Archive for November, 2018

Salve, sono il Joker, sono impazzito grazie a Robert De Niro


14 Nov

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Salve,

sì, con enorme (dis)piacere mi presento alla platea di babbei che applaudirà (tele)comandata.

La mia storia ha origini profondissime, oserei dire dostoevskiane, e attinge laddove la cupezza fa rima con l’avermi dato della schifezza.

Il mondo occidentale odierno mi ripugna e con tutte le mie forze, ostinatamente, con intrepida temerarietà incommensurabile, lo rinnego, cingendo forse il diavolo nelle mie notti insonni. Quando, nel tepore di questo rigido inverno, mi sveglio di soprassalto alle tre di notte e un’intera confezione di Nutella divoro, alla faccia della linea e del vostro fottuto salutismo.

Ecco, l’altro giorno ho ascoltato una vecchia intervista a Paolo Villaggio che dissertò riguarda la caduta del nostro Occidente. Simpatico. Ben acculturato il Villaggio. Peccato che io non possa dargli credito perché lui è stato il prototipo del piccolo-borghese chiacchierone che tanto ha blaterato ma in fin dei conti a questo sistema marcio e distorto ha pienamente abdicato.

Allestendo un’apologia della sfiga del misero uomo comune per raggranellare soldi con la creazione del suo Fantozzi e vivere di rendita sulla magnificazione delle disgrazie umane.

Un uomo infinitamente nano il Villaggio, con la sua voce arrogante, col suo sguardo da volpone, da uomo che semmai ha letto mille libri ma, stringi stringi, ha saputo soltanto adattarsi al conformismo più becero da lui tanto osteggiato e combattuto soltanto a parole.

Non posso prenderlo in considerazione. I “suoi” film e i suoi sfortunati personaggi, rivendicatori dei torti subiti nel triste quotidiano patetico, mi hanno sempre fatto ridere. Ma è sempre stata una risata amara. Compassionevole.

Io odio le persone pietistiche che ti sbattono in faccia le loro problematiche, i loro giornalieri disagi con l’autoironia tipica di chi, oltre i suoi limiti, il suo carattere scontroso, le sue piccinerie ancor peggiori di quelle altrui da lor signoria criticate, pensano di accattivarsi la simpatia del prossimo.

Quando qualcuno ti dice che sei un grande, be’, significa che la tua vita è terminata e, semmai, sei diventato un hater alla John Connor e la Destra fascista ti spedirà, oltre che in manicomio, in pacco regalo un corpulento Terminator a incularti ancora di più.

Oggi, sì, questo è evidentissimo, palese più del culo stratosferico di Jennifer Lopez, un culo che può distruggere ogni tuo bon ton e buon proposito di darti alla vita ecclesiastica e monacale, l’incarnazione lapalissiana del puttanesimo contemporaneo, vivete tutti male.

Me… non mi fregate.

La dovrebbero innanzitutto finire queste donne di frignare. Così, dopo tutta una vita da frustrate incredibili, roba che Pina di Fantozzi è al confronto la Regina, macellate dalla loro piccolezza, dalle loro paure che le hanno da sempre castigate in una vita da timorate di dio, se ne saltano fuori con inni alla felicità, con agiografie di sé stesse, e vendono libri da influencer, esponendo una contentezza falsa più dei film che dicono di amare alla follia.

Film buonisti. Che, a confronto, la torta di miele di mia nonna era merda salata di cavallo.

Sì, smettetela quanto prima.

Fratelli della congrega, qui riuniti, la mia storia è una grande stronzata, parimenti ai vostri vissuti. Una madornale demenza abissale!

Le malelingue dissero che abbandonai il Liceo Scientifico perché un tema mi andò male e, da quella delusione, mai più mi ripresi.

Che immane cagata!

Chiariamoci. Se sono un letterato, significa che già all’epoca la professoressa d’Italiano voleva che le leccassi la figa. Perché mi assegnava sempre dei nove. No, non mi dava mai dieci per spronarmi a essere ancora più bravo. Ma, sapete, la osservavo mentre leggeva i miei scritti e più volte qualcosa colava dalla sua gonna…

Al che mi estraniai dal mondo e il mio film preferito divenne Taxi Driver. Il più grande film della Storia. Sì, nel corso degli anni, di pellicole forse oggettivamente superiori ne ho viste parecchie.

Ma Taxi Driver è il film della mia vita. E non c’è Lynch od Orson Welles che tenga.

Credo che suddetto film non l’abbiate visto molto bene perché lo guardaste mentre pensavate a come “orgasmizzarvi” per fare una leccatina a quella passerottina del primo b(r)anco. E la vostra sbadataggine deve avervi indotto a fraintendere tutto.

Ecco, Travis puramente s’infatua della sua fata. E la idealizza. Dunque, con coraggio inaudito, l’approccia in modo assolutamente schietto. Lei accetta di uscire con lui e fissano un “appuntamento al buio”.

Ma Travis la porta a vedere un porno. E Cybill Shepherd, disgustata, lo manda a fanculo.

Poi, Travis, involontariamente diventa un eroe cittadino, un giustiziere della notte che ha liberato una minorenne dalla prostituzione.

Cybill risale sul suo taxi e si capisce benissimo che vorrebbe tornare a uscire con lui.

Ma a quel punto, Travis, con aplomb da premio Oscar, le dice che non deve dargli niente…

Perché come sostiene il leggendario King of Comedy: meglio essere re per una notte che buffone per tutta la vita.

E dunque guardatevi allo specchio.

Il Re per una notte ha dimostrato di essere molto più in gamba di voi.

Continuate pure a fare video in cui, recitando pappardelle a memoria scritte da critici seri, osannate questo e quell’altro film. Avete stufato, riciclatori di una vita noiosa che si perpetua giorno dopo giorno nella ripetizione…

Ma le palle per fare quello che ho fatto io non le avete. Non le avrete mai.

Pigliatevi le vostre vite fantozziane e vedere di levarvi dal cazzo.

Come dice Clint ne Gli spietati, fra gli sguardi allibiti dei poveretti e dello stronzone sceriffo testa di cazzo: chi è il padrone di questo cesso?

 

Vi lascio con una delle clip più emozionanti di sempre: quella in cui Bob De Niro abbraccia tutti e viene omaggiato da Martin Scorsese, che lo definisce an extraordinary genius.

Che momento! Con la musica de Gli intoccabili… a terrific night…

Io sono chiaramente “pazzo”.

Ma questo si era capito da un pezzo…

di Stefano Falotico

Basta un attimo e, dalla rabbia alla Charles Bukowski, passi a Il metodo Kominsky con Michael Douglas e dire che volevo scoparmi Valérie Kaprisky


13 Nov
THE KOMINSKY METHOD

THE KOMINSKY METHOD

La femme publique [1984]

Sì, questa Kaprisky mi rendeva un uomo d’inconfessabile capriccio. Sì, bellissima, sodamente ignuda, sfrontatamente troia nel poster de La Femme Publique.

