Archive for November, 2018

TOP TEN Al Pacino


05 Nov

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Ebbene, oggi parliamo di Alfredo James Pacino, indubbiamente, e sfido chiunque a smentirmi, uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Quali sono a mio avviso le sue dieci più grandi interpretazioni?

Partiamo col dire che è difficile trovare, nella sua filmografia, una brutta interpretazione. Semmai, ovviamente, con l’andare dell’età, di ruoli migliori gliene sono stati offerti sempre meno, quindi negli ultimi vent’anni è incappato in film assai mediocri e abbastanza invedibili. Eccezion fatta per i suoi superbi lavori per la HBO.

Anche se, come sapete, il prossimo anno, quando compirà la bellezza di settantanove anni, uscirà con i due film più attesi in assoluto della stagione, vale a dire The Irishman di Scorsese e Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino.

Mica male per un vecchione, eh eh. Che poche settimane fa si è messo assieme a una che potrebbe essere la sua nipotina. Ci dà, Al, ancora un mandrillone!

Dunque Al, nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo e nonostante non sia più quello di una volta, ha ancora il suo ottimo perché.

Ma passiamo alla classifica. Otto nomination all’Oscar ma, scandalosamente, solo una statuetta. E nel suo carnet può dire e vantarsi di essere uno degli attori con più candidature ai Golden Globe di sempre, ben diciassette!

La sua migliore performance, a mio parere, è quella di Cruising. Specie nella seconda fase della sua carriera, Al è stato famoso per i suoi lunghi monologhi, vedi L’avvocato del diavolo e Ogni maledetta domenica. Gigioneggiando a briglia sciolta. In Cruising, invece, parla poco, è molto sulle sue e comunica quasi esclusivamente attraverso lo sguardo.

Come diceva Marlon Brando, un grande attore non ha bisogno di troppe parole. È nella forza del suo sguardo che si vede la potenza recitativa.

Al secondo posto, il mitico, terrificante Michael Corleone della saga de Il padrino.

Al terzo e quarto posto, Scarface e Carlito’s Way.

Quinta posizione per il suo Vincent Hanna di Heat.

Non so se ci avete fatto caso, eccezion fatta per Il padrino, ho citato sino a questo momento tutti film per cui è stato oscenamente ignorato dagli Academy Awards…

Settimo posto per un film del quale non parla più nessuno: Lo spaventapasseri.

Dunque ci mettiamo Sonny di Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Passiamo al magnifico Donnie Brasco.

E finiamo con Seduzione pericolosa. Ah ah.

Come? E che fine ha fatto Scent of a Woman? No, secondo me non entra fra le prime dieci posizioni.

Se non vi sta bene, andate a fare in culo. Uahh!

E ora sparatevi pure questo video!

 

di Stefano Falotico

Scarecrow: banalità vera della sera: un uomo senz’amore è un arido ma forse se la gode, un uomo senz’amici è un uomo morto


04 Nov

Lo spaventapasseri Pacino

Sì, è così.

Assisto sconsolato al mio fantasma che vaga un po’ annacquato, forse da tanti sconsiderati eventi esacerbato.

Io ho avuto sempre un grande sogno nella vita. Trovare un mezzo matto come me e naufragar di notte come i Blues Brothers nella goliardia più sfrenata.

Sì, una bella nottata di bagordi e cazzate da collasso respiratorio. Quando la città s’addorme, la gente va a letto e le donne grasse già da mezz’ora, ronfando, cacciano scoregge sesquipedali che svolazzano nella camera mentre il marito ode questa musica “soave” e pensa che domani sarà un’altra giornata di merda. Di colleghi invidiosi e bavosi sul culo della segretaria, di battutine per celebrare la noia aziendale, una leccatina al direttore e la domenica sera con un’altra partitina.

Ma gli artisti non stanno messi meglio. Anzi, oserei dire peggio. Sono quelli che l’hanno preso più nel culo, detta sfacciatamente come va detta. Vedo portafogli miseri e cervelli pieni. Molte sigarette, troppi caffè e fegati dunque amarissimi. Con tanto di schiuma… di rabbia.

Prendete il marito della figlia della mia vicina di casa. Quando parla non si capisce un cazzo e ogni tre parole ripete la parola precedente, al che un discorso di senso compiuto di nove parole diventa una faticata incredibile. Ché finisci di ascoltarlo quando lui è già a letto a trombarsi la moglie. E tu invece, nel cercare di realizzare il suo interminabile discorso balbettante, sei ancora lì, fermo immobile come uno stoccafisso, mezzo stordito, al calar della Luna, pensando fra te e te… non è che questo stronzo ha ragione?

No, è uno stronzo tartaglione del cazzo.

Sta messo molto meglio di me. Sì, ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Credo che abbia letto a malapena solo un libro, se tale si può chiamare, in vita sua… sì, me lo confidò lui in un attimo di sua vanità “intellettuale”. Il titolo da lui letto, ora ve lo dico, s’intitola… Io amo la mia lei e lei ama me ma non sa che io amo bere solo il tè.

