Eh già. Con la candidatura come miglior regista per The Irishman, Scorsese arrivò a quota nove nomination come Best Director.
Il regista attualmente vivente che può vantare un record ineguagliato dagli altri cineasti in vita.
Diciamo però una cosa, alquanto importante. Adoro e infinitamente amai, anzi venerai Scorsese.
Ora, un po’ meno. Non pochi, difatti, furono i suoi film deludenti, soprattutto della sua recente filmografia. Film di qualità sempre altissima ma privi, a mio avviso, di quel pathos viscerale dello zio Marty più giovane e romanticamente funambolico, splendidamente inquietato e furiosamente, genialmente arrabbiato.
L’Academy cominciò a prenderlo seriamente in considerazione, però, soltanto dopo un imperdonabile tempo siderale e dopo aver pigliato clamorosi abbagli terrificanti da lasciare esterrefatti. Assolutamente increduli, anzi, costernati. Oserei dire scioccati e annichiliti, in senso negativo impressionati.
Se è vero, infatti, che Taxi Driver è il suo film par excellence di sempre (vi sfido a confutare quest’apodittica frase sacrosanta che solo un pazzo potrebbe contestare, semmai in un attimo di ribellione selvaggia verso una sana intellighenzia critica alla maniera d’un Travis Bickle agguerrito con taglio da mohicano), sebbene Taxi Driver vinse la meritatissima Palma d’oro a Cannes, Scorsese, per tale insuperabile pellicola, non fu nemmeno nominato.
Ma Taxi Driver fu candidato come Best Picture. Furono candidati Bob De Niro e Jodie Foster ma non Scorsese, neppure il suo sceneggiatore Paul Schrader. Ma che stronzata fu mai questa?
Peraltro, Schrader ha una sola nomination all’attivo, ottenuta l’anno scorso per First Reformed. Assurdo!
Il film è di un regista. Come si può candidare un film alla categoria miglior film dell’anno se non candidi allo stesso tempo il suo regista? Il miglior film chi l’ha fatto? Tua sorella?
Quest’anno, De Niro non è stato candidato come miglior attore, pur essendo il lead character di The Irishman, ma è stato candidato come produttore per la categoria, appunto, Miglior Film, essendone il produttore.
Altra bella stronzata.
Ecco, Scorsese non fu quasi mai cagato dagli Oscar sino agli anni duemila.
Per meglio dire, nonostante girò capolavori come Fuori orario, Casinò e via dicendo, prima dell’attuale millennio, fu menzionato, diciamo, solo per Toro scatenato, L’ultima tentazione di Cristo e Quei bravi ragazzi.
Vinse per The Departed, a mio avviso il suo film più brutto, per meglio dire incompiuto, raffazzonato e scialbo, e venne candidato per i suoi film meno riusciti, cioè Gangs of New York, The Aviator e The Wolf of Wall Street.
Pure per L’età dell’innocenza e Hugo Cabret. Ma questi sono grandissimi film. Se snobba(s)te Hugo Cabret, considerandolo solamente una favoletta carina, significa che perdeste la vostra age of innocence quando vostra moglie uccise i vostri figli e v’induriste troppo come DiCaprio di Shutter Island.
Non dovevate impazzire o, peggio, diventare cinici e aggressivi, bensì ritirarvi in Giappone come Andrew Garfield di Silence. E non avreste dovuto abiurare, persuasi da Liam Neeson. Questo Liam Neeson è un tipo vendicativo. Basti vedere la serie Taken. Mica un Uomo tranquillo.
Scorsese ha ora più nomination di Clint Eastwood, che è il mio regista preferito, ma meno Oscar di Clint. Ah ah, bellissima.
David Lynch ha solo 4 nomination e nessun Oscar. David Cronenberg, niente di niente, manco una candidatura. Agghiacciante!
Brian De Palma e Tim Burton? Nulla di nulla, cazzo!
Stanley Kubrick vinse, eccome, l’Oscar per 2001: Odissea nello spazio. Sì, per gli effetti speciali. Ah ah.
Orson Welles vinse, eccome, l’Oscar. Solo per la sceneggiatura del film, decretato quasi unanimemente, più bello del mondo, Quarto potere.
Non vi paiono prese per il culo plateali e scandalose, scusate? Pretendo un risarcimento, anche postumo.
Alfred Hitchcock? Nessun Oscar.
Charles Chaplin? Un Oscar. Per la colonna sonora di Luci della ribalta. Ah ah.
The Irishman ha ottenuto dieci nomination. Ma credo che non vincerà nessun Oscar. È infatti sfavorito in tutte le categorie per cui è candidato.
Joker, invece, che in molte scene ricorda proprio il succitato capolavoro di Chaplin, vincerà più di qualcosa. Di mio, posso ribadire che amo meno Scorsese rispetto a un tempo. Forse perché sono diventato Joker. Che ha una nomination in più rispetto a The Irishman. Presto, sarà in vendita l’audiolibro del mio ultimo libro. Fra cent’anni, forse, diranno che il sottoscritto fu un genio della letteratura dalle atmosfere cinematografiche più alte. Scrissi molte sceneggiature per eventuali cortometraggi che intendo realizzare quanto prima. Le inviai a delle belle ragazze del settore ma molte di esse pretesero che glielo tendessi e allungassi, eh sì, da me duramente esigettero favori sessuali in cambio dell’eiaculazione, no, della penetrazione, no, della loro realizzazione. La realizzazione delle sceneggiature? No, delle loro frustrate che desiderarono che io riempissi i loro vuoti, non so di quale topa, no tipo, per sentirsi soddisfatte.
Queste sono sfatte e basta, pochi cazzi… prevedo per loro. Ah ah.
Dico? Stiamo schizzando? No, scherzando? Che mani(ere) sono queste, che maniache sono costoro?
Lasciatemi fare, nelle mie dolci intimità, il mio lavoro, non (s)fregatemi le palle. La sceneggiatura è perfetta così. Che fa, lei, donna? Perché vuole toccarmi e ritoccarla? Non metta mano, più che altro, alle sbavature del suo rossetto. Se le dico sfacciatamente ciò, non arrossisca. Contro di me non inveisca. Le diedi la sceneggiatura ma non le darò qualcos’altro. Non ne faccia una sceneggiata.
Nel frattempo, sarò già morto e nuove generazioni scoperanno delle belle statuine, smaltandole e spolverandole da cima a fondo, profondamente, diciamo.
Ho detto tutto.
Ora, mangio dei grissini torinesi e poi andrò a lavarmi i denti. Quindi, infilandomi le mani nel taschino, controllerò se ho un Euro e dieci per pagarmi un caffè. Poiché ricordate, uomini e donne del cazzo: più lo mandi giù e più ti tira su. Ora sparatevi questa mia disamina de Il silenzio degli innocenti e zitti e mosca. Quando scende in campo un finissimo investigatore dei suoi incubi come Dylan Dog su carisma alla Ed Norton di Red Dragon, con una sessualità ambigua da Clarice Starling/Jodie Foster e la classe introspettiva e magnetica di Sir Anthony Hopkins, secondo me potete anche prendere i vostri titoli, le vostre lauree e le vostre pappardelle imparate a memoria, e spazzarvici il culo.
Questo è purissimo Falò delle vanità. Ah ah.
di Stefano Falotico
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