Le mie prigioni alla Silvio Pellico, ora sono io che mi sbellico, l’orco avrà bisogno della penicillina contro il mio Pollicino? Tanti saluti ai piccini e ai picciotti

28 Jan

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Parte prima: siamo dentro Richard Jewell, smascheramento di ogni criminale ridente, irredento ma presto punito

Indubbiamente, siamo di fronte a una tragedia di proporzioni eclatanti, sconvolgenti, dinanzi a uno scandalo giudiziario da far impallidire i maggiori esperti di criminologia e tutti i premi Pulitzer che portarono alla luce gli eventi più agghiaccianti, assurdi, macabri e sensazionalmente, per l’appunto, mostruosi.

Ora, senza essere troppo fantasiosi o perderci in chiacchiere e panegirici, comprate il mio libro Dopo la morte e sarete, nei minimi dettagli, attraverso il suo intarsio raffinato sciolto in prosa tagliente, finissima e sincera, morbida e cattivamente scagliata contro tutte le persone morbose, aggiornati in merito ai fatti atrocemente devastanti che non so se coinvolsero la mia vita poiché in questo libro non faccio nomi e cognomi ma vi vado giù pesante e impietosamente spingo, ribadisco, con furente forza sprigionatasi in maniera portentosa. Sfoderando tutta la mia grintosa maestria lessicale e sviscerando una torbida faccenda merdosa, una macchinazione peggiore di quella inflitta a Pasolini, un complotto mascherato (s)coperto da bugie bianche, da indagini ridicole, da compressivi, terroristici accertamenti psichiatrici assolutamente superflui, deleteri, solamente appesantenti una purezza forse (e)stinta per via dell’abominevole follia di rigidi codici fascisti istituzionali e biecamente, ingannevolmente dichiaratisi sani, santi, anzi stupidamente smanianti verso idiozie per nulla sananti sottese a (in)castrare un’indole che, in modo sacrosanto, non doveva essere lesa nella sua immaginifica spensieratezza e nel suo, vivaddio, libero arbitrio giammai infranto. Oh, miei infanti, oh, miei furfanti e impostori, la faceste grossa apposta e presto per voi arriverà, non so recapitata nella buchetta della posta, una bella supposta con tanto di richiesta di risarcimento e annesse imposte.

Un j’accuse tremendo, giusto. Inappellabilmente basato su fatti e accadimenti che non saprete mai se siano veramente esistiti, esistenti o ancora in balia di pendenze, procedimenti o altre porcate immondamente putrefacenti l’animo di un poeta che non volle, non vuole né vorrà adattarsi alla comune libagione di poveri dementi ch’è meglio che non aprano più bocca o continuino a recitare la parte degli allocchi.  Ogni lettore ne ricavi la corretta interpretazione, ogni colpevole si guardi in faccia e si costituisca senza rigirare le frittate a piacimento. Detto ciò, partendo da quest’assunto, ripeto, assai assurdo, incredibile nel suo riverberarsi e protrarsi, reiterarsi e puzzare più di fetenti carogne terrificanti, atterrenti ogni buon senso e trasgreditori di qualsivoglia morale dotata di senno, ora, di punto in bianco, parimenti al raptus di follia che indusse qualcuno a voler compiere uno scellerato Delitto perfetto, cioè desiderare in cuor suo di ammazzare una persona ma, essendo costui consapevole, pur non avendo coscienza, che se questa persona lui avesse ucciso fisicamente, sarebbe stato internato o, a vita, arrestato d’ergastolo insindacabile, arbitrariamente decise d’effettuare un crimine di matrice psicologica-sessuale. Adottando una strategia subdola di subliminali provocazioni bestiali, celate dietro profili anonimi da vigliacco, al fine di far crollare questa persona e ingiustamente di malattia mentale accusarla. Cioè, un crimine ribaltato per la bella faccia da maiale di costui. Come potete constatare, non mi piego dinanzi alle intimidazioni, ai ricatti e alle reprimende, alle falsissime ammende e alle bugiarde incriminazioni che, in verità, non mi fanno nulla ma soprattutto non significano niente. Ah, certa gente è peggiore dei mafiosi. Prima trucidano uno e poi vanno pure a confessarsi alla domenica con tanto di acqua benedetta. Pulendo le loro lacrime da coccodrillo se appurano pure che quella persona, da loro presa di mira indiscriminatamente in giro, è morta, anzi peggio inaspettatamente rinata, con una veloce, detergente salvietta.

