Archive for August, 2019

JOKER sarà da Oscar? Ma davvero Arthur Fleck è fan di Shannon Tweed?


06 Aug

vendetta shannon tweed

Inizio a scrivere questo pezzo alle 2 e 44 di oggi oramai avviato. Ovvero il 6 Agosto del 2019.

Ecco, non mi va più di scrivere nulla.

Vi lascio a questi due linkhttp://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/il-caso-thomas-crawford-mi-fa-un-baffo-sognai-per-anni-cindy-crawford-e-shannon-tweed-ma/

http://www.geniuspop.com/blog/index.php/2019/08/de-gustibus-non-disputandum-est-anche-se-i-miei-gusti-son-sempre-quelli-giusti-soprattutto-in-fatto-di-cinema-e-di-donne-tu-invece-sei-una-locuzione-vetusta-che-meriti-la-distruzione/

Soppeso alcune considerazioni e, dinanzi a me, si staglia il buio rischiarato da tale luna già sbiadita in un sole sbadato che le soffia addosso.

Se penso alla follia ch’è stata la mia vita, penso altresì che, dopo aver gustato a codesta tarda ora un gelato Cucciolone, potrei gettarmi anche giù dal balcone.

Tanto, come dice il grande Tom Cruise di Collateral…

ehi Max, un uomo sale sulla metropolitana qui a Los Angeles e muore.

Sì, se m’ammazzassi in questa notte d’inizio agosto, chi se ne fregherebbe di me?

Liquiderebbero la faccenda come fanno con quei titoli estremamente superficiali dei telegiornali di Mediaset:

ragazzo depresso non è riuscito a far fronte alla vita e ha deciso di farla finita. Fu in cura in un centro di salute mentale.

Sì, un epitaffio lapidario che, nella sua brevità sconvolgente, avrebbe sintetizzato schifosamente la mia vita in poche parole scarsamente esaustive.

Della serie… chi s’è visto s’è visto, condoglianze. Quando finisce il funerale? Suvvia, stasera devo andare a fare l’aperitivo. Si muove il prete a dare l’estrema unzione?

Che grandissimo film, Collateral. Lo vidi al Festival di Venezia del 2004. Non riuscii però, in quell’occasione ad avvistare Tom Cruise. Arrivai tardi all’imbarcadero. Ove gli attori scendono dai motoscafi-taxi per farsi fotografare, accedendo poi al Palazzo del Casinò ove tengono la conferenza stampa. Salendo poi sull’attico per il photocall.

Non lo vidi neppure in passerella perché la prima di Collateral, in Sala Grande, come sanno gli habitué del festival, si tiene mezz’ora prima della proiezione per il pubblico al PalaBiennale.

Anche in Sala Grande può accedere il pubblico, diciamo, normale. Cioè quello meno abbiente. Non c’è bisogno di essere dei vip per guardare il film nella stessa sala ove sono presenti il regista e gli attori principali.

In Sala Grande, ad esempio, ho visto tanti film, tanti attori. Che io mi ricordi… vidi dal vivo Sylvester Stallone e Ray Liotta di Cop Land, erano però assenti Harvey Keitel e Bob De Niro, vidi New Rose Hotel alla presenza di Abel Ferrara e Asia Argento. Assenti Christopher Walken e Willem Dafoe. In compenso, Abel e Asia, ubriachi marci, infatti a stento si reggevano in piedi, diedero spettacolo da morti viventi.

Ho visto Julianne Morre di Far from Heaven. Fu una visione meravigliosa. Lei indossava un vestito nero trasparente. Le si vedevano tutte le gambe e il suo culo immenso.

Ne vidi tante…, no, tanti.

Tom Cruise lo vidi, assieme a Nicole Kidman, per la prima mondiale di Eyes Wide Shut.

Federico Frusciante, su Facebook e nei suoi video, continua a sostenere che Tom sia un nano, non solo di statura, cinematograficamente parlando. Gli dà dell’incapace.

Ora, Tom Cruise non è un attore ai livelli di Marlon Brando ma dobbiamo essere sinceri. È un grande.

Soprattutto suoi due personaggi sono per me memorabili.

Il suo edonista-maschilista guru di Magnolia e, appunto, il suo Vincent di Collateral.

Come hanno fatto questi due uomini a ridursi così?

Il primo, Frank T.J. Mackey, ha sublimato i traumi, credendosi un dio del sesso. Poi alla fine crolla dinanzi a suo padre, uno stronzo che gli ha rovinato la vita, ma pur sempre suo padre. Un po’ come De Niro del Frankenstein di Branagh.

Vincent, a tre quarti di Collateral, sembra Paolo Crepet. Quando, nel silenzio e nel brusio della notte losangelina, confida a Jamie Foxx che i figli non hanno colpa se sono diventati le merde d’uomini che sono. È stata colpa dei genitori che hanno riversato le loro aspettative sui figli, caricandoli di troppe responsabilità quando forse i figli, non ancora coscienti della vita adulta, aderendo ai (dis)informativi precetti istituzionali dagli adulti impartiti loro, si sono lasciati condizionare malamente. Non rispettando le loro anime per non scontentare i padri e le madri, rinnegando le loro indoli nel castigarle pur di farli felici.

Genitori i quali, come Nick Nolte di Cape Fear, colpevolizzarono le adolescenze ribelli, ovattandole nell’ipocrisia, solamente perché temettero che i figli potessero soffrire quanto loro.

Agirono in buona fede, pensando di fare del bene. Invece, punitivi e troppo repressivi, frenarono gli istinti sanamente fiorenti dei loro figli più belli.

Mi ricordo che, verso i quindici anni, assunsi la fluoxetina.

Come esattamente sostiene Wikipedia: la Fluoxetina è un farmaco appartenente alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina utilizzato, al pari degli altri SSRI, per il trattamento di disturbi psichiatrici di varia natura come depressione maggiore, disturbi d’ansia (disturbi ossessivo-compulsivi e attacchi di panico) e bulimia; viene però sempre più utilizzato offlabel anche per altre patologie non prettamente psichiatriche come il disturbo disforico premestruale e l’eiaculazione precoce, solo per citarne alcune.

Sì, è vero. Ma come mai assunsi questo farmaco?

Ecco, mi ricordo che all’esplodere della mia adolescenza, cominciai a provare turbamenti superiori alla media. Sì, subito dopo le scuole medie.

Tante cazzate furono dette sul mio conto. Cioè che lasciai, a quei tempi, gli studi perché mi andò male un tema d’italiano. Dico, ma state scherzando?

Avevo nove in italiano. Piuttosto, quel luogo liceale di fighetti altolocati già così volgarmente marci dentro, con le loro continue allusioni di natura bulla a sfondo sessuale, mi costernò.

Da allora, divenni fan di Robert De Niro. Per me Taxi Driver fu illuminante.

Travis Bickle, quest’uomo che sparisce nel buio, che comincia a vedere la vita nella sua nudità sepolcrale, che respira i vagiti delle sue ipocondrie torbide.

Sopraggiunsero anche i miei deliri da lupo mannaro. Sì, tutti i film a tematica notturna mi eccitavano.

Si andava da I guerrieri della notte, appunto, di Walter Hill a Fuori orario sempre di Scorsese.

Ero una creatura a metà strada fra Giovanna d’Arco e Kevin Costner/Robin di Locksley.

Avevo disdegnato la compagnia dei miei coetanei, viziatissimi e corrotti come lo sceriffo di notte, ah ah, no, di Nottingham.

Al che, nel putiferio delle mie melanconie profonde, arrivò a casa mia una lettera da parte dello Stato secondo cui, a breve, mi sarei dovuto presentare all’esame di leva.

Sì, ora non c’è più la leva obbligatoria, io la feci.

In quei due giorni in caserma, m’affiliai a un tizio simpaticissimo. Fra una visita e l’altra, ovviamente, gli parlai di tutti i film con De Niro. Soprattutto di Sesso & potere. In quei giorni, questo film m’ossessionava.

Ah, nelle caserme ci sono i sergenti istruttori di Full Metal Jacket.

Ti spogliano e ti misurano le dimensioni del pene e controllano anche i peli dell’uovo, no, del culo come fanno con Alex di Arancia meccanica.

Sì, tutti i ragazzi entrano nello spogliatoio per essere presto loro stessi degli spogliat)o)i.

Cosicché, optai per il servizio civile. Io obietto sempre. Dinanzi ai guerrafondai pazzi e abietti, io mostro loro il poster de La sottile linea rossa.

M’assunsero in Cineteca. Arrivai che facevo pena. Ero infatti ancora afflitto da manie e cazzi vari.

Lì mi sbloccarono. In particolar modo un tizio, uno che era il contrario di me. Tanto io infatti ero perfettino e pulitissimo, tanto lui era uno scoreggione che badava al sodo. E mi obbligò a fare un lavoro davvero duro.

Finito che ebbi il servizio civile, totalmente riformato… come uomo, richiesi l’amicizia ad alcune persone.

Non l’avessi mai fatto. Cominciarono a insospettirsi della mia metamorfosi, m’adocchiarono malignamente e addivennero, nelle loro congetture tardo-adolescenziali, che fossi schizofrenico e soffrissi di teorie del complotto.

Ma che cazzo combinarono? Ero in casa solo a gustarmi quella gnoccona di Shannon Tweed e stavo scrivendo i miei primi libri.

M’ero già elevato dalle cazzate dei ragazzini.

Al che venni emarginato in malo modo, in maniera screanzata, vile e villana.

Capito? Questi erano rimasti fermi al me che ascoltava a dodici anni Eros Ramazzotti e fantasticarono di sana pianta. Ah, la dovevano piantare subito e finirla di fumarsi l’erba.

Per loro ero un bambino. Un’assurdità raccapricciante.

Quando infatti ebbi le prime ragazze e dissi loro che stavo facendo la mia vita in santa pace, risero di me, urlandomi: chi, tu con una donna? Tu sei matto, questo ti vuole entrare nel cervello? Lo capisci almeno che sei matto, cervellino piccolo di uno scemino?

 

Partii in quinta, ricevendo denunce a raffica.

Successe, diciamocelo, quella che senza se e senza ma ha un solo nome: tragedia.

Ma io sono io.

A proposito di Tom Cruise, anche in Nato il quattro luglio e in Jerry Maguire è bravo forte.

Dunque ora, mi rivolgo a questi psicopatici.

Come vi siete permessi di offendere la mia sessualità, la mia intimità e i miei dolori, i miei umori, le mie sensazioni e i miei primi carnali amori? Io, a differenza vostra, non m’ero mai permesso di giudicarvi.

Vi ho scarrozzato per mezza Bologna e voi mi maltrattaste, m’offendeste, mi riempiste delle peggiori offese, voleste punirmi con le più stupide reprimende.

Foste, siete e rimarrete eternamente dei criminali.

Mentre io ho dimostrato a tutti che sono come Liam Neeson di Schindler’s List.

Per anni abbracciai la vostra filosofia di vita fascista e nazista. Perché, soprattutto in Italia, la gente ignorante ragiona come i gerarchi. E tramanda quest’ideologia malata ai figli. Chi non s’attiene alle regole, va bruciato vivo…

Come Oskar Schindler, da anni ho compreso che questa gente non merita niente.

Ci sono tanti diversi in questa vita, tanti “ebrei” ritenuti lebbrosi da questi maniaci esaltati.

Ne posso salvare tanti.

Adesso, vi mostro anche un video.

Ad anni di distanza dal misfatto scandaloso, c’è un tizio nell’ombra che mi sta ripetutamente provocando per rifare la porcata che ai miei danni perpetrò anni fa.

Stavolta però dall’altra parte non c’è più un ragazzo timido, c’è un uomo che in tribunale lo incenerirà.

Distruggendolo completamente.

Ora, peraltro, alla luce dei fatti, sono tutti dalla mia parte.

JOKER sarà un grande film. Perché queste cose non devono mai più succedere. Dobbiamo vivere tutti felici, lontani dai ricatti stolti, dalle malvagità e dai bullismi degli idioti.

Nemici sul grande schermo, amici nella vita reale, cornuti al cinema e sposi nella realtà: Stallone, Dolph Lundgren, Brigitte Nielsen, Van-Damme, Bolo Yeung, Michel Qissi e la lettera di Hopper di Stranger Things


06 Aug

van damme yeung

Ecco, partiamo dai due amici per antonomasia. Talmente amici che se lo danno in culo vicendevolmente, in senso metaforico, in C’era una volta in America. Ovvero Bob De Niro e James Woods.

Talmente amici, praticamente fratelli di sangue, platonicamente innamorati l’uno dell’altro, anche se non omosessuali, da fottersi reciprocamente in maniera epocale, oserei dire epica.

Chi dice donna dice danno. Fu tutta colpa di Deborah.

Poi, in Casinò, successe la stessa cos(ci)a.

Sam Rothstein/De Niro perde la testa per Sharon Stone/Ginger. Potete biasimarlo? Sharon era appena reduce da Basic Instinct. Parlavamo di una super figa che, quei tempi, non necessitava del cervello di Matt Damon di Rounders per battere quello stronzo di Teddy KGB/John Malkovich.

Sì, a Sharon sarebbe bastato aprire le gambe e te lo do io The New Pope. E te lo do io, Sharon, le tue nuove poppe di mastoplastica.

Comunque, se facevi l’amore con Stone di quei tempi d’oro, saresti impazzito. Saresti diventato Malkovich di Nel centro del mirino.

Sì, l’avresti mirata, ah, ammirabilissima, quindi lei ti avrebbe fatto volare lassù come in Con Air. E poi ti saresti schiantato a Las Vegas.

Ah, vedete che il discorso torna? Ah ah.

Non perdiamoci in Ginger e gingerini, torniamo a De Niro e James Woods.

In Casinò non sono amici. Ma mandano a puttane tutto non solo per colpa di Joe Pesci ma, appunto, a ca(u)sa di Sharon. Una puttanona.

Nella vita di tutti i giorni, De Niro e James Wood sono amici per la pelle. Si stimano tantissimo.

Vi basti vedere questo video:

Ecco, in Rocky IV, come tutti non sappiamo, Rocky Balboa/Sylvester Stallone e Dolph Lundgren/Ivan Drago si odiano a morte, anzi vogliono ammazzarsi, picchiandosi come bestie.

Ivan stava con Brigitte Nielsen nella finzione. Nella realtà, era la moglie di Stallone.

Comunque, cara BRIGITTA, te lo posso dire senza peli sulla lingua? Al signor Marion Cobretti, il Cobra, io se fossi stata in te, cazzo, avrei scelto Dolph.

Dolph Lundgren, alto un metro e novantasei!

Ora, Stallone in Rocky IV riesce a battere Dolph. Sì, perché è un film di fantascienza, diciamocela.