Libro che potete trovare in vendita sulle maggiori bancarelle della città Bonislandia. Sì, non esiste questa Bonislandia, ho detto tutto…

Però esiste questo qui. A quattordici iniziò a lavorare come saldatore. Prima di trovare la figlia della mia vicina, diciamo, che saldò molto bene quell’arnese in mezzo alle gambe a tante donne calde che oliava per meglio lubrificare l’incollatura. Poi, una volta arrugginito che fu il pezzo rovente da maniscalco del suo ferro del mestiere, lo appiccicò alla moglie. Nel frattempo, a forza di lavorare duro…, si è fatto un sacco di soldi. E adesso ride e scherza da mattina a sera, andando ogni fine settimana all’estero.

Ieri sera abbiamo preso l’ascensore assieme. Mi ha confidato, consigliandomi di non dirlo a nessuno, che ha letto un altro libro da allora… Voi avete debiti da saldare e invece io ho pieno il salvadanaio.

Sì, era meglio essere ignoranti come capre ma farsi il culo…

L’altra sera mi ha contattato una in chat. Dice che la interessavo. Al che, ha letto nel mio profilo che scrivo libri. E mi ha chiesto di dedicarle una poesia creata sul momento. Gliel’ho scritta sull’onda di una forte attrazione passionale. Lei si è commossa, poi mi ha detto: – Bellissima, ora devo andare.

– Dove vai?

– Dal mio amante.

– Ah, capisco. Che lavoro fa il tuo amante?

– Il magnaccio. Sotto ogni punto di vista. Ma con lui sto bene. Insomma, no, non tanto. Mi sfrutta. Ma a fine mese posso comprarmi un altro Android.

 

Ho detto tutto…

Che te lo dico a fare? Come la vedi?

E ora mi riguardo un film magnifico che, certamente, voi teste di cazzo non conoscete… Lo spaventapasseri con due dei più grandi attori di tutti i tempi.

Ce la possiamo dire senza infingimenti e invidie? Questo mio scritto è uno dei pezzi più belli di sempre. Roba che Walt Whitman mi fa un pippa. No, meglio di no. Donna, dammi una pipa, son stanco delle pippe. Anche delle poppe.

 

di Stefano Falotico

 

TOP TEN Robert De Niro


04 Nov

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L’altro giorno, amici, ho stilato una sorta di campionario del De Niro peggiore. Una carriera artistica non è un campionato e non sempre s’imbeccano capolavori, recitativi e non.

Diciamo che De Niro, prima del crollo degli anni duemila, abbastanza inspiegabile, ma forse voleva far soldi… di film ne aveva sbagliati assai pochi. E anche in film minori come Innamorarsi, L’assoluzione e Lettere d’amore, aveva sempre dimostrato una classe ragguardevole. Una caratura notevole.

Ora, di solito, in queste classifiche, si parte dalla decima posizione per arrivare al primato. Invece, essendo io uno scombiccherato, partirò dal primissimo posto per arrivare all’ultimo.

La migliore interpretazione di De Niro in assoluto è quella ovviamente di Travis Bickle in Taxi Driver. Un uomo del sottosuolo che vive un’inquietudine esistenziale da vampiro solitario. Un uomo incarnato nella sua estraniazione. Qui è luciferino, enigmatico, sofferente al massimo, febbricitante, magrissimo, nervoso, pazzo al punto giusto.

Quindi Toro scatenato. Fosse solo per il tour de force fisico. Lancinante, scarnificante, mostruoso.

Al terzo posto, sempre sul podio, il suo Sam Rothstein di Casinò. Inquietante, perfetto in ogni mimica facciale, un uomo che pensa di aver capito tutto e invece si lascia fregare come un pollo fritto al limone della rosticceria cinese sotto casa mia.

Magnetico, impressionante, titanico.

Dunque, Don Vito Corleone del Marlon Brando ringiovanito. Prima impaurito dal mondo, schivo, taciturno, ombroso. Quindi asceso a capo mafia con un’imprendibile cattiveria allucinante. Una metamorfosi repentina sostenuta dal suo sguardo di ghiaccio e dai suoi zigomi tirati a lucido.

Poi, Noodles di C’era una volta in America. Ora, attenzione, un attimo. Le riprese del capolavoro leoniano dicono che siano durate due anni. Non è vero, è una diceria, una leggenda metropolitana per mitizzare il film. Perché De Niro era reduce da Re per una notte dell’anno prima e lo stesso anno di C’era una volta in America, il 1984, uscì anche, appunto, con Innamorarsi e l’anno successivo col cammeo di Brazil. E in questi due ultimi film mostra un look assai diverso dal suo Noodles. Quindi, come avrebbe potuto, se le riprese fossero durate due anni, farsi crescere i capelli per Innamorarsi?

È altresì vero (riguardate scena per scena il film) che il suo Noodles a volte sembra più grasso in viso e poi più smunto. Ciò significa che Leone ha girato molte scene a distanza di tempo l’una dall’altra. E forse De Niro, a Roma, deve averci dato dentro coi bucatini all’amatriciana.

Al sesto posto, e qui vi sorprenderò… il suo Mendoza di Mission. E non starò a dirvi perché.

Dopo di che, due ruoli da non protagonista, sì, ma ipnotici. Il suo Al Capone de Gli intoccabili e il suo splendido Louis Cyphre di Angel Heart.