Il regista Andrzej Żuławski è uno che nella vita ha avuto non solo un culo pazzesco, bensì due. Sì, si scopava sia la Kaprisky che Sophie Marceau, altra passerona inaudita adesso imbruttitasi.

Ah, ma quel tempo delle mele rendeva ogni uomo un ingordo del miele…

Di mio, ricordo quando, anni fa, in pieni tormenti post-adolescenziali, mi riconoscevo nelle rabbie di Charles Bukowski e, di notte, al plenilunio ululavo i miei ardori, uscendo di casa mentre la gente dormiva e spogliandomi in mezzo alla piazzetta del centro commerciale. Con la fontana limitrofa che accompagnava i miei tormenti carnali nello zampillante tintinnio suo acqueo misto al portentoso mio fluido corporeo donato alla pavimentazione che, bagnata dalla cascata del mio spruzzarle l’acme dei miei ripetuti, esagitati orgasmi, mi ringraziava. Sì, erano mesi di siccità e la siccità provocava crepe fra le piastrelle. Che, disgiunte le une dalle altre, non potevano incastrarsi a piacimento, pietrificate dall’arida solitudine delle loro sterili solidità inconsistenti.

Ah, la mia non fu stolidità ma scostumatezza di gran ilarità. Di beata, fottuta immoralità.

Ah ah. Sì, attimi di sconsiderata impudicizia svergognata. Giunse sul luogo la polizia perché uno, dalla finestra, assistendo a questo “spogliatoio” inverecondo, anziché chiamare la neuro, elevò in grido un tifo bestiale per spronarmi a una maggiore, ancor più imbarazzante masturbazione immonda.

Svegliò tutto il vicinato che, ammirato dai miei impuri, dunque purissimi atti ero(t)ici, fu anch’esso indotto in tentazione. E a ruota libera tutti gli abitanti del quartiere scesero in istrada, denudando ogni loro finto pudore e cantando alla luna i loro promiscui, selvaggi amori lisci… con soavi, stuzzicanti odori poco san(t)i.

Sì, col promiscuo ci sta il liscio, senti che assonanza di ritmo. Pigliatelo!

Accorse perciò la polizia, allertata da questo fracasso per colpa di una bigotta di merda.

Ma la polizia, anziché arrestarci tutti, suonò altre sirene. E, in questo ululante amplesso collettivo, qualcuno osò, fra l’osé, dire:

– Ecco, Falotico ci ha dimostrato ancora una volta come bisogna amarsi per amarci tutti. Abbasso questo lavoro che ci schiavizza in vite inculate, trombiamo i fascisti, ficchiamoli fra le sbarre, fottiamoci!

– Che la pace sia con te. E con il tuo spirito del cazzo, sì, del tuo magnifico cazzo – disse una donna prima di possedere suo marito in piazza nella puzza profumata di tal orgia belluina e pazza, rifulgente di cotantissima beltà (s)venente.

– Dammela con qualità e poi ne fotterò altre in gran quantità- rispose il marito infervorato e poco modesto.

 

Finita che fu la schifezza stupenda, ognuno tornò nelle proprie (di)more e in piena notte ordinò pizze capricciose perché anche il pizzaiolo aveva fatto lo straordinario…

 

Voi davvero credete a tutte le stronzate che dico? Sì?

Ottimo.

 

 

 

di Stefano Falotico

Il giudice donna ha emesso la sentenza: lei è un fallito ma io le concedo la grazia e anche le mie grazie


12 Nov

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Bene, siamo qui riuniti in questa giornata uggiosa a deliberare l’attesa sentenza riguardo la mia vita.

La giuria, presieduta da una figa pazzesca in minigonna attizzante, è qua seduta per confrontarsi coi giurati e giurare che, dopo il giuramento dell’imputato, accusato di essere un inetto, un sesquipedale incapace, un uomo del sottosuolo irrecuperabile che ripugna la piccola borghesia caciarona e arrivista, tremendamente ambiziosa e stoltamente cinica, emetterà la sua inappellabile sentenza finale. A sigillare inamovibilmente, come il macigno inscalfibile di una pietra tombale eternamente non sollevabile, la sua insindacabile scelta riguardo al valore del Falotico. Per distruggerlo, annichilirlo, macerarlo del tutto o forse dargli sollievo con una condanna lieve.

Ebbene, siamo tutti qui in fremente attesa di ascoltare l’inaudito responso inequivocabile.

– Innanzitutto, buongiorno. Ora potete sedervi. Dopo questi ruffiani convenevoli, essendomi io consultata all’alba coi singoli, giudiziosi membri della giuria, sono addivenuta alla mia irrefutabile conclusione.

In questi lunghi mesi, ho avuto modo di sentire il Falotico innumerevoli volte. Che, con enorme classe, con educatissima moderatezza, ha esternato gli sbagli da lui commessi nella sua sin ad ora travagliata esistenza. Ci ha illustrato, con fine cortesia e leggiadra cautezza infinitamente lodevole, le sue mirabili sofferenze fisiche e psichiche, le sue afflittive ritrosie, esplicandoci con accuratezza ogni singola inculata ricevuta dalla sua nascita fino a oggi. Ma anche, non senza qualche irosa volgarità e alcune alzate di testa pazzoidi, di come sia a tutt’oggi uno scrittore molto apprezzato seppur di nicchia. E gli dobbiamo dare atto di questo. Ringraziarlo per l’impegno profuso e il suo sacrificio cristologico ai limiti della santità più allucinante, nonostante questo suo essersi estraniato per molto tempo dal mondo l’abbia obbligato spesso a fortissime incomprensioni, a pregiudizievoli prese di posizioni ottuse e oscurantiste, a emarginazioni violentissime, a porcate abnormemente terrificanti quanto ridicole. Ma soprattutto gli abbia fatto smarrire in più occasioni la mentale sanità.

Abbiamo anche appurato di come, con forza interiore invidiabile e una volontà sua ferrea e implacabile, sia straordinariamente capace di essere profondamente autoironico riguardo ogni disgrazia occorsagli.

E ciò gli fa onore, anche se forse non vincerà nessun Nobel, in sua memoria nessuna statua gli eleveranno in piazza e la gente analfabeta e incolta continuerà a prenderlo per pazzo. Oltre che per il culo!

Non è di sola gloria che una vita può reputarsi soddisfacente. Anzi, spesso le medaglie al valore possiamo ficcarcele proprio nel deretano, così come i pezzi di carta.

Perdonate se mi sono lasciata andare a queste scurrilità ma sono una donna, non sono una santa! E qualche volta ho bisogno anch’io di sfogarmi! E sciacquarmi la bocca!

Ecco, dunque, analizzato Falotico in ogni suo aspetto, soprattutto fisico, devo ammettere che non è male.

