Archive for February, 2019

La leggenda dell’uomo lupo, detto anche uomo furbo, insomma…


26 Feb

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Sul mitico Wolf Man, sono stati realizzati tanti film.

E ciò che leggerete, nelle righe seguenti, sarà uno scritto di rara idiozia ma anche di eccelsa fantasia.

Un’analisi cinematografica sulle più memorabili pellicole inerenti la licantropia. Almeno su quelle che il sottoscritto ha visto.

Il sottoscritto, durante la sua vita, da vari luminari invero poco illuminati e anche da diversi marpioni che si credevano volponi, sì, è stato accusato di numerose patologie: in primis, d’ipocondria, ovvero di uno stato mentale di forte apatia mista ad abulia, anoressia, dislessia, epilessia e via via vai che è tutta una zia.

Dunque di schizofrenia. Nevrastenia, sclerosi multipla dei neuroni e anche perciò di catalessia, acefalia e perfino di acciaieria. Sì, Man of Steel mi fa un baffo. Cado sempre e mi spacco la testa ma in realtà sono invulnerabile come Bruce Willis di Unbreakable. Come si suol dire, una capa di minchia imbattibile.

Sì, ho avuto come tutti il morbillo e la varicella ma son stato anche a Baricella, provincia di Bologna. E ho fatto l’amore con una di nome Marcella. Una a cui comunque interessava poco il mio cervello ma qualcos’altro che fa rima sempre con quello…

Che iella. Eh sì. Nerissima.

La donna può rendere un uomo una bestia. Lo sa Jack Nicholson di Wolf – La belva è fuori.

Sì, Michelle Pfeiffer era una che rovinava gli uomini. In Ladyhawke, Rutger Hauer diventava proprio un maledetto, bell’uccello, un falco pregiato. Altro che quell’aquila bianca di Blade Runner… ho detto tutto.

In Batman – Il ritorno, Michelle profumava di gatta. Puzzava anche un po’ di zoccola, diciamocela.

E ne vogliamo parlare di quel povero fesso di Pacino in Scarface? In paura d’amare gli è andata ancora peggio. Da macho che era, ovvero Tony Montana, si trasformava in un cuoco con le torte di limone e un mieloso romantico rincoglionito che vuole sempre la Pfeiffer a lui montata.

Sono cos(c)e per cui un uomo, dopo tanto ben di Dio, nauseato da tanta esagerata magnificenza, può diventare un frocio come De Niro di Stardust. Anche se, in Cose nostre – Malavita, il nostro Bob non ha perso l’onore…

Le donne possono davvero traviare un uomo. Pensate a quell’anima pia di Griffin Dunne. In Fuori orario di Scorsese (e non è L’età dell’innocenza!), cazzo, si fa coglionare da Rosanna Arquette. E sarà una notte lunghissima da penare e pelare.

Quattro anni prima, con Un lupo mannaro americano a Londra, perso che fu nella brughiera come Lon Chaney Jr., vide l’Inferno, altro che Beatrice.

Fu morso e furono cazzi. Da cui la dantesca perifrasi… nel mezzo del cammin di nostra sfiga…

Ma il top della topa, no, del deficiente per antonomasia è ovviamente Benicio Del Toro. In Wolfman non riesce a scoparsi Emily Blunt per colpa della maledizione sciagurata. In Sicario potrebbe scoparsela come un lupo assatanato e invece preferisce mandarla a fanculo ed elevarsi a santo vendicatore di questo par de pallottole, no, palle. Ma che gliene fotteva? Tanto i boss della droga… ne ammazzi uno e ne nasce un altro. E, ripeto, sempre a ca(u)sa di Michelle Pfeiffer. Secondo voi è normale questo Benicio?

In verità vi dico che esiste solo un uomo lupo in carne e ossa, no, abbastanza spellato, cioè questo:

 

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Un uomo focoso, altamente spiritoso, libidinoso, perfino permaloso e non fate più i maliziosi. Perché tanto io sono vizioso, viziato e giustamente ozioso. No, non cambio. Resto amabile e odioso.

 

di Stefano Falotico

Sono diventato Michael J. Fox di Voglia di vincere, una tragica metamorfosi da licantropo sexy beast, da horror di Stephen King


26 Feb

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Sì, tutti i miei scongiuri in merito sono andati a farsi fottere. Con quale oculatezza e moderata scaltrezza cercai di divincolarmi per anni dalla morsa sessualmente predatrice di questa società ingorda che mi ha sempre fatto ribrezzo.

E, nella mia adolescenza cupa e solitaria, ai confini dell’immaginazione più raffinata, anche onestamente d’una sintomatica semi-demenza da annacquato, abbacchiato e allampanato, no, non mi ero giammai allupato.

Resistendo con garbo, con stile bergmaniano, alle imperterrite avance di donne e ragazze stronze e bastarde. Disincagliandomene con allure tipica da young pope/Jude Law. Uno che non saprai mai se è un figlio di puttana patentato, davvero un santo elevato, un profeta ascetico o uno che, zitto zitto, Ludivine Sagnier s’è piacevolmente, segretamente ingroppato con tanto di Cappella Sistina affrescata.

Oh, non mi fate pensare a questa finta monaca, Ludivine. Una che anni or sono, di Gocce d’acqua su pietre roventi, sì, col suo seno maestoso, roba che Eva Green è una poco dotata, col suo culo apoteotico, roba che Monica Bellucci è un’anoressica oramai andata, rese già ardente il prematuro mio “scioglimento” incazzato.

Sì, credo che partì da allora questa mia trasformazione travolgente. E da nerd, imbestialito da sfighe allucinanti, da auto-recluso esiliatosi nella fantasia immaginifica più lirica, divenni un amante animalesco delle più grandi, planetarie fighe immense.

Sì, ero uguale ad Arnie Cunningham/Keith Gordon di Christine ma, in un impercettibile battito di ciglia prodigioso, divenni il più fortunato di tutti.

