Insomma, già alcuni critici nostrani si sono espressi a sfavore del film, reputandolo bello ma non paragonabile all’originale. E credo che mi accorderò a questi giudizi, sperando di non accodarmi quando andrò a vederlo. Perché, nel mio essere indubbiamente un replicante di ardita “sadness”, non amo la massa e le file. Se nessuno mi fila, io altre patatine infilzo. Buone da digerire, da piluccare, ah ah, vanno gustate croccanti, ardenti, per il piacere erotico non solo dei tuoi denti. Ma non mangiatele in sala, fate schifo, datevi all’ottima forchetta in casa. Non al cinema. Lì, potete “fornicare”. Ah ah. Ecco, sono preoccupato dal comportamento della Critica statunitense. Adesso, 2 film su 3 vengono incensati incessantemente di lodi e si urla al masterpiece con troppa facilità. Le cose sono due. O il Cinema è migliorato o, paradossalmente, il mondo è talmente peggiorato che appena esce qualcosa di decente pare insuperabile e mirabile. Opto per questa possibilità, e rivango nel passato alla ricerca delle cose che voi non potreste nemmeno immaginarvi. Quando il Cinema, più libero dall’industria di oggi, che pretende il marketing furbo e non vuole svelare gli spoiler come mossa pubblicitaria appunto per le masse, mi pareva più stimolante.
Le grida non mi son mai piaciute. E questo giubilo mi terrorizza. Sono impaurito dalle unanimità. Anche se, è parere “unanime” e non umano, che io sia un elemento destinato all’estinzione e le mie son lacrime che non si perderanno né fra la pioggia né nella neve. Essendo intangibile come un ologramma che va e viene, si vede e non si vede, appare e probabilmente svanisce, come una visione che non è memorabile come quella dello Scott. Vi siete scottati, ditelo!
di Stefano Falotico
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