Ora sento parecchie castronerie.
Ad esempio, sento dire che Adam Driver e Timothée Chalamet sono gli eredi di Robert De Niro e Al Pacino.
Sì, Driver e Chalamet sono molto giovani e indubbiamente molto bravi.
Poi, il signor Driver sta azzeccando un film dopo l’altro. Un’incetta di grandi pellicole.
Ieri sera, ad esempio, essendomelo perso al cinema, ho visto finalmente BlacKkKlansman.
Non so se sia un capolavoro ma Spike Lee, dopo qualche anno di appannamento, ha veramente indovinato comunque un filmone.
Cattivo, che ha il coraggio della verità. E aggira tutte le trappole delle retorica per inscenare un film che, sotto l’apparenza di un thriller molto divertente e scanzonato, diventa una chiarissima denuncia e una potentissima requisitoria, senza mezzi termini, contro il razzismo e ogni forma di linciaggio psicologico.
Driver è stato ottimo. Tant’è vero che si è cuccato la nomination all’Oscar.
A proposito, il signor Lee deve odiare molto Donald Trump che sta a Washington, alla Casa “Bianca”.
Però, dopo essersi affiliato per anni con Denzel Washington, ah, adesso ha beccato John David Washington. Va be’… ah ah. In effetti è il figlio.
Oh, il razzismo è brutto, orribile.
E questo film di Lee è anche contro il nazismo, soprattutto ideologico. Infatti, Driver interpreta la parte di un ebreo.
Davvero complimenti Mr. Lee. Se non ci fosse lei con la sua sana cattiveria giusta sempre sbattuta in faccia al falso puritanesimo e perbenismo bigotto, statunitense e non, il Cinema e non soltanto la Settima Arte sarebbe stato schiacciati dalla melensa scemenza di massa che oggi tanto impera.
Sì, è uno spettacolo sconsolante. Ti rechi ad esempio su Instagram e noti un fiorire d’idiozie da lasciare allibito anche un bambino di otto anni.
Una falsità talmente sfacciata e ipocrita da indurti al suicidio perché ti accorgi che viviamo in un’era di buonismi assurdi. E non abbiamo molti strumenti per contrastare tutto ciò se non opponendocene da intellettuali, da pensatori.
Ove modelle discinte si mostrano in tutto il loro indubbio splendore fisico, oh certo, non metto in dubbio che siano bellissime ma poi, nelle didascalie citano Shakespeare quando non hanno neanche mai letto in vita loro un fotoromanzo o, ancora peggio, su una loro foto inequivocabilmente provocante, mettono come sottofondo musicale una canzone della Disney.
Veramente, roba da rabbrividire.
Spike Lee non ha mai avuto paura di denunciare cinematograficamente questo sistema osceno di finte apparenze, di bugie, di edonismo e cervelli vuoti. Ove vince quello che più “forte”, l’ariano appunto, e tutti gli altri sono relegati all’emarginazione, allo schiavismo psicologico, all’apartheid, alle razziali scremature per colpa di mentalità ottuse, testardissime. Che combinano danni a tutt’andare.
Stamattina, in radio, ho ascoltato una battuta che mi ha fatto morire…
Salvini pesava 90 kg e ora ha perso dieci chili. Sì, e noi abbiamo perso dieci anni di vita…
Sì, Salvini ha fatto il lavaggio del cervello a molta gente. E stiamo tornando indietro al fascismo.
Ve l’ho già detto. Nel mio palazzo abitano vari neri. Tutti simpaticissimi. Sono fra i pochi che mi salutano sempre.
Gli altri, per via del mio stile di vita molto particolare e non allineato ai loro canoni borghesi, sì, mi salutano. Ma mi guardano anche male.
Insomma, che ce ne facciamo di questa gente bianca tanto agiata, piena di soldi e “acculturata” se poi non sa rapportarsi educatamente col prossimo o, peggio, è educata soltanto dietro finte gentilezze che invero, sotto la parvenza di sorrisini ipocriti e compassionevoli, blandiscono puntualmente, crudelmente la tua dignità con ammiccamenti e allusioni di pessimo gusto?
Figlie della loro educazione, appunto, fascistoide?
Ecco, invece tornando ad Adam Driver, sì, è bravo. Ma non avrà mai il carisma dell’interprete di Taxi Driver.
Inizialmente, Martin Scorsese doveva dirigere Clockers con Robert De Niro protagonista. Alla fine, optò per Casinò. Ma di Clockers rimase produttore. E, fra l’altro, lo sceneggiatore di Clockers è stato il grande Richard Price.
Sceneggiatore di alcuni film stupendi di Scorsese. E de Lo sbirro, il boss e la bionda.
Film che ha fatto incontrare Robert De Niro e la giovanissima Uma Thurman. Voi sapete almeno che De Niro è stato con la Thurman? Ah, questo lo sapete.
Una sua delle pochissime donne bianche. Ora, Bob e Uma sono rimasti soltanto molto amici. E li vedremo in War with Grandpa. Dovevamo vederli anche nella serie televisiva di David O. Russell, bloccata per il fallimento di Harvey Weinstein.
Avreste inoltre mai pensato che un uomo come De Niro, un BIANCO di origini irlandesi e italiane, ai tempi di Cape Fear potesse amare Naomi Campbell? Be’, a essere sinceri, una nera non tanto “normale”. Eh eh.
Sì, Bob ha sempre amato più le nere. Dicendo in merito a questa sua scelta sessuale: perché le nere sono più vere.
Quindi, d’ora in poi non voglio più ascoltare discorsi ipocriti contro i “diversi” da parte dei Nick Nolte di turno dell’appena succitato film col Bob. Sì, Bob in questo film non è esente da colpe, anzi, ma anche Nick, nonostante la Bibbia sul comodino, è un bel porcellino… Dunque, amici, se subite una palese ingiustizia immonda, partorita dall’invidia e dalla cattiva coscienza della gente, recitate la battuta di Max Cady a ogni ora dei vostri giorni…
Leggo meglio di voi. Imparo meglio di voi. Ragiono meglio di voi. E filosofeggio pure meglio di voi! E durerò più di voi! Ti credi che un po’ di botte mettano fuori combattimento questo vecchio montanaro? Dovrai fare uno sforzo molto più serio, avvocato, per dimostrare che vali più di me!
Insomma, per farla breve. Ho scritto un libro su Robert De Niro che potete trovare sulle maggiori catene librarie online. Sì, molta gente gelosa della mia vita da uomo libero, di sana pianta, ha voluto farmi passare per una persona sofferente di disturbo delirante. Al massimo, posso soffrire di DISTURBO DENIRANTE. Se invece, qualche idiota è afflitto da disturbi di testa e d’intelligenza, si andasse a curare. E subito! Non si trovano, oggigiorno, molti uomini camaleontici come De Niro e con una voce più bella di Amendola. O no?
di Stefano Falotico
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