Certo che Keith, in questo film, è un coglione coi fiocchi. Si fa la bella macchina e la più bella del reame ma alla fine impazzisce come un povero cristo impalato.

Keith Gordon di belle donne, comunque, se n’è sempre (in)teso. Tant’è vero che ha diretto Jennifer Connelly in Waking the Dead. Quando Jennifer era all’apice del suo seno portentoso. Un seno delicatissimo, dai capezzoli perfino ispidi e rizzi, un seno meraviglioso come Sean Connery ne Il nome della rosa.

Che classe, Sean.

Sì, da monaco/Christian Slater, dopo la prima volta mia selvaggia e al contempo imbarazzata, acquisii piena coscienza di quel tipo… di potenzialità presto assodata. E ne godetti aizzato. Lei, e già vi ho narrato di quella notte tanto lercia e fradicia quanto estatica, notò immediatamente, e soprattutto sentì, fiorire in me l’uomo deflorato che, dopo aver con forza taurina fornicato, stava sviluppandosi in maniera mostruosamente irreprimibile e appunto selvatica.

Lei era infatti gelosissima. Abitava lontano, per l’esattezza a Trieste, e mi telefonava venti volte al giorno per appurare se realmente ero impegnato coi miei studi o, in sua assenza, mi stavo “impregnando” con qualcun’altra.

Era un assillo, roba da esasperare qualsiasi ragazzo e farlo regredire all’asilo.

Comunque, non aveva torto. Lo sa e mi ha perdonato. In sua assenza, intrecciavo relazioni non solamente intellettuali con fighe madornali, oserei dire monumentali.

Consapevole di essere provvisto di qualcosa, in mezzo alle gambe, di potentemente distruttivo in senso positivo. Qualcosa di enorme e mai visto. Uno spettacolo della natura al cui confronto il signor Rocco, e voi sapete a chi allupo, no, alludo, impallidisce e non poco.

Fu un involontario traviamento. Ci sta la rima di (p)orco? No, era smerigliata purezza! Altro che imbranato! Ero perennemente imbrattato.

Al che chiesi alla mia seconda ragazza perché mi voleva sempre a casa sua durante la ser(r)a:

– Guarda. Ti sarò sincero. Non abbiamo molto in comune. Io amo Robert De Niro e tu, invece, vai matta per Riccardo Scamarcio. Siamo un po’ tanto agli antipodi. E non è che parliamo molto io e te.

Quindi, dopo tre mesi di scopate, puoi, senza peli sulla lingua, dirmi perché vai matta per me?

 

La ragione, anzi, la regione, capirete, era ed è presto spiegata. Quando lei era a novanta, dirimpetto a me tutto (e)retto, si sentiva sconfinatamente appagata. Anche se poi mi diceva che la sua vita rimaneva quella di una sfigata. Mah.

Ora, voi penserete che, oltre a prendere per il culo lei, stia pigliando per i fondelli anche voi.

Invece è tutto, ma proprio tutto, tragicamente vero. Tangibile. Abbastanza evidente con tanto di (det)ergente.

Cazzo.

Insomma, qualcosa di totalmente inaspettato, sessualmente oramai poco immacolato.

E dire che mi ero cautelato così tanto. Così come vi ho raccontato. Avevo fatto di tutto per non farmele tutte.

Ma, una volta partito ed eiaculato, è stato davvero qualcosa di esagerato, di smodato, di sproporzionato. Di spericolato.

Se a questo aggiungiamo che potete darmi, oltre a quelle, qualsiasi testo, che sia di Biologia o Ingegneria, e io sono a pagina cinquanta quando voi siete ancora alla prima…, mi domando ora come ora…

Ma che cazzo campo a fare?

Sì, è una tragedia. Sapere che vai in giro e una, appena ti vede, deve chiamare lo spurgo. Perché provoca allagamenti che manco l’esondazione dell’Arno a Firenze.

Ora, se di fronte hai Jennifer Aniston, ben venga… lo straripamento.

Se dinanzi ti capita, però, Sally Hawkins, no, non avrà il mio “mostro della laguna”.

Quindi, se doveste voi vedermi andar per istrada con aria sconsolata e mesta e vi dovessi sembrare un cane bastonato, cazzo, è perché sto mentendo spudoratamente.

Se vi dicessi la verità, mi vorreste castrare immoralmente. E quindi per me non è conveniente spingermi troppo… platealmente. Infatti, il signor Guillermo del Toro mi ha appena scritturato per interpretare il suo prossimo film. Sapete qual è il suo prossimo film, vero? Eh già.

Adesso, scusate, mi devo occupare della traduzione in inglese del mio libro su Carpenter.

Per la ventura distribuzione globale. Sì, come un’ombra dello scorpione kinghiana, a mo’ di Sutter Cane, devo inseminare…

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di Stefano Falotico

Conosco le carriere e le cerniere di ogni singolo attore meglio di loro e la mia vita… la conoscono gli altri meglio di me, bella trombata, ah ah


25 Feb

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Sì, io sono l’esperto per antonomasia. Appena vedo un attore, anche il più insignificante, il più insulso, posso citargli, se mai ne avesse bisogno, tutti i suoi ruoli. Dal film migliore che ha interpretato a quello più brutto e impresentabile che nemmeno sua sorella ha visto.

Sì, ad esempio, l’altra sera mi ha telefonato Nicolas Cage.

– Falotico, è lei che ha scritto che in Zandalee scopo come un animale la signorina, oramai signora, Erika Anderson? E mi dovrei vergognare di una performance così squallida, romanticamente poco elevata nello stesso anno di Cuore selvaggio?

– Sì, sono stato io. Lei, mister Cage, in questo film è proprio un bovaro. Le sembra il modo di scopare una donna? Si dimena su quel letto come un assatanato con la colite spastica. Siamo ai limiti del rape. Questo lo sa?

– La signorina Anderson gradì molto, mugolò. I gemiti che ha sentito, sa, non sono finzione. Erika non simulò un bel niente. È una scena vera, di emozioni vere!