E siamo arrivati a quota otto.

Cosa manca? Altra sorpresona. Ci metto il suo Sam di Ronin. Basta guardarlo nelle scene con Sean Bean per rendersi conto della sua grandezza.

Al decimo posto, Neil di Heat. Un lupo, un calcolatore, un temporeggiatore, a suo modo un romantico sempre “ronin”. Al servizio della sua filosofia machiavellica.

Vi stupirete delle mie scelte. Come? Non ho messo Il cacciatore, Risvegli e Cape Fear per i quali ha ricevuto la nomination all’Oscar?

Sì, avete capito benissimo. Grande ma non così straordinario. E in Cape Fear carica spesso troppo così come in Risvegli.

Nemmeno Quei bravi ragazzi. Il protagonista è Ray Liotta. La locandina originale è ingannevole perché Liotta non era pressoché nessuno all’epoca. O perlomeno poco conosciuto. Quindi la Warner Bros doveva mettere al centro del trio De Niro.

Lui è bravissimo, ma il leone è Liotta. E il suo Jimmy non è niente di così eccezionale. Ottimo, ma questo si sa…

Re per una notte meriterebbe un discorso a parte…

De Niro, chiariamoci, non sa recitare Shakespeare, non è un granché nei monologhi, e in Re per una notte l’ho trovato spiazzante. Perché alla fine si esibisce in un monologo, appunto, comico… inaspettato da uno come lui.

De Niro è un “terragno” della recitazione, non sa piangere molto bene (quando c’è una scena di pianto, si mette la mano davanti agli occhi per camuffare questo suo limite, vedi Stanno tutti bene, ad esempio, tranne in Mission), non è sofisticatissimo, è anche abbastanza lento e ha molti “tic”.

Se ve lo dico io, lo saprò, no?

Adesso, per piacere, datemi una matita. Devo dipingermi un neo. Già ce l’ho come Bob. Ma è sulla guancia opposta alla sua. L’avevate mai notato questo particolare? Sì, io sono l’altra faccia della sua medaglia.

Ah ah.

 

di Stefano Falotico, cioè il sosia di Bob

Cari grillini, la dovete finire di lamentarvi, basta con la Bertè e con le chiacchiere da Belté. Tiè!


04 Nov

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Un tempo anch’io ero una testa di cazzo.

Arrivato a una certa età, mi son guardato allo specchio e soprattutto dentro. Ed è una cosa che dovreste fare anche voi, cari grillini. Che vuole questo Grillo parlante?

Costa molto dolore, sacrificio e rabbia. E so che voi non volete soffrire.

Invece dovreste. Solo attraverso la sofferenza, vi sarà rinascita e cambiamento. Quello che gridate come dei dannati nelle parate popolari e che invece non avete attuato, innanzitutto, in voi stessi.

Vi attaccate alle scemenze. Allora, siete disoccupati e, anziché rimboccarvi le maniche, sperate che domani avvenga una guerra civile che ripristini i torti ché così avrete anche voi la vostra dolce fetta di torta.

Non ci sarà nessuna guerra civile, non siamo in un film di Joe Dante. E, se non vi date una mossa, credo che soccomberete soltanto di più in una patetica, disarmante disperazione sterile e controproducente.

Sì, ve ne do atto. Nella vostra vita, ve ne son successe di tutti i colori. Avete sofferto come delle bestie e subiste probabilmente delle ingiustizie. Ma ora siete in salute, siete belli come il Sole e anche quella cosina lì in mezzo alle gambe, mi pare, almeno a giudicare dall’ingrossamento nel cavallo dei pantaloni, che si muova scattante e rigida appena i vostri occhietti malandrini intravedono un bel paio di cosce turgide.

Sì, siete vigorosi, prestanti, cazzuti, insomma. Basta col fare i cazzoni! Allora cos’è quest’eterno sbadiglio? Questa processione melanconica di auto-inganni, flagellazioni al vostro uccello e martoriamento di ogni vostro represso, castigato, timorato, possibile godimento?

Sì, ecco la nuova stronzata del giorno. Ci sarà un’ecatombe atomica, Trump ha detto segretamente a quello della CIA, e voi siete entrati in possesso di queste preziose informazioni perché siete come Tom Noonan di Heat, che il governo sud coreano sta complottando di scie chimiche e probabilmente già da questa notte, se vi affaccerete alla finestra, vedrete missili galattici roboanti a illuminare paurosamente il cielo del vostro firmamento scolorito da un grande rincoglionimento nerissimo.

È così?

La dovrebbe finire anche Bob De Niro a sostenere che uno dei suoi figli soffre di autismo per colpa del vaccino del cazzo. Diciamo che volle sperimentare l’inseminazione in vitro e, forse, quando si masturbò, eiaculò uno sperma rancido, partorito con tutta probabilità da una cattiva cena con Joe Pesci. A base di troppe cozze, compresa sua moglie Grace Hightower con cui non avvenne una sana peperonata affumicata come la sua pelle rosolata!

Forse la verità è questa?

Ecco, avevo un amico che faceva così.

L’ho sottoposto al test Falotico, è un questionario di certezza scientifica da me brevettato in maniera provetta, inconfutabile.

– Bene, hai mangiato? Vuoi un po’ d’acqua?

