Archive for October, 2018

Intervista a Giulia Di Quilio, stupenda rossa di fuoco


07 Oct

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Ebbene, oggi intervistiamo una stupenda rossa di fuoco, Giulia Di Quilio, bravissima attrice di Teatro e Cinema, tra le principali interpreti del film Non è vero ma ci credo di Stefano Anselmi, dal 4 Ottobre su tutti i grandi schermi.

Non è vero ma ci credo è l’esilarante storia di due amici per la pelle, Nunzio e Paolo, eterni soci in affari. Ma il loro sodalizio, nel corso degli anni, ha portato soltanto a fallimenti catastrofici e ora le loro mogli, frustrate dai loro continui, imperterriti insuccessi, hanno deciso di sbatterli fuori di casa. Così, Nunzio e Paolo, costretti a reinventarsi, aprono un ristorante vegetariano ma saranno preda di un critico culinario, del quale sono succubi e da cui dipende il loro destino, e giocoforza vengono pressoché obbligati a modificare radicalmente la loro cucina e a trasformare il locale in una “bisteccheria”. Il tutto avrà esiti tragicomici ed esilaranti.

Giulia Di Quilio è nata a Chieti il 14 Novembre del 1980. Dotata innatamente di una forte propensione artistica per la recitazione, decide non ancora maggiorenne di trasferirsi nella Capitale, iscrivendosi al prestigioso laboratorio teatrale Ribalte del maestro Enzo Garinei. Esordendo quindi al Cinema in Le ferie di Licu di Vittorio Moroni. Immediatamente, Giulia si mette in mostra, oltre che per la sua sconfinata bellezza e per la sua indubbia, carismatica sensualità, per il suo spiccato, versatile talento. Lavora ne La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, con Federico Moccia per Amore 14 e partecipa al film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Al contempo, prosegue brillantemente la sua carriera in Teatro, cimentandosi fra l’altro, per la regia di Antonello Avallone, alla fortunata trasposizione de La dea dellamore di Woody Allen.

Nel 2011, inoltre, scopre la sua enorme passione per il burlesque, diventando una delle finaliste dello show di Sky Uno Lady Burlesque.

Quest’anno è stata anche fra le interpreti di Un posto al sole nel ruolo del Pubblico Ministero, Clara Fiorito.

È lei che troneggia con fotogenica grinta nell’incipit del trailer di Non è vero ma ci credo della Notorious Pictures.

Perché, appunto, nel film di Stefano Anselmi recita il ruolo centrale di Maria Chiara.

1) Buongiorno, Giulia. Ci può parlare, brevemente, del suo personaggio nel film?

– Ciao a tutti, e grazie anche per le belle parole sopra citate! Nel film interpreto Maria Chiara, la moglie di Nunzio, una donna di successo, stilista di una propria linea di gioielli (Gioielli Gioiosi), che si ritrova a finanziare l’ennesima impresa fallimentare del marito, che sembra non trovare mai un lavoro serio, e dal quale si sente davvero esasperata. O almeno questo sembra essere l’incipit….

2) Non è vero ma ci credo è, se non sbaglio, la sua prima, vera e propria commedia cinematografica. È stato difficile per lei avventurarsi in quest’improvviso cambio di registro recitativo? O l’è venuto naturale sperimentare qualcosa di estremamente nuovo? L’ha trovato stimolante?

– Sì, è vero, è la prima volta che portavo un ruolo brillante al Cinema, mentre in passato ho interpretato diversi ruoli di commedia in teatro, e più recentemente anche in un progetto Lux: ovvero una puntata pilota per una serie che purtroppo non ha mai visto la luce. Trovo la commedia un genere che mi corrisponde parecchio, per il non prendersi mai troppo sul serio, e per il gusto di sentir ridere la gente, che sia in sala o dal vivo in un teatro. Lo trovo anche un modo per parlare, paradossalmente, di argomenti seri, il mio maestro di recitazione ripeteva sempre che “per far ridere bisogna essere serissimi”.

3) Che cosa l’ha attratta dalla sceneggiatura? I possibili risvolti da rocambolesca commedia degli equivoci? Come sappiamo, Nunzio Fabrizio Rotondo e Paolo Vita, oltre che essere gli omonimi protagonisti del film, assieme ad Andrea Lolli sono anche gli autori dello script.