Non è Brad Pitt ma, scusatemi, io lo perdono e ora levatevi dai coglioni, mi spoglio e me lo scopo qui, sul bancone.

Sì! La platea, in visibilio, inneggiò alla scopata selvaggia, antiistituzionale, nella baraonda estrema ove tutti si baciarono e si lanciarono in amplessi furibondi, all’apoteosi cosmica di un’orgia megagalattica. Il poliziotto urlò calma in aula! Ma poi anche lui, contagiato dall’euforia collettiva, afferrò una donna pompiere, giunta in aula per spegnere tanto focoso calore, e la (s)pompò.

Insomma, giustizia è fatta. E anche la donna giudice ha ottenuto quello che voleva: cioè, il mio uccello!

Intanto, De Niro ridacchia e premia Michael Moore mentre io mi scoperò anche la buon vecchia Demi Moore. Ha la sua età ma è sempre meglio di quella là. Ah ah.

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di Stefano Falotico

Jennifer Connelly, diciamocelo, mi ha rovinato la reputazione, ha deturpato completamente la mia indole da Dalai Lama


11 Nov

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Sì, una mia amica su Facebook scrive oggi quel che segue:

Ho sognato di essere l’amante di David Bowie.

I nostri incontri clandestini avvenivano, di base, in treno. Il suo treno privato, per la precisione. Tutto alla chetichella, ovvio, giacché ero fidanzata con Franzisk…, il quale ostentava degli agghiaccianti calzoni pied de poule bianchi e neri. (Ti tradivo per quello, Franzisk, non ho dubbi!) E si viveva in un appartamento al piano terra, tipo negozio, pieno di ingranaggi arrugginiti che nessuno mai puliva.

Voi tutto bene?

 

La mia risposta è stata questa. No, per me è stata una nottata insonne, come sempre. Anziché sognare David Bowie, ho sognato che alle quattro di notte fosse aperto il Conad sotto casa mia perché ho svuotato il frigorifero e ho ingurgitato tutti i wafer scaduti.

Comunque, sì, te ne do atto. Hai avuto un culo pazzesco a fare un sogno in cui eri l’amante di Bowie. Sai, devo confidarti che, sebbene David sia morto, io più volte, ascoltando la sua voce, son stato poi costretto a fare mente locale, per accertare a me stesso la mia eterosessualità. Infatti, ho sempre pensato che China Girl l’avesse cantata per il sottoscritto.

L’altra sera, ho visto il film La giuria. Pochi mesi fa, ho definito John Cusack un attore bollito, dedicandogli anche un pezzo distruttivo. Insomma, l’ho massacrato. Povero John.

Ho visto il suddetto film con mio padre. Che, al termine della visione, mi ha guardato dritto nelle palle degli occhi e mi ha detto: – Sai Stefano che assomigli a Cusack?

Una delle offese peggiori che un figlio possa ricevere da un padre.

Sì, perché io ho sempre associato John Cusack al tipo un po’ coglioncello. Bravo ragazzo, per carità, ma sessualmente poco appetibile. Imbranato e timidissimo.

Al che, due minuti fa ho svolto delle ricerche. E ho scoperto che, invece, John Cusack è un mezzo puttanone.

È stato con alcune delle fighe più eclatanti di Hollywood e non. Volete qualche nome? Claire Forlani che, dopo averla data per finzione a Nicolas Cage in The Rock, ha mandato a fanculo Cage e assieme al suo co-protagonista di Con Air, appunto John, è andata al galoppo.

John è stato anche con Uma Thurman, con quella zoccolona di Gina Gershon, con quella bella passerottina di Minnie Driver, con la figlia gnocchetta di Clint Eastwood, Alison, per una vera, impura Mezzanotte nel giardino del bene e del male, con quell’altro pezzo di gnoccolona di Neve Campbell, con Meg Ryan, che come attrice mi fa cagare ma una bottarella gliela darei molto volentieri, con quella stangona di Jennifer Love Hewitt, con quella patonza stratosferica di Rebecca Romijn e, per finire in bellezza, come si suol dire, con quella fregna esagerata di Brooke Burns.

Insomma, di primo acchito, questo John sembra un mezzo frocio. Ma a quanto pare spinge…

Filmografia alla mano, correggetemi se sbaglio, non credo che John Cusack abbia mai recitato assieme a Jennifer Connelly. Ma, secondo me, conoscendo il marpione, John ci avrebbe provato.

Perché tu non ci avresti provato a costo di finire provatissimo?

Sì, secondo me, come già scritto e detto, Jennifer ora è troppo magra.

Ma questa è stata una Phenomena abissale. Roba che, con una così, non duri più di sette minuti. Esplodi prima. Ma sono stati Sette minuti in paradiso.

Ah, il suo seno era qualcosa di disumano. Altro che Eva Green.

Come ballonzola delicatamente poetico, oserei dire, in Tutto può accadere, com’è turgido, burroso e magnificamente latteo in Scomodi omicidi, in Waking the Dead poi è davvero da infarto.

Ma il top della sua super figa-topona immane, Jennifer l’ha esibito in The Hot Spot – Il posto caldo.

Sì, la prima volta, moltissimi anni fa, quando vidi la scena di questo film in cui esce semi-ignuda dal lago e porge quel suo culo enorme al Sole, sono diventato cocente come fossi stato trafitto dal buco dell’ozono totalmente dilaniato.

Ecco, sono un uomo che non ha nulla da nascondere. Avete presente la scena in cui Sharon Stone accavalla le gambe senza mutandine in Basic Instinct e il grassone, paonazzo in viso, suda freddo? E Michael Douglas lo guarda, sogghignando?

Ecco, è meglio vedere quella scena di The Hot Spot senza amici…

Il tuo amico, all’apparire di Jennifer dinanzi ai tuoi occhi allucinati da tanta bellezza, potrebbe darti del pervertito.

Comunque, questo non succederebbe mai. Perché il tuo amico sverrebbe ancor prima di poter osservare la tua reazione.

Sì, io me la son sempre tirata da buddista asceta.

Jennifer Connelly è colei che ha mandato completamente a puttane ogni pace dei miei sensi grazie ai suoi immensi seni incandescenti.

Vogliamo dirci la verità? Jennifer Connelly faceva veramente schifo da quanto era figa.

Se fossi stata in lei, mi sarei vergognata ad andare in giro.

Sì, quando Jennifer Connelly frequentava il college, tutti i suoi studenti di corso hanno fatto la fine di Russell Crowe di A Beautiful Mind.

Ho detto tutto…

Come diceva Pozzetto: eh la Madonna!

THE HOT SPOT, Jennifer Connelly, 1990, (c) Orion

THE HOT SPOT, Jennifer Connelly, 1990, (c) Orion

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di Stefano Falotico

Hard to Be a God, è davvero dura e difficile essere un Dio ma forse solo un uomo


10 Nov

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Ecco, vorrei mostrarvi questa mia video-recensione. Ché credo sia uno dei miei video migliori in assoluto della mia folle production.

