Sì, credo che Clint mi assomigli parecchio. Un bel mule come il sottoscritto. Uno che imbocca sempre strade non propriamente rettissime eppur cammina a schiena dritta, distillando battute da rincoglionito oppure da uno che ce l’ha sempre ritto. Su questo dubbio amletico, voi vi scervellate e io me ne fotto.
Sì, oggi, luridi figli di puttana, parafrasando il suo celeberrimo William Munny de Gli spietati, compie gli anni il più grande. Bando alle ciance. Non amo le sottigliezze. Così è almeno sino a quando non uscirà The Irishman… Eh eh.
Ottantanove primavere di barba e capelli sempre rasatissimi, miei uomini e donne gasatissime.
Sì, voi a venticinque anni siete già marci e pensionabili, schifosamente edonisti. Rifatevi il look dal barbiere. Chiedetegli di tagliarvi il bulbo del poco cervello rimasto. Almeno non farete altri danni a voler recidere gente dal pelo rosso come il sottoscritto. E non mi taglierete più qualcos’altro.
No, non sono misantropo come Walt Kowalski di Gran Torino. Non odio gli uomini, tantomeno le donne.
È il gentil sesso che odia me perché, dopo essermi scopato quelle che son venute con me, mi trombo altre donne.
E do botte pure ai loro mariti effeminati.
Sostanzialmente, nessuno mi s’incula.
No, non sono alienato dalla realtà. Né mi sono ammattito.
So che mi considerate pazzo. Dipende dai punti di vista. Secondo gli psichiatri, un tempo pazzo lo fui davvero, adesso sono impazziti quelli che mi hanno avuto in cura.
I miei amici, insospettiti da questo mio atteggiamento strafottente e inaspettato, mi dicono che mi son montato il cervello. Le donne dei miei amici sanno benissimo cos’ho montato, invero. Ma non si sparga la voce in giro.
Non vorrei che poi troppe donne mi facessero venire… un infarto come in Debito di sangue.
Sì, sono molto invidiato, miei falsi amici alla Jeff Daniels del film appena suddetto.
So che molti di voi vorrebbero farmi il culo. Sì, molti uomini si fingono amici con me per arrivare a fottermi.
Sono degli stronzi? No, solamente omosessuali.
Anche le donne mature mi vogliono:
– Complimenti, signora. Lei si porta benissimo la sua età.
– Ah, grazie mille. Quanti anni mi dava?
– Sinceramente, pensavo fosse già morta.
Ora, a questo punto della mia vita, il mio miglior amico mi domanda cosa io combini tutto il giorno:
– Che fai, Stefano, durante la giornata?
– Non te lo dico.
– Hai qualcosa da nascondermi?
– Vuoi la verità?
– Sì, certo.
– Non so nemmeno io cosa faccio. O faccia se ti piace il congiuntivo. Tu lo sai?
– Certo che lo so. Io so chi sono. Sono un uomo felicissimo.
– Su questo avrei dei dubbi.
– Cioè? Vorresti dirmi che tu sapresti meglio di me chi sono?
– Certamente.
– E come fai a saperlo?
– Me l’ha confidato la tua amante.
– La mia amante? Ma che dici? Io sono felicemente sposato.
– Non credo.
– Come fai a dire questo?
– Ho scopato la tua amante e mi ha detto tutto di te.
– Ti sei scopato la mia amante?
– Sì, tua moglie.
Sì, babbei, la dovreste finire di essere retorici a trent’anni e nostalgici a quaranta.
La vita vera non è un film per chi si racconta balle e favolette.
Per questo ci sono le canzoni di Francesca Michielin.
Nel nostro futuro c’è The Ballad of Richard Jewell.
Cioè la storia della mia vita.
La storia di uno che rivelò che dei pazzi bastardi lo bombardarono di offese e induzioni al suicidio per rovinargli la festa.
Andai da uno psichiatra a rivelargli l’orrendo misfatto e lui accusò me di pazzia, la polizia m’indagò perché pensò che fossi stato io, fuori di testa e incosciente, appunto, ad aver danneggiato costoro semplicemente perché ebbi le palle di fare il Kowalski di turno. Ne avevo le palle piene di questi malati di mente fissati con le porcate e le battute di dubbio gusto a sfondo sessuale. Questa è la verità. Il resto sono film di merda che vi fate.
di Stefano Falotico