Anche i diavoli terroni fanno il cul a Balanzone

30 Nov

GettyImages-Laetitia-Casta-squared

Da Wikipedia:

Balanzone, conosciuto anche con il nome di dottor Balanzone (in bolognese Dutåur Balanzån), è una maschera di origine bolognese. Appartiene alla schiera dei “vecchi” della commedia dell’arte, talvolta è chiamato dottor Graziano o semplicemente il Dottore. Nella versione goldoniana de Il servitore di due padroni prende il nome di dottor Lombardi.

 

Uomo umanista, umano, si capisce. Uomo che ha studiato i classici, fanatico di Fellini e soprattutto di un buon, rosolato piatto di tortellini. Con tutta la “besciamella” che serve alla sua signora. Povera donna che lo salvò da una vita di merda. Subito istradandolo a riprendere gli studi, sì, ma quelli magistrali.

Eh sì, perché Balanzone, nonostante se la tiri da sapientone e da dotto, da erudito e colto, è in verità solo un gran cafone, un ignobile trombone. E, alle scuole serali, fra una birra e l’altro, in quanto già precoce alcolizzato, si diplomò in maniera alticcia. Per poi allevare i figli a istruzioni da troioni e a insegnamenti “alte” da bamboccioni.

Sì, volle che i figli frequentassero il Ginnasio dopo aver appurato e (mai) considerato i loro fisici goffi, sgraziati, da impiastri impacciati e poi, (di)venuti adolescenti impasticcati, credette bene che una cultura liceale potesse renderli ellenici. Perché, imparando da latinisti sboccati, con tanto d’inglese maccheronico, la storia della Magna Grecia, avrebbero poi potuto meglio raccattare e ricattare le ragazzine inferiori del Rubbiani. E, semmai, una volta laureati, sposar le stesse, regalando loro i rubini e un rubinetto placcato oro.

Ah, ma certamente meglio di quelli del Tanari, Istituto Tecnico Commerciale per futuri impiegatini fantozziani o del catasto. Oggi, disoccupati e senza danari. Eh, già da qui, si può evincere il classi(cisi)smo e suddividere la lotta di classe in caste.

Eh sì, Balanzone è un ammiratore di Stefano Accorsi… two gust’ is megl’ che one, e sai quanto rosicava quando Stefano si scopò Laetitia Casta?

Aj, quanto era (Maix)bon’ quella “pennona”.

Ah, il panzon’ è anche fan di Avati Pupi. Uno che è stato preso a modello perfino da Bono Vox con la sua Magnificent? Ah no, chiedo venia, quello era Magnificat!

Ma il Balanzon’, dopo aver magnificato quella gran figa di Laetitia, sbavandole dietro come un maialon’, poi andava a messa in modo doviziosamente letizioso e, nonostante svolgesse un lavoretto da coglion’, recitava appunto il cantico del Vangelo secondo Luca, ove Maria ringrazia iddio per averlo salvato… da tutto questo bolognese, sporco bordello! Che ipocritone!

Eh sì, Balanzone, in casa sua si comportava come Peppone, pigliando i figli a ceffoni, ma poi si redimeva, salendo le scale del porticato che conduce alla basilica di San Luca. Appunto. Pregando in ginocchio dopo aver glorificato privatamente tutte quelle gnocche, con tanto del culo di Claudia Koll in Così fan tutte.

Perché egli ama i cardinali e i vescovi della felliniana Roma ma sa solo far predicozzi, tratta le donne come bestiame e quel che gl’importa è solo della sua panza sesquipedale.

A questo qui preferirò sempre Andrea Roncato, uno che almeno aveva la dignità di dire che amava la “peluche” e non voleva spacciarsi per educatore nei confronti di quelli da lui reputati ebetucci.

Ah, povero diavolo! Che gran genio che son stato. Ops, Un mister hula hoop.

Uno che finalmente l’ha sputtanato e gli ha tolto la maschera da vecchiaccio oramai andato. Balanzone è uno che non ha mai saputo lavorare e mai ha studiato, infatti portava solo le letterine da un ufficio all’altro e si spacciava per esperto di Lettere, non ha manco saputo argomentare il motivo bacato per il quale arbitrariamente voleva che i giovani in fiore si comportassero, a vent’anni, come rincoglioniti in calore, per indurli prematuramente alla sua lercia stoltezza di enorme corruzione, per invogliarli a una vita da puttanoni.

Socmel, dio porc’ e di un boia Giuda ladro, come ce l’ha ficcato in cul, incù, quest’uomo da “cuculo”.

 

di Stefano Falotico

 

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