Il mio canale YouTube, che ora si chiama Joker Marino, perché io nutro davvero grosse aspettative per questo film con Phoenix e De Niro, è partito tanti anni fa, oramai, con delle cazzate pazzesche. Io che facevo parlare le caffettiere. E ha proseguito, in quest’excursus, secondo me da studiare nelle scuole, un character study, con le mie scorribande squinternate, deliranti, pazzoidi. Tra strafalcioni e anche pezzi notevoli.

E solo ora si sta davvero definendo.

È più centrato e davvero parlo con estrema chiarezza di quello che in realtà mi piace sul serio.

Vedete, ve lo posso confidare, gli ultimi anni per me son stati terribili, oserei dire agghiaccianti. E spesso, lo ammetto e un po’ me ne vergogno, ho dato in escandescenza più e più volte. Sparandole grosse.

Dopo appurate auto-indagini alla mia anima, ho capito essenzialmente questo. Perché devo cambiare? In tantissimi, nel corso della mia vita, hanno provato anche violentemente a cambiarmi.

Credo che ciò sia stato delittuoso e criminoso. Uno che adorava Taxi Driver a quattordici anni non credo possa cambiare molto. Può semmai adattarsi per sbarcare il lunario e divertirsi un po’ di più.

Ma i fallaci, miseri tentativi di volermi indottrinare a stili di vita più comuni, le lezioni moralizzatrici e moralistiche squallidamente punitive, penso che siano un oltraggio al pudore.

Sapete, negli ultimi anni, ho provato, sbagliando ancora esageratamente, a pigliar la vita, come si suol dire, a culo. E a non adombrarmi più, a fingere un finto sorriso di cortesia, soventemente recitando di essere felicissimo.

No, io mi prendo tutte le mie amarezze, le mie batoste, i miei tragicomici errori. E non chiedo più venia se qualcuno non mi sopporta. Compiacere il prossimo, perché così l’altro possa sentirsi più tranquillo nel vederti “normalizzato”, è quanto di più osceno una persona possa fare a sé stessa. Una violenza immane.

Perché snaturarsi?

Sapete, sino a un anno fa, mi ero lasciato di nuovo trascinare nel calderone e seguivo ogni partita di Calcio, anche di Premier League.

Non che non mi piaccia il Calcio, io son sempre stato abbastanza sportivo. Lo denota il fatto che nella mia camera c’è ancora quella panca per gli addominali che m’irrobustisce il busto dopo un bel paio di fettuccine.

Ma sopra la panca la capra campa e sotto la panca la capra crepa. Come sostiene il detto. E inscenare la parte dell’ignorantone che si diverte, schiamazza, tromba e fa baldoria, non poteva durare poi molto.

No, il sesso tribale e porcellesco posso apprezzarlo in film demenziali come Porky’s e anch’io, come De Sica, esasperato dalla quotidianità piccina, posso urlare… ah buzzicona, ma perché non vedi d’annà a pigliartelo inter-culo?

Ma un amante dei noir quanto può reggere in questa farsa? No, può sudare solo “freddo” come il mitico pilota de L’aereo più pazzo del mondo quando l’aereo sta per precipitare e lui, travolto da una doccia di sudore per il terrore dell’immediato, possibile impatto devastante, dice a tutti che è tutto ok.

No, non andava bene per niente. E infatti io ho ripreso a essere quello che sono sempre stato e per cui probabilmente sono nato. Un tipo ombroso, cupo, socialmente molto taciturno, pudico, ritroso e adoratore della Settima Arte totale e avviluppante. Ma anche istrionico quasi alla John Belushi. Che cazzo me ne frega se la gente, che ha letto solo due libri in vita sua, magna e scopa come scimmie?

L’idiozia e il puttanesimo non fanno parte del mio codice genetico.

È molto dura essere un “dio” in questo mondo. Si rischia di fare la fine di King Kong. Tutti i selvaggi ti adorano perché sei un bestione “speciale”. Intanto i selvaggi cazzeggiano e primitivi si accoppiano, godendosela. E tu te ne stai murato vivo e diventi un “mostro…”.

Sognando la tua bionda bellissima ma in realtà con una pinta di birra formato gigante da Homer Simpson.

Insomma, alla mia età cosa voglio dalla vita?

È veramente difficile sapere cosa si vuole. È molto più facile, ma anche più triste, omologarsi per non dispiacere nessuno. Conformarsi per essere accettati.

Lo reputo vergognoso.

Se Bergman è Bergman, se Scorsese è Scorsese, se Tarantino è Tarantino, se German ha girato Hard to Be a God, perché Falotico non può essere Falotico?

Ma un comune stronzo?

Come dice il grande Jean Reno in Ronin: niente domande, niente risposte. Questo è il nostro lavoro. Forse, questa è la lezione numero tre?

– Comunque sia hai capito?

– Che cosa dovrei capire?

– Il codice guerriero. Il gusto della battaglia, l’hai capito questo, sì? Però c’è qualcosa di più. Ti rendi conto che esiste qualcosa oltre a te stesso che tu hai bisogno di servire. Se questa necessità scompare, se la fede viene a mancare, che cosa sei? Un uomo senza padrone?

– Per adesso sono un uomo senza stipendio.

– I rōnin potevano lavorare per un nuovo padrone, o potevano lottare per sé stessi. Ma hanno scelto l’onore, hanno scelto il mito.

– Hanno scelto male.

 

De Niro risponde così a Michael Lonsdale ma sapeva benissimo che invece avevano scelto bene.

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di Stefano Falotico

Il bisbetico indomabile: non reggo più l’alcol, ma continuo a bermi tutto


10 Nov

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Sì, l’altro giorno son stato dal mio psichiatra. Sì, che c’è di male? Tre volte l’anno vado da lui per dargli cento Euro a botta. Lui, nell’ora in cui parliamo dei film con Celentano, può comprarsi coi soldi miei e degli altri clienti una nuova villa nel Chianti. Nel frattempo, mi fa bere le sue rabbie da alcolizzato che dice di curare il mio fegato amaro.

Sì, ogni tre volte l’anno il mio psichiatra controlla che abbia imparato a moderarmi. Sì. è convinto che abbia troppa voglia di scopare e quindi, coi suoi lavaggi del cervello, fa sì che per un po’ il mio bucato sia più pulito.

Come ho letto oggi su lercio.it: uomo fa pace con sé stesso dopo dieci anni e ha ricominciato a masturbarsi.

Sì, il mio psichiatra vuole che mi riappacifichi col mondo e mi accheti in una visione più buddista. A forza di farmaci antidepressivi, mi è venuta una panza, appunto, da Buddha e sublimo ogni trombata che ricevo grazie alla forza compressa delle mie budella spappolate e condensatesi ancor di più in un piagnisteo strozzato molto ombelicale.