– Mi ha colpito subito il registro grottesco e sopra le righe: per un attore le estremizzazioni sono sempre divertenti, e il ruolo di una cattiva, (che poi tanto cattiva non è), mi attraeva molto. Ci siamo divertiti a caratterizzare il mio personaggio con look colorati e modaioli, e con occhiali abbinati a ogni abito e a ogni stato d’animo. Insomma, non potevo chiedere di meglio! Inoltre, particolare non trascurabile, Maria Chiara è una patita degli oroscopi, come lo sono anche io!

4) Lei ha lavorato con maestri come Tornatore e Sorrentino. Quali sono, secondo lei, le loro differenze registiche? Rispettivamente, che tipo di approccio utilizzano coi loro attori? Che tipi sono?

– Sono state due esperienze diverse, ma entrambe molto speciali nel mio percorso di attrice. Giuseppe (Tornatore) mi ha insegnato a “giocare” al mestiere dell’attore, è stato molto protettivo nell’approccio, e con Paolo (Sorrentino) condivide l’attenzione per i dettagli, entrambi attenti a ogni minimo particolare sulla scena. De La Grande Bellezza poi ho ricordi incredibili, come quello della scena di una festa caotica, girata però alle 5 del mattino, quindi senza audio reale, non c’era la musica, e tutto era svolto sottovoce, e risultava davvero surreale vedere un “trenino” di gente scatenata nel silenzio più totale!

5) Dopo Non è vero ma ci credo ha già altri progetti attoriali a cui si sta dedicando? Vuole gentilmente svelarceli o preferisce che rimangano top secret?

– Sono felice di condividere con voi i miei prossimi impegni, che mi vedono ancora coinvolta nella serie Un posto al Sole, e inoltre anche in teatro con lo spettacolo The Secret Show con la regia di Francesco Branchetti, il 12 e 13 Dicembre prossimi, al Teatro Tor Bella Monaca di Roma, e poi in tournée in tutta Italia.

Grazie infinitamente, Giulia, per quest’intervista.

E in bocca al lupo.

Grazie a voi!

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di Stefano Falotico

Test Falotico, scoprite se siete vecchi o vi tira ancora alla grande


05 Oct

mag20Un test forse testicolare.

Si capisce che tuo padre è invecchiato quando cerca su Google l’altezza degli attori del passato e le ragioni della loro morte.

Sì, mio padre fa così. Dopo aver fatto la spesa e imbottigliato il vino, si siede e “accende” Google.

Ha scoperto, con sua somma sorpresa, che Gene Hackman, il prossimo 30 Gennaio, compirà 89 anni e da circa quindici anni non fa più film. Che Stallone è del ’46, mentre Bruce Springsteen è nato dieci giorni dopo di lui, il 23 Settembre del 1949. Mio padre, allora, si guarda allo specchio e comprende che il Boss è più gagliardo perché alla sua età sa ancora reggere un concerto di tre ore e invece lui non sa tenere per più di quattro minuti in mano la sigaretta. Perché la fuma nervosamente in trenta secondi.

A mio padre è sempre piaciuto Sean Connery. Ma non solo come attore. Proprio come uomo. Sì, mio padre non è omosessuale, altrimenti io non sarei qui a scrivere ciò, ma è pelato come Sean. Dunque, per affinità “elettive”, considera Connery un grandissimo. Sapete quella leggenda metropolitana secondo la quale gli uomini più calvi sono sessualmente più dotati? Mio padre è sempre andato in giro a dire a tutti che lui è pelato perché fra le gambe ha una specie di albero di Natale. Con tanto di palline colorate, di luci fluorescenti a intermittenza sul rosso vulcanico. Ah ah.

Mio padre si consola quando guarda le foto di Jack Nicholson alle partite di basket dei Los Angeles Lakers.

– Guarda lì che panza. E anche la faccia oramai è in stato avanzato di putrefazione. Sì, Jack si sta decomponendo. E non è molto più vecchio di me. Dunque, sì, io mi porto benissimo i miei anni.

