Archive for April, 2019

Nicolas Cage non si smentisce, chiede l’annullamento del matrimonio dopo quattro giorni


02 Apr

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Innanzitutto, comprate questa. La migliore monografia mondiale su Nicholas Kim Coppola!

Sì, Nic è un personaggio che potrebbe fare concorrenza a DannyDe Vito di Dumbo.

E, a proposito di Tim Burton, perché dite che il suo Superman mai realizzato sarebbe stato penoso e orribile? Sarebbe stato un Superman magnifico.

Perché Nic non è umano, è una specie di uomo bionico, si acconcia con tanto di stempiatura tinta da cavallo imbizzarrito, è irrefrenabile e guardatelo in questa clip quando, assieme a Cher, tamarro al massimo, premia Sean Connery. Sean Connery è la nemesi di Nic, sebbene i due abbiano recitato assieme in The Rock. Connery è sempre stato un distinto signore educato oltremodo. Nic è un casinaro, un tipo da bettole, un ubriaco della sua recitazione da Stress da vampiro.

Non lo puoi fermare neanche con le cannonate. Non è certamente un impiegato comunale, una maestrina delle scuole superiori inzuppata di canzoni di John Lennon e buonismi retorici da We Are the World.

È uno scalmanato amante del fregolismo, un matto scatenato, un irrequieto clown, appunto, da circo.

Ma questo è il suo bello, Nic incarna l’eccesso, il menefreghismo assoluto. Spesso come attore è un cesso ma è in virtù di questo che Nic è forse uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Lui è una contraddizione vivente, l’ossimoro fattosi carne in movimento. Un esagerato Marlboro Man, altro che Family Man, di livelli immoderati. Non ama, infatti, la moderazione. Non è a modo, è a mondo suo.

Recita in maniera immonda perché a nessuno deve dare conto. Nemmeno a Martin Scorsese. Marty voleva Edward Norton, la Paramount gl’impose Nic e Nic recitò in Al di là della vita da par suo.

Abbattendo ogni regola dell’intensità drammatica costruita e artefatta, col suo vocione diaframmatico immerso e soffocato in notti asmatiche.

Urla, si dimena, poi s’innamora della sua Patricia, quindi ancora accelera e non solo per le strade di New York.

E, quando lo ascolti nelle interviste, ti stupisce sempre. Sfoggia una parlantina tale che Vittorio Sgarbi pare un analfabeta, un dislessico.

Nic è un uomo coltissimo. Osservate come muove la mani, che scatti di nervi irrequieti.

Un nevrotico, un mezzo psicopatico. Un Castor Troy vivente ed è infatti per questo che in Face/Off è stato superbo.

Nic funziona quando è sé stesso, è spettacolare e magnetico quando si lancia, senza sprezzo del pericolo, in esibizionismi isterici da manicomio.

Qui lo vediamo con tanto di palandrana assieme alla donna che ha sposato pochi giorni fa e poi ha mandato a quel paese.

Ora, infuriato, dopo la sbronza colossale, durata meno di 100 ore (!), Nic non vuole più saperne di questa Erika.

Sì, Alessandro Manzoni sposò Enrichetta Blondel che alquanto lo rincoglionì.

Nic è stato invece anche con Jenna Jameson.

Il suo matrimonio con Lisa Marie Presley durò tre mesi, questo 4 giorni a stento.

 

Sapete perché si mise assieme a Lisa Marie? Perché, come sappiamo, essendo lui fan sfegatato di Elvis, facendo l’amore con Lisa Marie, pensava di fare l’amore con Elvis.

Vi pare normale uno così? Ah ah.

Nic, impegolatosi in strani intrallazzi, forse aveva conosciuto questa Erika, chattando segretamente di notte tra un film orribile e l’altro che sta girando a getto continuo fra il Giappone e la Corea.

Lei ora lo ricatta, minaccia di sputtanarlo, lui accusa il suo ex fidanzato, col quale lei continua a frequentarsi, tradendolo a mani basse, con cui faceva man bassa e gran chiasso.

Nic ha dilapidato un patrimonio ma lui, tenetelo ben a mente, è Richard Santoro!

 

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di Stefano Falotico

Quando si possiede il fascino di Kevin Costner, si parla del grande Cinema dei prossimi mesi


01 Apr

Pezzo poetico a sublimazione dell’aver esperito l’esistenza in ogni tosta resistenza e l’amore vero in ogni sua sublime essenza02812428

Be’, di me tutto si può dire tranne che non sia un coraggioso. Talmente coraggioso da essere avventato. Ma so quando osare, quando spingere…

Molti anni or sono, nella landa desolata di Bologna, in questa felsinea città medioevale, vili assalitori attentarono alla mia purezza e al mio romanticismo innato, istigandomi a gesti scriteriati per colpa del loro bacato affronto smodato. Costernato, compresi che, se avessi dato retta alle maldicenze ostinate, presto sarei stato spacciato.

Allora montai sul mio cavallo, anzi, sulla sella mio unicorno e, al pari dell’intrepido Costner di Balla coi lupi, per impedire che s’incancrenisse la sparatoria alla mia anima in trincea, andai all’arrembaggio. Senza più alcuna codardia da baggiano.

Mi deportarono in una zona di confino. In una tundra piena di selvaggi e di uomini dalla scarsa erudizione. Ah, maledizione, tutto a causa di quella bollente rabbia poco da me controllata, di quella mia alzata di testa sconsiderata, di quell’indomabile eruzione rovente d’ira sconveniente ed esagerata.