– Be’, diciamo che la signorina Anderson è stata pagata profumatamente più delle creme e degli oli balsamico-afrodisiaci che lei ha cosparso, nella suddetta e sudata pellicola, sulle natiche di Erika coi suoi massaggi arrapanti, affinché lei urlasse come una cagna sbraitante.

– Può essere. Fatto sta che comunque non sono io in quel film.

– Come no? Ha appena asserito il contrario. E, in questo film, eccome se lo ha inserito.

– Sì, in effetti sono io. Adesso, la mia carriera si è sputtanata più di allora, soltanto Mandy mi tiene a galla.

Detto ciò, ho lavorato con Scorsese, De Palma, Lynch appunto. E chi più ne ha più ne metta. Questo Zandalee faccia e fate finta di non averlo visto, ok?

– Va bene. Solo una curiosità, prima di lasciarla, signor Cage. Non voglio trattenerla più del dovuto. Ha usato il famoso calzino nella scena di sesso spinta con Erika o Erika gliel’ha visto e toccato davvero?

– Non sono cazzi suoi.

 

Insomma, io so tutto degli attori. Ma soprattutto delle attrici.

E fallo, no, fatto sta che voi sapete tutto di me.

Ma di questo ne siete davvero sicuri?

Non è ch’è il contrario?

 

Come dice il mitico Falotico. Guardate, adocchiate, spiate senza dar nell’occhio e non mi spogliate. I vostri sguardi sono malati, siete dei maniaci. Parafrasando Totò, siete degli spogliatoi.

Pensate sempre male del prossimo, lo scarnificate e volete indagare di pelo nell’uovo. Indagate ben piuttosto perché vostra moglie parla con me e non con voi. Io mi farei una domanda e mi darei una risposta. E vi accorgerete che il mio pelo non sta nell’uovo. Ma nella strapazzata sì.  A dire il vero, sono esattamente come Nic Cage di Zandalee. Ma di questa foto. Se la dorme bellamente…

Ma soprattutto: il nero che ci fa? Cos’è quello sguardo soddisfatto? Pare che dica… fra i due litiganti il terzo gode.

 

di Stefano Falotico

Tu chiamale se vuoi emozioni, ho visto Cristiano Ronaldo dal vivo, è quasi più bello di me, ah ah, e riflessione sulla vittoria di Malek all’Oscar


24 Feb

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Sì, cazzo, non sto scherzando. Ero in giro in macchina. Dalle parti di Casalecchio di Reno, amena frazione provinciale di Bologna. Anzi, Casalecchio è una cittadina. Abbastanza rinomata. Popolata da molti cinesini. Sì, io vado d’accordo coi cinesi.

Alcuni dei miei registi preferiti sono cinesi. O comunque orientali.

Vado d’accordo anche con le loro gatte, tutte pechinesi. Adoro però fare sesso a due, quindi a tre, in maniera siamese.

Con tanto di “maionese”.

Sono un lupo comunque addomesticato. Cagnesco, latrante, sbraitante, ululante quando mi trasformo in Wolf Man.

Sì, gli amplessi io li gusto in posizione a garrese. Oggi faccio l’amore con Agnese, domani con una giapponese, poi con una coreana, una rumena, una statunitense e, perché no, anche con una russa.

Sì, continuate a russare, voi.

E non fate i moralisti. Ma che volete moralizzare? State sempre lì a giudicare. Col dito puntato, tutti intirizziti, sofisticati della minchia, eppure mai rizzanti. Vi vedo sull’ammosciato andante. Siete spenti. Sapete?

Io sono un uomo superiore. Va detto, va ammesso. E va messo anche quando lei ti domina e tu vieni inculato metaforicamente fornicando. Sì, lei ti usa da inferiore, ti umilia. Non è male però come umiliazione.

Nella vita, bisogna essere fottuti. Diciamocela.

Solo allora, nel momento topico dello stupro da Demi “topa” Moore di Rivelazioni, quando lei ricatta Michael Douglas e lo usa per i suoi porci comodi, Mike capisce che è un uomo “promosso”.

O no?

Funziona così. A te non funziona? Non ti sei piegato al sistema? Il sistema, se non vuoi farti fottere, è ricattatorio. Tu rilasci un favore, e anche qualcos’altro, che comunque è sempre ben accetto, sì, goduto pienamente, dunque dalla società troia apprezzato, ed ecco che sua signor(i)a borghesia ti spalanca le porte del piacere e anche di un lavoro più soddisfacente. Poi, basta solo prenderla… come viene.

Sarai svuotato ma almeno ti sarai “elevato”.

Goditela, che cazzo stai a pensar troppo? Non penare, impenna di pene. A chi non si adatta. Che avevi capito? Ah, ho visto della malizia in te, curati! Sennò ti diranno che sei, oltre che pensoso, davvero penoso.

Prendete quel Cristiano di Ronaldo. Sì, il Bologna ha giocato con la Juventus. Mi trovavo dalle parti dello stadio. Che palle. Un traffico della madonna.

Al che, avvisto a pochi metri di distanza dalla mia autovettura, il pullman zebrato. Con tanto di polizia a far da guardaspalle ai giocatori scendenti dalle scale eppur, in questa società meritocratica, ascendenti, no, già ascesi al paradiso.

E guarda un po’ chi vedo? Ronaldone. Col tutto il suo gel e la sua faccia da zabaione.

Indubbiamente, un bell’uomo. Come infila lui le palle, nemmeno quel centravanti di sfondamento di Manuel Ferrara.

Nel suo carnet di zoccole di ottimo “livello”, ci sono donne magnifiche. Sì, sembrano Daryl Hannah di Blade Runner. Delle androidi. Fisicamente perfette, con gambe chilometriche, movenze stupende, bacini tonici, culi stratosferici.

Sì. Ma dopo aver fatto goal alla domenica, Ronaldo, quando è a casa con la sua Georgina che, per rilassarlo dallo stress, gli rifila un massaggino… d’impuro relax, che cazzo fa oltre alla spremitura del limone?

Insomma, il succo di questo mio discorso qual è?