 

Da un po’ di tempo a questa parte, mio padre è anche diventato un mezzo maniaco. Sì, alle volte andiamo al cinema assieme. A vedere film che possono piacergli. E mi sono accorto che, quando fa il biglietto alla cassa, scruta con far un po’ perverso le ragazzine tutte “attillate” che vanno a vedere i film mielosi…

– Che guardi? I culi delle ragazze?

– Macché. Penso che hanno ancora una vita davanti. E rimpiango quando me la godevo, fottendo di brutto.

 

Sì, con la vecchiaia si diventa un po’ bavosi. Soprattutto quando si è ancora sposati. Mio padre, credo, che non abbia mai tradito mia madre. A tutt’oggi nemmeno. Quando rincasa tardi la sera, è solo perché ha trovato una zoccola… in cantina e ha perso due ore ad ammazzarla, scopando poi tutto il porcume…

Mio padre si è fissato con Clint Eastwood, ch’è alto più di un metro e novanta. E, secondo lui, vista l’altezza, ha avuto sempre una bella, notevole “oca”.

– Quel Clint lì, eh sì, fa sempre la parte del buono. Ma chissà a quante bonazze ha mostrato la sua Magnum da Callaghan. Sì, è per questo che ora sembra un teschio ambulante. L’hanno spompato. Comunque, sta morendo ma ci ha dato…

 

Mio padre non ha mai amato Nanni Moretti. Perché secondo lui, dietro quei modi raffinati e moderati da uomo di Sinistra, si nasconde un mezzo frocio persino fascista. Ma non capisco perché, allora, sia sempre stato fan di D’Alema.

 

– Chi? Moretti? Nanni uguale nano. La smettesse di prendere in giro Pacino di Heat. Non vale un cazzo. Si spaccia per un genio e invece il suo Cinema, a mio avviso, è bassissimo. Non mi emoziona, non trasmette nulla se non lo smog della sua Vespa in Caro diario.

– Ma è un omaggio sentito a Pasolini.

– Mah, Pasolini. Un altro… Indubbiamente gran pensatore ma anche un rotto in culo. Pasolini uguale pisellini. E quella scena di Nanni mi ha sempre fatto addormentare. Sì, ora vado a farmi un pisolino.

Poi, stasera mangerò pasta e piselli.

 

Da vent’anni a questa parte, e non è che abbia tutti i torti, non gli piace nemmeno De Niro.

– Ma perché De Niro, ultimamente, sembra sempre quello di Flawless? Fa le smorfie con la bocca storta. Non è che ha avuto un ictus?

 

Per quanto riguarda le attrici, mio padre è ancora più lapidario.

– Sophia Loren? Un cesso. Cioè, sì, per quei tempi, ove le donne poco si curavano e non andavano in palestra, aveva indubbiamente un seno che avrebbe allattato un plotone di marines. Ma ha sempre avuto una faccia da mezzo uomo, sembrava un lupo della steppa.

– Paola Cortellesi ti piace?

– Sì, credo che non abbia trovato però il lavoro adatto alle sue caratteristiche.

– Cioè?

. Andare a far la pasta sfoglia. Sì, cucinasse un paio di tortellini.

– Ambra Angiolini?

– Ma chi se l’incula? Solo quel fruttivendolo di Allegri e quel volpone di Gianni Boncompagni. Che le ha dato una bella spinta, la classica bottarella, per metterla lì. Io la vedrei bene a fare lo scontrino in un bordello di Salerno. La verità è che non vale niente né come donna né come attrice. E ti dirò di più, figliolo. Non serve a nulla neppure come puttanella.

– Luisa Ranieri?

– Meglio suo marito.

– Ma sei frocio?

– No, mi piace Montalbano…

– E degli attori italiani del passato… chi ti piace(va)?. Gassman?

– Un esaltato, er tigre… ma de che? Soffriva di balbuzie.

– Mastroianni?

– Per l’amor di dio. La faccia da prete bugiardo per antonomasia. E, tornando alla Loren, non ho mai creduto che fossero solo amici. Ogni volta che, tutt’ora, la Loren parla di Marcello, si allupa ancora di più…

 

Ho detto tutto… Quindi, giovani, non scoraggiatevi se scrivete un libro come Arthur Rimbaud e i vostri padri leggono invece le offerte della Conad.