Stallone è alto 1,77 m.

Sinceramente, molto concretamente, a Dolph sarebbe bastato il mignolo sinistro del suo Golia per scaraventare per aria il Davide di turno.

Comunque, da allora Sly e Dolph sono amici. Invero, dobbiamo essere in questo caso un po’ più precisi.

Dolph Lundgren, caduto in disgrazia, contattò Stallone, leccandogli il culo affinché gli desse una particina nei Mercenari…

Le cose andarono così. Dolph era indebitato, doveva pagare il mutuo della sua villa. Al che telefonò a casa Stallone. Rispose la moglie di Stallone, Jennifer Flavin.

– Pronto?

– Ciao Jennifer, sono Dolph.

– Dolph chi?

– Come chi? Non mi riconosci?

– No, non so chi tu sia. Signore, perché chiama a quest’ora? Sono le due di notte. Mi sa che ha sbagliato numero.

– Guardi, signora, sono Lundgren. Io e suo marito siamo, diciamo, amici.

– Ne è sicuro? Conosco bene gli amici di mio marito. Non mi ha mai parlato di lei. Scusi, esattamente che desidera?

– Ecco, è lunga da spiegare. Onestamente, ho bisogno di lavorare.

– Ah, guardi, si rivolga all’ufficio di collocamento. Mio marito non è laureato in psicologia assistenzialistica. Ora, la prego di lasciarmi dormire. Altrimenti, la denuncio. Le sono stata chiara?

– Mi dia solo cinque minuti. Le spiego tutto.

 

All’improvviso, Stallone rincasò. Sì, era andato a ubriacarsi con Arnold Schwarzenegger al Planet Hollywood in compagnia anche di Bruce Willis.

– Cara, che sta succedendo?

– Caro, c’è un povero cazzone che sostiene di conoscerti. Te lo passo.

– Pronto?

– Ehi, vecchio filibustiere, come stai? Da quanto tempo…

– Sei Dolph?

– Eh certo. Chi sennò? Sly, sono nella merda. Mi devi dare una mano.

 

Adesso, dopo il secondo capitolo di Creed, Sly e Dolph stanno pensando a una serie televisiva da produrre…

Ho detto tutto.

Passiamo invece ora ad altri tipi muscolosi, presieduti da Muscles from Bruxelles, il Jean-Claude più famoso, forse di tutti i tempi, da non confondere con quel troione di Jean Val Jean. Pornoattore che guadagna un milione di volte di più di una persona normale.

Lui ha capito tutto. Mentre voi state a sbattervi su un libro di filosofia orientale per cercare di risolvere i vostri problemi psicologici dinanzi alle sempre più stressanti, impellenti richieste della società occidentale così massacrante, Jean se le sbatte tutte. Si va da quelle francesi a quelle tedesche, dalle asiatiche alle americane, dalle canadesi perfino alle piemontesi, dalle campagnole a quelle della Campania.

Sì, si va da Kendra Lust a Valentina Nappi in un batter d’occhio e anche di qualcos’altro.

Valentina è di Scafati, in provincia di Salerno, mentre Jean è un uomo (di che?) che ha dieci motoscafi grazie al fallo, no, fatto che ha sciacquato la sua “lingua” nell’Arno.

Ah, lui se ne fotte, scialacqua…

Come no? Se vi dico che è così è così. Sì, Jean è un poliglotta, conosce tutte le lingue del mondo. Approfondisce anche con studi e ricerche minuziose.

Sì, passa le sue giornate a connettersi ai siti delle Escort internazionali. Legge attentamente tutti i loro profili:

– Hi, Samantha, where are you from? JE VOUDRAIS ficcart’! Se po’ fa’?

 

E va pure a mangiare, ogni sera, alle migliori trattorie ove cucinano il vostro pesce fritto con tanto di linguine e inguine allo scoglio, forse pure allo scolo. Senza sconti.

Come fanno, peraltro, Van Damme e Bolo Yeung. Dunque, poveri stronzi, finitela con le rivalità, i pettegolezzi, le invidie e le gelosie.

Sembrate delle donnette da circolo del cucito.

Se ci si fotte pure fra amici, Senza esclusione di colpi, farete la stessa fine di Edward Norton di The Score.

Se vi dico che è così…

Comunque, alle lettere di San Paolo ai Corinzi, preferirò sempre quella di David Harbour di Stranger Things 3.

Dissi che era troppo mielosa.

Ma io sono un bugiardo conclamato.

Dopo averla vista, ho dovuto spendere tremila Euro per i Kleenex.

 

di Stefano Falotico

IL CASO THOMAS CRAWFORD mi fa un baffo, sognai per anni Cindy Crawford e Shannon Tweed ma…


05 Aug

shannon tweed body chemistry

Non ne venne un cazzo.

Parte prima: non rinnego nessun mio voyeurismo, anzi, mi sono di nuovo abbonato a Celebrity Movie Archive

Ora, quello che qui, anzi ivi vi scrivo, corrisponde alla più allucinante verità della mia vita che, nel suo falotico mutare, come disse Eugenio Montale, ne vide tante, anzi solo due. Forse tre, forse tutte. Ah ah.

Sì, il mio caso è unico, sensazionale, da prima pagina dei migliori quotidiani nazionali.

Un casino di proporzioni giudiziarie talmente gigantesco al cui confronto quello di un mandingo è grosso quanto quello del castrato Farinelli.

Sì, per anni, nella mia fiera pervicacia da autodidatta, preferii tralasciare la frivolezza sociale dei miei coetanei. Forse sbagliai. Sì, perché onestamente avrei potuto inchiappettarne tante. Ragazze al massimo bollore della loro adolescenza floreale tutta/e da deflorare.

Invece, appassii nella depressione e sfiorii. Divenni l’incarnazione della celebre hit di Simone Cristicchi, ovvero Ti regalerò una rosa.

Parafrasando Checco Zalone nella sua altrettanto celeberrima parodia di tal succitata song della minchia, in verità vi dico che quella cosa rosa m’è sempre piaciuta. Ma mi raffreddai e mi riscaldai soltanto nelle notti più tenere delle mie (in)dolenti tenebre. Patendo gli strazi infernali della mia carne castigata. Poiché diventai una creatura degna dei migliori film di Bergman. E gironzolai nell’acquitrino delle mie angosce come un personaggio ambiguo da pellicole di Dario Argento!

Non ho sonno!

Neppure allora lo ebbi in quanto sempre fui afflitto dalla più tosta insonnia ma già a quei tempi, eccome, se crebbe.

Quando i miei genitori s’addormentavano, accendevo la tv e sguazzavo ludicamente, in maniera Videodrome, dentro tutte le più super fighe bollenti.

Sì, ero divenuto l’amante virtuale dell’ancora attuale moglie di Gene Simmons. Appena la vedevo, non desideravo solo da lei un Kiss.

M’identificai nel ragazzo da lei svezzato di Vendetta fatale, il cui titolo originale è Scorned, conosciuto altresì come A Woman Scorned.

Da quando la notai, la sua passerona annotai e me n’annottai in questo film, comprai tutta la sua filmografia in VHS. Regalandomi pure il dvd dei suoi nudi strepitosi contenuti nel masterpiece per eccellenza della sua stra-gnocca ignuda da incorniciare come fece Philip Seymour Hoffman di Happiness, ovvero Playboy Celebrity Centerfold.

Ora, ho quasi tutti i film di Shannon Tweed. Quasi tutti, sì, non tutti. Ho tutti quelli in cui lei si spoglia.

Gli altri fanno schifo al cazzo. Ah ah.

Ora, se volete farvi una cultura su un culo così pregiato, vi consiglio la sua topa al top nei seguenti lungometraggi. Per onanismi lunghissimi e sospirati, tiratissimi…

No, fate delle oculate ricerche, poi forse vi servirà anche l’oculista, in tale sede vi ecciterò, no, citerò solamente quello che ritengo, senz’ombra di dubbio, in maniera insindacabile e inappellabile il suo film più “scappellabile”.

Sì, il primo posto assoluto, vetta imbattibile da lei detenuta, è Body Chemistry 4: Full Exposure. Ove Shannon, nonostante il seno visibilmente rifatto, è una da sbattere e rifarsi molte volte di più del numero di chirurgie plastiche effettuate da Mickey Rourke.

Un culo ciclopico, una bionda incandescente che cavalca il suo amante in modo selvaggio sul tavolo da biliardo, ficcandosi tutte le sue palle in buca.

Sì, corse l’ano, no, correva l’anno 2000 ed ero con gli ormoni a mille. Tutti mi consideravano a quei tempi, comunque, un coglione.

Perché non seppero mai l’uccello mio.

Sì, mi scambiarono sia per William H. Macy che per John C. Reilly di Magnolia. In verità, io sono sempre stato Tom Cruise.

Come cazzo avete fatto a non capirlo? Ah ah.

Sì, mentre successe, appunto, un casino pazzesco della madonna poiché la gente che m’abbandonò all’epoca, cristo, pure mi perseguitò, credendo di aiutarmi chissà come, nessuno, anche se qualcuna sì, conobbe invece le mie notti che furono molto più belle dei loro giorni da stronzi.

Nel 2003 mi sverginai con una di Trieste, nel 2006 fui irrequieto con una della mia città. Che poi andò a vivere a Milano.

Lei non era, a differenza di me, appassionata di Cinema. Ma comunque qualche volta, come tutte le donne, abbisognava di recarsi in sala per fumarsi una sigaretta, no, per gustare con me un filetto, no, un filmetto.

Mi costrinse a vedere la peggiore schifezza che passava sul grande schermo.

Con lei, vidi infatti Notte prima degli esami e La sconosciuta di Tornatore. Su quest’ultimo possiamo discuterne, al compianto Faletti io non avrei dato mai la promozione per i suoi libri da svenduto, comprati da gente laureatasi col Cepu.

Fatto sta che andammo a vedere anche Il caso Thomas Crawford.

Sì, già vi dissi che la conobbi nel 2006. Stemmo assieme sino al 2008 anche se lei, nel frattempo, credo che mi avesse tradito già tremila volte.

Andate a controllare su IMDb e v’accorgerete che i film suddetti da me menzionativi, cazzo, appartengono esattamente al periodo poc’anzi dettovi.

Ecco, ne Il caso Thomas Crawford c’è una scena piuttosto bollente fra Ryan Gosling e Rosamund Pike.

Questa mia ex, mentre tale scena passò, la sua lingua altrettanto ficcò sul mio collo al buio.

Sussurrandomi:

– Dopo scopiamo come loro due, ok?

 

Quella sera lei mi provocò. Lei abitava a pochi passi, neanche a farlo apposta, dal cinema in cui proiettavano il film.

Aprì il portone di casa.

Al che, le strappai la camicetta e le slacciai il reggiseno, succhiandole voluttuosamente i capezzoli.

Lei:

– Ma sei impazzito? Siamo sul pianerottolo. Se ci dovesse vedere qualcuno, se passa un condomino, siamo rovinati. Non hai neanche il Condom.

 

Me ne fottei.

E continuai a leccarla, sfilandole addirittura gli slip da sotto la gonna.

A quel punto, lei mi diede una calmata. Era sconvolta, assai preoccupata che qualcuno, appunto, potesse entrare dal portone dello stabile oppure uscire dal suo appartamento, accorgendosi perciò che stavamo trombando come se nulla fosse.

Ma chi poteva entrare e uscire, in fondo in fondo? Solo io.

Ah ah.

Comunque, mi placai, l’afferrai, la sollevai e ci accomodammo, salito le scale che ebbi con lei praticamente in grembo, nel suo covo.

Ecco, io sono davvero un coglione.

Se avessi filmato la scena del nostro devastante amplesso, sarei ora ricco sfondato. Il pornoattore più ricercato sulla piazza o solo dalle pazze.

Sì, Erik Everhard e Manuel Ferrara non sono niente se messi a confronto col me di quella notte.

Ecco, Cindy Crawford che c’entra? Ora, il motivo della separazione fra Richard Gere e Cindy fui io.

No, qui ho detto una stronzata.

Il resto, purtroppo, dico purtroppo, è assolutamente vero.

È anche verissimo che sono praticamente identico a Ryan Gosling. Lui è un po’ più alto di me ed è biondo.

Ma entrambi abbiamo la stessa faccia d’apparenti bambagioni con un ottimo uccellone.

Drive docet.

Parte seconda: i delitti sessuali e (in)confessati della piccola borghesia italiana

Ebbene, un consiglio per i giovani. Io non sono più tanto giovane, a Settembre compirò quarant’anni. Ma io sono un caso a parte. Per me il tempo non esiste, di conseguenza le vostre metriche temporali le abbatto perché qui, adesso, mi va di ripensare ai miei primi, (im)puri turbamenti sessuali più sanamente bestiali.

Sì, furono seghe a iosa per cui fantasticai di trovarmi sepolto vivo da un mare di cosce rosee nel danzante, schizzante esplodere vulcanico del mio sperma sul divano ove, spaparanzato, registrando molte puntate di Non è la Rai, ne gustavo le loro ninfe plebee così eccitanti e succinte nei miei ardimenti puberali e irreprimibili.

Ora, facciamo promemoria delle migliori fighe di questa trasmissione per cui, in diretta, me le tiravo rittissimo.

Ambra Angiolini è sempre stata una scema. Ora fa l’attrice. Anche all’epoca la faceva. Anzi, lo faceva. Il Boncompagni era il suo segreto compagno. Sia Gianni che Ambra hanno sempre smentito di essere amanti ma in verità vi dico che erano molto di più che padrone e asservita al sistema. Sì, il compianto (da chi?) Gianni, dopo aver messo Ambra a novanta, la microfonava affinché recitasse altri suoi dettami per la programmazione pomeridiana.

Dunque, Ambra è sempre stata da me bannata. No, già tempi molto addietro, mai sognai di fotterla nel didietro. No, la mia banana non le diedi nemmeno virtualmente.

Analmente, nel senso di sfancularla subito, sì, ancora oggi può andare tranquilla che da me riceverà soltanto inculate a raffica.

Alessia Merz. Donna famosa per i suoi occhi da Liz Taylor delle borgate romane. Fu persino assunta da David Lynch per uno spot.

Forse, pur di lavorare con Lynch, si donò gratis e non fu pagata. Palpata, forse sì.

Ma soprattutto quanto da lei è stato pagato il sito whodatedwho.com affinché dicesse che, in vita sua, ha avuto solo due relazioni?

Non ci crede nessuno.

Claudia Gerini. La più paracula di tutte. Scelse subito Carlo Verdone per farlo strano…

Ha recitato pure in John Wick 2 accanto a Keanu Reeves. Che non la cagò di striscio, infatti nel film l’ammazzò. Anzi, Claudia si suicidò.