Sono personaggi miliardari ma vuoti. E voi li avete eletti a eroi.

Avete abdicato. Avete davvero creduto che in questo mondo possa esistere gente che, per tirare… a calci una palla e soprattutto il vostro stipendio, possa spassarsela di più. E ancora e ancora e ancora.

No, non sono populista. E nemmeno un invidioso qualunquista, retorico e nichilista.

Sono un vero realista fottutamente buonista.

Cinico perché nessuno a questo mondo merita di guadagnare più di mille persone normali messe assieme, neppure se fosse realmente Dio, e dunque io non gli dirò mai bravo. Anche se dovesse alzarsi a tre metri sopra l’erba e sforbiciare un pallone scagliatogli, di cross calibrato, a 300Km/h, infilandolo, spiazzando il portiere, nell’angolo alto dei vostri coglioni.

Sì, che viziatone, Ronaldo! Ed è pure vizioso. Ozioso forse no. Oh, si allena come una bestia…

Anche io lo sono, viziatissimo. Ma solo quando ordino il dvd di Fuga per la vittoria e, per colpa di una spedizione mal imballata, mi arriva una confezione tutta spappolata. Ah ah.

Sì, cazzo. Lì divento molto capriccioso e infantile. Cristo, ho speso venti Euro per ricevere un cazzo?

Potevo contattare l’amica di Georgina e aggiungere solo altri dieci Euro. Sì, l’amica di Georgina, per trenta Euro ti mette al tappeto.

Ma io la pago… sempre eppure non pago nessuna. Soprattutto non le plagio.

Non è normalissimo tutto ciò, no? Infatti è scandaloso! Vergogna! Andate a confessarvi, su, da bravi bambini!

Sono talmente moralmente retto da fare schifo veramente a Dio.

Sì, Dio ha peccato varie volte. L’olocausto degli ebrei e anche quello atomico, sì, devono essere stati dovuti a un attimo di pericolosità sociale del nostro creatore dei fessi.

E degli stronzi.

Dio non è stato, in questi casi, accusato d’infermità mentale e sottoposto a una cura riabilitativa? No, per chiedere, eh. Ma chi è stato quel genio del suo avvocato difensore? Buddha?

Sì, il Buddha dev’esser andato dal giudice dell’universo e deve avergli sbolognato una patacca. Pura new age di puttanate del nirvana… e del perdono cosmogonico. Grazie a una corruzione interplanetaria davvero galattica. Roba di un altro mondo.

Ecco, dicevo. Sono cinico e al contempo buonista. Cinico perché se un idiota vuole farmi credere che nel Cinema e nella Letteratura è meglio di me solo perché ha più soldi del sottoscritto nel conto in banca, no, non credo. Anche perché sono ateo. Ancora peggio se mi vuole ricattare psicologicamente, appunto, dicendomi che lui è laureato e le mie conoscenze me le posso ficcare dove dico io.

Buonista perché comunque non spetta a me convincerlo delle sue presuntuose convinzioni. E dunque sono per il motto vivi e lascia vivere. Solo se la merda non lascia vivere me, gli spacco il culo.

 

Se volete dire che avete sbagliato tutto, è così.

Se poi mi volete dire che forse sono bello più di Ronaldo e ho molto più cervello di lui, ovviamente ciò è chiarissimo.

Però allora Dio qui ha sbagliato ancora una volta.

Se volete dirmi che Rami Malek è stato più bravo di Christian Bale, no, non è così.

Se invece mi dite che ha vinto l’Oscar perché ha interpretato in maniera ottima, per carità di Dio, non lo metto in dubbio, Freddie Mercury, un idolo amato da grandi e piccini, e la sua vittoria farà lievitare ancor più alle stelle le pre-ordinazioni del Blu-ray di Bohemian Rhapsody, è così.

Anche perché sono sicuro che il patron degli Academy sia forse amico del direttore della 20th Century Fox.

Potrebbe vagamente essere così?

Sì, cazzo, è così.

Detto ciò, ho già pre-ordinato gli steelbook sia di Bohemian Rhapsody che di Vice.

Perché io sono Dio. E ho tutto…

Ah ah.

Sì, ho detto tutto…

– Oh, vedo che una “sana” curetta ti ha fatto crescere tanto. Oh, però attento a non diventarmi De Niro di Cape Fear. Sono contento. Hai seguito dunque la notte degli Oscar.  Che forza. Non cambi mai tu, eh? Coi tuoi ideali, le tue utopie. Sei un sognatore. Sei un grande. Sai, mi stai convincendo. Anzi, mi hai convinto. Sei un genio.

Complimenti, adesso sei pure un bell’uomo.

– Anche quindici anni fa lo ero, caro Nick Nolte.

Scusami ma, al pari di Nick Nolte davanti a Elia Kazan, nella notte degli Oscar, quando De Niro e Scorsese, ahimè, consegnarono la statuetta onorevole a Elia, no, io non posso salutarti.

Mai, mai più.

– Perché?

– Guarda, al più posso stimarti per il tuo lavoro. Ma come uomo sei un maiale che ha distrutto tante vite. Con me, però, non ci sei riuscito.

Ma fottiti lo stesso.

E se vuoi spaventarmi… ti potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe per niente, qui, adesso.

 

di Stefano Falotico

Stanotte, l’Oscar lo dare a questo bel filibustiere, uomo fra Johnny Depp e Bloom con accenni di Bardem, anche di barba e di Bertè


24 Feb

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OPS!
Sì, non dovete cercare il pelo nell’uovo, come si suol dire.

Il pelo, donne, sapete voi dove cercarlo. Voi uomini non dovete più spellarmi.

Perché stiamo parlando di uno zio Oscar di un certo cervello, mica di un Anthony Vallelonga qualsiasi.

Se invece volete fare i Salazar, farete solo la fine dei salami.

Visto che spettacolo?

A proposito poi di Christian Bale, con tanto di Oscar come migliore attore non protagonista, vi ricordate che diceva a suo fratello nel finale di The Fighter?