Persone che forse votano Salvini o, peggio, si spacciano per buoni cristiani di Sinistra quando, invero, sarebbero da ficcare in un centro di cura riabilitativa affinché si acclari che i loro squilibrati cervelli siano stati smacchiati, puliti e asciugati da ogni neurone fuori di testa.

Dio cacciò Lucifero dal Paradiso e da allora fu una battaglia senza fine.

E, quando sarà finalmente finita la mostruosità, forse sarà davvero finita un’altra vita. Poiché il cosiddetto buono altri non è che Satana e ora ha capito che io sono più cattivo di lui.

E non la do vinta ai pazzi e ai criminali che affibbiano all’altro la patente di nano, di pervertito onanista, di fancazzista ed emarginato ballista.

Vi basta prendere le loro vite, insulse, carnascialesche e confrontarle con la mia anima esposta in un catalogo di libri da mettere al tappeto qualsiasi Edgar Allan Poe del cazzo.

Edgar scrisse I racconti del terrore, io scriverò forse I racconti del terrone. La storia di come il razzismo nordista non accetta gli artisti perché, si sa, devono farsi il culo e soffrire in una vita pusillanime e mediocre, sennò vengono tacciati di schizofrenia e altre stupidaggini partorite dall’imbecillità incurabile dei dementi insanabili.

No, dinanzi agli ebeti non mi arrendo. E ancora mi appello a una san(t)a giustizia che faccia pulizia di certa ignobile sporcizia.

Parte seconda: per sapere se puoi entrare in contatto con un uomo e una donna sani, fate loro queste domande

Allora, voi credete all’amicizia fra uomini e donne? Esiste, soltanto che poi uno non resiste e, se non ha un cazzo di meglio da fare, avviene il tradimento. Ah ah.

Ora, se credere che possiate essere amici di una donna che v’affascina, andate da lei e salutatela calorosamente con un:

– Ciao, grande figa. Vuoi diventare mia amica?

 

Ora, se vi blocca subito, significa che sinceramente siete dei cessi e pure senza una lira. Poiché non v’avrebbe mai bloccato se foste stati Lapo Elkann. Il quale è brutto come il debito ma ha i soldi per comprare a tutte le donne del mondo cinquemila ville ove si drogheranno tutti assieme appassionatamente Dunque di costei, sia come donna che come eventuale amica, non sappiamo che farcene.

Sì, vorrei essere chiaro su questo punto, non solo g come G di gonna. Il novanta per cento degli uomini sono dei pervertiti come Harvey Weinstein. Solamente che, non essendo produttori di Hollywood, non posseggono il potere fascinatorio di corrompere nessuna. Al massimo, è la loro moglie che rompe le balle a costoro se li scopre che comprarono la crema vaginale messa in vendita dall’interprete di Shakespeare in Love, ovvero Gwyneth Paltrow. Una che, in effetti, non fu mai stu(p)rata da Weinstein ma disse al suo ex compagno di allora, Brad Pitt, di picchiare Harvey se si fosse azzardato a non corrompere i membri degli Academy Awards per darle l’Oscar. Ah ah!

Quest’anno, Brad vincerà l’Oscar per C’era una volta a… Hollywood. Interpretò Bastardi senza gloria, prodotto da Weinstein, ma non vinse un cazzo. Mentre, C’era una volta a Hollywood non è, per ovvie ragioni, finanziato da Weinstein anche se inizialmente doveva essere così, ma è la storia di una donna stuprata e poi uccisa, bionda come la Paltrow, cioè Margot Robbie/Sharon Tate, che deve averla data a qualche produttore più scemo di Charles Manson per trovarsi in un film di Tarantino.

Ah ah. Ce la vogliamo dire? Quand’è che riprenderanno la serie Baywatch? Margot Robbie è un’attrice da du’ soldi, una bagnina tutta rifatta e strafatta. Non sperate che possa esservi amica poiché, se doveste incontrarla in vacanza a Venezia e, senza sprezzo del pericolo, le direte che è una bella figa, col conto in banca che ha, vi farà causa e finirete inchiappettati più di quei tre cazzoni uccisi da Pitt e DiCaprio nel finale della troiata del film di Tarantino. Come no? Se vi dico che è così, cazzo, è così.

Mah, di mio, adesso devo grattarmi le palle. Poi uscirò. Lungo la strada, vedrò tanti uomini belli come DiCaprio che, purtroppo, non ebbero e giammai avranno l’occasione d’interpretare Titanic e dunque presto finiranno affogati.