Sì, uno come Keanu non si sarebbe mai sporcato le mani con una vacca del genere. La lasciò affogare con tanto di bagnoschiuma del suo Zampaglione.

Solo oggi, fra l’altro, vengo a sapere che lei e lo Zampaglione di voi coglioni non stanno più assieme.

Infatti, Vento del sud è già meglio. Si vede che Federico, dopo essersi rincoglionito con questa romana da se famo du’ spaghi, ha finalmente capito che, piuttosto che farsi la Gerini, doveva farsi un giro in meridione. Tanto più giù di così non poteva andare.

Laura Freddi, ex di Paolo Bonolis.

Paolo Bonolis, ogni tre frasi, ficca… la sua classica massima preferita: e via in un crescendo rossiniano.

Avete notato? Lo dice sempre.

Cazzo, dire che quando conduceva Bim Bum Bam, diceva ai bambini di non crescere mai come Gioacchino Rossini. Uomo troppo precoce.

Secondo me comunque Laura lasciò Paolo perché Paolo soffriva di ejaculatio praecox. Sì, Laura è sempre stata una fervente fedelissima di Charles Darwin. Come faceva a sposarsi un uomo, poco effervescente, che non poteva garantirle la continuazione della specie? Sì, ci provò, le va dato atto…

Ma Paolo veniva talmente presto che non riusciva nemmeno a inseminarla perché Laura ancora non s’era spogliata.

Sì, Paolo, accontentati di Luca Laurenti e di Ciao Darwin. Sì, vero, sta ora con Sonia Bruganelli che gli prepara i tortelli.

Di altre zotiche avrei da dirvene ma il mio must, lo sapete, era ed è ancora Cristina Quaranta. Donna che, a giudicare dallo sguardo killer, in un sol boccone te l’agguanta anche senza mani e senza guanti.

Poi c’era anche Maria Teresa Mattei, la più pudica di tutte. Non ha fatto la fine di Madre Teresa di Calcutta ma siamo lì, eh. Ha sposato il buddista Roberto Baggio. Ah, no, non è sposata al Codino, bensì all’omonimo Dino.

Che coppia triste. Dai, Dino dammi un codino, no, un Crodino ché mi devo rifare la bocca.

Di mio, frequentai il primo anno del Liceo Scientifico, il Sabin. Durante i giorni d’occupazione, vidi, su una scrivania d’un corridoio, una bionda occupata a farsi montare da un ripetente.

Non era dunque Sabina Began ma già stava facendo le prove per corrompersi coi superiori…

Sì, lei avrà avuto, su per giù, quattordici anni, lui venti ma andavano nella stessa classe.

Sì, cazzo, credo che fu da allora che schifai il mondo e divenni il più grande di Bob De Niro il più grande fan vivente.

Taxi Driver docet.

Mentre questo mio scritto è l’ennesima doccia fredda servita a quella gente che pensò… ah, a questo ragazzo serve solo una sana scopata, vedrai come rinsavirà.

No, certe persone non cambiano. Figurarsi io.

Avete presente First Blood, ovvero Rambo?

I fascisti pensarono che, con un po’ di violenza, avrei preso la vita a culo, come viene.

Sì, un mondo di animali che non meritano il mio rispetto.

E il mio perdono.

Per finire, ne vogliamo parlare della scena di Naked Lies con Shannon Tweed che fa sesso con un buzzurro con tanto di crocifissi e cuoricini?

Credo che sia un capolavoro.

Rappresenta, in nuce, quasi in controluce, tutte le ipocrisie di questo mondo.

Un mondo ove la maggior parte della gente dice di credere a Cristo ma poi se ne fotte altamente, forse solo stando sotto come dementi.

 

di Stefano Falotico, un uomo che non ha da scusarsi di niente. Vi è stata solo di lezione la mia furia potente.

shannon tweed naked lies

 

 

 

mde

goslinf pike drive

De gustibus non disputandum est. Anche se i miei gusti son sempre quelli giusti, soprattutto in fatto di Cinema e di donne, tu invece sei una locuzione vetusta che meriti la distruzione


05 Aug

lambert greystoke

Distruzione, ostruzione, castrazione, istruzione, evviva il battaglione!

Sì, vedo uomini e donne che s’accapigliano per avere ragione ma in verità vi dico che la ragione appartiene a me, forse un coglione ma voi dovete occuparvi soltanto di altre regioni. Non solo geografiche ma erogene.

Sì, siete malati di sessuali attrazioni, siete dei materialisti perennemente fissati su quelle zone…, dunque non possedete ciò che dalla nascita iddio m’ha dato in dono. Il gusto, il tatto, la lirica sensibilità della magnifica vacuità. Nell’apparente vuoto, divento cosmogonico, orbito lungo scoscese valli del mio amore etereo e, nell’etere, smarrito fra lo spazio d’un tempo stellare delle mie tempie sorvolanti gli eccelsi, universali miei intimi aromi, me ne frego bellamente del vostro ipocrita concetto d’amore e di dignità. Volando laddove a pochi uomini fu permesso di addentrarsi. Ovvero nel covo del proprio cuore.

Io so guardare la vita nelle sue vaste profondità immense come la miriade di galassie ove certamente abiteranno razze superiori alla nostra, quella degli uomini. Vale a dire delle scimmie che rinnegarono la propria connaturata natura brada per aderire alla promiscuità più laida.

Tocco sponde ancestrali di trascendenza mistica in quanto, se oggi voglio fare l’eremita e l’artista, so che il Re Mida non è uno che ama la socialità frivola.

Adoro i corridoi energici della solitudine a me più sinergica, me ne avviluppo e me la ingroppo, facendovi l’amore per ore in silenzi contemplativi la vostra emotiva aridità oramai contraffattasi nella cenere di pelli e carni volgarmente mischiatisi al porcile più lardo. Siete arrosto, miei polli.

Mi do delle arie, sì, passeggio infatti spensierato e libero in mezzo a voi, schiavi d’un sistema amaro. Che v’ha castrato in sociali maschere da ruffiani nell’anima avari.

Sì, gozzovigliate e v’ubriacate come i proci ma io non nutro intenti vendicativi nei vostri confronti alla pari di Ulisse.

Non ho bisogno di combattervi poiché voi siete innatamente imbattibili nella vostra deficienza, da voi ogni giorno peraltro resa crescente, mangiando anche le crescentine, immarcescibile.

Sì, marciate, marcendo mentre io adoro Robert Altman di M*A*S*H in quanto uomo alto che non ha la pretesa di urlarvi alt, io sono adoratore della bellezza femminile più alta come fu quella, appunto, di Carol Alt e di Jane March.

Sì, appena vidi Jane ne L’amante e ne Il colore della notte, divenni Tarzan e, combattuto, straziato nel capriccio della cupidigia da lei evocatami, non riuscii ad arrestare la voce del mio cuore erotico che sussurrò al mio membro… avanti, marsc’!

Sì, afferrai la mia liana, togliendomi la maglia di lana e accarezzai il mio sesso cotonato, immaginando di penetrare la March in quei ultimi giorni invernali di Marzo ove, alla vigilia della primavera, sentii già il calore sulla pelle, anche sulle palle, inondarmi e squamarmi di raggianti battiti ardenti e squaglianti.

Sì, non v’è niente di squallido nell’adorazione delle proprie nude intimità così dure.

Sì, il mio membro stava eretto, ritto come un militare sull’attenti e, per meglio gustare il mio onanismo da uomo sveglio e dritto, tirai pure la pancia in dentro, sollecitando il mio personale, surreale amplesso attraverso diaframmatici polmoni miei, appunto, illuminati interiormente da La canzone del sole di Battisti:

 

E l’innocenza sulle gote tue

Due arance ancor più rosse

E la cantina buia dove noi

Respiravamo piano

 

Sì, per questo iper-romantico mio atteggiamento, per questa mia soave, delicata, alienazione masturbatoria e ascendente, fui incriminato quando fui solo (im)puramente cremoso, fui tacciato di essere, a proposito di arance, Alex di A Clockwork Orange.

Sì, si scambia l’innocenza di una masturbazione densa per perversione violenta. Che società bugiarda di dementi.

Sì, gli adulti facinorosi e bigotti mi dissero che, per via di questo asociale, non compenetrante gesto mio autoerotico, ero toccato nel cervello ma in verità vi dico che toccai solo quello, miei fringuelli.

Le ragazze della mia età non potevano apprezzare il mio Infinito leopardiano. Erano troppo occupate a spassarsela, non solo in spiaggia, nell’andare con un tamarro col tatuaggio di un ghepardo, facendo con lui sesso da zotiche, anzi da zoo, sugli ermi colli…

e mi sovviene l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare…

A me invece viene sempre più vicino l’inferno,

e le more a ogni stagione dell’amore, e la presente super figa,

e il suon di tutte.

Così tra questa carnalità,

s’annega il pene mio:

e il cazzeggiare m’è dolce in questo mio amarle…

 

Sì, donne di ogni razza, età e religione fanno carte false pur di avere il mio jolly.

Fra poker e scale quaranta, mi gioco le migliori a briscola per una scopa solo con quelle più regine, meritevoli del mio bastone.

Escludo invece quelle donne senza gusto e senza tatto. Io non sono un ipocrita. Bevo al Korova Milk Bar, come Malcolm McDowell, il latte parzialmente scremato della Granarolo, non sono Fabrizio Corona e dunque, sebbene adori fisicamente la pornoattrice Mia Malkova, incarnante la splendida gatta ci cova per mille e una notte di brillanti alcove, alle donne meretrici che, solo con un paio di gioielli fanno le signore quando invero son soltanto, appunto, troie, preferisco Andie MacDowell, zoccola pure lei ma almeno un po’ più distinta rispetto a voi scimmie che ragionate solamente di Basic Instinct.

Collateral di Michael Mann è quasi un capolavoro. Ma ho solo un dubbio. Visto che sono un uomo da buco nero, come me lo spiega il signor Michael Mann il bucone narrativo concernente il personaggio di Mark Ruffalo? Sì, indaga fino a metà film ma poi sparisce dalla scena. Per caso, nel frattempo, è andato a mangiare con Robert De Niro e Al Pacino di Heat al diner?


di Stefano Falotico

MINDHUNTER 2, tenetevi pronti per il 16 Agosto perché torna una delle migliori serie Netflix di sempre


04 Aug

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Vi mostro innanzitutto questo mio video, nato per caso.

Un mio amico mi ha chiesto se è vero che una crisi, che sia psicotica o no, possa davvero derivare da cause esterne. Nella maggior parte dei casi, sì.

Al che, mentre mi stavo preparando, anzi, spogliando per farmi un bagnetto domenicale, su WhatsApp, in modo assolutamente spontaneo, gli ho risposto così.

Ora, l’episodio a cui faccio riferimento non è il settimo, invero è il decimo. E Gene, lo stupratore della minorenne cheerleander, non è stato platealmente deriso nella sua sessualità. Ho acceso Netflix e ho rivisto la scena da me appena menzionatavi.

No, non lo deride ma comunque la ragazzina innocente si mostra disponibile… cioè praticamente la stessa cosa. Almeno, secondo il punto di vista di un uomo che non aspettava altro che quello. Cioè che lei lo provocasse, appunto.

Tralasciando alcuni pezzi superflui, in questo video ho inserito pressoché integralmente la risposta data al mio amico, dunque perdonatemi se, nell’ascoltarlo e vederlo, qualche volta m’inceppo/i o e, non ricordando precisamente la scena succitata dell’episodio in questione, da me poi rivista, faccia un po’ di confusione.

Quando si parla normalmente, qualche pausa alla Celentano ci sta. Qualche strafalcione è scontato e naturalissimo che possa scappare fuori. Se voi invece volete scopare fuori, si chiama oltraggio al pudore.

Sì, quando scrivo un testo letterario o una recensione cinematografica, invece, sono un “maniaco”. Le ricontrollo anche a mesi di distanza dalla pubblicazione perché, come Kubrick, sono un perfezionista.

Ma non sono affatto Mr. Sophistication/Matt Dillon de La casa di Jack.

Sì, io sono matto solo della massima precisione possibile. Una volta mi accorsi che un mio libro, già edito, presentava tre microscopici refusi.

Ebbi una crisi psicotica. Ah ah.

Anche in questo caso, però, la causa fu esterna. Dire che, cazzo, mi ero raccomandato. Avevo mandato all’editore il PDF definitivo, dicendogli espressamente:

– Mi raccomando, cestini quello precedente. Vi sono tre refusi nella penultima versione da me speditale. Quella giusta è l’ultima, vale a dire, questa che ora le allego in mail.

 

Ecco, io già l’ho detto mille volte. Non sono un patito delle serie televisive. Sono un patito e basta. Ah ah. Spesso anche col cervello partito. Sì, parte ma poi si ricompone. Sostanzialmente, al di là delle fratture e delle ferite neuronali che soventemente si riaprono in scroscianti sanguinamenti delle mie emozioni impetuose, talvolta irose, non vado mai del tutto fuori controllo. Restando intatto sotto ogni punto di vista. Tranne quando una donna da me desiderata rimane pur sempre invariabilmente toccata, sì, perché ha delle gambe magnifiche ma è senz’ombra di dubbio una scema, perciò per me intoccabile.

Ah ah.

Anzi, mantengo un’inappuntabile selfcontrol da Nils Erik Liedholm. Uomo di rara signorilità e distinto portamento nobile, adorato da Oronzo Canè/Lino Banfi de L’allenatore nel pallone.

Detto ciò, ho sempre amato i Chemical Brothers.

Se siete depressi o malinconici, lasciate stare le pastiglie, i tranquillanti e i neurolettici. Ne parlo con cognizione di causa…

Sì, inizialmente le vostre escandescenze umorali potrebbero stabilizzarsi in una serena pace emotiva di natura omeostatica. Equilibrandovi, appunto, in una contentezza zen da Dalai Lama.

Dunque, anche se vivrete a Los Angeles, città più caotica di ogni legge entropica, la vostra comportamentale termodinamica esistenziale oscillerà paurosamente.

Sì, conoscete la seconda legge della Termodinamica, no? Macché. Voi non avete mai comprato un solo numero di Focus, mi sa che siete solo dei pervertiti come Greg Kinnear e Willem Dafoe di Autofocus.

Siete dei maniaci, focalizzate ogni vostro pensiero soltanto su quella… guardoni!

Anche io ma non lo do a vedere. Ah ah.

Ecco, secondo questo principio, ovviamente da me conosciuto a memoria per via della mia altissima educazione da principe, il passaggio da un corpo freddo a uno caldo è irreversibile.

Sì, detta come va detta, in termini meno scientifici ma tangibili, concreti e sinceramente schietti, il significato corporale di questa legge sulla natura corporea della biochimica Fisica… è questo:

una volta che hai scopato, una volta che ti sei sverginato, non puoi più tornare freddo come prima.