Questo è il tuo momento. Io l’ho avuto e l’ho bruciato. Non devi fare lo stesso, chiaro? Ora, vai al centro. Prendi tutta la merda che hai ingoiato, tutta la merda che ci siamo beccati in questi anni del cazzo e scaricala su quel ring, adesso. È tuo, è tutto tuo, cazzo.

Quindi, non ci provate mai più perché, quando parte una furia così, vi distrugge, vi annienta, vi sbudella!

Ora, silenzio!

Dunque, se da adesso in avanti vorrete ancora scherzare di colpi bassi sulle emozioni altrui, se vorrete piratare le vite del prossimo, preparatevi ad andare giù.

Idioti!

 

 

di Stefano Falotico

Cosa ti aspetti da me di Loredana Bertè è più bella di Shallow di Lady Gaga, previsioni sugli Oscar e su questa vita spolpante, non spopolante senza nessuna statuetta trionfante


23 Feb

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Cap. 1

Non fate le belle statuine…


Su Instagram ho postato varie foto. Con una dicitura alquanto graffiante come la voce e la forza grintosa della “pazza” Loredana. Donna un po’ lestofante e un po’ sempre più ingrassante.

Una che non si è mai più ripresa dalla love story finita con Biorg. Forse il più grande tennista di tutti i tempi. Dico forse poiché sarebbe stato indiscutibilmente il più grande se non fosse stato spompato da Loredana. Che sapeva come rispondere al suo dritto vincente di palle fendenti con un (mal)rovescio da breakpoint. Sì, Loredana era una che a letto andava forte. Questa ti ribalta, ti distrugge, ti prosciuga, aspira ogni muscolo nervoso del tuo corpo energico, tonificandolo nella sua rabbia da lupa.

A parte gli scherzi, l’ultima sua canzone è davvero bella e forte.

La coprite d’insulti, ah, povera Loredana. Perché è vecchia, grassa e onestamente è sempre stata brutta. Ma parecchio brutta. Sì, due mesi fa ho visto The Witch di Robert Eggers. Non è Loredana la strega nella grotta? Ah no? A me pareva lei. Ah ah.

Loredana ha amato alla follia, sì, di amour fou totalizzante e (im)puro quel biondo Biorg. Uno che assomigliava a Jackson Maine/Bradley Cooper.

Biorg, dopo essersi fatto tutto il Grande Slam, tornava allo stremo delle forze da Loredana. E lei gli saltava addosso.

E Biorg: – Che cosa vuoi da me?

Loredana: – L’uccello.

 

Sì, Biorg stava sempre a sudare. Freddo nel campo rettangolare e caldo nel triangolo delle sue Bermude.

Di mio, ostento un sex appeal da uomo che non ha bisogno di sudare con le palline per essere un pallonaro.

Il fascino sincero di un uomo che c’era ma non accendetemi un cero, basta qualche cerotto e non avrò perso nessun vizio. Per piacere.

Si chiama sfacciata presa pel il culo? Sì, molto spellata.

 

È conclamata la mia autoironia. Credo che, al momento, io sia forse uno dei maggiori comici viventi.

Ma qui è dura, altro che duro.

Sì, questa vita bisogna sudarsela. Farsi davvero il culo.

Bisogna “orgasmizzarsi”, parafrasando Travis Bickle di Taxi Driver.

C’è chi ha messo su il Patreon per donazioni che possano salvarlo da possibili infezioni. Eh sì, una volta disoccupato, non avrà i soldi per le cure mediche. E, si sa, al pubblico ti conciano solo per le feste.

Parlo per esperienza. Io son sempre stato iper-depresso. Pensavo che assumere farmaci mi avrebbe aiutato a ritornare di buon umore. Invece, è calata la libido e, si sa, senza un uccello ritmante, a pieno funzionante, si vede la vita in maniera cupa e calante. Appunto. E quella cosa nera che tanto ti allupa, cazzo, scompare dalla vista.

Sì, il lavoro vien lavorando, l’uccello viene e ancor più viene e di maggiori vene si svena se stimolato da donne svenevoli, ma non dobbiamo essere venali. I soldi non son niente nella vita. No, infatti senza quelli, sei morto.

Quindi, evviva Rocco Siffredi. Uno che lo svende, non chiede venia, se n’è fregato degli stipendi statali da Rocco Barbaro e, in barba a tutti, si è scopato ogni Barbie.

Avete notato? Non c’è un solo film suo “elevato” in cui non sia sbarbato. Ha una certa dignità, insomma, il Rocco. Curato, discretamente palestrato, inculante e giammai castrato.

Sì. Dite che Stephen King è ricchissimo perché ha prodotto e produce come un matto.

Sì, stipula contratti con la casa editrice, davvero faraonici.

Anche io me ne sto chiuso in casa a scrivere storie malate e folli come Stephen. Solo che lui, una volta finito il sacrificio eremitico, è sempre più Re Mida.

Io invece sempre più Jack Torrance.

A parte questo, come dicono sia Siffredi che Barbaro, me ne fotto!

 

Cap. 2

Predictions sugli Oscar

 

Sì, anche se dovessi azzeccare tutti i film e gli attori vincenti, scommettendo alla SNAI, guadagnerei un cazzo. Perché scommetterei sui favoriti. Che sono quotati a 1.

Nella mia vita, ho sempre scommesso sugli sfavoriti. È bello tifare per chi sai che non vincerà mai.

Credo che, d’ora in avanti, dovrei scommettere un po’ più su di me.

A forza di tifare per gli altri, nessuno ha tifato per me.

Non è bellissimo, eh.

 

Cap. 3

C’est la vie

 

Lady Gaga ha rifatto La Vie en rose. Ah, è miliardaria e domani notte, dopo aver vinto con la sua canzone, si ubriacherà.

Molte donne, invece, si rifanno solo la bottiglia del vino rosso. E, finita la bottiglia, mentre il marito le tradisce, riguardano A Star Is Born.

Ho detto tutto.