Comunque, dovete sapere che mio padre a trent’anni era identico a questo qui.

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E ora invece? È uguale a questo.

 

 

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Morale: mio padre non cambierà mai.

Ma nemmeno voi.

Prima almeno eravate giustificabili perché puri. Adesso, siete solo dei rincoglioniti. E la vostra vita, fidatevi, è andata a farsi fottere.

 

 

di Stefano Falotico

Eh sì, cari muli, è dura svegliarsi, è duro quando ci si sveglia


05 Oct

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Duro svegliarsi

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Pictured: Johnny Depp stars as J.M. Barrie in scene from FInding Neverland.

Pictured: Johnny Depp stars as J.M. Barrie in scene from FInding Neverland.

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Sì, come Matthew McConaughey di EdTV (titolo a volte scritto anche Ed Tv o EDtv), al risveglio, potreste avere un’erezione imbarazzante. No, nessuna telecamera ma lo sguardo puro di vostro figlio di due anni che non capisce l’ingrossamento, in quella zona lì, del pigiama.

Oppure, come Michael Peña di World Trade Center, vi affacciate al crepuscolo albeggiante e guardate la città. Pensando che il mattino abbia l’oro in bocca. E invece sarà il giorno più nefasto della storia, vostra e di quella americana.

Michael Peña, una faccia penosa, appunto, e da idiota come pochi, ma uno che lavora in cinquanta film all’anno e ora è anche in The Mule di Eastwood. La storia di un bravo vecchione, reduce di guerra che, con un piede già nella tomba, deve trovarsi un lavoro da “stagista inaspettato”. E scopre invece di essere entrato nel film Sicario.

Sì, ma gliela farà.

Molti di voi, invece, non ce la faranno. Siete troppo brutti. Al che, o vi date a una carriera da caratteristi come Michael Peña, per tirare a campare, oppure dovete studiare come degli ossessi per potervi guadagnare la vita da pseudo-intellettuali. Semmai inforcando occhialetti di sintomatico mistero come Battiato. Per far colpo sulla racchia del primo banco che segue, bagnata, ogni vostra stronzata di Storia, appunto, su Pipino il Breve.

Di mio, credo che mi farò assumere come controfigura di Johnny Depp per le scene dei suoi film, in flashback, quando era più giovane. Un lavoretto da quattro soldi ma sai che bello, fra un ciak e l’altro, mangiare il cibo in scatola nella roulotte?

La vita è anche una roulette, speriamo non russa. Voi continuate pure a farvi il grande sonno, a russare.

Ché qua c’è da farsi il culo, non prima di un caffè che te lo tira su.

 

 

di Stefano Falotico

4 Ottobre, festa del santo patronio San Petronio, ecco il Papa Falotico che balla, egli è il vero reverendo, altro che Marilyn Manson


04 Oct

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Erie Canal

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  Eh sì. Inutile aggiungere altro. Un uomo che danza sulle teste degli insipienti e fertilizza col suo Genius.  

 

 

 

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Il Boss!

 

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Bale vincerà l’Oscar per Vice e Stallone, dal set di Rambo 5, pare proprio un trimone


03 Oct

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Sì, è uscito il trailer di Vice, pronunciato vais, che significa però vice. Qualcuno, dal titolo, potrebbe scambiarlo per Miami Vice. Altri invece, contadini del granoturco, lo pronunciano mais.

Sì, nella vita ci sono i vice più potenti del mondo e anche le divine commedie con la bionda più figa che ti tenterà e finirai all’inferno. Beatrice, cioè Bice di Folco Portinari.

Mah, nel mio palazzo non c’è neanche il portinaio. Al posto di Beatrice, abbiamo nel condominio Daniela, una che passa mezz’ora a guardare la buchetta ma aspetta da una vita qualcuno che la “imbuchi”. Non scoraggiarti, Daniela. Prima o poi qualcuno t’inculerà. Abbi fede…

Mai dire mai e mai dire Di Maio. Sì, disoccupati, avete ancora un’occasione nella vita per sfondare come Sean Connery. Non rassegnatevi a una misera esistenza “allevata” a terra. Siete dei terrestri e dunque dovete portare avanti la vostra dignità, nonostante i piccioni vi caghino in testa e gli strozzini picciotti non vi lascino neppure pisciare, castrandovi nei debiti.