Sì, cosicché, se vedi Anna Torv di Mindhunter, nonostante lei sia lesbica e abbia un’antipatica faccia torva, è impossibile che tu rimanga impassibile.

Ce la vogliamo dare, no, dire senza peli sulla lingua? È una donna di classe magnifica, cioè una grandissima figa.

Colta, elegantissima, con gonne stuzzicanti anche uno sedato come un cavallo, una donna dalla battuta ficcante e tagliente su tailleur irresistibilmente provocanti.

Ma quali farmaci! Basta con questi castighi!

Intontiti e inibiti, loderete da poveri cristi il Creato, magnificando anche le donne sessualmente meno appetibili.

Se inoltre v’ammalaste di anoressia e bulimia, gli psicofarmaci aumenteranno il vostro senso dell’appetito, mangerete, euforizzati come sarete, alla maniera dei ludri. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Voi invece, assumendo queste drugs, diverrete pure drogati. Sì, il 90% delle persone adulte che abusa dei farmaci, oltre ad andare a un centro di salute mentale, va anche al SerT poiché, come se non fossero bastati i loro disagi (in)sanabili, deglutendo pasticche a tutt’andare, cascarono nei vizi meno salutari.

C’è chi, per compensare la salivazione della bocca, comincia allora a fumare come un turco, il tabagista incallito, chi invece, tamponato e ovattato dall’effetto placebo dei farmaci assunti, sente la necessità di sfogarsi nelle sostanze artificiali.

La sua vita diventa però sempre meno stupefacente, sempre più incancrenente e putrescente. Anche puzzolente. In quanto, la persone malata spesso si trascura fisicamente e non si pulisce adeguatamente.

Sì, è in cura all’igiene mentale ma in verità vi dico che necessiterebbe soltanto di una buona doccia e forse, perché no, di sporcarsi solamente, leccando i capezzoli di due bone bocce da ciucciare ardimentosamente.

Ah ah.

Che gli frega se fu bocciato a scuola e, da allora, la sua autostima ne risentì? Che gli fotte se il suo sentire è diverso da quello dell’uomo medio appartenente al porcile di massa?

Deve invece fare… esattamente il contrario, ingigantire e alzare… il suo senziente odorante, ovvero risentirla, respirarla, gustarla, penetrando un combaciante, caliente midollo spinale femminile che, parimenti spezzatosi in due nella schizofrenia da donna frust(r)ata, da tempo annale non desiderava più un solidale, consenziente, appunto, sanissimo anale brillante.

Sì, il senso sessuale verrà affievolito da semi-castrazioni bloccanti non solo la vostra precedentemente, ottimamente funzionante, reattiva, scattante, propulsiva libido gioiosa, sensualmente affascinante, oserei dire strafottente.

Sì, il caldo, no, il vertiginoso crollo, ovvero colo, no, calo della libido sarà uno degli effetti collaterali più evidenti della vostra rilassatezza, in verità vi dico dell’ammosciamento a cui fa chiaro riferimento Bob De Niro di Terapia e pallottole.

Ah, uomo stressato quel Paul Vitti. Un duro che all’improvviso comincia gravemente a soffrire di agorafobia, di sociali fobie, di nevrosi e scatti più del solito rabbiosi, di attacchi di panico e pure di mezzi infarti d’attacco cardiaco.

Non gli batte più il cuore, al che a lui vengono i complessi di colpa, no, non riesce a sbattersene.

Ah ah.

Allora, pensa… e che faccio? M’attacco al tram? O a un trans? No, non sono un impiegatino comunale che, ogni mattina, prende l’autobus in mezzo a ragazzine complessate e anoressiche. Le quali, oltre a soffrire di problematiche e fattori psicologici scatenanti la loro fervida, oserei dire inarrestabile attrazione allucinante, spesso impasticcata però soltanto di allucinogeni, verso il dark più mieloso e falsamente trasgressivo, oltre ad aver alterato i loro sensi spiccati e slanciati, come no, nei riguardi dei loro coetanei meno sfigati, invero più deficienti in quanto incoscienti, malgrado ogni cura psichiatrica possibile, l’unica cosa che non riescono a far crescere… è la loro quaglia, no, taglia del reggiseno.

Paul si sente allora un pollo e si rivolge a Billy Crystal, uomo che, oltre ad aver studiato a menadito Freud, sa perfino imitare la parlata dei cazzuti, invero cazzoni mafiosi italoamericani, esibendosi in un grammelot da premio Nobel Dario Fo. Dario, uno che ha sempre peraltro aborrito la psichiatria, responsabile a suo avviso di mostruosità e aberrazioni ignobili.

Mah, nella mia adolescenza fui accusato di avere problemi relazionali. Che assurdità. Suvvia, ma quali relazioni interpersonali. Dobbiamo essere razionali.

Sì, ero già molto grande rispetto agli altri, mentalmente parlando.

Allora lo prendevo in culo sia da quelli della mia età che non potevano capirmi sia dalle donne più grandi che non potevano darmela, altrimenti le avrebbero arrestate per aver abusato di un minorenne.

Sì, il coglione non sono mai stato io. Io almeno stavo male, avevo l’attenuante.

I coglioni, i veri dementi son stati quelli che si son sempre spacciati per sani.

Sani di che?

Io me ne stavo segregato nel guscio. Quindi, come potevo crearmi le condizioni adatte per inserirmi…?

Loro invece stavano sempre da mattina a sera a scuola in mezzo a delle passerone mai viste.

Oltre a prendere brutti voti, manco si trombavano una brutta.

Ammazza che ritardati e tonti.

Scusate, per esservi ridotti così, cioè per essere diventati oggi come oggi degli hater e dei bulli più di come già e giù foste, ah cazzo, almeno prima eravate perdonabili perché troppo giovani e quindi inconsapevoli, se andassimo ad analizzare meglio nei vostri traumi mai confessati, se aprissimo i vostri armadietti con tutti gli scheletri dentro, da voi ipocritamente chiusi col lucchetto, forse scoperete, no, scopriremmo che foste afflitti da pesantissimi agenti stressori per colpa di bigotti genitori castratori delle vostre giovinezze in fiore?

M’avete provocato e v’ho distrutto.

Adesso, per piacere, non rompetemi più il cazzo.

Sì, i miei genitori m’hanno educato alla libertà più spensierata.

I vostri, no.

Hanno fatto come i genitori di Tom Cruise di Collateral.

Hanno cioè scaricato su di voi, incolpevoli, le loro peggiori paure mai risolte e sanate.

Lo fecero forse in buona fede per esorcizzare i mostri che son sempre stati.

Ecco perché voi siete ora come Charles Manson e io no.

Non è colpa vostra.

Dovete perdonarvi ma soprattutto perdonarli…

Già ammetto ogni mio AUTO-INGANNO.

Vorrei scopare Anna Torv. Mi fa appunto impazzire.

– Stefano, mi pare piuttosto normale questo tuo desiderio.

– Ah sì? Non è la perversione di uno che ama le milf?

– Anna è nata a Giugno del ‘79. Quindi, sei totalmente allineato alla tua età. Anzi, tu sei pure più vecchio di Anna, essendo nato a Settembre dello stesso anno.

– Ah, quindi sono normalissimo?

– Anche di più di normale. Uno della tua età solitamente, essendo già rimbambito, guarda le ragazze di vent’anni oppure è addirittura gerontofilo.

– Davvero? Quindi non c’è niente di male?

– No, assolutamente. C’è un piccolo problema che potrebbe provocarti un agente stressore.

– Cioè?

– Anna è ricca sfondata, è un’attrice adesso molto lo(r)data. Come puoi immaginare che verrà mai con te?

– Facilissimo. La vado a trovare a Beverly Hills, suono alla porta e le dico che sono più matto di David Lynch di Mulholland Drive.

– Anna, in Mindhunter, è lesbica. Almeno nella prima stagione.

– Meglio. Così lo facciamo in quattro. Tre donne, Naomi Watts, Laura Harring e Anna Torv per una Inland Empire pazzesca.

– Ma che dici?

– Dico la verità. I conigli danno buoni consigli ma non gliela fanno più. Stanno in casa a guardare la tv. Con le pantofole, imborghesiti. Non sentono più il “flusso canalizzatore” del Ritorno al futuro.

Ma quale testa a posto!

– Quindi, che vuoi fare?

– Andare fuori di zucca del tutto. Oh, se uno come me vuol fare l’amore con tre donne così contemporaneamente, lo sbattono dentro per forza.

Sì…

– Questa non l’ho capita.

– Sì, saranno loro tre a volermi internare… scusate, m’avete visto bene? Secondo me, no. Anzi, sì. Faceste gli sgambetti per invidia. Nessun problema. Con un’ottima cura riabilitativa, io son ripartito a razzo, voi invece, anche con tutte le stampelle e le protesi curative delle vostre morbosità criminose, rimarrete sempre acrimoniosi.

Parlando ipocritamente di dolci metà, spose e biscotti.

Ma sì, per l’amor di dio. Non si sopportano più queste oche che si trovano un leccaculo e si dichiarano innamorate. Ma sono delle donne che chiedono assai poco dalla vita, tranne il conto in banca, appunto, di uno che le ficchi… nel sedile della Porsche. Visto che macchina, che porche?

Sai che vita? Immagino… sabato sera a ballare unzi unzi, a cinquant’anni un’ernia al disco, una causa milionaria di divorzio e tre figli minorenni. Uno più sballato dell’altro che tali genitori incompetenti getteranno in mano a degli sciacalli dell’anima.

 

Dai su, con me, perdete sempre e lì, puntualmente, lo prendete.

Perché sono indubbiamente uno dei più grandi geni della storia.

Quindi, basta con le invidie, poveri malati di mente.

– Sai, amico, ho uno stalker che da anni mi tormenta.

– Ti sei mai chiesto perché?

– No.

– Rispondi no perché non ragioni come lui. Lui è omosessuale, sebbene non dichiarato. Lui non ti odia affatto, gli piaci da morire. L’unica maniera per fotterti è mandarti ai matti. Solo così trae godimento da te.

Ci sei arrivato?

– Cioè?

– Se a te si dichiarasse, tu innanzitutto lo rifiuteresti. Questo lui non l’accetta e accetterebbe. Lo fa incazzare. Punto secondo: lui rivelerebbe la sua omosessualità. E lui non vuole confessarla.

Invece, se ti provoca e tu impazzisci, nella sua perversione mentale, è come se ti avesse scopato.

Mi mostreresti ancora una volta lo screenshot che hai salvato ove questo psicopatico ti scrive che sei matto e solo come un cane?

– Eccolo qui.

– Vedi? Se tu fossi matto davvero e lui terrebbe empaticamente alla tua salute psichica, ti aiuterebbe oppure, se non gl’interessassi, sarebbe indifferente. Invece no. Lui è geloso di te.

Appena tu te la godi, lui parte in quinta con le provocazioni.vodani 8

Guardate, di matti ne ho visti tanti. Figli di dentisti miliardari che non ebbero il coraggio di dire ai loro padri di essere gay. E si convinsero pure di essere l’incarnazione di Le Petit Prince dell’Antoine de SaintExupéry, ascoltando le canzonette della nonna da mezze calzette.

Cosicché, divennero oggetto delle fantasie mostruosamente proibite dei loro coetanei che li emarginarono per i loro gusti diversi.

Sì, classico, demente bullismo adolescenziale che giocava facile su menti, in quel periodo, considerata l’età, assai suggestionabili e manipolabili.

– Francesco, sei solo.

 

E questo Francesco, pur vivendo da nababbo, girò il cortometraggio Soli. Corto in cui, cortissimo, si riprese mentre delirò in una giornata solare.

Nella mia vita, ho visto scugnizzi laurearsi col massimo dei voti perché i loro docenti adoravano Mario Merola.

Ho visto donne frigide tirarsela come Edwige Fenech delle commedie sexy all’italiana.

E ho visto uomini col master in Inglese arcaico che, anziché tradurre un testo anglofono, rimasti in mutande, urlarono con un megafono: voglio una svedese!

Poi, calmati che li ebbero, mangiarono una svizzera. Arrivando nuovamente alla frutta e poi al dolcino dei pasticcini da bei cioccolatini un po’ stupidini che sono, da loro stessi inghiottiti con tanto di digestivo.

Perché come disse Pasolini:

L’uomo medio dei tempi del Leopardi poteva interiorizzare ancora la natura e l’umanità nella loro purezza ideale oggettivamente contenuta in esse; l’uomo medio di oggi può interiorizzare una Seicento o un frigorifero, oppure un weekend a Ostia.

Aggiungo io, l’uomo medio vorrà far credere a voi, più sensibili, perspicaci e poetici, di essere non solo medi, bensì inferiori. Perché l’uomo medio ama sbudellare il prossimo e guardare tutti dall’alto in basso.

Con me quest’atteggiamento non funziona. Nessun tipo d’imprinting ricattatorio e demagogico può vincere contro di me. Cosicché, se un beota non capisce che la mia vita è l’arte e mi urlerà che non ho dignità, io gli rivelerò la verità: cioè che lui è pazzo e merita la sua vita di merda.

Altre offese mi vomiterà mentre io, distintamente, lo sfanculerò con enorme ilarità.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

 

inland empire

TOM CRUISE in COLLATERAL è dio: perché è stato diretto da Michael Mann? No, finitela con la storia che pure voi sapreste essere degli dei se foste stati diretti da un cineasta divino


03 Aug

collateral cruise

Visto che uomo dotto e forbito che sono? SE FOSTE STATI DIRETTI.

Io ieri, con una ragazza bellissima, fui diretto. Lei stette per mandarmi a fanculo per direttissima ma io scelsi di perdere il treno con una littorina.

Sì, il diretto è troppo veloce, meglio un montante. Calibrato lentamente, ficcante, sprofondante, eiaculante in modo fornicante e piccante ma senza troppa fretta eccitante. Ah ah.

Ah, raccontate un sacco di stronzate. Sì, vi prenderei a pugni, mie pugnette.

Millantate talenti da dietro una tastiera. Anche io dietro una tastiera sono Shakespeare. Sì, lo sono davvero. Anzi, la mia prosa è perfino più tragica. Ah ah. Assomiglia anche a quella dell’Alighieri, uomo che sprofondò nelle tenebre e, nella sua solitudine arcaica, reinventò la Lingua italiana in maniera aulica. Anche se, essendo più solo di Dostoevskij, dai suoi demoni interiori partorì un Inferno.

Ah, Dante in cuor suo sognò sempre di ascendere paradisiaco in quella di Beatrice ma la Bice non amò mai carnalmente quest’Alighieri, uno che, nel suo delirio d’onnipotenza da superuomo, anticipò anche molte teorie di Nietzsche.