Sì, sono come un iceberg. Dico a tutti, compreso me stesso, le verità raggelanti del mondo. Voi, donne, continuate a leccare un gelato e a sposare una testa di cono. Ne riparliamo quando, dopo che lui vi avrà offerto e spalmato lo yogurt, dopo tanto (o)zio vi chiederà il divorzio e finirete a lavorare in una cremeria, mangiandovi le dita sporche di cioccolato. Uhm, quel colore è marrone come qualcos’altro. Siamo sicuri che sia cioccolato? Ah, capisco, è un marron glacé. Insomma, andate tutti a cagher’!

Di mio, indosso un maglioncino e non voglio essere un piccino. Do da mangiare ai piccioni poiché, ricordate, meglio prendere due piccioni con una fava e non credere alle favole di questa società di uccelli e passere, apparentemente perfetti, che in realtà fanno vomitare chiunque, vivaddio, ancora possegga un ottimo cervello.

Parte terza: finale esplosivo!

Qualche mese fa, anzi, per l’esattezza la scorsa estate, forse a causa del clima caldo di quel periodo, entrai in ascensore con l’anziana condomina del terzo piano che mi disse:

– Stefano, voglio dirtela tutta.

– Ah, ha detto esattamente voglio dirtela? Dirtela con la i?

– Sì, perché?

– No, così, non si sa mai. Mi dica.

– Mia figlia, l’altro pomeriggio, è tornata a trovarmi. Da tempo non ti vedeva. Come sai, da anni abita col marito lontana da me. Ecco, mi ha guardato, pronunciando le testuali parole… sai che è diventato un bellissimo ragazzo? Stava parlando di te.

– Capisco. Quindi sua figlia volle tradire suo marito e, in quel preciso istante in cui mi vide, sognò di succhiarmi l’uccello.

– Ma che dici? Che schifo!

– Ho detto la verità, signora. Ha mai conosciuto una donna che dica… ah, è un bel ragazzo e, nel frattempo, non immagini di leccarglielo tutto con tanto di avvilupparselo al galoppo e bacio alla scaloppina su molte pomiciatine e sfilatino nella ficcatona?

– In effetti, no.

– Insomma, dica a sua figlia che devo pensarci su. Ma non è che lei pensa di me la stessa cosa di sua figlia?

– Ma figurati, sei così giovane.

– Appunto.

 

Ah ah. Eh sì, mentre molti di voi diventano pasciuti e viscidi, lerci, grassi, unti e bisonti, il Falò ringiovanisce a vista d’occhio e, lupescamente, ammicca con tanto di ciuffo su faccia da culo che sa il fallo, no, suo fatto. Se siete invidiosi, fatevi una sega o una scema, forse pure la scimmia de I delitti della Rue Morgue ma vivrete di complessi di colpa da Il gatto nero.

Ora, devo dormire. Dalla nascita, sono troppo sveglio e preferii chiudere un occhio a chi mi fece i malocchi. Forse lui fu un finocchio, forse io sono Pinocchio.

Fatto sta che ogni misfatto viene prima o poi a galla, miei galli.

Sono Asterix. Ora inserisco pure un asterisco in mezzo alle tue gambe perché fai lo stronzo che se la tira da uomo brillante.
Insomma, che cazzo campo a fare in questa società inculante?

Parte quarta: no, non era finita, ho deciso di infilzarle ancora, no, iniziando da dove ero finito, no, avevo finito, cioè da tre donne e mezza più una semi-lingua, tre quarti di seno e trenta cm di coscia, insomma Boxing Helena

Sì, di me si può dire che, in effetti, coiti alla mano, no, conti alla mano, in passato sia stato un grande borseggiatore delle donne anziane. Cioè me stesso. Sì, invecchiai prima del tempo e vissi una vita da pensionata/o. Poi, in tv passò Sherilyn Fenn in Twin Peaks e cazzeggiai di fantasie erotiche ritrovate. Anche Laura Palmer fu ritrovata nella terza stagione di tale capolavoro lynchiano ma era diventata una cinquantenne frustrata e forse, dico per lei, era meglio se fosse morta davvero.

Sì, le cinquantenni, chiariamoci, che cazzo vivono a fare? Per andare a Teatro a vedere donne ancora peggiori e più acide di loro che inscenano patetismi esistenziali a base di urla e monologhi vaginali con al loro fianco, spesso, un uomo fesso e marpione cha fa la figura del borghese coglione?

Sì, vite in auto-ritratto di donne che non sono semmai delle zoccole ma a cui preferirò il peto, no, il pelo delle ratte, no, di più giovanili gatte.