Sì, non vorrete mica ridurvi come Stallone di Rambo 5. Più che un texas ranger, la versione ancora più triste di Chuck Norris. Eh sì, anche Sly è indubbiamente invecchiato e ha assunto la faccia di un mugnaio dell’entroterra pugliese.

Sì, un Sylvester molto silvestre che ha perso il fascino rozzo del selvaggio sexy che fu ed è ora a cavallo di uno stallone forse non italiano. E che indossa la stessa mantellina odiosa di Nanni Moretti in Caro diario.

L’unico vero duro immarcescibile è Christian Bale. In questo caso poco bellino ma imbruttito come Dick Cheney, un bel Cicciobello.

E, visto che l’Academy ama le trasformazioni fisiche spaventose, Bale quasi sicuramente vincerà l’Oscar.

Sì, per me rimane sempre un mezzo cesso d’attore ma è secondo voi bravissimo. Perché dimagrisce e ingrassa a dismisura a una velocità pazzesca.

Sì, io l’anno scorso pesavo venti chili in più. Adesso sono dimagrito notevolmente. Ma anziché vincere l’Oscar… devo andare dal cardiologo.

 

di Stefano Falotico

Mr. Wolf risolve problemi di aggiornamento feed su Instagram e la questione del finale alternativo di Black Mirror 5, evviva il Boss!


03 Oct

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Black Mirror 5

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Tim Blake Nelson is Buster Scruggs in The Ballad of Buster Scruggs, a film by Joel and Ethan Coen.

Tim Blake Nelson is Buster Scruggs in The Ballad of Buster Scruggs, a film by Joel and Ethan Coen.


Verso le 10 antimeridiane di oggi, mercoledì 3 Ottobre 2018, la gente in Italia è stata colta dal panico.

Al che, su Facebook, son fioccati post di gente terrificata, perché ha pensato che i propri profili Instagram fossero stati cancellati.

Ora, se fossero stati elisi, sarebbe stato meglio. Molti profili sono delle puttanate, esibizione vanagloriosa di vanità stolte. Detto questo, anch’io mi ero allertato. Ma, come diceva il mitico Neffa, devi stare molto calmo…

In vostro soccorso vi è sempre Salvatore Aranzulla. No, nemmeno lui in questo caso perché di aggiornamento del feed non ne parla molto.

Il vostro account Instagram non era scomparso, relax! E non è stato violato da nessun cazzo di hacker. Quindi, andate a farvi un caffè. E statevene tranquilli. Non è che vedete complotti e “cimici” come Gene Hackman de La conversazione? Nessuno vi ha sabotato e tantomeno boicottato.

Instagram è andato momentaneamente in down. Il classico 505 Error. Risolvibile, basta aspettare. E tutto tornerà posto. L’unico che, invece, non tornerà a posto è quello che abita dalle mie parti. Ecco, non soffre né di trisomia 21, no, non è affetto da mongoloidismo, né soffre della sindrome di Down. È semplicemente scemo. “Patologia” di cui soffrono molte persone, appunto, su Instagram, che si credono Marlon Brando e hanno una faccia più inespressiva di una stampante.

Sì, la dovreste finire di dannarvi e andare nel pallone per problemi inutili. Instagram è un giochetto ma son cose le altre nella vita ben più importanti del vostro archivio di foto stronze, con linguacce e pose da puttanoni.

Comunque, se vostra moglie non è soddisfatta, chiamatemi. Sono davvero un wolf, un lupo mai visto. E la vostra donna, nell’ululante notte di gola profonda, forse perderà qualche pelo (eh, si sa, lo “strofinamento” potrebbe sbucciare le radici pilifere…), ma al mattino dopo sarà radiosa, una rosa rifiorita.

Ah ah, a parte gli scherzi.

Cos’è questa stronzata del finale alternativo di Black Mirror 5?