Dante si morse le mani e si spaccò pure un dente ma perseverò pervicacemente e indefessamente nel suo Purgatorio, malgrado Beatrice l’avesse spurgato e, sinceramente, l’avesse sporcata con qualcun altro più ardente e bollente come le fiamme più scaldanti che si trovano nel magma lavico delle vostre vite oramai, diciamocelo, bruciate.

Di mio, infatti, allestisco drammi letterari di matrice scespiriana, ispirandomi ai migliori film di Kenneth Branagh. Ne respiro le rarefatte atmosfere, le introietto nei miei canali percettivi, le deglutisco, le assaggio e snocciolo fra le labbra della mia sensibilità femminile tendente a scoparle da maschilista pompante, quindi virulentemente e potente le vergo come un nero su una bianca. Poi, lascio che le emozioni, in me inoculate come in Videodrome, diventino carne poetica della mia anima incendiaria, lasciva, impudica da marchese de Sade.

Sì, su Facebook, colto dall’entusiasmo nei confronti di Tom Cruise dopo aver rivisto la sua magnetica performance in Collateral, ho scritto che non dovete mai più offendere Tom.

In molti infatti lo considerano ancora un attore mediocre nonostante il suo carnet prestigioso e inviolabile di grandi film ma anche di superbe sue interpretazioni.

Ecco, prendete certamente Top Gun e il suo Maverick e datelo in pasto a Vittorio Sgarbi. Lui, in tal caso, avrà ragione a insultare Cruise, urlandogli villanamente… capra, capra, capra!

Caro Vittorio, lei fa però il gagà sul mio campo di battaglia, cioè la storia dell’Arte ma, onestamente, di Cinema e di Musica non capisce una minchia. Sì, non sa un cazzo nemmeno di altri argomenti. Neppure dell’altro organo genitale inversamente proporzionale al suo ego smisurato.

Quello delle donne scultoree ove lei, si fidi, non sa affatto il fallo, no, fatto suo. Lei ebbe infatti la facoltà universitaria, oserei dire, di leccare i buchi della Venere di Botticelli realmente incarnata in questa terra nostra sconsacrata, ovvero Casalegno Elenoire. Lei però, dopo pochissimo, lo lasciò, preferendo forse Rocco Casalino. Uomo di cervello piccolino ma, chissà, di qualcos’altro molto più del suo grandino.

In verità, Elenoire va pure con te, zotico scemino.

Sapete cosa disse Vittorio, in sua discolpa, quando Elenoire lo mandò ove sapete?

Vittorio disse che lei lo lasciò perché s’era fatta un tatuaggio. Dunque, un uomo della sua cultura, si sentì quel punto addirittura (dis) onorato dall’essere stato trombato da una tamarra con la pelle impiastricciata.

Ora, che Elenoire sia un’impasticcata, si sa. Lo ammette lei stessa. Che sia impiastricciata, pure. Ma io la impiastriccerei di più…

Sì, partiranno schizzi degni del van Gogh alla sua massima follia pittorica, un Vincent, come Tom Cruise di Collateral, dolcemente piluccante, affrescante eppur ardentemente scaldante come i rossi globuli più accesi della sera più abbrustolente. Volerà estremamente toccante il pen(nello) più pitturante per orgasmi impressionanti degni di nature selvagge dal floreale impressionismo schiumante.

Sì, date a Tom Cruise lo spumante. Può permettersi d’imbiancarle tutte con tanto di carisma da albino brizzolato e classe sfavillante.

In verità vi dico che Elenoire non si fece solo un tatuaggio, si fece altri uomini di più lungo raggio.

Forse pure il mandingo Jamie Foxx.

Da allora, per Vittorio furono solo miraggi.

Ora, arso più di Notre-Dame, pontifica da tuttologo, mettendo bocca su tutto tranne che su quella…

Sì, finitela con la favoletta che anche voi avreste recitato alla grande in Collateral se foste stati diretti da Mann, un grandissimo.

Gli attori presi per strada potevano funzionare nei film neorealistici-pauperistici di Pasolini.

Voi, sinceramente, non funzionate manco col vostro accattone pisellino.

Se vi do in mano una pistola calibro 20, non funziona lo stesso.

Sapete perché Tom Cruise è magnifico in Collateral? Perché Tom Cruise è uno stronzo patentato.

Quando dunque lo vedete alle prime che ride come un bambino di otto anni, non è lui. Sta usando una maschera.

Quando invece diventa cattivissimo, è un genio.

Perché Tom è un mostro… di bravura.

Altamente professionale, sofisticato, un veterano che s’è fatto il culo per arrivare ove è arrivato.

Voi parlate ma non sapete neanche in italiano parlare.

Figurarsi se potete solo sognare di spararle.

Vi racconto questa.

Anni fa, un demente di cognome Calzolari mi disse arrabbiatissimo:

– Stefano, allora non ci siamo capiti! La gente scopa, si diverte, va alle feste. Tu queste cose non le farai mai perché sei matto! Ora ci sei arrivato?

 

Rividi questo tizio al Medusa Cinema di Bologna. All’uscita della proiezione Nemico pubblico di Michael Mann:

– Idiota, ci provi adesso a dirmi quelle cose che mi dicesti anni fa?

– No, scusa.

 

Non successe niente. Lui si avviò verso la sua macchina, ridacchiando eppur malignamente ancora pensando:

– Solito coglione.

 

Al che, avendo io adocchiato la sua smorfia di derisione, aspettai che partisse con la macchina e lo seguii senza che se accorgesse, con decisione.

Arrivò a casa sua, parcheggiò e, quando uscì dalla macchina, a tarda sera, gli apparii io davanti.

Non lo sfiorai neppure.

Mai più si riprese da quella paura…

Infatti, dallo spavento, ha i capelli bianchi ora come Tom di Collateral.

Sì, ebbe di fronte uno che, con la sola occhiata sinistra, l’aveva già macellato.

Come diceva lui… uccellato e inculato.

Sapete, mi piace farvi divertire e fare il Joker.

Se pensate che lo sia davvero, lo sono.

WHY SO SERIOUS?

La faccia da culo è servita.

 

di Stefano Falotico

 

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76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia: ne vogliamo già parlare di AD ASTRA, visto che voi, allupati e allunati come alienati, non ne parlate?


02 Aug

ad astra pittjoaquin phoenix joker

Sì, molti uomini non conosceranno la vita del loro padre manco se lo pagassero…

Parte prima, già parte in quinta! Poi ci sarà la disamina dei vari dottori Balanzoni dell’Emilia-Romagna con tanto di lasagne e forchettoni

Uno dei film da me più attesi della prossima Mostra del Cinema di Venezia è Ad Astra.

Per svariate, molteplici ragioni che qui vi esplicherò.

Innanzitutto, l’astrofisica mischiata a un astronauta con la faccia di Brad Pitt, uno degli uomini dal gentil sesso più terragno e non, eh sì, desiderato del nostro pianeta, è già metafisica quantistica, oserei dire mirabolante, fantasmagorica trascendenza pura logistica.

Sì, a moltissime donne ha fatto sempre impazzire Brad Pitt. Ma sono soltanto loro fantasie Devono, quanto prima, cadere dalle nubi e atterrare. Donne, siate terra terra!

Peccato, infatti, che solo pochissime siano state con lui. Già, a ben vedere, non è che poi questo marcantonio abbia avuto chissà quante relazioni, viste le sue proporzioni eroticamente disumane… Juliette Lewis, Gwyneth Paltrow, Jennifer Aniston, Angelina Jolie e qualche altra bagascia raccattata a C’era una volta a Hollywood.

Nessuna di queste donne da me citate mi risulta che, pur avendo assaggiato in maniera vivissima ed eccitata, il pitone di Pitt, sia finita in manicomio. No, tutte donne di prim’ordine, forse adoratrici del celebre stornello, no, ritornello di Vasco Rossi della sua intramontabile, da Brad Pitt mai montata, Sally:

è tutto un equilibrio sopra la follia.

Sono proprio quelle che l’hanno sempre voluto amare ma che, onestamente, al di là di qualche onanismo bestiale, hanno versato solamente lacrime amare, a essere finite in cura psichiatrica.

Da cui la versione femminista e tristissima di Fiorella Mannoia. Ah, noiosissima, comunque bella.

Ritorniamo ad Ad Astra. Sì, o a Ad Astra? Dubbio da dizionario della Crusca, mie donne. Suvvia, siate realiste, smettetela di farvi i viaggi. Forza, andate a buttare il rusco.

Ché poi, appunto, diventate troppo lunatiche, oserei dire matte. Ah ah.

A leggerne la trama, pare molto simile a Contact di Robert Zemeckis.

Avete visto Contact? Macché. Soprattutto voi, donne, vedeste Pitt e continuerete sempre a vedere Pitt col binocolo.

Una volta si diceva, invero però a voi maschi, che guardare senza toccare, cioè toccandovi e basta, poteva condurvi dall’oculista.

Sì, recatevi semmai da un analista, miei animalisti, cioè uomini toccati non solo in quello ma di conseguenza nel cervello. Voi donne, eh sì, invece con Brad sognaste perfino, da tempi annali, un duro a… le.

In questo, ha ragione Vittorio Sgarbi, date via il c… o!

Contact… è un ottimo film, forse un po’ troppo lungo con un finale pessimo da new age del cazzo.

Sì, la new age andava forte sul finire degli anni novanta. Basti vedere pure Mission to Mars. Secondo Brian De Palma, l’uomo discende da una razza aliena, probabilmente, ah ah, geneticamente ariana come Brad Pitt.

Sì, De Palma abbracciò le teorie secondo cui la Terra non fu partorita dalla scaturigine del Big Bang, nemmeno s’originò per scintilla divina nei sette giorni celeberrimi per cui, stando alle Sacre Scritture, Dio decise di generare l’uomo a sua immagine e somiglianza.

A sua immagine e somiglianza? Mah, vedo molti cessi in giro, di Brad Pitt solo uno. Uh uh.

E Adamo ed Eva? Mah, dovrei rileggere meglio la Genesi.

Ah, ma allora è tutta una questione di genetica. Che poi… io son convinto che da qualche parte, sperduto forse in un’officina-laboratorio biotecnico fra i monti o in mezzo a un bosco simile a quello de La casa di Sam Raimi, esista uno scienziato pazzo più di Robert De Niro di Godsend, che gioca a fare dio come il dr. Frankenstein e ha già creato tre copie di Bruce Campbell dei bei tempi.

Eh già, siamo nell’armata delle tenebre. Altro che nell’amore delle tenere.

Anzi, stasera vedrò Noah di Aronofsky per due ragioni. Quel panzone di Russell Crowe, nei panni appunto di Noè, ha il carisma di Mosè, Jennifer Connelly è una donna che se dovessero precipitare nei prossimi giorni, cazzo, dei violentissimi uragani, essendo un esemplare di femmina da preservare dall’estinzione, andrebbe subito ficcata nell’arca.

Sì, bisogna desiderare eccome la donna d’altri…

Sinceramente, Jennifer andrebbe ficcata e basta. Forse nell’aiuola. Sì, via quelle galline, spolverate e date lustro a Jennifer.

Sì, Jennifer ora s’è imbruttita ma, sino a qualche anno fa, avrebbe reso un uomo animalesco. Eh già, dopo aver fatto l’amore con Jennifer, un uomo medio sarebbe diventato La cosa di John Carpenter. Ovvero un assemblaggio orribile di tutte le razze animali più allupate.

Ah ah.

Sì, infatti quel cazzone di Paul Bettany, il suo uomo, se la tira di brutto. Quando si dice… ah, quello alza troppo la cresta.

Russell Crowe, Paul Bettany e la Connelly recitarono tutti e tre assieme nel film A Beautiful Mind.

Nel film di Ron Howard, Russell perse la testa e i testicoli per Jennifer, quindi il mio ragionamento non fa, sino a questo punto, anche sino a questa trapunta, una grinza. Sì, divenne schizofrenico.

Però a scoparsela realmente fu ed è Bettany. Come mai allora Bettany non è ancora impazzito?

Non è vero, basti vedere il finale di Master & Commander.

Entrambi, vale a dire Russell e Bettany, amareggiati, stanno in cambusa dopo essere stati, appunto, sballati, gasati, completamente fusi dalla Jenniferona.

Bevono un amaro, al che prende su parola Russell:

– Paul, che facciamo? Ci vorrebbe un po’ di musica. Mettiamo su Il mare d’inverno di Enrico Ruggeri/Loredana Bertè o Profumo di mare (The Love Boat) di Little Tony?

– Dai, Russell, versami un altro bicchierino e metti su, piuttosto, Boccherini.

 

Ad Astra di James Gray. Grande Gray.

La Connelly fu una delle protagoniste di C’era una volta in America, facendo girare, appunto, le palle a Noodles, mentre Gray girò C’era una volta a New York.

Che vi posso dire?

La mia vita è stata una Little Odessa, per anni fui uno dei Padroni della notte, ci fu persino un periodo in cui ebbi Two Lovers.

Sì, nonostante fossi già matto come il Joker, standomene chiuso nella cameretta, riuscii a scoparmi due tizie più fighe di Gwyneth Paltrow, appunto, e di Vinessa Shaw.

Ora ve la racconto. Anzi, ve le racconto.

Invero, fu solo una donna e mezzo.

La donna reale e intera è quella che vedete nel mio video, su YouTube, Il Joker ha mai avuto una ragazza?

Parlammo in chat per circa un mese. Lei mi chiese un incontro.

Ero terrorizzato. Lei mi aspettò sotto le Torri Asinelli. Io l’avvistai poi me la feci sotto e fui dunque un asinaccio.

Pensai che non mi avrebbe più parlato.

Invece:

– Ti ho aspettato per due ore. Faceva pure un freddo della madonna. Dove cazzo eri?

– Sono venuto.

– Ah, dentro di me sicuramente no.

– Volevo dire… che, sì, sono venuto ma non me la sono sentita.

– Senti, testa di cazzo, ti do un altro appuntamento. Non avrai una terza possibilità. Ficcatelo in testa, subito.

 

C’incontrammo davanti a un Blockbuster. Sì, a Bologna spopolavano questi negozi di videonoleggio. Ora, sono stati quasi tutti smantellati.

Tanto c’è Netflix.

Questa volta mi feci venire… le palle.

Furono istanti però estremamente imbarazzanti. Intirizziti, prestissimo rizzanti.

Pensai che sarebbe scoppiata a ridere ma ogni più negativa aspettativa fu da lei distrutta in tre secondi netti, infatti, di lì a poco finimmo a letto.

– Che fai? Te ne stai fermo come un trimone. Qui ho voglia di limone.

– Con me?