Ma non tutto il male, come si suol dire, vien per nuocere. Conobbi ragazze dei fiori e c’odorammo in amori anche vicino al forno, nei giacigli segreti dei nostri istinti lupeschi, modellandoci, avvolti assieme, come argilla del tornio. Mangiando le noci, le castagne, le pesche e riscaldandoci in notti di plenilunio bianchissimo come le loro pelli morbidissime.

Fu dura, ragazzi. Amore ma anche immane dolore. E avvennero cavalcate persino ai confini della follia in tramonti rocciosamente ancorati al mio inespugnabile cuore per non morire di mancanza d’ardore. Ma, per fortuna, ringrazio oggi il mio fervore. Porgo, con tanto di riverenza e personale genuflessione, un grazie potente perfino ai miei deliri mistici coi quali sublimai le mille agonie di strazianti notti, senza luna piena, solo in bianco. E ora, ancor indomito, granitico e funambolico, sono il cowboy più eroico di questo mondo stupido e laido. Che io piglio al lazo e, da cavallerizzo, vi saltello dentro come carne alla brace cotta in un ruvido saloon di mie mille ansietà scoppiettanti. Non più m’arrabbio però se qualcuno, con insinuazioni screanzate, testardo vuole ledere il mio cuore e far sì che possa nuovamente dolermi nel rinunciare al mio dannato volere. Lontano da ogni fetore.

Detto ciò, Kevin Costner mi assomiglia. Un uomo che non può fare il professore. Si annoierebbe a morte dietro retoriche sinistroidi nell’ammaestrare allievi che tanto non puoi raddrizzare neppure se volessi. Un uomo che non puoi ficcare nemmeno in un ufficio con dei fessi. Perché la sua anima è viva, si sguinzaglia nel vento, fuma nelle umide sere il respiro dei suoi polmoni infuocati e ardenti. Affacciandosi dal terrazzo alle prime ore del mattino per assistere, sconsolato, a tanto umano scontento.

Ah, grigi uomini infedeli, scorati e fetenti. Siete gente infelice che crede di vivere, invece non sente più niente.

E volo nella fantasia più bella del tempo infinito, costellato da cieli nitidi, turgidi, magnifici. Illuminati da raggi solari fulgidissimi, non più ipocondriaci.

Insomma, miei mandriani e mandrilli, aspettiamo C’era una volta… a Hollywood e The Irishman. E viviamo nel frattempo, anche nei frutteti, tutti più felici e contenti.

Amici, dinanzi a me Dante Alighieri arrossisce, una bella donna si arrostisce e Ludovico Ariosto faccio arrosto in quanto sono un poeta rustico.

Rinascendo in men che non si dica.

Applauso.

Sì, voi mi fissate negli occhi ma io guardo altrove.

Mirando impavidi orizzonti stupendi in ogni dove.

Forza, al galoppo!

Vi saranno altre aurore e altre alcove.

 

 

open range

 

di Stefano Falotico

John Carpenter – Prince of Darkness, la prima monografia in inglese sul Maestro scritta da un italiano


01 Apr

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Amici, cinefili e non, continuano le mie avventure letterarie, istrioniche e flamboyant, nel mio stile corrosivo, quindi serio e puntiglioso.

Qualche giorno fa, avevo annunciato che assai presto del mio libro John Carpenter – Prince of Darkness, già regolarmente in vendita da mesi, nella versione italiana, sulle maggiori catene librarie, sarebbe uscita la versione internazionale.

Sapete che spesso faccio il buffone, esagero e vado fuori dalle righe.

Ma sono un uomo di parola.

Ed ecco qui la cover fronte-retro del libro.

Manca pochissimo e sarà sui maggiori digital store mondiali.

Insomma, il Falotico. Uno che mille ne pensa e che, a differenza dei chiacchieroni, lui sì che realizza, rende concreti i sogni. Aprendovi alla vita vera e a magiche visioni. La vita non può essere avere solo i soldi per comprarsi un visone.

Il Falotico, con calma da Jena Plissken e sorrisetto beffardo, è capace di passare dai saggi monografici a libri puramente erotici come Il diavolo è un giocattolaio.

Un uomo senza dubbio che ha il suo perché. Naviga fra montagne di celluloide, reinventa il Cinema, ricrea, ricicla come il miglior Tarantino, adora i romanzi di avventura e anche i noir, i film del grande John.

E, quando può, se può, va anche con donne di una certa rilevanza.

Un uomo dalla barbetta d’inconfutabile bellezza. A cui piace giocar con le sociali demenze per elevarsi oltre ogni superiore istanza. Con classe e rinomanza. Mica un uomo di panza. Ah ah.

Sì. sì, sì.

Insomma, un uomo carismatico come il miglior Kurt Russell.

Ogni Lee Van Cleef fascistone pensa di fregarlo e addolorarlo nella notte più buia.

Ma il Falotico non è uno che va giù facilmente, sgattaiola, restituisce il maltolto ai manigoldi e cammina, fischiettando.

Sì, gli si può dire tutto. Che si sia fottuto il cervello più volte. Potrebbe starci.

Ma va altresì detto che passeggia nel mondo con invidiabile portamento.

Sì, oltre a essere Kurt Russell, è anche Harry Dean Stanton.

Che MENTE! E giammai mente.

Miei mentecatti.

Dunque, attaccatevi ove sapete e accattatevelo ove va comprato.

Il Falotico non è mica un genio da quattro soldi.

È veramente un Genius-Pop. Un saggio che scrive i saggi. E questo è solo un assaggio. Ora, ci vuole un massaggio.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)