– No, grazie. Semmai una sigaretta.

– Vuoi anche il caffè?

– Ma sì. Preparalo, dai, mettilo su.

 

Bevuto che lo ebbe… bevuto che lo ebbe è magnifico…

– Ora sei pronto al Falotico test?

– Sì. Proponimi questa minchiata.

– Non è una minchiata. È un test che ho sperimentato sulla mia pelle. È infallibile, inequivocabile, non si scappa…

– Ok, vai.

– Bene. Ora, facciamo promemoria. I tuoi genitori hanno divorziato quando avevi vent’anni, sei caduto in una profonda depressione, alle superiori i tuoi compagni ti angariavano e ti han praticato pesante bullismo. Fin qui, ci siamo? Confermi gli avvenimenti, diciamo, non propriamente esaltanti?

– Sì, è tutto acclarato nella mia mente. Anche nel mio culo.

– Perfetto. Ecco, ora dalla mia tasca uscirà quest’immagine. Eccola qua.

– Cos’è?

– Sei cieco? Questa è una delle più grandi gnocche mai viste della storia. Guarda che simmetria di forme rotonde, che allineamento paradisiaco di proporzioni. Insomma, questa è una figa da competizione. Una passerona immane! Chiaro?!

– Non la conosco. Come si chiama?

– Il suo nome non è importante. L’importante è che io abbia notato che l’uccello ti funziona.

– Che vuoi dire?

– Sono passati tre secondi da quando te l’ho mostrata e ora devo raccogliere da terra i bottoni della tua patta.

– Sì, mi pare che il mio uccello funzioni.

– Sì, mi pare di sì. Non spingiamoci oltre…

– Dunque, abbiamo appurato che il tuo uccello va bene. Non ho riscontrato difetti strutturali. Dunque, l’ipofisi è collegata ai tuoi ormoni che a loro volta comunicano funzionalmente all’apparato genitale e ai vasi dilatatori. Sessualmente, sei ottimo.

– Tu dici?

– Sì, dico.

– Non soffri di “ammosciamento”, come dice Bob De Niro in Terapia e pallottole, e di nessun calo della libido. Cioè, ciò mi sembra alquanto evidente.

– Sì, ma è qualcosa di virtuale.

– Dici? Dici che fisicamente, dal vivo, diciamo, con una donna in carne e ossa hai l’ammosciamento?

– Spesso sì.

– Perché continui a frequentare quella mignotta. Mandala a farselo dare nel culo. Quella ti cogliona e basta. Cercatene una adatta a te. E vedrai che la scopata sarà normalissima.

– Dici?

– Sì, dico. Il problema non è tuo. È di quella zoccola frustrata.

Bravissimo, passiamo alla seconda prova. Hai delle idee geniali, affatto malvagie, sai? Mettile in pratica.

– Non posso.

– Perché non puoi?

– Non ci sono le circostanze. Mi mancano i soldi.

– Capisco… mica devi comprarti una villa, mi hai detto che vuoi fare il regista. Andiamo con calma. Hai in casa una videocamera, un programma di montaggio?

– Sì.

– Inizia col girare un cortometraggio coi tuoi amici. Scrivi una bella, piccola sceneggiatura. E filmi il tutto.

– Ci vogliono i soldi.

– E che soldi ci vogliono per girare un cortometraggio con tre amici e una storia di pensatori dreamers bohémienne?

– Non si può. La mia amica è pudica, non è Eva Green del film di Bertolucci.

– Mica ti ho detto che deve mostrare il suo seno. Anche perché seni così nascono ogni morte di Papa.

– Tre amici che chiacchierano del mondo e intitoliamo il cortometraggio Cazzeggio vérité. È un buon titolo, è originale, no?

– No, preferisco fare le video-recensioni.

– Sì, perché è più comodo. Giudichi il lavoro degli altri e, al massimo, l’unica figura che puoi rimediare è di aver detto delle cazzate. Mettici la faccia, agisci anziché vivere in trincea.

– Non ce la faccio.

– Ecco, la risposta esatta è che non ce la fai. Anzi no. La risposta è che sei spaventato. Sai perché? Perché puoi avere successo ma, se ti esponi, se passi all’azione, puoi anche ricevere altre delusioni pazzesche e batoste devastanti. E sarai inondato da tanta merda che ti pioverà addosso.

Invece, per te è paradossalmente più comodo smerdare il mondo. Così, sei la povera vittima incompresa e nessuno ha capito niente. Sono gli altri insensibili, stronzi, bastardi e tu sei quello che urla che Dio è morto, che il sistema capitalistico ti distrugge, che il Cinema di Herzog e Burton è bello perché appartiene alla tua categoria “protetta” e sei un meraviglioso diverso. Fantasioso, puro, voli alto!

Ecco, ora vola questo schiaffo. Fa male?

 

Quindi ora, incapaci, sessuofobi, moralisti, complottisti, urlatori, nani, levatevi dal cazzo. E vedete di farla finita. Non si nasce Marlon Brando. Lo si diventa. E per essere Marlon dovete accettare anche l’orrore. Solo dall’orrore vi è il ritrovato splendore.