– Non sei mica brutto. Comunque, guarda, io abito qua vicino. Visto che non riesci a scioglierti, saliamo nel mio appartamento e ti preparo un caffè macchiato.

– Va bene. Dista molto la tua casa?

– Ti ho detto, è a due passi. Perché?

– Non so. Sono stanco.

 

Ecco, salimmo nel suo appartamento. Lei mi servì il caffè mentre io, in quegli attimi fuggenti e freddo-bollenti, desiderai solamente un tè ghiacciato. Lei però era già scalmanata e ardente.

Prima baciò la mia bocca con far ardimentoso e irrefrenabilmente smanioso, quindi passò alla lingua. Quasi mi spaccò un dente.

Quindi, bevuto che ebbi il caffè, la ringraziai e le dissi:

– Grazie. Ora devo andare.

 

Mi alzai e aprii la sua porta di casa. Scendendo le scale.

Che mi crediate o no, lei cacciò un urlo che le rischiò lo sfratto dal condominio:

– Ma allora sei proprio una merda! Torna qui!

 

Successe l’irreparabile.

Un arrostimento di carni con lei infoiata come una cavalla imbizzarrita mentre io, strapazzato, non capii un cazzo.

Fra l’altro, questo mio Falotico decisamente erotico avvenne nel 2006, durante i Mondiali di Calcio.

Io andavo sempre a trovarla a casa sua.

Dopo il girone di qualificazione, brillantemente superato dall’Italia, ebbi l’ennesima idea geniale. Sì, con lei stipulai un accordo.

Essendo grande intenditore del gioco della palla, avendo militato in una squadra calcistica-balistica a livelli distinti e stimabilissimi, proposi lei quanto segue in maniera amabilissima:

– Facciamo una cosa. D’ora in poi, ci vedremo tutte le partite dell’Italia. Dagli ottavi in poi… ebbene, se l’Italia passerà ogni volta il turno, a fine partita scoperemo, altrimenti ci guarderemo un film.

– Ci sto.

 

Nel 2006 l’Italia vinse i mondiali, se non ricordo male, no?

Nel 2008 poi m’accadde qualcosa di pazzesco.

Ecco, sino a un anno fa, pensavo che la mia vita fosse una tragedia, ma ora mi rendo conto che è una commedia.

Sì, la prendo a ridere. Sennò vi dovrei spaccare la testa.

Comunque, detto ciò, al di là dei miei istinti rabbiosi, sono appunto Ryan Gosling di Drive. Anche quello di First Man m’assomiglia.

Uno a cui successe qualcosa di veramente nefasto e tragico, appunto, la morte della mia figlia.

A me invece avvenne la morte della mia anima.

Però, come Armstrong, come se nulla fosse, sono ancora una volta riuscito a fare quello che nessun uomo è mai riuscito a compiere.

Ecco, torniamo a Russell Crowe di A Beautiful Mind.

John Nash, morto nel 2015, fu uno dei pochissimi, miracolosi casi unici della storia.

 

– Stefano, hai scritto una donna e mezzo. Parlami della mezza donna rimanente.

– Ah, vero, scusa. Questa mia ex ragazza aveva la fissa per Brad Pitt.

– E quindi? Che c’entra?

– Le proposi un altro patto… le dissi, ecco… carissima, a te piace Brad Pitt di Vento di passioni, giusto?

Lei rispose: Eh certo.

Al che, io… mettimi una parrucca in modo tale che abbia i capelli lunghi come Brad. Tu vorresti essere, stanotte, la mia Julia Ormond?

Lei… eh certo.

Dunque, amico, vedi? Sono una donna e mezza Ormond.

O no?

 

Parte seconda: la vita di un padre che raccontò ai figli di essere un giornalista, invece era un alcolista da prima pagina

Sì, mi fanno ridere quei ragazzi che esclamano: ah, mio padre m’ha educato bene!

Che ne sanno loro del padre? Di chi fu prima che, attenendosi per ragioni economico-lavorative ai canoni probi della socialità civile, rinnegasse il suo precedente porcile?

Sì, vi svelo un’altra verità.

Molti figli idealizzano i loro padri. Poiché, essendone appunto i figli, impazzirebbero e si sentirebbero estremamente in colpa se volessero guardare in faccia chi li ha messi al mondo.

Vale a dire un padre poco valoroso, falsissimo, peggiore di Tom Hanks di Road to Perdition. Uno che ai figli ha raccontato per anni delle balle spaziali. Dicendo loro che è sempre stato un pedagogo intellettuale quando, invero, all’età dei suoi figli, era solo un impresentabile animale.

Che poi… non ci sarebbe niente di male nell’onestà (im)morale. È nella farisea menzogna che piuttosto si nasconde il maiale.

Sì, questi luridi panzoni partorirono mostruosità da imperdonabili freak selvatici. Non ci può essere perdono per gente così. Puoi al massimo biasimarli, compatirli e perfino, più di una volta, assolverli. Ma, con fiero disprezzo, senza sprezzo del pericolo, visto che la loro natura è malvagia, attenteranno ancora alla tua carne per sodomizzarti, soprattutto psicologicamente. Dall’alto, anzi, alito di chissà quale presunta, oserei dire unta e bisunta loro distorsione mentale sputante sentenze. Degli uomini, più che altro, sputtana(n)ti.

Ecco, prendiamo un caso plateale di essere di tal pazza razza.

Desiderò sempre che i suoi figli diventassero giornalisti, che si elevassero dal porcume generale.

Poiché, non essendo stato capace lui di arrivare a vertici da caporale, proiettò alla sua prole le sue ambizioni frust(r)ate.

Costui, ha mai confessato ai suoi figli il vero? Cioè che si spacciò, appunto, per giornalista quando in verità vi dico che era un messo, un portalettere tra un ufficio e l’altro della sua piccola, giornalistica ditta aziendale?

No, eh?

Sì, come Balanzone, millantatore di chissà quali premi Pulitzer ma in realtà un uomo meno che normale. Che però, una volta sistematosi in panciolle e larghe mutande, scriteriatamente cominciò a delirare sui giovani ancora a farsi, urlando loro cattivissimamente che dovevano andare solo a farselo, cioè duramente lavorare e trombare!

Senti chi parlò! Tale porcellino, assai nel cervello poverino, fu un frequentatore delle bettole assai poco belle. Ove si dette scostumatamente al bere, mangiando appunto come un suino. Un tracannatore.

Stette per essere dalla società scannato.

Fu allora che incontrò sua moglie. La quale, per salvarlo dalla cirrosi epatica e dalla sua visione delle cos(c)e poco empatica, lo iscrisse a un serale delle magistrali più demagogicamente scolastiche.

Al che questo qui si diplomò, tirò lo stesso a campare, lavorando quattro ore al giorno, svolgendo una “mission” da uomo che si fece perfino regalare la casa popolare e, come detto, iniziò moralisticamente a pontificare.

Sì, a Bologna è il classico tipo che va dai bambini e grida loro da (p)orco: ti spezzo le manine e ti deraglio la mascella, cinnazzo.

Il cinno, nel dialetto felsineo, emiliano-romagnolo, è appunto il bimbo che, essendo puro e innocente, è involontariamente imbranato e dispettoso, capriccioso e malmostoso.

Cioè, praticamente la moglie di tal buzzone.

La moglie, sì, lo salvò ma rimase lei stessa una bambolina.

Si coprì dietro l’apparenza del più didattico, semplice insegnamento da professoressa dei miei stivali, sognando in cuor suo di fare la diva di Hollywood. Infatti, una volta arrivata in pensione, dopo essersene sinceramente sbattuta i coglioni dei suoi studenti, da lei onestamente considerati solo dei bambagioni, allestì spettacolini teatrali da parrocchia da far venire… latte alle ginocchia perfino per i più tosti di testosterone.

Sì, dinanzi a un tipo-topo di donna così falsa e auto-ingannatasi, non gliela può fare manco Andrea Roncato di Fantozzi subisce ancora.

Sì, questa è la classica coppia piccolo-borghese che, inconsapevole della loro patologia, diceva a tutti di essere dei deboli come Fantozzi.

Gli unici deboli sono stati loro, copertisi dietro un mare di menzogne che son più brutte di Mariangela…

Ah, forse oggi lei ha la parrucca mentre suo marito è rimasto un parruccone.

Sì, persone di una falsità tremenda.

Capaci di distruggere le anime altrui e poi fare come Murdock di Rambo II, cercando di spacciarsi ancora per buoni samaritani.

Sì, Murdock prima sbatte Rambo in prigione, poi ha pure il coraggio di dirgli:

-Dacci la tua posizione che ti veniamo a prendere.

 

Conoscete la risposta di John, no? È famosissima.

 

Cap.3: siamo tutti figli di dio, il mega-direttore galattico, che sfiga

Sì, l’Italia è indubbiamente un popolo di dementi.

Va ancora forte il cattolicesimo. Dico, scherziamo?

La gente crede che esista un uomo con la barba che se ne sta nell’attico superiore e ordina agli uomini di farsi il culo quando lui non fa un cazzo da mattina a sera?

Peraltro, l’unica cosa che fece fu lavorare, appunto, una settimana. Creando il mondo.

Se questi sono i risultati, quella settimana poteva starsene in casa a tirarsi le seghe.

Nella mia vita ho sempre sognato di essere pazzo. Non avrei capito un cazzo e avrei vissuto da dio.pazzia

Scrivo quanto appena avete letto su Facebook. Interviene una mia amica.

Replicando che i pazzi soffrono come se stessero all’inferno.

Di contraltare, le rispondo a mia volta che costoro, se soffrono, non sono veri pazzi.

Tutt’al più sono persone con problematiche e sintomatiche derivate da una serie di delusioni annali, anche anali, che hanno ingenerato una patologia. Cioè, hanno scatenato una scissione interna fra il loro inconscio che, come tale, non riesce a coincidere con la parte conscia.

Non vi sto dicendo cazzate, informatevi.

Di pazzi veri, cioè di persone senz’assoluta coscienza, in verità ne esistono pochissimi. La maggior parte sono persone che si sono create involontariamente una barriera difensiva per sopperire a loro disagi mai veramente sanati.

Cosicché, possono anche vivere discretamente felici per molto tempo. Ma il loro problema si ripresenterà ogniqualvolta entreranno in contatto con la loro parte emotiva più sincera.

Mentiranno a sé stessi per raccontarsela, come si suol dire, e in cuor loro soffriranno.

Cioè, quello che fa la il novanta per cento dell’umanità.

Secondo la dottrina gnostica, già ve lo dissi, l’umanità si divide in tre categorie:

1) gli ilici, la maggioranza, persone che vivono un’apparente normalità invero mostruosa. Fatta di abominazioni al prossimo, di cattiverie e gelosie, invidie fratricide, amori spesso soltanto squallidamente carnali ed edonistici. Un’esistenza, insomma, apparentemente figa ma in realtà misera, moralmente parlando.

2) gli psichici. John Rambo è uno psichico. In tutti i film della saga con Stallone, infatti, Rambo pare un monaco tibetano. Capace di gesti temerari che avrebbero lasciato di stucco e distrutto anche Steve McQueen.

Rambo non è molto interessato al sesso e al successo. Per questo, la gente gli dice che è un vile e un falso. Non lo è, affatto. E non è, appunto, nemmeno un pazzo.

È un diverso. I diversi esistono. E non necessariamente la parola diversità fa rima con anomala o, per meglio dire, peculiare sessualità.

Rambo è diverso nell’anima. Non abbisogna della cosiddetta vita normale. Alle persone normali la vita di Rambo risulta incomprensibile, insensata, folle, addirittura pericolosa. E quindi lo colpevolizzano puntualmente perché Rambo è superiore a loro.

E loro, essendo inferiori, non arrivandoci, come si suol dire, pensano che il matto sia Rambo quando non si sono accorti che i matti sono loro.

3) gli pneumatici. No, non sono uno pneumatico. Cioè uno che s’è del tutto elevato e allontanato dal mondo di tutti i giorni. Per esempio, fra qualche giorno, devo andare dallo pneumologo. Che non è quello che controlla il vuoto pneumatico delle vostre vite materialistiche e consumistiche.

Sì, a forza di vivere una vita normale, le vostre gomme vitali sono ora lisce.

Sì, devo andare a farmi controllare i polmoni. Io non ho nessun fegato amaro ma il troppo fumo delle sigarette va curato quanto prima.

Sì, molta gente è ignorante. Può conoscere anche a memoria tutti i libri del mondo ma è analfabeta delle anime del prossimo. Poiché, come detto, appartenendo alla categoria degli ilici, dell’altro sostanzialmente non gliene sbatte un cazzo.

Convinta sempre di avere ragione.

È perciò solipsista. Cioè si crede dio e adatta il mondo a sua immagine e somiglianza.

Vi faccio un esempio.

Ci sono due ragazzi. Uno è un cretino, totalmente menefreghista, una merda, insomma. L’altro è in un certo momento della sua vita, per tante circostanze, ricattabile e vulnerabile.

Il cretino s’approfitta della buona fede del secondo per incularlo.

Una volta che il secondo ragazzo s’accorge dell’inganno, il primo ragazzo non ci sta ad ammettere la verità. Anzi, preferisce fare come Fernand Mondego de Il conte di Montecristo.

Persona doppiamente stupida.

Da cui la grandiosa scena in cui Brad Pitt, appunto, chiama a testimoniare Bob De Niro in Sleepers.

Una scena scioccante.

Questo si chiama, come direbbe il demente appena descrittovi, auto-inganno con doppia inculata e super cazzola con scappellamento a destra.

Credo che al deficiente siano rimaste poche frecce al suo arco.

Eh già, andò a dire a tutti che una certa persona era pazza, ben appoggiato in questo delirio da quel mentecatto del padre.

Quando la persona da lui accusata di pazzia, comprese l’inganno, il demente rigirò la frittata e, attraverso profili falsi, provocò questa persona affinché desse di matto sul serio per farla passare, appunto, per delirante paranoica.

Era così semplice capirlo.

Possibile, Amici miei, che dovevamo arrivare a questo punto?

Perciò, il pazzo vero vada quanto prima a costituirsi.

Ah, non vuole farlo?

Bene, allora avrà paura per tutta la vita.

Si chiama carcere psicologico.

Cazzo. Un coglione storico, questo qui.

Bisogna aggiungere altro?

 

 

di Stefano Falotico

A Rambo preferisco Rocky, alla moglie di Stallone le figlie


01 Aug

stalloneROCKY con Little Marie docet: la mia unica debolezza è non avere debolezze, è avere ciò che i ricchi, in quanto avari, non avranno mai neanche in primaverarambo stallone

 

Sì, devo cambiare le cuffie e il microfono. Inserire nuovi spinotti mentre Stallone la dovrebbe finire con gli spinoff di Rocky, ovvero Creed.