 

 

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di Stefano Falotico

L’Oscar mi sa che se lo cuccherà Malek, tu non ti cuccherai niente e ancora abbasso Muccino, “tecnicamente impedito”, io sono Ala(di)no


22 Feb

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Sì, l’Oscar se lo contenderanno Malek e Bale. Gli altri tre, Cooper, Mortensen e Dafoe che cazzo si presenteranno a fare al Dolby Theatre? Tanto per fare la faccina sconsolata quando sentiranno pronunciare il nome del vincitore? Che non sarà il loro. E far buon viso, è il caso di dirlo, a cattiva sorte?

Sì, se poi aggiungiamo il “figurone” dello smoking e i parties che verranno dopo, sì, andrei anche io a Los Angeles.

Capace che, fra un cocktail e l’altro, Willem Dafoe di mano liscia “pennelli” alla van Gogh il culone di Lady Gaga. Tradendo Giada Colagrande in un espressionismo colante suo facciale da vero cinico con tanto di spruzzata d’acrilico e acquerello di glande penna schiumante. Sì, GLANDE penna. Pura natura morta da pittore con tanto di sua risata sardonica da angelo diabolico.

Willem, il grand guignol fatto carne.

Oh, Lady Gaga è buona, molto buona. Infatti non gli rifilerà un mal rovescio e accetterà, a malincuore, la toccatina del volpone Willem. Che comunque, come detto, rimarrà a mani vuote come un coglione.

Ma, aspettando la Notte degli Oscar, io ritornerei sul Muccino. In parole povere, ha detto che Pier Paolo Pasolini era cinematograficamente un impedito a livello tecnico.

Sì, perché Muccino, considerata la limitatezza del suo cervello, è un diversamente abile. Come si suol dire, non ci arriva e dunque ha dei problemi di testa non trascurabili.

Ne ho conosciuta di gente così.

Ma mica normalissime persone con problemi veri. Definiti superficialmente dai borghesi mucciniani come degli interdetti e degli handicappati. Eh sì, questi mucciniani sono borghesi finissimi! Sono anche architetti! Costruiscono ville dorate e sanno, da stronzi patentati, decostruire gli “sfigati”.

Mettono su mattoni su mattoni, considerando chi non la pensa come loro un pazzoide. Sì, una mattanza contro gli immaginari matti. A Muccino permettono di darsi alla celluloide, ammorbandoci con donnette frust(r)ate con la cellulite. Roba da pazzi.

Torniamo su questi impediti tecnicamente.

Sto parlando di gente abilissima che si fa passare per invalida.

Gente che sbraita da mattina a sera. Persone indignitose come Gabriele. Prima splendono dietro maschere rispettabili, oscurando le loro personalità marce, quindi spendono ogni sera mille euro con un puttanone, dunque rimangono in mutande e gridano che non hanno un lavoro e a livello tecnico la società non ha permesso loro che potessero farsi una vita. Come no? Ogni sera, come detto, se ne fanno tante… ragazzi di vita!

Non so da dove spuntino quei mille euro a botta, ma sputano pure. Oltre che in bocca alla zoccolona, da accattoni, anche sul piatto loro da cialtroni. Tutto uno sbavare, uno sbrodolare, uno sconcio salivare, delirare e farneticare senza sconti, fornicare e inculare senza mai pagare il conto.

Questi cazzeggiano, cazzo. È gente cazzuta, questa, direbbe Al Pacino di Heat. Fottuta, no?

Sì, ce l’hanno con tutti. Con Berlusconi, accusandolo di averli rovinati. Berlusconi è il re dei puttanieri, è risaputo, ma che c’entra Silvio se a questi hanno offerto un lavoro come lavapiatti e loro invece volevano una vita da Cenerentola? Povera ragazza, invece questi sono bravi cazzi. E poi spengono mille cicche di sigarette sul posacenere, contattando una damigella su Instagram che, dalla faccia, non pare che sia proprio una pischella ma una donna “matura” che gradisce freschi uccelli e soprattutto offre i suoi buchi come le ciambelle a chi paga meglio di zucchero a velo fragrante. Sì, son ricchi come Agnelli ma recitano la parte degli agnellini. E regalano pure anelloni!

Sì, questi parlano e s’incazzano ma i soldi ce li hanno. Hanno giri loschi, troiai infimi e, grazie ai loro imbroglianti intrighi lerci, in un modo o nell’altro campano. Eccome. Anzi, sempre la scampano e un’altra si scopano.

C’è ad esempio quello del terzo piano del mio palazzo. Non è propriamente uno stacanovista. Ma ha il macchinone e carica un tanto al chilo (di droga?) varie zoccolone.

A lui girano davvero le palle…

A questo giro come butta? Quale buttana?

Sì, quello del terzo piano è uno che sa il fallo, sì, il fallo suo.

Mi dà l’impressione che, dopo tante prostitute, torni a casa e metta su, da “pusher” del lettore elettronico, il dvd di Sette anime.

Per un’ipocrisia appunto mucciniana.

Sì, Gabriele, per il film “verità” La ricerca della felicità, non ha mica scelto Marco Ceccinelli, ragazzo senza carisma che fa il bidello, ma Will Smith. U nerone bello bello. Per soldi bellissimi.

Uno che qualsiasi cosa tocchi la trasforma in oro.

Che poi manco è brutto del tutto questo film.

Una sorta di analisi pasoliniana, pauperistica del mondo c’è.

E ho detto tutto.

Bando alle ciance.

Ce la vogliamo dire?

Io non sono il Genie di Aladdin ma il Genius reale, in carne e ossa.

Ora, esprimete un desiderio e farò sì che si avvererà.

– Stefano, vorrei scoparmi Jada Pinkett. L’ho vista in Collateral.

– Uhm, qui non posso soddisfarti.

– Perché?

– Ora, la tua scopata con Jada sarebbe anche fattibile. Ma, se lo viene a sapere Will, saranno palate per te ma soprattutto per me.

Ce li hai i soldi per l’avvocato?

– Eh no.

– Nemmeno io.

