E sentenzia sul Cinema attuale, sugli adolescenti odierni e di ieri, immutabilmente si perpetua nell’ascetica ambiguità.
Sì, è una società veramente disgustosa.
Io credetti, sbagliando enormemente, che infilarmi ancora nella realtà quotidiana, dopo essermene defilato, mi avrebbe giovato. Invece, anziché tornare giovane fui solo nella mia meglio gioventù violato e sconsacrato. Danni enormi mi furono arrecati e, ammaccato, vago svagato adesso in macchina, gironzolando nel mio abitacolo nell’adocchiare una gioventù vacua che, illusoriamente speranzosa, si ficca… in una nuova Alma Mater Studiorum, augurandosi vivamente di potersi emancipare, grazie a una Laurea, da questo mondo porcellesco così, appunto, vuoto.
Nuovi dottorati di ricerca vengono promossi in queste facoltà ove, spremuti come limoni da docenti oramai prosciugati nell’animo, inaciditi da una vita mielosamente borghese, dunque pigramente meccanica, ripetitiva, stolta, questi stessi professori del cazzo impartiscono ordini da assolutisti regolatori d’una finta, civica regolarità come da tedioso programma scolastico, sì, tanto si affannano a elargirvi pillole di saggezza insulse quanto invero io voglio spronarvi alla vera libagione dell’anima. Succhiate il midollo vitale e non fatevi svitare da questi uomini sapientoni che desiderano soltanto avvitarvi allo svilimento. Ma che distillano?
Sì, la vostra anima, in questi luoghi angusti ove viene trucidata, soffocata, dunque angustiata, sterilizzata per essere orientata al più programmatico apprendimento induttivo e dunque distruttivo d’ogni vostro costruttivo libero pensiero florido, ove l’essenza vostra è arbitrata da codici etici ed estetici allineati soltanto ai canoni formali più vetusti e beceri, squagliata, io vi dico, che è stata già irreversibilmente ammorbata.
Quella purezza instillatavi divinamente, oh sì, di ogni insegnamento sacrale è stata oramai spogliata, stuprata a favore d’un materialismo assai pericoloso.
Sì, in questa società oramai improntata al culo, deprivata d’ogni sano culto, denudata di ogni alterità verace, prima o poi crollerete, macerati dall’alto tasso competitivo di un mondo corrotto. Sì, rotti sarete da queste educazioni falsamente pedagogiche istradate all’ingegneria urbana della civiltà più barbara.
Ove il progresso è solo una facciata oramai escoriata e pericolante in pietra a vista del subitaneo terremoto imminente. I crudeli son stati sfacciati e vanno falciati, asfaltati, desertificati e giustamente lì, coi loro stessi paletti che a noi misero poiché miseri ci omisero oh sì, conficcati. Impietriti! Evviva Pietro che lancia altre pietre e scopa Petra.
Sì, siete stati già abbruttiti nell’imbellettamento di massa, fuorviati nelle vostre sincere passioni istintive, lobotomizzati da questo gioco, dunque giogo, di suprematismi e affermazioni individuali assai orride.
Imputriditi nei vostri cuori, siete già morti. Però vi hanno fatto credere che mattini radiosi albeggeranno domani dinanzi ai vostri occhi ma in verità qui è notte fonda sin da quella dei tempi. Voglio salvarvi, allocchi!
Tu ad esempio sogni di far l’amore con Aurora dopo il tramonto ma ti dico io le cosce, no, le cose come stanno. Aurora è oramai spenta dopo una sua adolescenza di rivalse stupide con le sue coetanee ancor più di lei cretine.
Prima si ammalò di anoressia, dunque or è bulimica di shopping per compensare l’immane suo interiore vuoto. Deve scioperasse altro che leggere Schopenhauer per avere ragione sui padroni.
Nuove compulsioni si stanno propagando a macchia d’olio mentre donne flaccide spendono un patrimonio per deodorare le lor ascelle pezzate.
Non vedo più nessuna ancella ma solo donne che vogliono quelli.
E maschi che non volano più alti sulle ali della fantasia, bensì si sono dati al cattivo alito e al darsi in totale sfregio dei lor cor(pi) animalizzati. Si son da soli ammazzati! Sì, prima se ne fregano e poi di questo menefreghismo si fregiano!
Voleste monitorarmi perché troppo diverso io vi apparvi e mi scambiaste per Nat Wolff.
Milf come Elisabeth Shue di Behaving Badly attentarono alla mia verginità e leccarono ogni mio lindo globulo rosso.
Sì, prima dirimpetto ai pettorali di queste qua io arrossivo, adesso sono smorto.
Impallidito da tanta società a luci rosse, mi trucco il viso e, beffardamente, vi prendo tutti per il deretano.
Lo prenderò ancora lì ma sarà stata un’inculata valorosa. Di reciproco fottersi a vicenda.
Gigioneggio col microfono sparato a mille della mia anima amplificatasi per colpa vostra.
Perché accendo la radio delle mie emozioni che, per ignoranza, voi radiaste, illuminandomi nell’etere della mia vita eterea.
Ultraterrena eppur terrestre.
Sono molto stanco di tutto.
Sono stufo di quel cialtrone di Quentin Tarantino. Che ha realizzato solo tre grandi film, i primi tre e ora cazzeggia, pensandosi un genio inaudito col suo Cinema, appunto, fatto e ammuffito di troppa carne al fuoco.
Mi ha rotto le palle gran parte del Cinema americano poiché o troppo retorico o esageratamente horror.
Pure Scorsese m’ha scassato la minchia.
Ma io sono un bugiardo conclamato.
Questo è ovvio.
Ah ah.
Più che Wolff, io sono la Twentieth Century Fox. Poi domani, se mi va, pure il leone della MGM. Evviva Netflix e la Warner Bros, miei brothers.
di Stefano Falotico
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