Innanzitutto, io non sono un patito delle serie. Tantomeno di Black Mirror, per cui voi invece andate matti. Questa storia della tecnologia dannosa mi pare una cosa vecchia come il cucco. Suvvia, non siate passatisti, sì, non siate retrivi. Non sarete mica fra quelli che dicono che si stava meglio quando si stava peggio. E che odiate gli iPhone e i cellulari? Eh sì, vi trovate in una strada di campagna, a tarda notte, e la vostra macchina si ferma. Al che, a proposito di lupi, dal bosco spuntano queste bestiacce. Voi vi barricate nell’abitacolo della macchina e non potete urlare al lupo, al lupo perché non vi siete comprati, in quanto misoneisti, un “apparecchio telefonico portatile”.

Eh sì, donne, odiate i cellulari ma gli uccelli non passano mai di moda, vero? Sono uccelli che non utilizzano la “distanza” ma son piacevoli da gustare a letto, in una comoda stanzetta. O no?

Ora, torniamo a Black Mirror. La quarta stagione, in toto, integralmente cioè, l’ho recensita e non mi è dispiaciuta. Ma ho le mie riserve, sì, tornando a Gene Hackman, sono il Keanu Reeves di The Replacements e l’eccessivo cinismo esibito nella serie creata da Charlie Brooker non mi convince appieno.

Ma che significa il finale alternativo che possiamo scegliere noi? No, no. Un film, anche un episodio di una serie, deve avere il finale del suo autore. È come se leggeste il Moby Dick di Melville e sceglieste di veder morta la balena alla terza pagina. Come se vedeste Vivere e morire a Los Angeles e voleste che William Petersen rimanesse in vita e fosse lui a sgominare Willem Dafoe. È come se, anziché essere Edward Burns in 15 minuti – Follia omicida a New York, a uccidere lo psicopatico, fosse il defunto e riesumato Bob De Niro. Con tanto di Bob che spunta da redivivo, ammazza il cattivone e alla fine va dalla sua bella riccioluta Melina Kanakaredes e le urla: – Basta coi fiorellini, vie’ qua, zoccolona. Ora ti faccio vedere la “Magnum” alla Callaghan!

Suvvia! È ancora Gary Sinise, nella vita reale, e non nelle vostre fantasie virtuali, a prendere Melina e a fargli vedere il suo “Apollo 13?”. Stavano assieme, stanno ancora appaiati? Ah ah.

Basta con queste serie televisive. True Detective 1 è bellissima ma sarebbe stata molto bella anche se fosse stato/a un film di due ore. Perché allungare il brodo?

Westworld 2 è inguardabile, una rottura di palle tremenda.

Maniac, che ho appena finito di (ri)vedere e recensire, sarebbe andato/a benissimo anche come lungometraggio di due ore.

C’era una volta in America non è una miniserie in quattro puntate, è e deve essere un filmone di quattro ore. Se poi, in questa modernità frenetica, non avete il tempo di concentrarvi per quattro ore ma volete spezzettare la visione, andate a fare in culo.

Io sono un futurista, la versione italiana di Colin Farrell di Miami Vice ma adoro anche la lentezza.

Soprattutto quando Melina Kanakaredes non vuole che a letto io duri meno della massima di Andy Warhol.

Sì, con Melina bisogna fare l’amore come si gusterebbe prosciutto e melone. Succhiando e spolpando con molta delicatezza per godere e leccare tutto l’aroma.

Ah ah.

 

Vi saluto, teste di minchia.

 

No. Morale della fava, anzi, della favola: se avessi dato retta al “finale” scelto da molte persone sul mio destino, sarei finito ad ascoltare Rocco Hunt, mendicando compassione e pietà.

Invece questa rimane una delle mie canzoni preferite:

Anche questa non è male…

Se la ritieni troppo “triste” e campagnola, troppo rustica, c’è sempre Annalisa.

Annalisa, al massimo, ha un ottimo culo.

 

 

di Stefano Falotico

Il Genius è Don Juan De Marco: un infinito leopardiano, un clown strepitoso, super video in cui recita il vostro pessimismo cosmico, io sono in formissima, voi no


02 Oct
ROCKY III, Carl Weathers, Sylvester Stallone, 1982, © United Artists/MGM

ROCKY III, Carl Weathers, Sylvester Stallone, 1982, © United Artists/MGM

Depp Don Juan


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L’infinito di Giacomo Leopardi

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Il primo Ottobre era il primo giorno di scuola, una volta: invece, il Joker, il sottoscritto, è un Ferdydurke, e mi hanno anche curato male le carie, super video


01 Oct

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Ferdydurke è una comicissima allegoria dell’infantilismo moderno: un trentenne si trova sbalzato indietro nel mondo dell’infanzia, in una ridicola classe scolastica. Cerca di ribellarsi ma scopre che essere di nuovo “immaturo” non gli dispiace affatto. La nostra società che anela a rimpicciolire gli adulti e a mutarli di nuovo in bambini è il bersaglio del feroce umorismo del grande scrittore polacco.

