Ebbene sì. Roberto Benigni interpretò e diresse Pinocchio nella trasposizione peggiore di tutti i tempi anche se tenuta in auge da Enrico Ghezzi poiché, in via della sua impresentabilità assoluta, a Ghezzi parve una pellicola super-pasticciata e poco dalla Critica seria benvoluta, dunque da bastian contrario la esaltò con far fanatico. Forse falotico…
Così come il tanto bistrattato Michael Bay, spauracchio dell’intellighenzia contemporanea, Ghezzi magnificò, Definendolo un autore incontrovertibile, autore peraltro, a suo dire, di una delle massime vette della Settima Arte planetaria, ovvero Armageddon.
Invece, pare proprio che stavolta il celebrato Garrone, per fare il furbone, cioè realizzando un film dai facili incassi per grandi e piccini, adatto anche ai più tromboni, scendendo di conseguenza ai meno artistici compromessi poco nobili, abbia sfornato un film col quale, sbugiardando tutta la sua carriera, gli sia già cresciuto il naso più di Leslie Nielsen ne L’aereo più pazzo del mondo. Che marpione questo Garrone!
Da tempo immemorabile, da Walt Disney, con la sua celeberrima versione cartoonistica, sin al mai realizzato colossal che doveva essere firmato dal famigerato Francis Ford Coppola con Al Pacino e De Niro nei panni, non so se rispettivamente, del Gatto e la Volpe, la favola di Collodi sul più famoso e popolare burattino di legno di sempre fu il sogno proibito di ogni cineasta. Anche del più auto-sputtanatosi senza ritegno.
Che fine ha fatto, inoltre, l’annunciato Pinocchio di Guillermo del Toro?
Posso asserire, senz’ombra di dubbio, senza ricusare la mia innata patologia di mentitore invero più sincero di tanti fals(ar)i, che chi paragona C’era una volta a… Hollywood a Joker, affermando che il film di Tarantino sia Arte pura mentre la pellicola di Phillips solamente una furbata ipocrita, merita che la Fata Turchina, dinanzi ai suoi occhi traviati e distorti dalla poetica noiosa e goliardicamente fastidiosa di Quentin, vale a dire l’inattendibilità fattasi pop oramai balzano e scombiccherato, un uomo adesso sgarrupato e cinematograficamente, a mio avviso, rovinato dopo averci propinato questa pazzesca boiata, un uomo che non va in alcun modo assolto, tantomeno non lapidato e ingiuriato, angariato, offeso e severamente sgambettato, bensì inchiappettato e non perdonato, ecco… dicevo, chi sostiene che chi consideri Joker superiore all’ultima balla spaziale di Tarantino vada subito fermato e internato, da casa prelevato dai carabinieri e quanto prima in un centro rigidamente psichiatrico severamente e inflessibilmente deportato, credo che abbia capito poco non solo del Cinema, bensì della vita in generale. Poiché vuole arbitrariamente legiferare da caporale, attraverso la sua nazifascista eugenetica pseudo-cinefila, sulla frase più conosciuta persino di Pinocchio stesso. Ovvero:
de gustibus non disputandum est.
Dicevo anche che merita che la Fata Turchina, dirimpetto a lui, si accoppi con Mangiafuoco.
Bruciandogli, così facendo(selo), ogni purezza residua della sua sporca cosci(enz)a che a ogni uomo vero e a ogni donna sana fa ribrezzo.
Le donne sante a me comunque non piacciono. Le schifo, ah ah. Non me la raccontano giusta e io avrei da raccontarvene.
Ieri pomeriggio, su Facebook, la sparai grossa e si scatenò, in merito a tale mia bomba, una faida di livello mondiale tra appassionati, veri o sedicenti, anche fra ottantenni misti a precoci, esaltati sedicenni. Un professore cattedratico, nel suo ambiente universitario molto altolocato in cui da ogni suo studente e collega viene, non so se (im)meritatamente, stimato, non so neppure se sopravvalutato o soltanto leccato, attaccò verbalmente un comunale impiegato, colpevole a suo dire di essere un ignorante cinematografico poiché quest’ultimo, alla pari del sottoscritto, definì il film di Tarantino una presa per il culo all’intelligenza anche dei più apparentemente cretini, sprovveduti e da questa iniqua società emarginati. La gente si accapigliò, sbraitò, inusitatamente si offese e le persone, reciprocamente, s’angariarono, sparandosi insulti dei più miserevoli e disparati fra borghesi contro paninari, fighi contro sfigati, fighette con la Calzedonia contro figone della madonna ma in realtà mezze calzette.
Ma, nel frattempo, io gustai la lotta senz’esclusione di colpi fra il pubblico accalorato e scalmanato, leggendo ogni ingiuria vomitata dalle persone che, a tale riguardo, la pensarono diversamente.
Quindi, mentre loro si affannarono a voler avere ragione a tutti i costi, io risi da giullare. Mandando ogni inutile contenzioso a cagare.
Poiché io so la verità inconfutabile. Però da tutti celata, quindi non detta e, in maniera capziosa, inconfessata. Che fessi!
Chi è un occidentale e legge filosofia orientale, eh già, non è un uomo elevato, bensì un cornuto mai visto che fotte la sua anima dalle gambe corte che guarda con gli occhi di Pinocchio quelle con le cosce chilometriche, cioè le gnocche. Poiché di giorno s’asservisce, da mon(a)co, al sistema bugiardo e sconcio, davanti agli amici e alle donne si pone come uomo di risma ma, di notte, non prendendo sonno a causa del suo complesso di colpa e del suo insanabile conflitto psicologico, appunto, legge sulla tazza del cesso Mishima per credersi, in cuor suo, un ascetico della minchia.
Ne vidi tanti/e.
Donne che ogni domenica mattina vanno a messa e poi mangiano carne di maiale con solo il Venerdì Santo, bensì tutto l’anno. Facendosi amare nell’ano dai maiali, cioè quelli con più soldi e col migliore divano.
Vidi uomini dichiararsi poveri, dunque senza un soldo bucato, senza un Euro nel salvadanaio, che piansero miseria per avere un rapporto sessuale gratis con una che la dà via a dieci cent.
No, in Italia non c’è nulla.
La gente continuerà a parlare di rivoluzioni e guerre civili per tirarsela da comunisti amanti di Marx quando poi comprerà nuovamente il nuovo calendario di Max.
I cosiddetti intellettuali, quando vengono colti (ma colti di che?) in flagrante, ti schiaffano la letteraria citazione da eruditi, latinisti e letterati per tenerti buono e tranquillo, suggestionandoti col potere della finta istruzione ch’è in verità soltanto arida corruzione, volgare (pres)unzione e saccente miseria tronfia.
Meritano ogni sacrosanta punizione!
Ché si pavoneggiano del loro sterile scibile senza umanità ma si ammaliano, anzi pateticamente ammantano e nascondono dietro la maschera perbenistica e moralistica, (d)istruttiva e induttiva d’un pretestuoso stile senza pedagogico, autentico, dolce vivere semplicemente logico.
E questo è quanto.
Cosa faccio io nella vita? Fra i volponi io sgattaiolo. Qualche volta pure abbaio, altre volte abbacino.
Datemi dei bacini e buonanotte a tutti, miei porcellini.
Per una società libera e democratica, senza partito preso, propugno solo dei pugni in faccia a chi vuole spaccarti il naso. Anche delle pugnette, a mo’ di sfottò, alle mezze seghe.
di Stefano Falotico
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