Il mio psichiatra attuale mi ha paragonato a Jerry Lewis. A suo avviso, un genio che fa il cretino per far ridere gli scemi. Quello di prima, uno psicologo rinomato di Modena, mi aveva invece paragonato a Jim Carrey. Compreso quello di Dark Crimes. Annamo bene… sì, in Dark Crimes, Carrey interpreta la parte di un uomo serissimo, meticoloso e composto che ritiene di avere un fiuto infallibile. Tant’è vero che si scopa quella depravata della Gainsbourg. Ma non aveva capito che lei lo coglionava e alla fine l’avrebbe pure avvelenato.

Sì, Carrey in quel film è veramente “sveglio”.

Io ho un rapporto spesso sin troppo normale con le donne. Come no?

Ad esempio, vi dico questa. Negli scorsi tre mesi, ho chattato inesauribilmente con una bella bionda. Sì, una gran donna. Ha solo venticinque anni e ama la De Filippi, ma a me non fregava un cazzo dei suoi discutibili gusti televisivi. Avevo notato, sin dapprincipio, le sue slanciate gambe, la forma tonica e molto soda del suo culo ciclopico e indubbiamente, con far marpione, avevo adocchiato immediatamente la sua propensione per gli sbaciucchiamenti.

Chattavamo soprattutto la sera quando lei, dopo una giornata da commessa alla Coop, amava ascoltare le mie stronzate. Devo confidarvi che platealmente ci provava. E mi riempiva di complimenti.

Al che, trascorsi questi novanta giorni di desiderio immane, io mi son spinto un po’ oltre il lecito.

– Ecco Mariella. Vorrei farti una domanda, arrivati a questo punto.

– Dimmi, caro.

– Si è capito che voglio leccarti la figa?

 

Dunque lei, sconvolta da questa sfacciata avance volgare, ha chiuso tutti i battenti e ha cominciato a ingiuriarmi pesantemente.

– Oramai sapevo tutto di te. Mi hai raccontato ogni tuo cazzo. Di quante volte l’hai preso nel culo in questa vita di merda e tutte le sberle che ti hanno dato. Ma sino a oggi non sapevo una cosa.

– Quale?

– Che sei un pervertito.

– Anche io sapevo tutto di te. Almeno, pensavo di sapere ogni cosa. Mi hai detto che, fra una chat e l’altra col sottoscritto, ti prendevi delle pause di mezz’ora per fare i pompini a quello che del banco dei salumi. Sì, l’ho accettato. Come ho accettato anche quando mi hai detto che uno dei clienti della Coop in cui lavori non paga mai e ti rilascia solo il Bancomat quando gli fai lo sconto nel retrobottega. Ecco, conoscevo queste tue turpitudini, ma non avrei mai pensato che tu fossi una suora.

– Senti, impotente! Non farmi la predica!

 

Ho detto tutto…

 

Sì, oramai da quindici anni a questa parte, bevo al massimo una birra condita di pizza capricciosa. E un gingerino mentre ballo rincoglionito per casa come Fred Astaire, fra un’isterica che vuole bermelo tutto e la tv accesa ove mi voglion dar a bere che Carlo d’Inghilterra è un uomo del popolo.

 

No, sono un essere anomalo. Di solito, alla mia età, sia gli uomini che le donne impazziscono per il vino.

Di mio, intrattengo Jimmy il Fenomeno, schiacciando l’uva nel dar spettacolo.

Non mi pagano per questi show, il piatto piange sempre di più ma tengo allegra la gente.

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di Stefano Falotico

TOP TEN Gene Hackman


09 Nov
MISUNDERSTOOD, Gene Hackman, 1984. ©MGM

MISUNDERSTOOD, Gene Hackman, 1984. ©MGM

Sì, l’altra sera ho rivisto Lo spaventapasseri, film di una potenza immane. Tanto che ne sono ancora stordito. Poi, ieri notte, ho riguardato su Netflix Il gladiatore. Solo l’ultima mezz’ora. Io già lo dissi all’epoca ma, come sempre, mi prendeste per matto.

Il gladiatore è veramente uno dei film più sopravvalutati del mondo. È davvero una cagata. Lasciate perdere i miei scritti in cui, in frangenti in cui odo rimbombare nelle mie vene delle insane voglie vendicatrici e recrimino sulle mie sfighe, attingo al furioso Massimo Decimo Meridio per cinque minuti d’incazzatura da uomo pugnace e verace. Sono solo attimi fugaci delle mie ingiurie incazzose da uomo tanto capace che potrebbe essere sterminato a Capaci perché dice la verità, e i mafiosi non ci stanno, e anche incapace perché ho a volte la febbre e non mi tira neppure con la donna più rapace… Eh sì, Falcone!

Ma Il gladiatore, a prescindere dall’impatto subliminale che può avere su una persona, se si sente tradita o fottuta da qualche demente come Joaquin Phoenix, fa proprio schifo al cazzo.

Diciamocelo! Il finale, poi, è di una sconcezza immonda. Con tanto di computer graphics a iosa, Giannina Facio, l’ex di Fiorello, una popolana da spagnolone, messasi assieme a Ridley Scott per ravvivarlo quando non gira film malinconici come Blade Runner, e Giorgio Cantarini, sì, il bambinello de La vita è bella, che nei Campi Elisi aspettano il bellimbusto Crowe per girare assieme la nuova pubblicità della Barilla. Sì, tanto granturco e un Crowe derelitto-delirante che si è cuccato l’Oscar prima che ingrassasse come un elefante a botte di pastasciutta e vinelli francesi. E, secondo me, anche per colpa di troppe zoccole tailandesi.

Sì, a me puoi dirlo, Russell. Ti piaceva divertirti. Lo so… non fare il boy erased.

Un film tronfio, pomposo, romanesco, e intanto Isoardi Elisa lascia Salvini e quell’altra depressa incurabile di Elisa canta Se piovesse il tuo nome…

In tutto il mondo, Il gladiatore ha avuto successo e ciò dovrebbe dirla lunga sull’imbarbarimento dei gusti degli occidentali. Ancora ancorati a visioni della vita solenni da peplum semi-biblici. A inneggiare nazional-popolari agli stadi all’urlo di SPACCAGLI IL CULO! E poi la domenica a messa da santarellini.

Ah, Elena di Troia. Vieni a me, Elena Santarelli, e sarà tutta una Ferrarelle! Ah no, era quella della Rocchetta. Sì, sono un’ottima forchetta. Ecco il forcone, non darmi del troione, ti farò a polpette! Dopo il sugo, voglio fare la scarpetta. Ma come? Non ti sei neanche tolta le scarpe e già dici che puzzo? PUSSA via!

Sì, tutti si professano intellettuali al giorno d’oggi ma sono, come dico io, dei zacquari. Zacquaro, lo ribadisco, è un uomo radicalchic che si finge istruito, citando le pappardelle a memoria, così come faceva a scuola quando recitava alla maestra le guerre puniche, ma è invero un ignorantone terrificante.

