Eh già, non è una battuta. Come dice Nanni Moretti in Palombella rossa.
De Niro ha davvero recitato in un film intitolato The Comedian. Ho scritto vari pezzi su questo film. Secondo me assai sottovalutato dalla Critica americana. Uno strano oggetto misterioso a metà strada fra le atmosfere newyorkesi assai malinconiche di Woody Allen, l’istrionismo ben temperato, come diceva il compianto Morando Morandini, di un De Niro gigionesco e assai burlesco, irascibile, misantropo e grande amante delle donne. Cioè il sottoscritto.
Sì, la mia tragedia da Steve Carell di Benvenuti a Marwen l’ho buttata a ridere.
Da tempo immemorabile, son innamorato di una bionda. Sì, appena rimembro i suoi dolci occhi come quelli di Leslie Mann, durante le mie notti insonni, ricordo altresì che in quei giorni di primavera, al calar della sera, volevo solo darle una botta sincera.
Sì, in The Comedian, De Niro è un comico in stile Don Rickles. Aggredisce i suoi spettatori con battute al vetriolo a raffica.
Ci va, diciamo, giù pesante. Tant’è che, all’inizio del film, un suo spettatore obeso ha da ridire in merito a un’uscita un po’ troppo provocatoria pronunciata dal personaggio interpretato da Bob, ovvero Jackie Burke.
Jackie, a sua volta aggredito da tale mascalzone villano, gli si avvicina, inizia un breve alterco fra i due, al che partono le botte.
E Jackie spacca il naso al panzone.
Jackie viene chiamato a rendere atto del suo gesto, diciamo, un po’ scriteriato davanti al giudice.
Jackie giunge a un accordo, cioè a ciò che in diritto civile si chiama patteggiamento. Cioè promette di pagare la multa all’uomo da lui aggredito.
Dunque, si volta verso di lui e nota che l’uomo gli porge una smorfia di derisione. Spiazzando tutti, dice al giudice che ha cambiato idea e non ha alcuna più intenzione di pagare il danno.
Il giudice, una donna nera, stupefatta e incredula rimane scioccata quanto tutti gli altri presenti in aula.
Jackie continua indefessamente, aggiungendo che preferisce un mese di carcere piuttosto che dare i soldi a uno che si meritava il pugno in faccia. Cioè, praticamente sono io. Sì, le persone maligne attentarono alla mia castità, provocandomi ripetutamente con battute di dubbio gusto che vertevano sempre sulla mia verginità e sulla prevedibile da lor presunta omosessualità.
Sì, classica gente bigotta e arretrata. In Italia, se hai vent’anni e ancora non hai usato con una il salsicciotto, son così tutti ideologicamente indietro che pensano… ah, questo lo butta o se la fa buttar nel didietro da un gaio. Tutta gente che merita il mio disprezzo. Gente da prendere e sbattere nel pollaio.
E da me non riceverà mai nessuna scusa. Me ne combinarono di tutti i colori, obbligandomi forzatamente anche a trattamenti sanitari obbligatori per colpa della loro mentalità distorta da malati di mente. Sì, sono uno stronzo. Che potete farmi? Se uno sta con una racchia ed è pure mio amico, cazzo, sì, se costui mi chiedesse un consiglio sulla sua ragazza, domandandomi se, a mio avviso, è bella, gli dico la verità.
Ovvero:
– Ecco, potrei leccarti il culo ma alla leccata del tuo…, ecco, deve pensarci una migliore di questa qui. È brutta, depressa e con le sue lagne sta rendendo brutto anche te.
Lasciala subito. Vuoi passare la vecchiaia a rivedere, abbracciato a questo puzzolente cesso che ti sarai sposato, Mariti e mogli?
– Perché? È un bel film.
– Sì, se sei sposato.
Di mio, adesso devo lasciarti.
– Dove vai?
– A scopare tua moglie.
– Ma io ti denuncio!
– Tua moglie no, però. Sappi dunque che se chiederai il divorzio finirai sotto i ponti. La casa è intestata a te.
– Sì, ma io comunque ho un lavoro.
– E che cazzo te ne fai? Scusa, tu hai sempre lavorato mentre io scopavo, nel frattempo, tua moglie.
Non hai mai pensato di darti al volontariato?
di Stefano Falotico
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