Non è così, secondo voi? C’è sempre Voglio di più della Bertè alla radio. Che poi anche Loredana la dovrebbe finire! È da una vita che si dimena e sbraita, come al mercato ortofrutticolo, che ha sofferto. Mah, a me non pare. Ha visto più cazzi di lei di Moana Pozzi.

Contenti voi, contenti tutti. Continuate a prendervi per il culo. E a credere alle idiozie. E alle sceme!

 

di Stefano Falotico

Warriors cari, non invecchiate mai, evviva Hill, Scorsese, Friedkin, abbasso il nuovo, dunque vecchio Bellocchio


03 Nov

 

Un Friedkin identico al Falò

Un Friedkin identico al Falò

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Bellocchio era uno con le palle, un tempo, un uomo cazzuto, arrabbiato, delirante, sanamente aggressivo. Anche se non li avete visti, basta leggere i titoli dei suoi film per rendersene conto: I pugni in tascaDiavolo in corpoLa visione del sabba. Poi, negli ultimi trent’anni la Critica sussiegosa, la stessa che aveva snobbato i suoi film pazzi sui folli, sulle streghe, sui dolori della carne, il suo Cinema duro e controcorrente, da quell’obbrobrio de L’ora di religione ha cominciato a considerarlo un genio. Peccato mortale!

Da quel momento terribile, Marco, premiato dappertutto, insignito in ogni dove, ha dovuto dimostrare di meritarsi la nomea di regista “serio”. Ed è stata tutta una sfilza di film sopravvalutati, formalmente molto belli, da dibattiti per talkshow con le zoccolone sinistroidi e l’applauso del pubblico di ritardati, ma privi del pathos viscerale del Marco che fu. Film “educati”, accademici, di una noia micidiale.

Prima ci ha ammorbato con Buongiorno, notte sul caso Moro. Ci mancava solo una canzone dell’omonimo Fabrizio per fracassarci i marroni con la retorica facile.

Dunque, Vincere. Ovviamente su Mussolini e sulla sua porcata commessa ai danni della povera Ida Dalser, sbattuta a letto dal fascistone-porcone e poi ficcata… in manicomio assieme al figlio.

Perciò, come se non bastasse, ci ha propinato La bella addormentata sull’eutanasia e un altro caso fenomenale, quello di Eluana Englaro. Menomale che nel film c’è Maya Sansa, una bella patonzona sul cui seno scatenerei il samba con un po’ di salsa.

E ora, come se con questi biopic tematicamente importanti non ci avesse trivellato la minchia, il film su Tommaso Buscetta, interpretato dall’uomo di Sanremo e della pubblicità della Barilla. Favino! Sì, non l’hanno chiamato ancora per fare la parte di Padre Pio? A me vengono le stigmate appena lo vedo.

Mah, come diceva Checco Zalone… chi è che sopra Barbara Buscetta non si è fatto una pugnetta? D’altronde, chi non conosce la Bouchet, aggiungo io, di suo “bianchetto?”.

Eh sì, cazzo, su YouTube, sino a qualche anno fa andavano forte i video per segaioli di Lorena Bianchetti. Ottima donna questa Bianchetti. Di cosce prelibate e succulente. Faccia da suora ma corpo da burro…

Di mio, sia la Bouchet che la Bianchetti, comunque, mi son sempre state sul cazzo. Barbara molto meno perché, quando iniziò la mia pubertà, lei era già un’anziana gallinella e non serviva al mio “brodo”. Ah ah.

Sì, non ne avevamo abbastanza di fiction abominevoli come Il capo dei capi, adesso anche Bellocchio fa parte della… Squadra… antimafia?

Sì, tutta colpa di quell’imbecille di Pietro Valsecchi con Giorgio Tirabassi. Ma chi è che guarda ’sta roba?

Gli adoratori di queste merdate appartengono a due categorie sociali: le casalinghe che, fra un tortellino, la besciamella e le polpette al sugo, amano strapazzare la maionese con qualche sparo in sottofondo per meglio mescolare la pietanza di “suspense” e dare un tocco siculo-piccante al tutto, così il marito, rincasato dall’ufficetto, si leccherà i baffi da Don Vito Corleone, oppure i super sbandati da Ragazzi di vita del Pasolini. Giovinastri scapestrati con la morosa tamarissima e in cuffia un rapper storpio da hip pop. No, meglio il popper che inala Al Pacino in Cruising. Un vero poliziesco crudele al massimo, che spoglia ogni certezza. Notturno, bastardo, psicopatico e geniale.

Anche Scorsese ha girato molti film “mafiosi”. Ma non sono bischerate da Canale 5 in prima serata! Sono film goliardicamente sporchi, cinici, perfino spassosissimi che uniscono al documentarismo di fondo una poetica pazzesca. Film anarcoidi, sgangherati eppur tecnicamente impeccabili. Recitati da Dio, con colonne sonore da brivido e pezzi giusti nei momenti topici della tensione.

Infine, vado a parare su Walter Hill. Sì, I guerrieri della notte è il suo masterpiece supremo. Purissimo come puri son i ragazzi che lo rendono vivissimo. Ove Michael Beck fa il gallo sessualmente forte da branco di mammalucchi nel quale i deboli scelgono come leader quello che pare abbia il cazzo più pronto e con più esperienze all’attivo, il più fighetto, e un James Remar omofobo a bicipiti nudi, in cui si respira l’atmosfera della mia adolescenza.

