Federico Frusciante uscì col suo vademecum, col suo promemoria riguardo l’annata cinematografica appena finita.
Questo il mio commento. Secco, nervoso, sbrigativo e lapidario ma giusto.
Rocky IV è veramente impresentabile ma è asceso negli scult, quindi è un guilty pleasure. Talmente edonistico e pompato da lasciare senza fiato. Sostenuto, come il terzo, dalla colonna sonora dei Survivor. Gli spin–off, oddio! No, macché. I padroni della notte è un noir di prima scuola, sofisticato, apparentemente di genere, invero stratificato e pieno di rimandi col solito Joaquin Phoenix superlativo.
Ad Astra (trovate la mia recensione su Daruma View) è pura new age di seconda mano, un Apocalypse Now nello spazio di 2001 con un Pitt imbambolato. Bocciato appieno, il primo flop di James Gray.
Ritorni coi piedi per terra e la smetta coi voli pindarici. Siamo nell’insufficienza piena. Insomma, lo vidi a Venezia. Riuscii a non addormentarmi perché volevo vedere le cosce di Liv Tyler ma Liv non mostrò nulla, se non la sua versione femminile del suo essersi imborghesita nella “family woman”. Il corriere, non un capolavoro ma una perla. Film “minore” ma bellissimo, qui concordo con te. Soffuso, crepuscolare, irrinunciabile. Con un Eastwood da pelle d’oca.
C’era una volta a… Hollywood, inguardabile come The Hateful Eight. Insulso, Tarantino al rincoglionimento assoluto. Date l’Oscar come miglior attore non protagonista ad Anthony Hopkins de I due Papi e spolverate Brad Pitt. Una bella statuina che qui non serve. Manca all’appello di The Irishman perché è di Netflix, eh eh? JOHN WICK 3, bello anche questo anche se già stanco e pieno di ripetitive scene d’azione che, alla lunga, annoiano. Ma Keanu Reeves oramai possiede un carisma imbattibile, lui è il principe della figaggine. Un uomo di quasi sessant’anni, atletico come Bruce Lee e con occhi nero-castani alla Joker Marino, cioè il sottoscritto, alias il Falò delle vanità, ovvero Stefano Falotico, maestro del trasformismo, dell’ubiquità, del futurismo combattivo, incarnazione, sì, in me, essere trasandato, cazzuto e anche cazzone, farfallone e poi dal fisico stilizzato e fumettistico, creatore di mirabolanti piroette anche verbali, quindi fortissimamente fisiche come un re zen, come un Neo di Matrix, come uno che schiva ogni pallottola, grattandosi le palle fottutamente. Benvenuti a Marwen, semi-masterpiece. Un duro colpo al nazismo di massa, Grandissimo Zemeckis. Si fottessero in culo questi merdosi.
Bohemian Rhapsody, agiografico, plastificato, romanzato ma con momenti incredibilmente commoventi. Purtroppo, so che non ti piacerà che dica io ciò ma è un film emozionante, sebbene ricerchi l’emozionalità con furbizia e ammiccando platealmente ai fan di Mercury. Sul resto avrei da obiettare ma ora devo scrivere un pezzo. Rivedrò tutto in un momento di maggiore souplesse.
Di mio, m’è giunto a casa il mio nuovo libro. Romanzo che sa il Falò suo.
di Stefano Falotico
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