 

Mi sarebbe davvero piaciuto essere il principe di Bel Air. Ma comunque vi faccio sempre ridere. Ripeto, andate a farvi fottere. Cazzo, ma questa è Arancia meccanica. No, solo un orange gustoso.

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di Stefano Falotico

 

Gabriele Muccino, nefasta sciagura vivente, spara su Pasolini, io sparo sul suo pis… o, scritto pasoliniano, rambistico


22 Feb

Prefazione ironica, per modo di dire.

Nell'immagine distribuita dall'ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all'interno della mostra 'Pasolini-Roma' a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014. ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI +++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA - NO SALES - EDITORIAL USE ONLY+++

Nell’immagine distribuita dall’ufficio stampa il 14 aprile 2014 Pier Paolo Pasolini e Maria Callas in Grecia nel 1969. La foto Ë esposta all’interno della mostra ‘Pasolini-Roma’ a palazzo delle Esposizioni fino al 20 luglio 2014.
ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO DELLE ESPOSIZIONI
+++DA UTILIZZARE SOLO IN RELAZIONE ALLA NOTIZIA DI QUESTA MOSTA – NO SALES – EDITORIAL USE ONLY+++

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Questa la seconda parte.

Muccino parte seconda, un piccino che uccella di cazzate

Sì, sociologi e intellettuali corrotti al sistema da Gabriele stesso magnificato, hanno già più e volte analizzato il “fenomeno” in questione.

Un uomo furbissimo.

Ora, domandiamoci: quando è saltato fuori questo qui?

A metà anni novanta. L’emblema finto-sinistroide della retorica italiana più abietta e falsa.

Il suo primo vero successo, dopo due amene idiozie qualunquiste, è stato Come te nessuno mai. Tripudio d’imbecillità adolescenziali, anzi liceali.

Già qui il suo Cinema relativistico, compiacente la borghesia popolanamente classista, era palese.

Storie di ragazzi che non sapevano prematuramente, ancor maturandi, che pesci pigliare. Tumefatti da una vita scolastica tanto ambiziosamente prodiga di elevatezze sognate e sognanti quanto già (con)chiusa. Sì, adolescenze putrefatte, imborghesite da genitori asfissianti, atrofizzate e becere, ripiegate in post-sessantottini ideali utopici fra un Castiglioni-Mariotti, celeberrimo vocabolario del latinorum da Don Abbondio, un amore all’acqua di rose con Mariella, ragazzina un po’ pienotta ma a cui desiderare di dar qualche botta, per ascendere poi oggi come oggi a tifare Juventus, patrocinata da Marotta. Ah no, quello è Agnelli, Marotta è dell’Inter.

Sì, comunque parliamo di dirigenti aziendali ai vertici del potere. L’inganno del potere!

Pasolini, come il sottoscritto, era una grande ala destra. Ma non avrebbe mai e poi mai abdicato a un business calcistico ove CR7, sì, il numero di maglia dell’ala destra è il 7 anche se Cristiano è un centravanti e dovrebbe andare il 9, ecco dicevo, un sistema di analfabeti che guadagnano miliardi con gli sponsor e via dicendo, non sanno coniugare un verbo ma son attorniati da modelle più decerebrate di loro per palle sotto l’incrocio dei peli. E ville con colonnati e traverse sbattute in faccia alle persone comuni, da loro trattate da traviati. Perché sì, loro, tirando a calci una palla, se la possono tirare…

Leggete un trattato, finitela di maltrattare!

Sì, oggi i giovani sono nella merda. Ed è colpa del sistema. Sento sempre parlare di lavoro.

Il lavoro è cosa nobile e giusta se valorizza l’uomo e gli dà dignità ma soprattutto stimoli vitali.

Invece, il capitalismo ha creato discrepanze e dislivelli economici aberranti.

E giovani laureati, con due coglioni così, o sono inseriti da qualcuno oppure devono mendicare quattro spiccioli, cercando gli annunci “freelancer” su bacheche “rinomate”; fiore all’occhiello del disagio moderno.

Abbiamo Indeed.com, bakeka.it e il “grandioso” Kijiji.

Siti ove troverete lavori per cui davvero vi sistemerete. Sì, all’assistenza sociale… ah ah.

Lavori senza contributi per siti, appunto, a cui offrite il vostro obolo quotidiano nella speranza che la vostra vita, fra un anno e forse meno, non finisca nell’oblio.

Sì, Muccino ha capito tutto.

Compiacendo il pubblico a cui il suo Cinema indignitoso, fasullo e retorico si rivolgeva e ancor si rivolge.
Tu a chi ti rivolgi? Ah, capisco…

Allora se voi, ragazzi realmente sognanti ma profondamente realistici, vorrete cambiare le cose e non accetterete il muro di gomma di quest’ipocriti con la panza piena, se vi azzarderete a ribellarvi e a spaccare tutto, arriverà la Municipale sotto casa vostra, suonerà violentemente al campanello, saliranno dei fascisti da Brazil e, una volta entrati col mandato da perquisitori-inquisitori per ordine del questore, vi deporteranno in un centro psichiatrico per una cura sedativa e repressiva a base di farmaci castranti non solo la libido mozzata ma soprattutto addolcenti la vostra lingua giustamente arrabbiata che rivendicava il sacrosanto diritto a una vita libera, democratica, equa e socialmente equilibrata. In cui essere tutti felici.

E, dopo essere stati resi muti e mutilati, sarete a posto…

Sì, totalmente deprivati del vostro amor proprio, sbattuti a svolgere un lavoro davvero glorificante. Soprattutto la gastrite provocatavi da farmaci che hanno distrutto il vostro metabolismo, vi hanno fatto ingrassare e vi hanno mummificati nell’ebetudine di massa.

E canterete, come tutti, assieme ai Negramaro che hanno stuprato Modugno…

Meraviglioso
Ma come non ti accorgi

Di quanto il mondo sia Meraviglioso 

Perfino il tuo dolore 

Potrà guarire poi 

Meraviglioso
Ma guarda intorno a te 


Che doni ti hanno fatto

Ti hanno inventato il mare 

Tu dici non ho niente 

Ti sembra niente il sole? 