Ecco, nel 2003, scopai una. Ero vergine ma, dopo 15 secondi dalla penetrazione, lei si dimenò e mi graffiò manco fosse una pantera poiché, dopo l’orgasmo e il lungo… amplesso scalmanato, mi disse che, sì, prima di me aveva fatto sesso con altri ma nessuno aveva fatto sesso con lei come io lo feci con lei.

– Siamo sicuri che tu fossi vergine? Non sembrava.

– Ti ho detto. Prima di stasera, avrò visto almeno diecimila porno. Qualcosa ho imparato.

 

Poi, dopo questa arrivò un’altra.

Quindi, che mi crediate o no, forse in mezzo a queste due o in mezzo a qualcos’altro, incontrai una a Roma e le leccai solo il capezzolo del seno destro prima che lei, titubante, mi urlò con far sinistro:

– Non facciamo cazzate, domani devo alzarmi presto e ora è tardi!

– Ti vorrei ricordare che, domattina, io tornerò a Bologna e prenderò il primo treno. Non so quando tornerò a Roma.

– Quando potrai, faremo.

 

Io da quella sera la dimenticai. Lei no. Il giorno dopo mi scrisse su hotmail ma proprio quel giorno cambiai indirizzo elettronico e cestinai quello precedente.

Ecco, per dire che comunque non è che si fosse persa molto. Soprattutto io, ringrazio iddio, che quella sera m’abbia inculato anche se non era lei un gay.

Poi, arrivarono altri baci, bacetti e La porti un bacione a Firenze. Quindi, ricoveri psichiatrici, sedazioni al limite della castrazione, poche eiaculazioni ma solo, in ospedale, il caffelatte a colazione. Ecco adesso è risolto l’arcano. Dopo tremila anni di indagini a rompermi il cazzo, tutti gli esperti furono concordi nell’affermare che non soffro né di schizofrenia né di sociali fobie, né d’impotenza né di timidezza, né di scemenza né di mancanza di volontà. Insomma, non ho propri più voglia. Non solo di quella. Anche perché, a essere sinceri, le preferii sempre Elephant Man e credo che Una storia vera sia uno dei più bei film della storia.

– No, non ho capito quello che hai detto. Vorresti dire che ti senti come Harry Dean Stanton del film di Lynch appena menzionato?

– No, come Richard Farnsworth.

In verità, sbagliarono la diagnosi.

– Quando? Nel 2008?

– No, quindici anni prima.

– Cioè ti avevano scambiato per Sissy Spacek di Una storia vera. E quando ti ribellasti ti fecero passare per pazzo come quell’indemoniata della stessa Spacek in Carrie.

– Bravo, vedo che hai capito in fretta. La gente invece ancora non c’arriva.

– Visto che tu sai tutto di Cinema, toglimi una curiosità. Boxing Helena è della figlia di David Lynch?

– Sì, esattamente.

– E Nicolette Scorsese, la figona che si vede nel film, è imparentata con Martin?

– No, nessun grado, neppure lontano di parentela. Però Isabella Rossellini sposò prima Scorsese e poi Lynch.

– Quindi, Jennifer Lynch di chi è figlia? Della Rossellini?

– No.

– Oddio che casino. Un cazzo di qua, una figa di là, veramente la tua vita ma anche quella di tutti è una Mulholland Dr.

Cioè per farla breve, mi scambiarono per un mostro come Hannibal Lecter, sfruttato solamente per le sue capacità intellettive superiori alla media, e mi trattarono da cieco storpio come Dente di fata.
E se invece non fossi manco Clarice Starling ma Will Graham?
Come la vedete?

Eh già, a questo punto della storia, la vedo molto dura per voi battere e controbattere uno così. Che fate? Mi mandate altre missive minacciose e le consegniamo, come le altre, al mio avvocato?
Come direbbe proprio Lecter, dai su, eravate andati così bene. E poi quella battuta di cattivo gusto. Eh già, è stata quella a inchiodarvi, finalmente.

Toc toc, toc toc.sherilyn fenn boxing helena

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie 'Red Dragon.' Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press. (©) Copyright 2002 by Universal Studios

Aug 01, 2002; Hollywood, CA, USA; Actors ANTHONY HOPKINS as Dr. Hannibal Lecter and EDWARD NORTON as Will Graham in the movie ‘Red Dragon.’
Mandatory Credit: Photo by G.Wilson/Universal Studios/ZUMA Press.
(©) Copyright 2002 by Universal Studios

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

MANHUNTER, William Petersen, 1986, © De Laurentiis Entertainment Group

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di Stefano Falotico84209059_10215566266772632_5084184274127552512_o83295157_10215566267932661_3904010798300659712_o

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