
Fatto molto strano. Sì, nei suoi film, quelli più folli, visionari, incendiari, impazzano Eric Clapton, i Rolling Stones, i Clash e via dicendo.
Tutte rockstar di richiamo ed epocali. Ma, così come non mi risulta, correggetemi se sbaglio, che Scorsese non abbia mai usato canzoni, che ne so, dei Beatles, altresì non ha mai palesato e reso omaggio a questa misteriosa amicizia con Springsteen, tributandolo nell’inserire nei suoi film qualche suo pezzo pregiato.
Alla stessa maniera, Springsteen non ha mai fatto riferimento a questa conoscenza, un po’ segreta, con Martin.
Ebbene, io ero entrato in fissa con Springsteen verso il 2000. Ho tutti i suoi album nelle varie edizioni. Molti libri e biografie.
Ecco, becero luogo comune italiota è quello secondo cui chi ascolta Springsteen sia un cafone e ignorantone
Perché, nella limitatissima cultura appunto italica, superficiale e ridanciana, si accosta Springsteen a Born in the U.S.A. E dunque s’immagina un suo ammiratore nostrano in abiti molto sbracati con tanto di bandana da Troppo forte di Carlo Verdone.
In Italia, la gente canta spesso le canzoni inglesi e americane solo perché orecchiabili e, infoiandosi su pezzi grintosi, a squarciagola si dimena in grammelot che, a confronto di quelli di Dario Fo, sono questi sì da Nobel, degli idioti però.
Born in the U.S.A. non è una canzone per maschioni rambistici che pure di Rambo non hanno capito un cazzo. È una bellissima canzone contro il Vietnam e i suoi orrori, quindi una canzone rabbiosamente pacifista.
E Springsteen non è affatto un burino. Nebraska è uno degli album più malinconicamente poetici ed elevati di tutti i tempi.
Sì, dovrei fare un mockumentary sulla mia vita.
Inconsciamente, coi miei fanatismi su Scorsese e Springsteen, avevo già visto giusto riguardo la mia anima.
Da uomo dancing in the dark…
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