Non basta saper tradurre in latino e greco per essere degli ellenici. E neppure per elevarvi al cielo. Ecco, levatevi dai coglioni e anche dagli spaghetti. Me li magno io, miei americani a Roma.

Ora, che c’entra tutto ciò con Gene Hackman? Ecco, Russell Crowe si è sempre creduto Marlon Brando. E invece è un burino da osteria dei proci, sì, proci, non porci, e ha interpretato spesso parti alla Gene Hackman. Parti da duro litigioso, arrogante, sprezzante, un tipo tosto, per la Madonna di Cristo santissimo!

E invece non ha niente della classe di Gene. Gene è uno stronzo, uno che sa il fatto suo e ridacchia come ne Lo spaventapasseri, un donnaiolo, uno che va dritto al sodo… senza panegirici. Ride, poi piange, muove alla commozione.

Di mio, sono Come Lion/Pacino, ma è un’altra storia.

Sì, è strepitoso Gene. Un compagnone, uno che, se un pederasta ti vuol fare… e ti spacca la faccia, arriva lui e gliele suona. Con uno così, ti senti protetto. Gene entra in un bar e sa come porgere l’occhiolino a quella super figa che prepara il caffè, mischiando già la schiuma del suo volerglielo shakerare senza ghiaccio. Gene ammicca con dovuta sfrontatezza, a costo di pigliarsi una sberla e un calcio nelle palle. Ma se ne fotte. Perché sa che una gli ha servito il due di picche e ad altre dieci invece regalerà il suo “picc(i)one”.

Gene è troppo forte. Lo adoro. Un uomo tenerissimo nel remake di Incompreso e un bastardo figlio di puttana ne Gli spietati. Un pezzo di merda mai visto nei vari Superman. E poi un cazzone in Frankenstein Junior. Un dio ne Il braccio violento della legge, 1 e 2, ne La conversazione, in Bersaglio di notte.

Il Presidente degli Stati Uniti più puttaniere e sadico della Storia in Potere assoluto, altro che Trump, capace di saltare da capolavori assoluti a film indegni del suo nome come Boxe. Capace di passare da Sam Raimi a Walter Hill nel giro di un colpo di pistola come Wyatt Earp. Sì, dopo Unforgiven, gli hanno offerto cinquemila ruoli da villain nei western.

E lui: – Ma non è che poi la gente dirà che interpreto sempre lo stesso ruolo? E che cazzo me ne frega? Tanto mi pagano. Poi ho già vinto due Oscar, quindi non devo dimostrare una minchia.

 

Sì, non mi va di dirvi quali sono le sue dieci migliori performance. Guardate i suoi film, fatevi la vostra idea e la vostra donna. Soprattutto fatevi mandare in quel posto.

Guardate qui… come, con charme da Oscar, appunto, lo mette nel culo ad Al Pacino e Jack Nicholson senza battere ciglio.

Comunque, ad Al Pacino non sbatté. Dopo poco avrebbe vinto come Protagonista.

Eh sì, due grandissimi amici.

Sì, Gene ha un che di Falotico.

Come no?

– Senti, Stefano, hai il tuo perché. Ma non mi piaci, lecchi troppo… – dice lei, già totalmente presa ma che altezzosamente fa finta di niente…

– Non è meglio? – rispondo io con una faccia da culo incredibile.

– Stefano?! Ma cos’è questa porcata che ho letto? Non è da te.

– Questa porcata sa il “fallo” suo.

 

Ah ah.
Insomma, dal 2008, questo Gene, nato a San Bernardino, che fa nella vita?

Vive del suo carisma.

O no?

 

di Stefano Falotico

Lezione di nichilismo e religione: Asia Argento e Fabrizio Corona sono quelli che sono, ma anche voi non siete meglio, anzi


08 Nov

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PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION

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Asia Argento e Fabrizio Corona pregano col COR-ano?

Sì, vicino a casa mia c’è una moschea. L’ho già detto e lo ridico. I musulmani, ogni venerdì, dopo l’ora di pranzo, dalle 13 e 30 alle 14 e 30, vanno a pregare Allah. Mentre io sono in quel momento in macchina e li osservo, con in bocca una caramella della Dufour, la Elah.

Ah sì, Nella valle di Elah. L’ultimo bel film di Paul Haggis. La storia di un padre, un grande Tommy Lee Jones, che cerca giustizia perché gli hanno massacrato il figlio. Ma, alla fine, accettata l’ingiustizia immane, alza la bandiera americana come in Salvate il soldato Ryan. Mah…

Fare una strage non servirebbe a niente e indietro non si può tornare.

Vicino a quella moschea, per gli occidentali che credono al potere salvifico della psichiatria, ci sono due vie, Via Basaglia e Via Freud. Non mento, controllate, sono vicine all’università d’ingegneria. Limitrofe a una bellissima gelateria ove la commessa, se le dai dieci Euro in più, ti lecca tutto il cono con tanto di “cremeria”. Sì, uomini depressi, non affidatevi alle cure mentali, ché impazzirete del tutto, strapazzate al bacio il vostro mascarpone con riscaldante “gelato alla fragolina”. Con tanto di cucchiaio e succhiatina.

Fabrizio Corona invece, dopo essere stato in carcere e venir sbattuto ai servizi sociali, ancora grida che ha subito delle sevizie. Mah, di mio so soltanto che praticava il suo “esercizio” con molto vizio. Era corrotto fino al midollo e si è permesso di entrare nella privacy altrui senza averne alcun diritto. Che tipo dritto!

Fabrizio è sempre stato un zacquaro. Ho già spiegato che significa zacquaro. In italiano diremmo tamarro, bifolco, un australopiteco di Neanderthal pieno di tatuaggi d’iguane oltre ai suoi passati guai da viscido serpente. I tatuaggi sono belli solo sulle donne, piazzati nelle attizzanti zone erogene, come le caviglie. Sui maschi sono un pugno nell’occhio.

Il zacquaro è un essere ignorantone, che parla per frasi fatte e si agghinda di crocefissi e anelloni manco fosse Tony Montana/Pacino di Scarface. Sì, Fabrizio infatti, del film di De Palma voleva farne un remake con lui protagonista.

Io ho sempre sperato che potesse realizzarlo. Nella parte di quello che lo trivella alle spalle con la mitragliatrice… il sottoscritto, con tanto di occhialoni a inchiappettarlo da negro.

E dire che, quando Fabrizio annunciò questa fake news, voi pensaste fosse vera.

