Joker: analisi di un uomo che, dopo aver visto Taxi Driver ed essere stato ipnotizzato nel late night show di De Niro, divenne un genio rovinato

10 Dec

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"Rocky". Im Bild: Sylvester Stallone (Rocky). SENDUNG: ORF1, SO, 15.05.2005, 00:30 UHR. - Veroeffentlichung fuer Pressezwecke honorarfrei ausschliesslich im Zusammenhang mit oben genannter Sendung des ORF bei Urhebernennung. Foto:ORF/-. Andere Verwendung honorarpflichtig und nur nach schriftlicher Genehmigung der Abteilung ORF/GOEK-Photographie. Copyright:ORF-PHOTOGRAPHIE, Wuerzburggasse 30, A-1136 Wien, Tel. +43-(0)1-87878-14383.

Bene, cazzo. Devo farmi bello. Mi aspetta il re dei talkshow, Murray Franlin. Un bel pezzo d’uomo questo qui. Irriverente come David Letterman, sadico come Jay Leno, sfrontato come Billy Crystal, simpatico come Jimmy Fallon, stronzo come De Niro, appunto, di Voglia di ricominciare.

Sì, è un tipo alla Maurizio Costanzo. Su per giù, come età ci siamo. Frankin, e non è Aretha, è un po’ più giovane, sì, assomiglia Bill Murray di Lost in Translation. Un uomo disilluso dalla vita che si diverte a prendere per il culo le giovinezze a farsi per acclarare se hanno i coglioni per resistere a questo mondo cinico e stronzissimo. Un cuore d’oro, sostanzialmente, un bastardo come pochi.

Due mesi fa, gli scrissi, chiedendo se cortesemente poteva invitarmi in trasmissione, dedicandomi la seconda serata. Dopo un’accurata selezione, dopo aver compilato una sorta di modulo d’iscrizione, quelli del programma mi hanno scelto. Invero, son stato abbastanza banale nel rispondere alle loro domande, inserendo crocette un po’ a casaccio. Ma ho allegato loro anche la foto della mia faccia di culo. Devono esserne stati immediatamente colpiti come Paolo sulla via di Damasco. Folgorati dai miei occhi stralunati. Mah, di mio so che mi piace il tabasco e anche il tabacco. Ma questi devono esseri rimasti impressionati dalle fattezze del mio volto, inquieto e inquietante, con un’espressione da uomo ammosciatosi per colpa di troppe fregature, come dice Wizard/Peter Boyle di Taxi Driver.

Sì, tutto il mio disagio esistenziale deve essere partito da questo film. La storia della mia vita, di una battagliera anima contradditoria che zigzaga nella notte, da straniero irredento e insonne.

Per me questo film è stato un’illuminazione. Come un fulmine a ciel sereno. Anzi, avevo solo tredici anni e già meditavo profondamente al suicidio. Quelli della mia età so che mi avrebbero per sempre rotto i coglioni e preferii divenire un licantropo, un lupo solitario. Precocemente nauseato da tutte quelle coetanee scorribande frivole, con le loro fighette del cazzo. Di solito, i cinquantenni fanno così. Io a tredici anni avevo già deciso di farmi le seghe.

Ero un Dracula in erba, anzi, puberale in pieno delirio adolescenziale.

Comunque sia, hanno accettato, come vi ho detto, il mio autoinvito e stasera Murray mi aspetta per testare veramente, dal vivo, se sono il più grande fan di De Niro del globo terrestre, come io affermo da tempo immemorabile.

Mi hanno riferito che Murray mi sottoporrà un quiz e, se non risponderò esattamente a ogni domanda, se sgarrerò di una sola risposta, mi daranno il reddito di cittadinanza a vita, declassandomi fra i matti e i rincoglioniti inguaribili che abbisognano di un sussidio perché oramai irreversibilmente estromessi dalla società che conta.

Uhm, non si prospetta un bel futuro, cazzo. Fratelli miei, chi arriva a chiedere il reddito di cittadinanza, significa che è un uomo devastato. Totalmente invalidato da troppe inchiappettate e, anziché spararsi in testa, tira a campare coi soldi dello Stato perché purtroppo non gliela fa. E, se vede Amy Adams nuda, preferisce sdraiarsi a letto e massaggiare il lembo del cuscino. Oh, quest’Amy qui lo farebbe diventare duro anche a Santo Stefano, il più grande martire della storia.

Ecco, è finita la trasmissione. Mi hanno già consegnato la ricevuta da firmare e francobollare in cui dichiaro che sono fottuto. E, per compassione, mi elargiranno appunto il reddito di cittadinanza nell’attesa che mi tolga quanto prima dalle palle. Semmai gettandomi dal decimo piano del Boscolo Hotel, qui a Bologna.

Sì, tanto quelli col reddito di cittadinanza, che cazzo campano a fare? Per andare alla merceria e corteggiare la commessa super racchia che indossa le calze della nonna? E per guardare le partire di Calcio, con sottofondo la musica di Nek e Lascia che io sia?

Il tuo brivido più grande?! Agghiacciante, meglio farsi prete che credere alle sdolcinate patetiche di Filippo Neviani.

E tutto questo perché, alla domanda di Murray, su quale sia stato il direttore della fotografia de La notte e la città, anziché rispondere Tak Fujimoto, ho risposto Ryuichi Sakamoto.

Good night and good luck.

Nel 1976, comunque, agli Oscar vinse Rocky. Taxi Driver è un film cinematograficamente superiore.

Ma questa scena è indimenticabile.

di Stefano Falotico

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