Sì, stroncai Hannibal. Ma vi andai piano poiché, nonostante tutto, alcune atmosfere sono suggestive. Soprattutto del belvedere di Francesca Neri prima che s’intristisse a furia di bazzicare quel camionista di Claudio Amendola. Ah, lo frequenta ancora? Sono sposati? E Claudio le fa lavare tutte le posate? Ma no, dai! Fanno I Cesaroni e Claudio rende Francesca sempre più arida. Sì, la bruciò come Nerone.
E allora quella donna che un tempo scosse ogni maschile Carne trémula, quella florida donna deflorata in Le età di Lulù, ora non c’è più.
Hannibal Lecter/Anthony Hopkins, da vero gentiluomo, mica come quel pazzo allucinato dell’ispettore Rinaldo Pazzi, le regala un sonetto. Dopo aver assistito all’opera Vide Cor Meum.
Mi sopragiunse (con una sola g) un soave sonno…
umilmente pascea…
Ora, questi due estratti lapidari vorrebbero riassumere un sentimento nobilissimo da veri uomini iper-romantici come il sottoscritto, il Falotico.
Il Falò che, da quando, millenni or sono, in una sperduta landa dei suoi puberali, pre-adolescenziali ormoni, di una ragazza virginale e bionda s’innamorò al volo, come Mason Verger perse il volto e non più spiccò. No, manco per il cazzo spaccò. Ah, Julianne, che stacco e che spacco.
L’amore, difatti, di quel colpo di femmina, no, di fulmine micidiale, mi sfigurò.
Camminai, stigmatizzato in pene… e in cicatriziali angosce troppo pensose.
Così tanto di lei m’invaghii che delirai, credendomi De Niro nel rivedere tale Beatrice nella bionda Cybill Shepherd di Taxi Driver e in Penelope Ann Miller di Carlito’s Way. E ho detto tutto…
Soffrendo tale letale turbamento come, sempre lui, Al Pacino di Seduzione pericolosa. Smarrendo il mio cuore solitario nella perdizione totale, oscurandomi da perdente negli anfratti crepitanti di notti senza più albe vivamente squillanti.
Oh, che patibolo, mi straziai in urla silenziose da disperato e, disancorandomi dalla realtà, vissi fluttuante nella dolcezza più perturbante. Per colpa di tale mia giammai toccata ma solamente vagheggiata amante che distrusse precocemente ogni mio maturante indurimento da uomo brillante.
Mi opacizzai e nitrii come un cavallo selvaggio. Poi, qualche anno fa, in preda a fremiti rinati, assalito da ferini istinti carnali e scalpitanti, persino andai matto per Lucarelli Selvaggia.
Disdegnando ogni storia da lupi mannari di Lucarelli Carlo.
Ce la vogliamo dire senza, per l’appunto, peli sulla lingua? I libri di Lucarelli e i film tratti dai suoi libri come Almost Blue, cazzo, fanno solo tristezza e, dopo tre pagine, ti viene voglia di mettere su del blues.
Io prenderei Carlo e quell’altro, Samuele Bersani, e userei Chicco e Spillo.
Che cosa dovetti ascoltare da giovanissimo. Oh, Santa Vergine di Cristo! Metti Bolero, slega il movimento, il pensiero di sesso. So già che metterai su i Doors…
Incontrai anche ragazzi che amarono Ava Adore degli Smashing Pumpkins, ah, degli zucconi.
Consiglierei loro tutti i film cyberpunk come Akira, tutti i film con Asa Akira che gioca al plum cake di yogurt con Erik Everhard, il film Tetsuo dello Tsukamoto e pure una palermitana che urla… suca minchia!
Ora, mi sono perso in troiate, dov’ero rimasto, poveri cazzoni?
Ah, all’amore puro.
Che significa umilmente pascea? Significa che non tirava più e, mentre gli altri pasturavano, eri diventato un agnello al pascolo o forse eri regredito al pargoletto del Pascoli.
Ma quali cavalline storne, uomini storpi o (d)ritti, andiamo al galoppo dinanzi alla cavallona Julianne Moore. Donna che non è mora ma rossa. Pallida come la morte in viso per arrossamenti impavidi. Ah ah.
Sì, Hannibal è una maialata con tanto di scena di cinghiali che macellano Ivano Marescotti.
La Neri compare per un minuto, in quel minuto ad Hannibal diventa ossuto, no, ingigantito nel giganteggiare di recitazione amabile. Insomma, che leccaculo.
Ray Liotta fa la parte del porco e alla fine rimedia la figura del coglione.
Fabrizio Gifuni ed Entico Lo verso appaiono come belle statuine scorticate vive.
Insomma, l’unico motivo d’interesse di questa boiata pazzesca, intesa anche in senso letterale, è la bellezza ciclopica di Julianne Moore che fa bestemmiare come Renato Pozzettto: eh, la madonna!
Io vidi Julianne Moore dal vivo. Alla prima veneziana di Lontano dal paradiso. La storia di uno bellissimo come Dennis Quaid. Ma manco lui con questa poté fargliela.
Allora, lei s’innamorò di un tipo alla Lexington Steele.
La prima volta che visionai Hannibal fu quando uscì al cinema. Me ne recai assieme a un tipo che mi trattò da schizofrenico.
Infatti, non capì, per colpa del suo cervelletto, la scena finale.
Di mio, perdonai ogni lurido affronto e, in maniera dantesca, celebro il mio Stil Novo.
Ora, porci, proci o solo miei prodi, sparatevi questo video e se, consiglieri miei fraudolenti, voleste fottermi, sparatevi e basta.
Ah ah.
Io, povere teste di cazzo, vi sprono e gli amici non sperono.
E, sperando, la vita si fa illusa dopo che fu delusa. Non disperate, potreste essere salvati e finire in Purgatorio.
Se non vi sta bene questa vi(t)a di mezzo, pigliatevi un calmante e, seduta stante, non rompete il cazzo con le vostre grida agghiaccianti.
Il Falò, un uomo devastante, spesso deficiente, un paio di volte fui impotente ma, grazie ai consigli di Billy Crystal di Terapia e pallottole, non sono più un Boss sotto stress.
Pezzo che finisce senza rima baciata perché non mi veniva. Ah ah.
di Stefano Falotico
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