Fabrizio ha sempre esercitato un enorme fascino nei confronti delle donne. Sì, le donne più sono sexy e più sono zoccole. Perché in un uomo guardano al portafogli. Fabrizio poi non è male come uomo, a parte la sua cultura medioevale. Sì, la Rodriguez sapeva che, dietro il suo gel, ci poteva essere un ottimo uccello con tanto di “piscina”. Uno con cui costruirsi un futuro, soprattutto tre ville in montagna. Ove si respira aria pulita…

Adesso è la volta di Asia Argento. Un’altra bagasciona che, pur di avere il suo ruolo in B. Monkey – Una donna da salvare, l’ha da data a quel gorilla di Weinstein, uno che scopava come una scimmia.

Poi l’ha denunciato perché Weinstein, secondo lei, è solo un porco pachidermico, un rinoceronte che deve finire nella giungla a mangiare le banane.

Asia è una delle suine più vendute nelle macellerie. Ma non è una figlia di puttana. La madre Daria Nicolodi forse non era argentea pura, ma era rispettabile. Ah, è vero, Dario è stato il regista de L’uccello dalle piume di cristallo…

Asia però non è nata virtuosamente cristallina. Asia ha definito sua madre una fallita. Invece lei è una donna “fallica”. Lo sa che quell’idiota di Morgan, uno che si è sempre creduto David Bowie e invece ha scritto le canzoni per Giovanni Veronesi. Manuale d’amore…

Questi qua però sono tutti ricchi e trombano come ricci. Qual è l’X Factor del vostro cervello di merda che permette tutto questo?

Quali bacati cromosomi down sono impiantati nella vostra genetica?

Non è colpa vostra. Miei poveri cristiani, sfruttati, umiliati e fottuti, lavorate come cani tutta la settimana per aspettare la domenica e il mercoledì di Champions, urlare in curva che Mourinho è stato partorito da una meretrice e vi esaltate dinanzi alla volée di Ronaldo Cristiano!

E poi piangete perché avete perso per autogoal.

Non vi siete mai ribellati al sistema perché, tutto sommato, il gioco valeva la candela. Sì, quella del candelabro delle vostre lagne da bruciati.

Il potere lo sa e vi piglia per i fondelli. In radio passa Ramazzotti, vita ce n’è, ancora… ripartiremo assieme.

Che non è neanche brutta. Figuratevi le sue altre degli ultimi vent’anni. Ah ah.

E figuratevi la vostra vita fra trent’anni se già a venti accettate ogni stronzata, ogni canzonetta, e riempite la panza delle mezze calzette.

Paolo Sorrentino ha sbagliato tutto con Loro. Già il titolo fa schifo. Doveva intitolarlo… Mi persi in un Silvio oscuro ché Veronica Lario retta era smarrita…

Vediamo se ci arrivate?

Davide contro Golia, contro il moloch…

Sì, è la paura di perdere già il vostro piccolo mondo nano. Paura che, se vi azzardate a combattere per la verità, chi sta a capo di tutto vi distruggerà. Paura di perdere i vostri amici che vi leccano e che compiacete per non turbarli, paura di perdere quella scema inaudita della vostra compagna perché, comunque, almeno due volte a settimana tenete caldo il pistolino… e poi ci ammorbate coi moralistici pistolotti!

Vi professate comunisti ma siete i primi capitalisti. Sfruttate da parassiti la cosiddetta cultura, parola della quale vi riempite la bocca, ché fa intellettuale figo, e poi aspettate al vostro video due visualizzazioni in più per sbarcare il lunario. Dunque, siete degli approfittatori, degli arrivisti come quelli che aspramente criticate.

È proprio vero. E lo diceva quel mafioso di Andreotti… il potere logora chi non ce l’ha.

E la retorica, aggiungo io, serve solo alla donnetta che legge Novella 2000 e assume cinquanta gocce di Valium al giorno perché è triste…

 

di Stefano Falotico

Joker vs The Punisher, un “zacquaro” contro una furia futurista


07 Nov

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Ho rivisto Taxi Driver. Vetta inarrivabile. E sappiamo quanto, attingendo da questo capolavoro e anche da Re per una notte, il pagliaccio di Phoenix sarà tinto. Orribilmente mascherato.

A proposito, Brad Pitt, secondo voi, quante donne ha pittato? È un bel, virile pittore questo Pittone di suo pitone. Nella sua vita ha trivellato Angelina Jolie. Di mio, da piccolo passavo spesso le giornate con la vicina di casa, in assenza dei miei genitori, Angela.

Angela mi catechizzava a visioni davvero ottimistiche della vita, propinandomi film come Marcellino pane e vino.

Sapete, è un film che invoglia davvero un bambino al gioco. Sì, nel finale il bambino viene ammazzato da Gesù su/dalla croce perché il bambino chiede a Cristo di poter riabbracciare sua madre. E Gesù lo accontenta.

Ah, bella roba, che Salvatore.

Quindi, dopo aver capito che con quelli della mia età, superate le scuole medie, avevo poco da spartire perché erano delle scimmiette in calore, sempre assatanate di sesso, cominciai a coltivare la mia indole metafisica, oscurandomi nella notte più dostoevskiana. Idolatrando appunto Travis di Taxi Driver, concimando la mia anima di visioni trascendenti, forse già ascese a una prospettiva lontana dalla frivolezza di questi miei coetanei spaventapasseri che trascorrevano i loro sabati sera a far bisboccia con du’ bocce in pub malfamati come l’Estragon di Bologna. Locale di pervertiti adolescenti sempre a pogare, di birre e sb… e.

Ove, dopo una settimana in cui lo prendevano in culo dai genitori che li angariavano, obbligandoli a studiare Cicerone e la congiura di Catilina, tali pubescenti ebefrenici sfogavano, declinavano tutte le loro ire represse, tambureggiando con qualche oca, più scema di loro, nei bagnetti. Sì, un posto pubico di traviati e di ninfomani.

Voi non dovete dar retta a tutte le cazzate che dico. Sono come Pacino de L’avvocato del diavolo. Mi piace gigioneggiare. E faccio ridere Keanu Reeves. Tirando fuori il linguino in ascensore, facendogli credere che leccherò la vulva di due passerone. Invero, assieme a queste due figotte, mangerò la pasta alla carbonara. E basta. Perché sono due troie. E dormirò sul mio guanciale con un sorriso da extravergine d’oliva. Mentre quelle due staranno già con qualche salame di maiale a farsi fertilizzare le loro uova intere. Succhiando come fossero spaghetti, con tanto di sale e pepe.

Sì, che volete farci? Sono un carbonaro e brucerò all’inferno in mezzo al carbone. Dall’età di quattordici anni, comunque, non ho mai più preso una cotta. Ma mi son scottato parecchie volte. Eh sì, sono un pessimo cuoco, molto distratto, e spesso mi son rovesciato il pentolone ardente sull’uccello.

Ora, veniamo al dunque. Il Joker è chiaramente, inequivocabilmente un zacquaro.

Zacquaro è una parola che non esiste in italiano. È una parola del dialetto calabro-lucano per identificare una persona cretina. Un fuori di testa, un maleducato.

