Stando alle testuali, non corrette parole di Wikipedia, che in tal caso pecca in quanto a virgole, senza stare a corregger/la, copia-incollerò qui la sua pagina dedicata a Mauro Biglino.
Personaggio controverso dalla fortissima dialettica persuasiva, estroverso e conoscitore di antichi versi? Punto interrogativo di natura ancestrale e ignota.
Cosa si nasconde al termine della notte?
Notate bene:
Mauro Biglino (Torino, 13 settembre 1950) è uno scrittore italiano che si occupa principalmente di storia antica e Antico Testamento sostenendo tesi ufologiche legate alla teoria degli antichi astronauti.
BIOGRAFIA
Mauro Biglino, dopo aver frequentato il liceo salesiano Valsalice di Torino, fece parte del corpo di fanteria speciale degli alpini, ricoprendo il ruolo di infermiere[1]. A seguito degli studi condotti presso la comunità ebraica di Torino, divenne successivamente traduttore di ebraico biblico all’interno di un progetto editoriale delle Edizioni San Paolo per le quali eseguì la traduzione interlineare di diciassette libri del testo masoretico della Bibbia, ovvero i dodici Profeti minori e le cinque Meghilot, traduzioni raccolte nei due volumi I profeti minori e I cinque Meghillôt. Basandosi in parte sulla sua traduzione, che definisce letterale[2][3], Biglino affronta la Bibbia da un lato attribuendole una natura di cronaca storica, dall’altro desumendone ipotesi inseribili nel filone del neoevemerismo, della paleoastronautica, del creazionismo non religioso e assimilabili a quelle di Zecharia Sitchin, altro sostenitore della teoria degli antichi astronauti.
Ha interpretato sé stesso (recitando in inglese e poi ridoppiandosi per la versione italiana[4]) in Creators – The Past (2020), film diretto da Piergiuseppe Zaia che vede la partecipazione di Gérard Depardieu, William Shatner e Bruce Payne[5][6]; nello stesso film è accreditato come consulente storico e biblico.
È inoltre coautore di fumetti basati sui suoi libri[7].
IPOTESI E METODOLOGIE DI TRADUZIONE
Biglino propone una disamina dell’Antico Testamento – nella fattispecie la Biblia Hebraica Stuttgartensia – utilizzando un approccio alla traduzione del testo che egli asserisce essere il più letterale possibile ed esortando, in alcuni casi, a mantenere i termini originari, non traducendoli affatto poiché ritenuti intraducibili[8][9]. In particolare, pone in risalto quelli che reputa riferimenti alle conoscenze tecnologiche degli “Elohim“, i quali avrebbero “creato” l’uomo a propria immagine e somiglianza.
Biglino presenta l’ipotesi secondo cui, nell’Antico Testamento, il termine Elohim[9] non indicherebbe una singola entità, bensì un gruppo di esseri evoluti e non meglio identificati, che avrebbero accelerato l’evoluzione del genere umano avvalendosi di tecniche avanzate di ingegneria genetica, i quali si sarebbero spostati utilizzando velivoli (identificati come velivoli alieni) – o comunque a dispositivi dotati di tecnologie ignote e incompatibili con le conoscenze dell’epoca. Da qui la possibile presenza di esseri viventi giunti da altri pianeti o appartenenti a civiltà avanzate non riconosciute dalla storiografia ufficiale[10].
Biglino, seguendo le teorie della paleoastronautica, identifica tali Elohim con gli dèi dell’antichità come quelli egizi o sumeri, i quali erano difatti un numero di individui molto ampio. Tra gli Elohim sarebbe da annoverare lo stesso Jahvè – erroneamente identificato come “Dio” nella cultura ebraica e cristiana – il quale viene quasi sempre indicato come Jahvè Elohim Israel[11][9] (Jahvè, l’Elohim di Israele). Il termine Elohim non è in sé esclusivo di Jahvè, ma da Giosuè 24:15[12] è riferito anche ai falsi idoli adorati dai nemici Amorrei e dai padri di Israele residenti oltre il fiume mesopotamico[11], quali Chemosh, Milkom e numerosi altri[9], che quindi sarebbero anch’essi Elohim al pari dello stesso Jahvè ma che nella tradizione e nella mitologia vengono identificati come “divinità pagane”.
Sull’identificazione degli “Elohim” con extraterrestri o comunque esseri evoluti provenienti da altri mondi, Biglino stesso riferisce[13]:
«[…] Io ho ripetutamente detto e continuo a dire che “non so chi siano gli Elohim perché la Bibbia non lo dice” ma quando mi si pone la domanda precisa io non mi sottraggo e dico sempre che “faccio finta” che gli antichi abbiano detto il vero e i popoli di tutti i continenti della Terra definiscono “quelli là” come “figli delle stelle”, per cui io applico il mio metodo e “faccio finta” che sia vero. L’esistenza di “quelli là” è inoltre sicuramente più credibile e statisticamente più probabile che non quella di quel Dio che i teologi hanno inventato partendo da Elohim. Se si scoprirà che “quelli là” erano E.T. io dirò “bene”. Se si scoprirà che “quelli là” non erano E.T. io dirò “bene”. L’importante è capire l’inganno colossale che si cela dietro l’affermazione “Elohim uguale Dio spirituale”.» |
(Mauro Biglino, Mauro Biglino chiarisce 2 temi importanti!, su maurobiglino.it) |
Al di là delle teorie ufologiche, le sue traduzioni – imperniandosi su sottili differenze semantiche e interpretative – differiscono in forma e in contenuto da quelle adottate dalle maggiori confessioni religiose. Nel volume La Bibbia non è un libro sacro, ad esempio, a proposito di concetti quali[9]:
- Dio (nel senso di divinità spiritualmente intesa), che le traduzioni dall’Antico Testamento assimilano sia a Yahweh sia allo stesso Elohim
- “Altissimo” (attributo di Dio), tradotto dal termine ebraico El Elyon
- “Onnipotente” (attributo di Dio), tradotto dal termine ebraico El Shaddai
- peccato originale
- eternità, tradotto dal termine ebraico Olàm[14][15][16][17]
- Gloria (religione), tradotto dal termine ebraico Kavod
l’autore illustra la propria tesi secondo la quale non sarebbero contemplati nell’Antico Testamento, mentre sarebbero il frutto di una traduzione errata e volutamente manipolata. L’argomentazione di Biglino passa al vaglio le plausibili modifiche apportate ai testi ed ai codici dell’Antico Testamento, e il ruolo assunto, nel corso dei secoli, da determinate figure chiave[18][19][20][21].