Che cos’è questa sbirraglia in giro? Che sono questi centri di salute mentale che avete messo su?

Questa cultura da carabinieri, da tutori dell’ordine, da donne che stirano e asciugano le forchette da pasti in famiglia?!

Ragazzi, avete mai letto Il cuore rivelatore di Poe?

Sì, la storia di uno il quale non è che non sopporti la vecchiaia, non tollera semmai quel rumorino rancido che gli dà fastidio, figlio di un cuore arrugginito.

Perché è giovane, non vuole rincoglionirsi, non vuole adattarsi a un lavoretto borghese, non vuole una donna che lo porti a Teatro a guardare pochade tristissime, una donna ipocondriaca che adora Il misantropo di Molière e che manco sa scopare come Dio comanda. Intendo il pavimento, sul sen(s)o dello scopare sessuale, credo che tal bagascia rinnegata sia andata avanti di toccatine e leccate di culo. Battutine e una passerotta acida e molto secca. Che allegria! Che simpatica!

Sì, io sono un ribelle. Lo sono sempre stato. E lo sarò fino al giorno della mia morte. Appena sento puzza di vecchiume, di gente paracula, di donnette isteriche, insomma di caga-cazzi, scendo nella mia notte.

Come in Taxi Driver.

Scorsese, Hill e Friedkin li stimo. Perché pur essendo delle cariatidi hanno ancora un cuore che batte dinamico, gagliardo, innovativo, forte. Vigoroso. Come piace a me.

Invece, gente come Bellocchio, oramai pedante, scolastica, da compitini… si deve levare dai coglioni.

E, assieme a lui, tutti questi stronzi bugiardi.

 

Sapete. Ieri notte, pensavo… be’, ho ancora quarant’anni per ridurmi ad aspettare la nuova “prodezza” di Ronaldo su Sky, e sono ancora troppo giovine, come direbbe Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo, per attendere il sabato sera e incontrare una troia commessa della Coop annoiata, raccattata in chat. Capace che dopo un bacio troppo lungo ti chiede il Bancomat per leccartelo, prosciugartelo, sostanzialmente incularti. E tu esplodi!

Se a voi questo mondo piace e volete continuare così di alti e bassi, prego. Tanto pregate già abbastanza di messe false. Avrete il rimpianto di non essere mai stati artisti ma solo copia-incollatori di recensioni altrui. Uff. Che palle!

Se volete aspettare la nuova posa del culo magnifico della modella strepitosa dal cervello zero su Instagram, fate pure. Ricordatevi però di telefonare al becchino della Certosa per prenotare il posto al cimitero e alle pompe funebri, oltre ai funerei pompini, per una cassa di legno. Tanto, mi sa che siete già andati…

Non fatemi perdere altro tempo in puttanate.

 

 

di Stefano Falotico

Buon Sabato, miei guerrieri della notte, giochiamo a fare la guerra? Ecco a voi un ottimo lupo, super video


03 Nov

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Buongiorno, amici e come dico io (a)nemici, sì, persone che, imborghesitesi, hanno prosciugato il loro sangue nella compostezza odiabile d’una vita che lor reputano godibile e invece, frustrante, sempre più l’incattivisce di cattiva bile.

Voglio qui presentarmi a voi, io Principe della metafisica, ritornato al suo antico splendore dopo che nefasti calunniatori ardirono a voler ardere la mia natura poco propensa alla carnascialesca socialità stolta, inducendomi a ottemperare a una bieca e porcellesca animalità.

No, mi spiace (d)eluderli. A codesti che mi avevano scambiato per Checco Zalone di Cado dalle nubi e risero di me come Giulia Michelini (una povera, sprovveduta esaltata zoccolina), in maniera scelleratamente sguaiata, considerandomi un sempliciotto ignorantone e un tamarro che non sapeva vestirsi, porgo ancora il vestiario della mia anima.

Perché, come Edgar Allan Poe, non sono nato per confondermi col porcile, col ciarliero, frivolo chiacchiericcio. Lascio ai ragazzini sciocchini le loro “simpatiche” bambine e io ancor mi gusto, in quanto uomo giusto che voi non aggiusterete, I guerrieri della notte.

Sì, coi vostri ricatti, la vostra piccineria stupidina mi avete solo fatto perdere quindici anni in balzane idiozie.

Ho frantumato ogni vostra “psichiatrica” certezza come il più grande Lynch e Laughton col suo enorme Robert Mitchum di The Night of the Hunter.

Quando pensate di avermi inquadrato, sono semmai io che v’inquadro, guardandovi fuori dalla finestra dei vostri orrori come Al Pacino di Cruising che beffardamente, col giornale in mano, osserva il mostro Richard Cox.

Piacere, avete appena incontrato un Carter/Stallone.

A propositi di notte e “note”, come disse David Strathairn: Good Night, and Good Luck.

Io sono The Saint e vi benedico. Andate in pace e in pece. E adesso ballo perché sì.