Infatti, a quanto pare, girerà il settimo film della saga su Balboa, il suo miglior personaggio in assoluto.

John Rambo è altrettanto iconico e riuscito ma è la versione cattiva di Rocky. M’ero già poco tempo fa espresso su questa sottile, antitetica eppur molto importante, imprescindibile sfumatura.

Rocky era un cane bastonato, anzi, spesso solo come un cagnaccio. Ma sarebbe finito peggio, cioè incagnito, se l’avessero fatto solo abbaiare, no, arrabbiare.

Lui avrebbe terminato di svolgere anche il suo lavoro da underdog riscuotitore di crediti, abbandonando ogni residua speranza da clandestino pugilatore e, a gran malincuore, si sarebbe ritirato con la coda fra le gambe, come si suol dire. Del tutto svalorizzato e screditato.

Probabilmente, emarginato completamente, osteggiato e vilipeso da una società cinica e spietata, totalmente ignudo, dirimpetto a una nuova provocazione smodata, villana e screanzata, avrebbe dato di matto e l’avrebbero ricoverato.

Prima l’avrebbero fortissimamente insultato, sì, in maniera inusitata, dunque, dopo averlo bloccato, bocciato, boicottato e dopo avergli infilato il bastone fra le ruote in ogni dove, l’avrebbero maltrattato, reputandolo un’ultima ruota del carro, brindando sul camion dei falsi, pagliacceschi vincitori col drink in mano.

A Rambo andava subito data una mano, non una lametta da barba per sgozzare ogni sua già bruciacchiata, decollata speranza. Decollò, voleste decollarlo ma non a picco colò. Anzi, in culo ve lo ficcò.

Rambo, dopo essere stato medaglia al valore, soldato rimpatriato e perfino ultra-decorato, fu dallo sceriffo stronzo, infatti, che scorretto fallo, psicologicamente sodomizzato.

Cosicché, ancora non guarito, bensì sguarnito d’ogni dignità in quanto atrocemente nell’onore e nell’amor proprio spogliato, avrebbero addirittura attentato ai suoi passati traumatici, risvegliandolo dal letargo e inducendolo a un’irosa esplosione scriteriata.

Presto sedata per ancor più servirgli una fottuta, bastarda, doppia inculata.

A Rocky Balboa invece, miracolosamente, una seconda chance fu generosamente data. Dal cielo gli fu fortunatamente addosso piombata e donata. Mentre a Rambo i cattivi vollero soltanto riempirlo di piombo. Altra sfumatura che, per nessuna ragione al mondo, andrebbe trascurata.

Sì, desiderano che Rambo fosse del tutto oscurato in quanto, vivendo lui da ascetico vagabondo un po’ troppo cogitabondo, forse anche tonto, i fascisti pensarono bene, anzi malissimo, di rimproverarlo, di spedirlo coattamente in cura solamente perché, nonostante fisicamente fosse assai muscolato, la sua barbetta era trascurata e Rambo girovagava a zonzo con aria da gonzo, malinconica e sconsolata. Voleva farsi solo una birretta, cuccarsi forse un’insalata per una discreta, serena mangiata. Invece gli stronzi vollero papparselo e inchiappettarlo.

Rambo non era certamente il primo venuto e sappiamo bene che si dimostrò un osso duro.

Lo stesso lo prese in quel posto ma almeno restituì pan per focaccia a quel panzone di Brian Dennehy, trivellandolo pure in maniera sacrosanta e assai cazzuta, in modo parimenti micidiale da pollo nel girarrosto.

Rocky invece, nonostante le iniziali, comprensibili titubanze poiché, dopo tanta sociale latitanza, umanamente credette che sarebbe stato controproducente rigettarsi nella mischia, rischiando ancora una volta una figuraccia, tergiversò. Rimanendo un po’ sull’introverso.

Pensò che, dall’incontro contro Apollo Creed, ne sarebbe uscito sfigurato, massacrato e, costernato, nelle costole spappolato, sarebbe rincasato ancora più incazzato.

Invece, contro ogni pronostico a lui sfavorevole, sì, perse ugualmente ai pugni, no, ai punti ma, se l’incontro fosse durato solamente dieci secondi di più, sarebbe stato lui ad alzare le braccia in segno di vittoria. Mica pugnette. Mica pizze e fichi, pizzicotti e fighelle. Ricotte.

Ecco, spesso nella mia vita, ho fatto cascare le braccia, invece, a tutti.

Sono stato la pecora nera in quanto non mi è mai piaciuto fare il bugiardo e campare d’ipocrisie figlie d’una mentalità laida partorita dalla gente di panza piena e perciò pure nel cervello assai larda.

A forza di ricevere a raffica botte pazzesche, sono oramai indurito e collaudato.

Invero, come girano le cos(c)e a questo mondo, lo compresi già dopo il servizio civile. Non feci il militare, cazzo, lì ancora maggiormente i caporali e i maggiori, di nepotismi, nonnismi e bullismi m’avrebbero fatto a sangue il culo, ma comunque me lo spaccai lo stesso, archiviando tutti i manifesti della Cineteca di Bologna ove prestai diligentemente il mio obolo da obiettore di coscia, no, di coscienza.

Ah, lavoravo cinque ore al giorno. Ma non servì a molto. Dopo circa un anno di servizio, ferie e permessi inclusi, guadagnai un cazzo. Roba che in un giorno, oggigiorno, una modella su Instagram, oltre ad archiviare sempre più followers nel suo carnet personale, becca sempre a ogni orgia, no, ora… un figo della madonna, che lei non è, da chiavare perché sa mostrare la carne e non abbisogna, dunque, di girare di locandine in bettole per trovare un lavoro da sguattera, da cameriera. Diciamocelo, la cameriera è una donna onesta eppur da molti trattata a pesci in faccia in modo disonesto. E non vuole la riscaldata minestra! Infatti, serve in una trattoria che offre ai clienti solo il caffè amaro.

Se non vi sta bene solo il caffè ma volete il tè, la cameriera vi sbatterà… solo fuori dalla finestra.

No, invece la modella d’Instagram vi serve sul piatto d’argento la sua carrozzeria dorata per onanismi vostri da uomini a cui, in quegli attimi bollenti, più della vostra salsiccia ottimamente rosolata, non darei mai in mano, appunto, qualcosa di fine e di porcellana. Le vostre mani, oltre che sporche, tremano e potreste rovinare un vassoio che vale dieci milioni di modelle intoccabili perché troppo belle.

Eh sì, mie porcelle, no, porcellini, sono Lupo Ezechiele e vi conosco perché io non sono un ipocrita che pensa che la vita sia solamente rose e fiori, baci Perugina e confetture di miele.

Già, qualche volta pure io me la tiro, lucidando tutta la mia cristalleria d’assaggiatore che sorseggia le migliori, femminili bellezze rosate come il vino più pregiato, ambendo a smaltarne le lor labbra con calorosa, densa freschezza masturbata e, da buona forchetta di codeste tutte da gustare, sognandone le linguette allo scoglio, speriamo non allo scolo, i baffi mi lecco. Che leccornia ma loro con altri mi mettono le corna. Insomma, stimolano le mie cornee ma sono delle zoccole senza cuore.

Alcune sono solo delle galline spennacchiate ma non è da questo che si giudica un cedrone gallo che da bianco lo fa diventare giallo e poi rosso con tanto di cresta cremisi e finale cremoso.

A parte gli schizzi, no, gli scherzi, Rocky è un glande, no, un grande.

Avete presente quando avverte Little Marie, l’attrice Jodi Letizia, riguardo alle ipocrisie del mondo adulto?

Rocky le dice che lei si comporta da mignottella e, così facendo, a lungo… andare, la gente, quella che mangia solo le tagliatelle, comincerà davvero a considerarla come tale se non si darà presto una regolata.

Sarà per sempre confinata, stigmatizzata e come puttanella etichettata.

Poiché la gente preferisce farsi un quadretto assai distorto del prossimo, un’idea più conveniente e sbrigativa. Per lavarsene le mani, appunto.

E non vuole mai rivedere le proprie (im)posizioni nemmeno se uno le smonta e smentisce pezzo per pezzo.

Per esempio, se uno viene troppo velocemente preso per pazzo, agli occhi di chi emise questo giudizio sveltissimo, senz’appurare nel profondo, quel ragazzo rimarrà sempre pazzo.

Può diventare pure Gandhi e queste persone diranno che fa Gandhi per far credere a tutti che in verità non è un pensatore libero ma un povero cristo che si spaccia per uomo elevato. Continuerà a puntargli il dito, imputandosi, urlandogli perfino che s’è sputtanato.

Poiché, se prima era pazzo, adesso manco usa il cazzo. Sì, sputtanato significa non andare a puttane.

Quante cazzate… la gente, Gesù mio.

Cosicché, se vi sarete/foste annoiati di una vita di balli e cani, no, canti, vi diranno che vi siete arresi, che siete degli vigliacchi e sopravvivete alla bell’è meglio in squallidi appartamenti e in fatiscenti auto-inganni. Ah, non mi incantate. In voi non m’incarnate.

Arriverà un cinquantenne a farvi la morale per puro, sadico gusto di farvi del male. Farvi e farvi, sempre farvi.

Vi dirà… che siete uomini senza dignità che si fanno soltanto gli atti impuri quando, in verità, lui fa ben di peggio.

Oltre a segarsi, quasi ogni notte va appunto ove sapete. A mignotte!

Però, ogni domenica brinda con moglie e prole, continuando a raccontarsi frottole, magnandosi anche delle dolci frittelle.

I suoi amici credono che sia un grande uomo perché è perfino un tosto lavoratore. Non sta fermo una sola ora. Ci dà!

E voi, giovani, continuerete a farvi fottere da una merda così.

 

Morale della favola:

aveva ragione Trautman quando avvertì lo sceriffo, dicendogli che gli sarebbe convenuto mollare subito la presa. Lo sceriffo continuò a fare lo smargiasso e a ridersela grassa…

E aveva ragione pure Apollo Creed quando, dopo trenta secondi di match, capì immediatamente che aveva di fronte uno più forte di lui.

Sì, vinse. Ma solo nel primo perché aveva più esperienza, si chiama vantaggio psicologico, appunto.

Nel secondo però perde perché Rocky è, appunto, più forte e s’è esperito duramente dopo il primo incontro.

Insomma, la gente vede assai bene, spesso finge di non vedere, dunque ti sottovaluta apposta, facendoti credere assurdità perché è consapevole che, se scopri la verità, hai due reazioni possibili.

o come Rambo scoppi oppure finiscono loro scop(pi)ati.

Perciò farà di tutto per buttarvi giù e distruggervi, ne inventerà sul vostro conto di tutti i colori per farvi passare dalla parte del torto.

Voi pazientate, resistete e aspettate il momento giusto.

Quando vi sentirete pronti, sferrate un mancino pugno pari ai loro colpi bassi e ai loro giochetti mancini.

Che vi devo dire? Sono un macigno, forse un nero cigno, forse arcigno, fui Lucignolo e anche Pinocchio ma le bugie hanno le gambe corte, i vostri nasi sempre più s’allungano e ce l’avete molto più di me corto…

Il cervello. Quell’altro… non m’interessa.

Come dice il grande Renato Pozzetto di Grandi magazzini, signora, so che il cane è castrato, non ho mica paura che m’inculi…

Sì, non possiamo continuare a farci coglionare da gente che guardava roba come Lui è peggio di me e La casa stregata.

Comunque, anche Stallone è un ipocrita.

Nel quinto Rocky, dice al ragazzo che è un cocone, per svegliarlo, mettendolo in guardia dal successo e dal sesso arrivati troppo in fretta.

Peccato che da parecchio, fra l’altro, Stallone stia con Jennifer Flavin. Una rossa praticamente identica a quella mentecatta che George Washington Duke dà come premio a Tommy “Machine” Gunn/Morrison.

Sì, la Flavin fa la bella vita, va tutti i giorni in palestra e se la tira da milf assai figa.

Ha trovato quel coglione di Stallone che si spacca la schiena per girare il prossimo episodio de I mercenari, così che in famiglia possano continuare a pagare le super bollette e saldare i bolli della Porsche, della Ferrari e forse anche della Mercedes.

Sinceramente, mi farei le figlie di Stallone.

Ragazze che potrebbero insegnarvi, fidatevi, molte più cos(c)e dei luridi tromboni maestrini che oramai nessuno s’incula e che soprattutto da una vita non trombano.

Questa è la mia dichiarazione di dignità con tanto di mandare a fanculo questa gente falsa con gl’interessi della presa per il deretano non solo a loro. Pure a quelle due gran fighe delle figlie dello Stallone italiano…

M’immagino la scena…

Stallone, come un Provolone, scopre che ho scopato il sangue del suo sangue. Al che si precipita sotto casa mia per spaccarmi la faccia. Suona potentemente al citofono. Non gli apro. Sfonda allora il portone come Rambo e sale le scale a velocità pazzesca pari alla sua corsa fra le montagne del quarto Rocky:

– Falotico, apri! O prendo a calci la porta?! Chi cazzo pensi di essere?

– Sono Oscar – Un fidanzato per due figlie.

 

 

Stallone, dinanzi a questa mia risposta velocissima e imprevista, rimane stordito, spiazzato, imbambolato.

Mentre lui resta istupidito per circa una settimana intera, io gli scrivo la sceneggiatura del nuovo Rocky.

Al che, apro la porta. Stallone è fermo lì come uno stoccafisso, da settimana immobile, senza cibo né acqua. Una situazione orribile.

Gli do un pugno.

– Signor Stallone, mi sente?

– Sì, scusi. Eccomi. Dove sono?

– Tenga, licenzi il cazzone screenwriter del nuovo Rocky e usi il mio script.

– Ok. Vuole che la paghi?

– No, bastano le sue figlie. Pensi, Sly, sono loro che mi pagano affinché faccia gli straordinari.

Veda ora però di non rompere più il cazzo.

 

Comunque, le figlie di Stallone sono tre, forse quattro.

Dove stava la terza?

Sempre con me? Dove cazzo vuoi che stesse?

E la quarta?

Nascerà.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

THE IRISHMAN docet: siamo tutti i perfetti sconosciuti delle nostre ambiguità, dei nostri desideri sopiti, non confidati, onirici e sepolti nei nostri emotivi rispostigli anche quando ci confessiamo ai migliori amici svegli


01 Aug

irishm-768x427O che come noi, all’apparenza, se la dormono…

Ecco, qualche anno fa, come sappiamo, uno dei film fenomeno della stagione fu Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese.

Regista furbissimo, ovviamente, plateale leccaculo della piccola borghesia di ascendenza mucciniana da lui arruffianata, realizzando pellicole che giocano appositamente coi rancori, i pettegolezzi, le sotterranee e (dis)sotterrate vite private di un’umanità che, tutto sommato, sta bene.