È uno che, dopo averlo preso in culo in maniera co(s)mica, anziché trovarsi un lavoro come Roddy Piper di Essi vivono, fa il rompicoglioni.

The Punisher invece è uno tosto. Gli distruggono la vita, sparano a sua moglie, lo mandano in guerra, ma lui continua ad ascoltare Bruce Springsteen.

E anche questa!

Soprattutto, The Punisher è unico. Non ci sono persone così al mondo. Per questo è il più grande.

Allora perché il mio canale YouTube si chiama Joker Marino? Perché mi piace così.

 

 

di Stefano Falotico

Frances McDormand è figa (eh… ’na roba) ed evviva la mia Hollywood bianca e anche Travis Bickle!


06 Nov

Frances+McDormand+Heavenly+Bodies+Fashion+DkevdnjFFHYl


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Il più grande film di tutti i tempi

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Lezione di realismo: molte donne sono indubbiamente brutte come Frances McDormand ma non hanno vinto due Oscar…

Frances può permettersi di pavoneggiarsi.

Storie incredibili… una con la sclerosi multipla mi obbliga a comprare il suo storto libro “biopic”, io ci sto e le mostro i miei, lei diventa un mostro… e mi storpia

Sì, ma chi è ’sta gente?

Mi chiede l’amicizia una sedicente scrittrice. Al che, mi racconta la sua vicenda un po’ disgraziata. E io quasi mi commuovo. Dunque, m’induce in maniera subliminale a comprare il suo libro che narra del suo passato doloroso. Mi fornisce anche il numero dell’editrice per non farmi pagare le spese di spedizione. Io le rispondo… – Va bene. Adesso chiamo e ordino il tuo libro. Mi hai convinta, dev’essere una storia affascinante da leggere, molto toccante.

Le dico quindi che anch’io sono uno scrittore. Lei, stizzita, mi risponde che i miei libri del cazzo non le interessano.
Dunque, ancora persevera a pubblicizzarsi, mandandomi link di altre sue opere. E mi urla: – Devi comprarli, hai capito quanto ho sofferto in vita mia?! Comprali, sennò sei un mostro!

E io: – Ok, ci sto. Però dai un’occhiata anche ai miei.

Lei: – Sei uno psicopatico.

E mi blocca.

Ho detto tutto…

Ecco, capisco proprio tutto. Capisco che costei, quattro anni più giovane di me, sia avvilita dalla sua grave malattia fisica… che comunque ancora non è degenerata. Tant’è vero che mi ha confidato che, a parte un certo tremolio alle mani, il suo corpo è totalmente funzionale, è sessualmente molto attiva e i medici le hanno riferito che i primi, chiari sintomi della malattia cominceranno a “contagiarla” fra almeno trent’anni. Quindi, ha molto tempo ancora per “darci dentro”.

Capisco anche appieno che, caduta in depressione in seguito alla spiacevolissima diagnosi, allontanata dai suoi amici che hanno cominciato a guardarla come una lebbrosa, lasciata dal suo ex, intimorito dal futuro che l’avrebbe aspettato, adesso ha chiesto e ottenuto la pensione d’invalidità, nonostante sia ancora validissima, e campi con poco meno di trecento Euro al mese.

Fin qui ci arrivo.

E le dico anche che io sto messo peggio di lei, non ho certezze economiche ma, a Natale, anziché comprarle il libro che, al di là della storia profonda, leggendo l’estratto, mi pare scritto col culo, se posso, le manderò su PayPal 100 Euro.

Quello che non capisco è sostanzialmente questo.

Per chi mi avete preso? Per San Francesco? È una vita che do agli altri ma a me non date mai niente.

Perché costei dovrebbe essere più sfortunata di me e dunque io dovrei acquistarle il libro, appassionarmi alla sua storia e invece a lei dei miei libri (e i libri non nascono mai dall’oggi al domani, vi è del vissuto in essi, spesso dell’identica, eguale se non superiore sofferenza) non gliene frega un cazzo?

Io vi avverto. Dovete cambiare atteggiamento. La dignità non si conquista con l’elemosina e il pietismo.

Io sono uno che, a costo di finire sotto i ponti, non prostituirò mai la mia anima per dieci Euro in più.

E non sono uno che contatta pinco pallino o pinco pallo, persuadendolo ricattatoriamente a elargirgli un deca in maniera pateticamente compassionevole anche se stessi in punto di morte… be’, se mancassero quindici minuti al momento della mia morte, darei venti Euro all’infermiera per un po’ di “flebo”.

Insomma, tralasciando questa qui, di cui mi spiace della sua malattia ma non posso farci molto…

La verità è una. Se siete brutti/e, racchie, sfortunati o poveri, sarà ancora peggio fra qualche anno…

Se pensate che non sia così e il futuro vi sorriderà, continuate a sognare e forse presto vi regaleranno una bambola tra una partita a briscola e una pisciata storta. E dovrete pulire pure i cessi che siete.

Fidatevi…

 

Morale, un po’ immorale: Frances McDormand non è che sia mai stata, diciamo, come Jennifer Connelly (che poi anche la Connelly di adesso, smunta e stando assieme a quel Bettany che l’ha spompata, non è che sia proprio un fiore…) ma almeno è molto brava, ha sposato il fratello Coen del cazzo, che la ravviva con le sue genialità, e si è cuccata pure due Oscar.

Molte donne, esteticamente non avvenentissime, insomma, abbastanza vomitevoli da far ribrezzo anche al contadino più zotico di Andria, se la tirano perfino senza avere nessuna qualità. Gli unici “valori” che hanno sono di essere onestamente molto racchie, ai limiti della scimmia del Bengala, tristissime, tanto incurabilmente depresse che nemmeno i più luminari psichiatri laureatisi a Oxford potrebbero salvarle, lagnose, insopportabili, stupide, esaltate, culturalmente inesistenti.

Alcune di queste si salvano, sì, sono ereditarie di vari castelli della Loira, altre passeranno tutta la vita fra agonie e tormenti, inveendo sui maschi, a loro dire colpevoli di essere stronzi, e passando la giornata a scopare… il pavimento come Topolino di Fantasia.

È la verità? Purtroppo sì.

Mi aspetta un’altra giornata tosta. Quindi, vedete di non scassare la minchia.

Se non volete andare a cagare subito, ho ancora una confezione di Pursennid.

Ecco, questa ve la posso regalare.

Vi posso regalare anche i miei libri ma, se pretendete che io cambi, che mi accoppi con donne sceme per essere un normale uomo carnascialesco, avete sbagliato tutto.

Io sono Travis. Che questo vi piaccia o meno.

Un uomo dei sogni, della notte, della poesia, delle metafisica.

 

– Ho letto di lei sui giornali. Come sta, adesso?

– Ah, non era niente. Sono già guarito. I giornali le gonfiano sempre le cose. Mi fa male quando mi giro. Ma poi passa.

 

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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