Ricordate: sono un intellettuale ma anche Bruce Lee se mi tira il culo.

di Stefano Falotico

Qualcuno salvi Kurt Russell, eccetto Tarantino, e qualcuno salvi il mondo d’oggi falsamente natalizio


02 Nov

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TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

TANGO & CASH, from left: Kurt Russell, Sylvester Stallone, 1989, © Warner Brothers

Ieri, per la cinquemillesima volta, ho rivisto Ronin. La scena in cui Michael Lonsdale illustra a Sam/De Niro la leggenda appunto dei 47 Ronin è molto bella, stupenda.

Lonsdale gli dice che i ronin hanno scelto la gloria, hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito. E De Niro, con enorme sfacciataggine cinica, replica che hanno scelto male.

Perché è tutta una questione di soldi…

Spero mi possiate e soprattutto vogliate seguire nel mio ardito, labirintico ma esaustivo ragionamento.


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Da Jena Plissken a rincoglionito Babbo Natale il passo è breve

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Stamattina, invece, molto scoglionato, ho guardato sfrontatamente un porno in cui un ragazzino, appena maggiorenne, si scopa di sana pianta una milfona dal culo enorme e magnifico. Quindi, in preda a insanabili sensi di colpa, ho riguardato il trailer integrale di Qualcuno salvi il Natale con Kurt Russell in versione Babbo Natale, con tanto di renne simil E.T. che volano nella Luna e Kurt che, alla fine, diventa Billy Bob Thornton di Bad Santa. Ecco, guardare il filmato promozionale di tal zuccherosissima pellicola per famiglie non ha ripristinato la purezza mia perduta da tempo immemorabile, andata a farsi fottere. E, come spesso mi accade dopo un onanismo sfrenato, son diventato una creatura da Cinema di Paul Schrader, una sorta di Ethan Hawke di First Reformed, dilaniato dai suoi dubbi, dalla sua fede invero agnostica, turbato, sconsideratamente spaccato in due fra la mia parte capricciosamente irrequieta e la mia anima spesso metafisica e trascendente. No, son giunto alla conclusione che la verità del mondo non sta né in uno squallido porno ove un ragazzo poco più che pubescente si tromba una gnocca da paura, per eccitare gli arrapati, bavosi o(r)moni ai quali, nella scelleratezza della mia madornale masturbazione lasciva, mi annessi svergognatamente, né nel Natale can(dido) e da canditi. Una festa originariamente stupenda, al solito traviata… dalle esigenze commerciali di un mondo occidentale orrendo ove il 25 Dicembre siamo tutti buoni e prendiamo per mano la vecchietta claudicante, fermiamo il traffico e, come dei cani pastori tedeschi, l’aiutiamo ad attraversare le strisce pedonali. Dunque, lasciato che lei s’incammini verso casa, ci fermiamo a una gelateria e offriamo un buon gelato al bacio a un bambino sgridato dai genitori, addolcendo sia figlio che suoi procreatori con cinque minuti di leccata… gustosa. Poi, una volta nel nostro appartamento, nonostante la nostra vita sia oberata da casini insormontabili e siamo nella merda da sabbie mobili più lerce e inculanti, accendiamo la tv e ci commuoviamo per l’ennesima volta con James Stewart e La vita è meravigliosa. Aspettando la notte di San Silvestro ove, oramai cresciutelli, non andremo più in giro a far bagordi ma, annoiati e più porci, rideremo amaramente con Una poltrona per due. Sempre più consci che non possiamo fare niente per cambiare il mondo e ha vinto, come volevasi dimostrare, il qualunquismo, hanno vinto gli idioti, quelli che si son parati le chiappe. Che fanno un mucchio di baiocchi alla faccia dei fessi, dei poeti, delle persone sognatrici, sognanti e immaginifiche, pigliandoli per il popò e urlando loro che, se finirono male, è perché sono dei Lucignolo da Paese dei balocchi. Sì, esatto, scusate la ripetizione… che non abbiamo voluto apprendere “niente” perché recalcitranti ai falsi buonismi pedagogici, al fascismo ideologico, alle regole bacate del pensar comune presuntuoso e stronzo. Sì, Baiocchi! Uomini panettone che mai spenderanno un soldo coi cinepanettoni. In fondo, che cosa possono darci film come Hard To Be a God? Sì, un tempo guidavo la Panda e ora continuo a mangiare il Pandoro. Sono un uomo da WWF in via di estinzione, una razza “speciale”, un mammifero della famiglia Ursidae o forse solo di quella degli Addams. Così, sulla destrorsa R 101, adesso la sera abbiamo L’ora del Teo, programma radiofonico per bacucchi pasciuti ove il “veterano” Teocoli, non sapendo più che pesci pigliare, dopo aver smaltato il fondoshiena di Berlusconi in maniera an(n)ale, sfrutta la passione nazional-popolare degli anziani pensionati, il Calcio (!), sputando nel piatto in cui mangia nello scimmiottare, con le sue patetiche parodie, gli stessi personaggi che appartengono al suo ricco mondo vizioso e laido. Nelle sue caricature, Ancelotti è un tortellone e Ronaldo un puttanone. Lui invece cos’è? E vomita populismo tristissimo da uomo fintissimo e deficientissimo. Recuperando dal suo “cilindro” il giammai morto Felice Caccamo. E, dieci minuti dopo, deride invece gli stessi “napoletani”, gridando apertamente che è un popolo di falsi invalidi che sfrutta biecamente lo Stato per non fare un cazzo da mattina a sera. Se lo dice lui, che è di Taranto e invece ha lavorato come un negro in sketch comici di scosciate e Mediaset, è credibilissimo. Non vi pare? Con l’oca giuliva, Silvia Notargiacomo, che gli dà pure ragione e asseconda i suoi miserabili sfottò, intercalando con “meraviglioso!”