Scena della sauna di The Fan di Tony Scott con Bob De Niro e Benicio Del Toro.
Scena cult. Scena calda, scena freddissima, scena infervorata, scena dissanguata, scena scalmanata, scena girata con montaggio sincopato sulla follia oramai esplosa da psicopatico del personaggio di Bob, Gil Renard, fantozziano venditore di coltelli, forse anche usati, che impazzisce come Arthur Fleck/Joker dinanzi all’ennesima batosta devastante.
Dopo aver perso il lavoro, per fortuna, direi io, tanto era solo un subalterno, un sottopagato, sfruttato, umiliato e cornuto, diretto peraltro da un uomo che sembrava la brutta copia di Ed Harris di Americani, uh uh, dopo aver perso la moglie, vivaddio, meglio finire barbone piuttosto che stare con una donna così barbosa, dopo aver perduto l’affidamento del figlio, menomale, era uno strano incrocio tra il figlio di John Lennon e Yoko Ono e un tonto da giochi di ruolo, avrebbe al massimo fatto la fine dei pornoattori Juan El Caballo Loco e Jordi El Nino Polla (dei quali, comunque, vi consiglio le scene con Kendra Lust, avendo io di lei ogni dvd in HD), ecco…
Gil viene deluso dal suo campioncino, ovvero Wesley Snipes/Bobby Rayburn.
Devastato, per via del fatto che il suo pupillo, invero pollo, è stato rimpiazzato da un Benicio Del Toro già col panzone, combina un macello su musica umida dei Nine Inch Nails. Pura carne allo spiedo con tanto di tatuaggio strappato dalla pelle martoriata.
Sì, la gente fa presto a dirti fallito e pirla.
Non sa molto della tua vita. Ragiona di logiche superficiali.
– Ah, capisco, figlio di meridionali trapiantati al nord, quindi popolano da canzoni retrive, simpatiche per rincoglioniti, canzoni per gente con zappa e zampa di elefante. A lavorare nei campi! Il cognome la dice lunga, zotico! Sì, noi siamo rock, moderni, siamo gente cazzuta. Mica poveracci. Questi qua, ah ah, non capiscono un cazzo. Guardano i film e non comprendono mica nulla, poveri sempliciotti.
Chiariamoci molto bene, come dice Bob De Niro di Cape Fear.
Andate a prendere per il culo, nella prossima vita, qualcun altro.
Di mio, posso dire che guido a velocità supersonica, ho una bellissima voce, invece che prostituirmi al sistema e coprirmi della maschera cosiddetta dignitosa del patto sociale per cui, anche se sei una merda, basta che tu abbia uno stipendio da duemila Euro al mese e poi puoi puttaneggiare a tutto spiano, preferisco fare lo scrittore squattrinato.
Se non vi piace, andate sui viali e abbonatevi alla prostituzione di massa.
No, non cambio. Semmai solo le marce e ingrano la quinta, ti asfalto.
Non mi piego. Sai, forse ti spiego.
Sapete che vi dico? Anche il Cinema di Woody Allen m’ha stancato. Meglio Nicolas Winding Refn, allestitore di un Cinema arrabbiato, futurista come il mio giubbotto.
Tanto, abbozzando e facendo gli intellettuali, lo si prende solo nel culo. Il signor Pellegrini di The Fan deve invece pigliarlo in quel posto.
Gli piace giocare di ricatti ed etichette. A me invece piace giocare pesante, in maniera devastante.
di Stefano Falotico
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