Sì, non andrò a vedere questo remake live action del Favreau.
Perché l’originale, sebbene molto infantile, non si batte.
Disney purissimo, favola meravigliosa. Sostenuta, oserei dire issata in gloria da un Elton John epocale, monumentale, sesquipedale con la sua canzone indimenticabile.
Ovviamente bambinesca ma dolcissima. Capace di distruggere ogni duro crucco-nazista soltanto col potere deliziosamente armonico delle sue corde vocali. Superbamente intonate alla mia anima a volte allegra, poi malinconica. Falotica!
Sì, l’entusiasmo è a mille.
Nel 2006 vincemmo i mondiali. E la semifinale Germania-Italia fu qualcosa di straordinario.
Mancavano pochissimi minuti. L’Italia partì all’arrembaggio. Pirlo sfoderò un gran tiro ma gli venne parato in maniera miracolosa.
Calcio d’angolo. Ancora la palla finì a Pirlo che, spiazzando tutta la retroguardia germanica, passò magicamente la sfera a Grosso che, con un balistico colpo di genio, trafisse la Germania intera.
Annichilita, stesa, distrutta.
Che tentò disperatamente di pareggiare.
Ma Cannavaro spuntò dal nulla, con una velocissima serpentina s’intrufolò sino a centrocampo, quindi Girlardino in stato di grazia, con stile, fintò e consegnò il pallone ad Alex Del Piero.
Che, con freddezza degna d’un campione vero, indovinò una palombella devastante.
E la Germania definitivamente inculò.
Insomma, un uomo alla Falò.
Quando gli altri pensano una cosa di lui, credendo di pararlo e soprattutto paralizzarlo, lui meravigliosamente, inaspettatamente li stupisce.
Lasciandoli a bocca aperta.
La palla è finita sotto l’incrocio dei vostri “peli” mentre altre sfere anche stasera finiranno, graffianti, dentro una bellissima pantera.
Poiché ricordate:
quando cala la sera, è allora che si vede l’uomo vero, mica tanto ma sicuramente di m… ia tanta, che accarezza i capelli femminili, morbidi come una folta criniera e soffici antiteticamente a qualcosa che rende la donna un soprano stupendamente. Un uomo fiero, ferino per ogni fiera.
Che grinta, che carisma. Mi spiace per gli altri animali della giungla, riesco a essere sia Tarzan che Il re leone anche quando mi viene voglia… del richiamo della foresta. Ma lascio stare le tribali carnalità dei festini. Sono un uomo festivaliero, sono un condottiero. No, ma quale Re! Mi accontento di essere un Principe. E, comodamente, con la gamba accavallata, al ristorante ordino un altro piatto d’insalata. Non dando nell’occhio, anzi, dandolo eccome. Oggi son Dondolo, domani Biancaneve lascerà i nani e manderà a quel paese il suo uomo, Brontolo, miei tonti.
Giammai me la racconto, son forse pure Dracula, il conte.
di Stefano Falotico
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