Inoltre secondo l’autore il verbo “bara”[9] non significa “creare dal nulla” ma “intervenire per modificarle una situazione”[22]:
«Abbiamo esaminato i venti passi in cui viene utilizzata la radice ברא, bara, [qui sopra] e abbiamo rilevato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che non vi si riscontra alcun rapporto diretto con il presunto atto creativo narrato secondo la tradizione nel libro della Genesi. Nessuna delle ricorrenze considerate e tradotte ha attinenza con il concetto di creazione, tantomeno nell’accezione di “creare dal nulla.”» |
(Mauro Biglino, Lorena Forni, La Bibbia non l’ha mai Detto, Mondadori) |
Se si accetta questa ipotesi, naturalmente decade il concetto di peccato originale in quanto gli adam, ovvero il gruppo di esseri che l’autore suppone geneticamente modificati dagli elohim, dovevano essere, sempre secondo Biglino, addestrati per servire i loro padroni, dotati di una nuova intelligenza, abili nella gestione degli animali e nell’agricoltura, a differenza dei loro simili confinati al di fuori del giardino dell’Eden – letteralmente tradotto come “giardino recintato e protetto”. Yahweh, che Biglino afferma essere stato tradotto erroneamente con “Dio”, è ipotizzato essere solo un figlio minore di uno dei capi Elohim; egli non sarebbe altro che un comandante militare a cui non fu affidato l’intero popolo ebraico, bensì il solo ramo della famiglia di Abramo, limitatamente alla stirpe Giacobbe/Israele, e che istigava a guerre fratricide per conquistare lembi di terra e piccole aree del territorio palestinese. Ben diverso era il compito degli altri Elohim più esperti che si occupavano di popoli come l’Egitto e la Grecia per i quali, ancora oggi, i sostenitori della paleoastronautica affermano di rilevare le cosiddette “tracce degli Dei”[23]; esempi ne sono i parallelismi con i poemi epici (Iliade, Odissea, Epopea di Gilgamesh) per la tradizione occidentale.
Egli evidenzia l’aspetto puramente genetico dell’essere umano: unico essere vivente che non ha un habitat climatico a lui congeniale. L’essere umano, così com’è strutturato, ha sempre dovuto adattarsi al clima modificandolo e spesso adattandolo alla propria condizione. Le anomalie “genetiche” vengono segnalate in alcuni fattori congeniti, come i capelli e le unghie che, a suo dire[24] crescono costantemente. Nessun altro essere vivente sul pianeta, secondo la sua opinione[25] potrebbe vivere con queste limitazioni: un predatore avrebbe serie difficoltà a cacciare con i capelli e le unghie lunghe ma, allo stesso tempo, anche una preda sarebbe limitata nelle sue possibilità di salvezza. Facendo leva su questa personale constatazione, Biglino sostiene come tali fattori non possano derivare dalla normale evoluzione umana, ma siano tratti genetici scelti dagli Elohim durante i loro interventi sull’evoluzione umana. La sua metodologia di ricerca tanto nel campo filologico e storiografico, quanto in quello biologico evoluzionista, non presenterebbe alcun rigore metodologico scientifico. Lo scrittore si rifà ad autori dello stesso genere, citandoli come fonti autorevoli, così come ad articoli scientifici, dandone talvolta una propria rilettura divergente da quella originaria, come nel caso di Dario Bressanini[26][27][28], riportato di seguito.
VITA PRIVATA
Autore del volume Chiesa Romana Cattolica e Massoneria, ha dichiarato di essere stato membro della massoneria per una decina d’anni[29], e di esserne uscito verso metà degli anni duemila[30].
PROCEDIMENTI GIUDIZIARI
Il “crack Bersano” del 1990
All’inizio degli anni novanta, Biglino fu inquisito, assieme ad altre ventuno persone, all’interno del processo al finanziere torinese Aldo Bersano. I reati contestati agli indagati erano bancarotta fraudolenta, truffa[31], appropriazione indebita e violazione delle normative CONSOB[32], attraverso la vendita di strumenti finanziari (soprattutto a pensionati dell’area piemontese) e la realizzazione di una serie di operazioni finanziarie di facciata, volte a svuotare le varie società finanziarie. Biglino, in particolare, è stato accusato di aver ricavato, fra la fine del 1984 e l’inizio del 1988, circa un miliardo e 463 milioni di lire in provvigioni dalla vendita di strumenti finanziari[33].
Nell’ottobre del 1991 è stato condannato in primo grado a cinque anni e quattro mesi di carcere[34], ridotti in appello a due anni e quattro mesi l’anno successivo[35]. Nel marzo del 1993 in un ulteriore processo è stato condannato a due anni e due mesi dal Gip[36].
Lasciamo stare dunque le controversie e le opere, ah ah.
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