Agiografie di piagnistei di gente con la panza piena, metaforicamente parlando. Ove il lardoso Giuseppe Battiston, comunque un ottimo attore che, al di là dell’aspetto da lottatore di sumo, non essendo Valerio Mastandrea, invece paladino, capostipite, imbattibile re dei somari, fa sempre la sua porca figura.

Appena si muove nell’inquadratura, abbiamo perennemente paura che, al pari di un elefante, possa però spaccare i cristalli di Svarovski delle case di Alba Rohrwacher e Kasia Smutniak.

Sì, Svarovski fa rima con donne da matriosca.

Sì, sia Alba che Kasia sono delle bamboline al cui interno, soprattutto psicologico, da cui Woody Allen e Diane Keaton d’Interiors, spuntano nuove, interminabili, enormi femmine oppure donnette sull’orlo di una crisi di nervi.

Sì, Alba è un’attrice che sa il fatto suo, comunque. Muta forma più della figlia del signor Rosselli. Ah, ragazza bravissima a scuola, laureatasi con lode ma, a esser sinceri, un mese è sovrappeso e solo tre giorni dopo è dimagrita più di Christian Bale de L’uomo senza sonno.

Sì, perché è nevrotica.

Adesso, abita con suo marito. Torna dai suoi genitori solo quando deve magnare a sbafo e consegnare loro la figlia piccola. Poveri nonni!

Sua figlia è simpaticissima, appena m’incrocia assieme a sua madre, mi saluta. Poi, rivolgendosi a sua madre, esclama:

– Anna, hai visto che bell’uomo? Perché ti sei sposata papà?

– Figlia mia. Perché papà è come Christian Bale di Vice – L’uomo nell’ombra.

 

Ecco, a volte mi chiedo come mai una donna così bella come Kasia Smutniak sia stata l’ex di Pietro Taricone.

Taricone, pace all’anima sua, ragazzo di rara simpatia e ruspante tartaruga su bicipiti da Vin Diesel di Fast and Furious, chiariamoci.

Ma, detta come va detta, a prescindere dal giusto mio rispetto nei riguardi della sua morte tragica e commovente, come attore non valeva un cazzo.

Sì, dopo le sue passioni selvagge nella casa del Grande Fratello con Plevani Cristina, una che non è andata mai per il sottile e a cui non fregava molto del cervello ma adorava e ancor tiene in auge, appunto, l’uomo di sana e robusta costituzione che fa rima baciatissima e succhiata con la massa encefalica poco falotica, Pietro adescò la polacca Kasia.

E, nella loro casa, furono amori pirotecnici più degli spari che si vedono in quella cazzata di From Paris with Love. Rara, tamarra stronzata con un John Travolta che riesce a essere più burino del Taricone appunto peggiore.

Kasia Smutniak è esattamente un mese più giovane di me.

Io sono nato il 13 Settembre del ‘79, lei il tredici agosto dello stesso anno.

A proposito di Battiston, io faccio un baffo a Silvio Orlando de La passione del compianto, mica tanto, Carlo Mazzacurati, lei è sempre più la versione moderna della Maddalena.  Comunque, a Kasia e a Maddalena, preferisco la Bellucci di The Passion of the Christ del Gibson ma soprattutto quella di Malèna.

Guardate infatti Kasia in Loro e poi ditemi se non vi sentite come Willem Dafoe de L’ultima tentazione di Cristo.

Ah ah. Fra l’altro, mentre Kasia Smutniak diventa sempre più ricca e dunque unta, nonostante migliori come figa da monta, Willem diviene sempre più smunto.

Giada Colagrande è la moglie di Willem. Ma Willem è talmente spompato che, quando incontra la sua bell’italiana sposa, poco cola dal glande.

Di mio, molti mi considerano un grandissimo, altri un nano. In tanti non mi considerano proprio.

Ah ah.

La verità è che gli altri non conoscono molto del mio intimo, la maggior parte delle donne non conosce neppure la mia biancheria intima.

Io però conosco la loro. Come no? Appena vedo una che mi piace, penso subito a toglierle gli Intimissimi.

Sì, vado da lei:

– Stasera, gnocchissima, guardiamo assieme un film intimista? Uno di questi film da gustare intimamente, un film che ci sciolga dolcemente in modo cremosissimo?

– Che fai, minchione? Ci provi?

– Sì, perché no? Anzi, ti dirò di più. Opterei per un film proprio di primordiali conoscenze carnali da nudisti come Laguna blu. Ci stai?

– Ci sto.

 

A questo punto, punto g che non mi sarei mai aspettato, pensavo infatti solo di fare il guascone cascamorto, me la faccio sotto.

Lei volle farmi sopra ma ero stanco e stetti, fra le sue tette, come un baccalà. Lei mi sbatté, sguazzante, di qua e di là. Io, a dir il vero, non è che molto quagliai, anzi, me la squagliai.

Ah ah. Lei dunque affogò nel plancton, essendo stato uno squalo, forse sono solamente io che ora la rimpiango.

In verità, fratelli e sorelle cinti in raccoglimento, donne con le cinture di castità, vi dico che gli uomini peggiori sono quelli che sembrano gran signori.

Sì, su Facebook inseriscono solo le foto migliori, cioè di quando avevano vent’anni.

Ma prima o poi vengono scoperti poiché arrivano le notifiche dei loro compleanni. E dunque arrivano di conseguenza poche giovani fighe.

Di mio, che posso dirvi?

Siate sinceri e non sleali con gli amici.

Pensiamo, appunto, a Bob De Niro di The Irishman. Jimmy Hoffa/Pacino pensa di aver trovato un tesoro, cioè un amico che non l’avrebbe mai tradito.

Invece Frank Sheeran/De Niro lo ammazza.

Ma perché Sheeran ammazzò Hoffa?

Perché Jimmy era un sindacalista e dunque doveva ascoltare canzoni cazzute per camionisti da Over the Top e invece scoprì che in casa di Hoffa erano presenti, su uno scaffale segreto, tutti i cd di Ed Sheeran?

E questa storia, fra l’altro, che Ed Sheeran firmerà la colonna sonora del prossimo James Bond?

Ma che puttanata è?

Sì, più vado avanti nella vita e più capisco che le regole della società, anche di quella che sembra apparentemente più altolocata e intoccabile, sono pressoché uguali a quelle della mafia italoamericana.

Della serie… tu fai un favore a me e io lo faccio a te. Così siamo amici.

Peccato che qualcuno tradisca gli accordi per far carriera come James Woods di C’era una volta in America. Sposa, dunque scopa, la donna amata da Noodles per tutta la vita.

C’è però un piccolo problema. Deborah fu scopata pure da Noodles. Alla fin fine, Deborah non si rivelò poi questo granché di nobildonna virtuosa.

Ecco, invero Noodles la stuprò, cosa gravissima, ma lei, pur di avere la casa da Beautiful, si mise con un figlio di puttana impari. Come si permise?

Sì, fu e rimane una conclamata zoccola.

In questo ha ragione Paolo Mereghetti quando definisce misogino C’era una volta in America.

Lo è. Ma anche no.

I maschi gangster c’appaiono come dei bambini viziati e capricciosi che ammazzano, per un nonnulla, gli amici solo perché hanno fatto le femminucce.

Quindi, non so quale dei due sessi ne esca peggio.

Nessuno dei due.

Sia gli uomini che le donne, quando vogliono, fanno veramente schifo.

Si scannano di bassezze, si sferrano luridi, bestiali colpi mancini e a vicenda combinano porcate belluine, anzi solo belle e (non) buone. Che bovi.

Guardate, un macello!

Dunque, diffidate quando qualcuno vorrà etichettarvi come un maiale.

Forse, il porco è lui.

 

Probabilmente Scorsese, già decenni anni addietro, profeticamente comprese i meccanismi sociali, le ferree intransigenze che dominano le caste.

Avete presente quando il “mohicano” De Niro di Taxi Driver si reca ai piedi del covo del pappone Harvey Keitel?

Chiedendogli… Come ve la passate voi ruffiani adesso?

E, come secca risposta, ottiene uno sprezzante… tornatene nella tua tribù…?

 

Credo che qui ci sia da rivedere tutto. Da scandagliare come antropologhi-sociologi-polemisti alla Scorsese e alla Pasolini.

Qui la gente si maschera nei titoli, s’impalma, si lecca dietro le cornici delle false referenze.

Degli attestati non solo di carta e non soltanto di stima. Sì, c’è perfino gente che se viene derisa pubblicamente, cazzo, ne va pure fiera e sventola orgogliosa la sua stolta bandiera.

Finisco col dire che quell’esaltato di Christopher Nolan la dovrebbe finire coi suoi titoli da latinista nato a Londra.

Sì, altro che MementoInsomnia e Tenet.

Che ne sa costui del vocabolario-dizionario Castiglioni-Mariotti? Secondo me sa poco anche di Mariotta, donna marina della Versiglia spesso senza vestaglia che, comunque, ha più prestige di tale cineasta delle vettovaglie. Sì, i suoi film sono un caravanserraglio di cagate a vanvera, non mi fotte. Gli firmo adesso un vaglia. Basta che non rompa più il Cinema di gran gusto e dunque di mia tovaglia. Basta! Quest’uomo va smacchiato col sapone di Marsiglia! Sì, si fa il viaggio ma a quest’uomo da carnevale di Viareggio, eh sì, prenoto subito un andata senza ritorno, cioè un volo in caduta libera, da Dunkirk alla Cornovaglia. Se non dovesse schiattare, gli scoreggio.

Suvvia. Ma quale erede di Kubrick? Questo suo Cinema ipertrofico, di grandeur boriosa e idiozie a iosa, è peggio di quel bomber di Vieri Bobo, uno che stava con Maddalena, appunto, Corvaglia. Sì, Christian è stato pure con la Canalis e altre mille. Ma cristiano di che? Sì, questi uomini e donne li ficchiamo tutti in C’era una volta in Italia. Infine, Nolan dovrebbe girare il suo prossimo film, scegliendo un titolo più lungo d’Interstellar, simile ai titoli di Lina Wertmüller, vi faccio un esempio: Notte d’estate con profilo greco, occhi a mandorla e odore di basilico. Un titolo che vale mille volte di più dei voli, appunto, pindarici delle sue inquadrature.

– Stefano, davvero pensi questo di Nolan?

– No, scherzo, dai.

– Ah, allora cosa pensi?

– Penso peggio.

Ah ah.

– E invece del mondo in generale?

– Il mondo non esiste, non è mai esistito. Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato.

– Dunque sei misogino?

– Abbastanza. Le donne però non sono con me femministe.

 

Detto quanto appena scritto, come mia dolce, leggiadra consuetudine, verso mezzanotte afferrai il volante della macchina e mi recai al bar cinese ove sono solito bere il caffè.

Lo bevvi, pensando che voi invece, cazzo, vi bevete il peggior Cinema del mondo e lo considerate pure un superbo alcolico, poiché vi fate ubriacare da gente come Nolan. Al che pagai, ammiccai alla barista, alludendo di occhiatina furbetta alle sue notevoli cosce che, soprattutto in questo caldo periodo estivo, lei mostra generosamente, quindi salutai pure il ragazzo altrettanto barista.

Non ho mai capito se questo ragazzo sia il figlio della barista con la minigonna, se sia suo nipote o il suo toy boy. Mah.

Ah, i cinesi comunque non barano mai, nemmeno al bar.

È un’altra cultura, a mio avviso, superiore alla nostra.

I cinesi, così come tutti gli orientali in generale, a prescindere dalla yakuza e vari cazzi ché, purtroppo, i criminali spuntano come funghi dappertutto, sono persone migliori di noi italiani.

L’italiano medio è un coglione oppure uno stronzone, un falso e un viscido. Lecca il culo all’amico per ottenere vantaggi, è solamente dunque un opportunista. Se l’amico va giù, lui al massimo gli offre un tiramisù. Poi, pure lo deride, ringraziandolo della cioccolata. Sì, perché se qualcuno ti tira su, cazzo, dopo devi sdebitarti. Dandogli un profiterole.

Ah, si strozzasse questo strozzino.

Sì, l’italiano è fissato coi debiti. Pure alle superiori, devi pagare il mutuo. Sì, se sei una ragazza che parla poco, perciò un po’ muta, ti rimandano con tanto di debito.

Classico pensiero mafioso. I mafiosi fanno così. Tali e quali anche ai camorristi.

Pensate a Riccardo Scamarcio di John Wick 2. Scamarcio regalò il villone a John/Keanu ma poi gli fece una proposta indecente. Volle liberarsi, cioè, della sorella Claudia Gerini che, a quanto pare, era stufa del vento del sud dello Zampaglione. Uomo che non sa più farla godere, servendole le sue canzoni più dolciastre dello zabaione.

Keanu, a differenze di De Niro/The Irishman, gli dice NO. Secco, imperioso, principesco. Da uomo che si piega ma non si spezza. Incorruttibile.

A quel punto, Scamarcio lo ringrazia, si allontana e con un bazooka gli fa esplodere la Kasia, no, la casa.

Keanu sopravvive. Mamma mia, che sfiga questo John. La moglie gli morì di Cancro, gli ammazzarono il cagnolino, non poté manco godersi di essere rimasto solo come un cane che gli arrivò, appunto, in casa quell’attore cagnissimo del Riccardone nazionale.

Comunque, torniamo a ieri notte.

Queste qui che vedete in foto non sono due mignotte, due passerone, sì. Ve lo posso sottoscrivere senza vergogna.

Sì, stavo rincasando dopo il caffè zuccherato e avvistai, nei pressi di casa mia, queste qua. Una più bella dell’altra.

Fui colto da un dubbio amletico imponderabile: me le scopo entrambe, ne rimorchio solo una oppure svolto a destra, apro il cancello della mia proprietà privata col mio telecomando elettronico e vado a letto?

Da dove son spuntate? Non le avevo mai viste prima di ieri.

So per certo che, come v’ho appena scritto, non sono due prostitute.

Come faccio a saperlo? Abitano nel palazzo di fronte.

Ecco, se svoltai subito a destra, come feci a sapere che loro salirono nei loro rispettivi appartamenti ubicati nel palazzo al mio adiacente o, che dir si voglia, antistante?

Vi lascio col dubbio.

Vi dico anche che forse non abitano in appartamenti diversi.

Sono studentesse universitarie che hanno affittato un monolocale, sono due lesbiche?

Non sono cazzi vostri.

Detto ciò, nella triviale, famosa scena del caffè di Once Upon a Time in America, James Woods/Max si rivolge alla sua donna come Vittorio Sgarbi.

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di Stefano Falotico

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