La vita 

L’amore 

Eh sì, Muccino definisce comunque Pasolini un grande scrittore ma dubito che abbia mai letto qualche suo libro. Perché l’Italia è questa. Tutti conoscono Proust, Roth e Dostoevskij…

E allora il Cinema di Pasolini, dogmatico, giustamente scarno ed essenziale, brutale e sincero, spietato, diventa povero perché lui non aveva bisogno di emozionare, leccando, di spettacolarizzare la vita, usando dolly, piani-sequenza e monologhi imbonitori.

Eh sì.

 

Questa è una grande canzone!

 

E questa rimane una testa, appunto, di cazzo.10631091_10202382553668044_6121674787773137868_o

 

di Stefano Falotico

Gabriele Muccino attacca Pasolini: pensavo fosse scemo come Silvia la pescivendola, invece è più scemo di Silvio il pollivendolo


21 Feb

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Abbiamo letto e sentito le parole di quell’idiota patentato di Gabriele Muccino. Una vergogna italiana. Da quando ha cominciato a girare pseudo-Cinema, il Cinema stesso italiano è affondato miserabilmente nella poltrita scemenza più borghese.

Sì, Muccino, fautore di queste storielle d’amore insulse che hanno fatto la felicità di cinquantenni depressi, in crisi esistenziali soltanto perché la loro squadra preferita, semmai l’Inter, ha perso e la loro moglie è malata ma loro sono Kevin Spacey di American Beauty e stanno cazzeggiando con una ventenne burina alla ricerca del proustiano lor tempo perduto, ero(t)icamente scaduto.

Lui che ha fatto sì che un imbecille come Stefano Accorsi diventasse miliardario e potesse oggi pubblicizzare la Peugeot 208, con la sua voce da bolognese e la celeberrima S di socmel delle due Torri che, strascicata, diviene lassiato al posto di lasciato e sì uno “sci” alla Alberto Tomba.

Già che è stato con Laetitia Casta, perché non ha promosso anche la Renault? L’ha lassiato? Non gli ha dato il lassativo? Sì, andasse a cagare!

Sì, lasciamo stare Stefano, mio omonimo e natio della stessa città, appunto, in cui sono nato io.

Una mi disse che gli assomigliavo. Le diedi uno schiaffo nonostante questa qui fosse una bella sberla. Me ne fotto.

Bologna. Una città dal centro storico piuttosto decoroso ma malfamata. Frequentata da gente borghesissima. Tutta chiacchierona che s’è sempre professata amante della Settima Arte coi tortellini a ingozzarli di sbrodolanti (s)vaccate.

E poi quell’altro… Pupi Avati. Solito Cinema passatista, malinconicamente tristissimo, angosciante. Oppure infarcito di amori adolescenziali insostenibili peggiori del fratello cerebroleso di Gabriele, Silvio. Un aborto spermatozoico, una scimmietta da zoo. Un incapace secondo me anche fra le lenzuola.

Sì, pare che Tamburini, famosa rosticceria del capoluogo emiliano, cerchi carne cotta e macinata per un tortellone al dente. Silvio potrebbe tornare utile alla cuoca. E Silvio la infarcirà di besciamella col ragù marcio.

Che poi fanno schifo i primi piatti di Tamburini. Si fanno pagare venti Euro per cento grammi di ravioli ed è meglio, fidatevi, sputtanarsi trenta Euro per comprarsi un porno con Viola, donna con cui vola.

Sì, un bel porno di peluche alla Andrea Roncato, con queste passerone dai culi che parlano…

Ma tutta l’Italia è a pecora. Spopola Marco Giallini coi suoi denti ingialliti, Mastandrea con la sua alopecia, Bentivoglio con la sua faccia incartapecorita, Gassman Alessandro con la dentatura di Jim Carrey di The Mask, e soprattutto lei, mrs. antipatia per antonomasia: Jasmine Trinca, che fu elevata da un Nanni Moretti già andato. Jasmine, il ritratto della snob per eccellenza che vaga di città in città, semmai succhiando il gunman Sean Penn o leccando l’uccello a Jean Reno.

Propinandoci la sua faccia da succhiacazzi macilenta. Sì, è dimagrita, Jasmine. Adesso è cresciuta. E, come tutte le donne cresciute, è diventata leggermente più simpatica ma comunque proporzionalmente più troia.

Belle gambe, una silhouette al formato d’uno stuzzicante, ammiccante gourmet, sì, potrebbero prenderla per lo spot della mozzarella questa bufala attoriale dalla carnagione lattea come tutti questi altri bocconcini che puzzano di sterco di mucca.

Sicuramente il mio “formaggio” non lo avrà.

Se Pasolini, secondo Muccino, ha impoverito il Cinema, posso dirvi solo una cosa. Pasolini amava i pisellini ma non era un cazzone come Gabriele.

Di mio, amo i fagioli. Soprattutto perché, dopo averli mangiati, posso scoreggiare meglio in faccia a questi puttanoni.

Ribadisco, andate a farvi fottere.

Non pensavate che fossi così? Infatti. Sono peggio.

Se vuoi rompermi il cazzo, ci sta. Il mio si riaggiusta sempre. Il tuo culo no, però.

Scusate, ora devo mangiare una clockwork orange.

Sì, mi sono servite molto le cure psichiatriche.

Se prima ero pasoliniano, ora sono in ogni ano.

Sì, come v’inculo io, nessuno.

Diciamocelo.

Insomma, testa di cazzo ero e ora sono pure cazzuto.

Se non ti sta bene e mi dai del farabutto, t’intubo mentre inserisco un altro video su YouTube.

Tornando a Silvia, sì, è una pescivendola. Ma è anche una buona sventola. Non comprate da lei, squali, il pesce fritto. Silvia ve lo renderà ritto ma sicuramente, dopo avervi circuito, vi annegherà.

E ben vi starà. Silvia è una vera (p)orca.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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