. L’Italia è questa. Qui son tutti santi, guai a dire loro che, fra una predica e l’altra, vanno a notte fonda sui viali per un pompino “extracomunitario”, dopo che hanno votato Salvini. In Italia sono tutti artisti e attori, creativi e grand’uomini. Anche grandi donne. In Italia sono tutti virtuosi. Se vai da una e, come nell’epico sessantotto, dopo averla amabilmente corteggiata, le dici… be’, si è capito che voglio leccarti la figa? Lei ti darà un mal rovescio e ti bloccherà subito anche se le piaci da morire e in realtà è già bagnata perché, appunto, lei è donna di classe e non andrebbe mai da un ragazzo, sul quale in vasca, si masturba, a dirgli che vuole succhiargli il cazzo. Fa molto, molto male. Ha sostituito il sesso grandiosamente libero, come appunto negli anni settanta da Woodstock, col moralismo fradicio e ipocrita da Maurizio Costanzo. Nel sesso normale fra due persone adulte non vi è niente di peccaminoso e osceno. È giusto che cominciate a prendere confidenza con la vostra sanissima natura umana. Invece che mascherarvi nelle agghiaccianti santità imbecilli. Che poi le suore… Se invece il figlio di Benetton le dice che vuole leccargliela… pur di fare la comparsa nel nuovo film con De Sica, accetta pure di leccarlo al produttore… e servirgli perfino la colazione a letto con tanto di “cornetto alla crema” a suo marito, dapprima fottuto! Ben vi sta. Ben sta a quelli che pensavano che studiando da mattina a sera sarebbero ascesi alla nobiltà e invece, come tutti, son stati fregati e al massimo hanno rimediato un lavoretto da pennivendoli, ben sta a quelli che han voluto il reddito di dignità, passando le giornate ad ascoltare Alessandra Amoroso e a scopar… le zoccole dalla cantina. Ben sta anche a quelli di Sinistra che si son ridotti solo a giudicare i film, a cazzeggiare da recensori della mutua e, nel quotidiano, leggono solamente i marxisti quotidiani, prendendolo appunto, comunque, nell’ano. Son tosti questi ma non sanno chi è Tolstòj! Ben sta a me che mi sono ribellato ai bullismi e ne sono uscito ancor più massacrato, ben sta a quelli che facevano gli adulti a vent’anni, andando da quelli “deboli” e sbeffeggiandoli nel mandare loro Antonacci con Liberatemi, maltrattandoli da poveri cristi, anzi diavoli, ben sta ai cosiddetti intellettuali che hanno soltanto creato, con le loro demagogie e le loro assurde prese di posizione, un mondo ancor più bugiardo di prima e malsano, dolcificato e bigotto, filisteo e corrotto. No, io non sono un “grande” perché si dice in giro che sia un puro, altra parola da aborrire. Ché ai buoni selvaggi di Rousseau non ho mai creduto e avevo letto già troppi libri a tredici anni per essere Massimo Troisi. Tornando a Ronin… un mio amico mi ha vivamente sconsigliato di pubblicare il mio racconto in un’antologia in cui saranno pubblicati, su un migliaio di candidature, solo venti, selezionati testi, fra cui il mio. Perché mi ha detto che non ci guadagnerò niente e la gloria non è più di questo mondo. Io non sono mai stato di questo mondo. E sono sufficientemente pazzo per non volere una lira. Sulla mia lapide, un giorno, scriveranno: qui giace Babbo Natale e San Francesco Falotico. Sempre meglio della scritta qui giace Kurt Russell, un uomo molto arrabbiato da Jena Plissken, polemico contro i potenti, che a forza di stare con Goldie Hawn è diventato barboso prima che barbuto.   Fatto sta che Qualcuno salvi il Natale io lo vedrò. E mi sa che rivedrò anche quel porno… Eh sì. Perché non sono un falso. Adesso, scusate, mi scappa di cagare. La mia merda puzza come quella del Papa. La vita è un pugno allo stomaco, sostanzialmente una pugnetta. Anche quando puoi permetterti di essere come Kurt Russell. Perché sì. Un tempo, Teocoli prese in giro due poveri vecchietti, definendoli tragicomicamente Tango & Cash. Con tutte le stronzette dello studio che si scompisciavano dal ridere. Che maiale. Benvenuti nel regno della razza umana. Sono molto giovane.  Lascio ai cretini e ai tromboni le certezze del cazzo. Sono molto giovane. Ero ingrassato. Spero che questi pantaloni mi calzino a pennello come le vostre imbecillità da teste di minchia. Altra presa per il deretano. Sì, così mi piaccio. A te no? Me ne sbatto.    

 

di Stefano Falotico

 

 

 

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