CLINT EASTWOOD, alla soglia di novant’anni, con RICHARD JEWELL, dimostra che il Monco è The Man with no Name, miei monchi e mongoli

23 Nov

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Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale: quindi, non potete farmi causa. Sennò, oltre ai danni per calunnia, vi posso chiedere il risarcimento e anche tutte le annesse causali con estremo senno e senza nessun segno

Di pace? No, sui vostri volti. Morirei soltanto sfiorandovi. Schifato, creperei scannato.

Ora, chiariamoci, moscerini, moncherini e minchioni vari.

Se è vero che, come disse un mio amico tanti anni fa, io assomigli a Sam Rockwell, è altresì inconfutabile che in passato io sia stato Nic Cage de Il genio della truffa.

Ovvero, una persona affetta da manie igieniche e da rituali ossessivo-compulsivi, da me avuti a causa della mia profonda inquietudine esistenziale da Stress da vampiro.

Così com’è altrettanto effettivo che mia madre sia fisicamente simile a Kathy Bates.

Invece, tornando a me, tre anni fa ingrassai parecchio. Fu colpa degli psicofarmaci che m’obbligarono ad assumere solamente perché, possedendo un’anima troppo sincera, dissi tempo or sono che dei figli di puttana vollero attentare alla mia vita. Inscenando la mia pazzia solamente perché non era un lurido verme come loro. I quali, nascostisi dietro il paravento dell’università, desiderarono coglionarmi. Inventandosi la balla secondo cui ero malato di schizofrenia in quanto, invidiosi a morte della mia superiorità intellettuale, del mio savoirfaire da libertino abissale, forse anche del mio carisma da uomo che conosce la sua Magnum dentro i pantaloni, credettero assai male che mi sarei piegato ai loro ricatti osceni da malati di mente insanabili. Al che, san(t)amente mi sfuriai come Eastwood di Gran Torino. Gli psichiatri, non avendo molte prove in mano riguardo il ridicolo eppur tragico complotto che mi fu ordito, mi predisposero delle cure assai debilitanti ma soprattutto inutili. Addivenendo alla sbrigativa, burocratica, politicamente (s)corretta conclusione che, per l’appunto, mi fossi inventato tutto in quanto socialmente disagiato e delirante. Dopo tempo immemorabile, smentirono tutto, porgendomi le doverose scuse.

Una tragedia forse senza precedenti o probabilmente pari a quella narrata, a quanto pare splendidamente, visti gli applausi alla prima mondiale, da Eastwood nel suo nuovo film, vale a dire Richard Jewell.

Sì, una bella manica di mezze calzette… Ma, per mia fortuna, da tale equivoco giudiziario dalle proporzioni disumane assai angoscianti e realisticamente devastanti, ne uscii totalmente pulito e ancora brillantemente osannato. Malgrado, come dettovi, fui ingiustamente sottoposto all’igiene mentale più deprimente.

Ora, alla mia veneranda età non ancora da vegliardo, bensì da giovane gagliardo, posso presentarmi alla platea del mondo con tantissimi libri pubblicati, con saggi monografici, con ribaldi, fulgidi e lindi saggi monografici dedicati a Martin Scorsese, Nicolas Cage stesso, John Carpenter, con un mio delicato, delizioso omaggio a Eastwood in persona, la mia saga del Cavaliere con una copertina in cui Clint, in carne e ossa, forse solo graficamente stilizzato e ringiovanito, cammina lungo le vie buie del mondo ove tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino.

Nella notte di San Silvestro, sarò a Monaco di Baviera assieme a un mio amico vero. Non so se mangerò lo zampone ma ho smesso di essere preso per coglione soltanto perché, come Steve Everett di Fino a prova contraria, Babbo Natale è costretto a rimanere spesso solo, eppur gli ignoranti ostinatamente mi danno dello zoticone, i gelosi del volpone, le donne vogliono succhiarmi qualcosa di unforgiven, togliendosi la gonna per un Blood Work, non suono la zampogna e i cattivi vorrebbero mettermi alla gogna.

L’idiota che ancora mi spergiura, eh sì, ha fatto la figura della merda pura, oh sì, ve lo giuro.

Continua, tramite profili falsi, a dirmi che dovrei andare a lavorare nei campi.

Gli rispondo:

– Perché no? Sai bene che sono Il texano dagli occhi di ghiaccio.

 

Al che, arrabbiato come non mai, mi dice che chiamerà la neuro.

E io, puntualmente, a tale mezzo uomo oramai terminato, replico in questi termini:

– Non ti avevano già internato? Devono esservi stati dei ritardi. Se gentilmente volessi passarmi il numero del tuo psichiatra, gli dico che sarebbe conveniente che comunicasse agli infermieri di venirti a prendere quanto prima.

Sai, lo faccio per te. Per la tua salute. Ma soprattutto per la mia.

Non prendertela, mio Jeff Daniels. Bevici su. In carcere o in manicomio, posso venire comunque a trovarti. Vuoi che ti porti anche del Jack Daniel’s?

Dicono che quando brucia, sai, l’alcol può servire da anestetizzante.

Sì, ti garantisco. Al mio mulo non piace la gente che ride e gente come te non merita neppure di essere trattata da asino.

All’asino, sai, puoi lavare la testa col sapone ma continua, ottuso come una capra, ad andare avanti per la sua strada.

Come facesti tu. Senza rinnegare un solo tuo passo falso.

Peccato che, sulla tua strada, stavolta tu abbia incontrato un tizio un po’ come Eastwood di The Mule.

Sì, che film, ragazzi. Eastwood ammette di non essere mai stato rincoglionito e, per via della sua ingenuità “criminosa”, di essersi meritato la punizione.

Però ora dobbiamo avere il seguito, intitolato Un mondo perfetto 2.

Con protagonista il reale scemo del villaggio, ovvero colui che, se a un uomo piace I ponti di Madison County, a suo avviso è un uomo che, sempre secondo sue testuali parole, mette tristezza…

Ah ah ah.

Una lezione di vita immane, cattivissima, mostruosa, sacrosanta.

Indimenticabile.

Poiché io andrò avanti e odio le vendette ma solo un bambino o uno col cervello piccolo potrebbe perdonare una cosa del genere.

Fra l’altro, che film, Gunny. La storia di uno che è duro perché, bando alle ciance e alla retorica, fratelli e amici, uomini e donne, la vita è una guerra. Dobbiamo essere duri come le merde secche se vogliamo distruggere i tosti stronzi. Dunque, donne femministe che odiate i maschilisti, afferrate la pistola e premete sul grilletto. E voi, uomini maschilisti, fate meno i fascisti, altrimenti vi mando in Libia. I droni vi fotteranno.

Ehi tu, lesbica, sarai la donna di quel gay. Ho deciso io. Sarete una coppia ben assortita. Si dice che gli opposti si attraggano e se lo sbattano. Tu, omosessuale, fai sesso col tuo uomo e non rompere il cazzo a quella donna.

 

di Stefano Falotico

 

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