Questa la sinossi del capolavoro letterario di Witold Gombrovicz, che io ovviamente ho letto e voi no, capre e caprette. Eppur DiCaprio è un ottimo attore, ah ah.

Sì, son state svelate le location del Joker con Phoenix, reminiscenti di Taxi Driver. Opera magna di Scorsese e naturalmente mio film preferito, essendo io, oramai da tempo immemorabile, l’alter ego vivente, reale, toccabile, possibilmente, mie donne, scopabile, di Travis Bickle.

Sì, il fantasma di Travis Bickle, verso i quattordici anni, dopo che il capolavoro assoluto di Scorsese mi folgorò, s’impossessò della mia anima. E, per anni insormontabili, ne assunsi le fattezze fisionomiche e non, divenni l’angel heart di Bob De Niro. Ah ah. Trasfigurandomi nel suo straniero e divenendo un God’s lonely man.

Pura essenza metafisica che, anche se vedeva passare davanti a lui una super figa, manco se n’accorgeva, preso esclusivamente da “deliri” burroughsiani che occupavano ogni mio neurone, (in)castrandomi in una zona di dormiveglia esistenziale… più che esistenzialista, un po’ fancazzista. Da istrione che si pavoneggiava da solo, ballando nel vento.

Ma fu un’adolescenza comunque amabile. Poi, di colpo, questo dolce dormire sparì come per miracolo. E venni aggredito senza soluzione di continuità perché accusato di essermi interrotto. No, è una versione sbagliata. Fallata. Poco falotica. Io mai m’interruppi, al massimo gigioneggiai. Di qua e di là, danzando fra una crêpe alla Nutella, con la gente che mi diceva… , tu per vivere così, credi di essere il più bello?

Che io fossi il più bello mi pareva ovvio. Infatti, come Travis Bickle, parlavo allo specchio delle mie brame e, dal riflesso dell’essere il più bello del reame, non ero nessuno, essendo gli altri molto più brutti e invidiosi. E dunque escludendomi dal piacere delle loro stronzate.

Ah, stronzate di “gran” livello. Si procacciavano le bimbette nei disco-pub(i). Ah, che discoli, io lo sapevo, facendo finta di non aver visto nulla. Occhio non vede, cuor non si duole, soprattutto per la sanità di me stesso e del mio fegato. Ah ah.

Eppur mai me ne dispiacqui e sott’acqua navigai nelle zone lombrosiane del mio Amleto ecceziunale veramente. Sì, mi pettinavo malissimo, simil Diego Abatantuono misto a Javier Bardem di Non è un paese per vecchi. Ma questa spettinatura (sì, esiste, è sulla Treccani) era facente parte del mio personaggio, un cerbiatto, un furetto, vilipeso da chi mi considerava solo un furbetto. Va be’, sì, qualche masturbazione, non solo mentale, ci scappava. Anni straordinari di (moto)seghe migliori di quella di Bruce Campbell de L’armata delle tenebre.

Ah ah.

A parte gli schizzi, no, scherzi, un tempo le scuole riaprivano il primo Ottobre. Mah, di mio le avrei proprio chiuse. Soprattutto quelle superiori. Sì, come sosteneva Carmelo Bene, sono inutili, atte a diseducare con libri di Storia falsissima, scritta da un fascista che esaltava Mussolini, e a rincitrullire con versioni di Latino e Greco, con poemi omerici per esser trattati come Calimero da insegnanti boriosissimi e per creare l’uomo italico “ellenico”. Basta, guardate invece quella troia di Elena su Instagram, lei sì che sa come “raddrizzarvi”. Ah ah.

Sì, Elena è molto buona. Ma accetta scopate solo da uno col conto in banca di un banchiere. Ho detto tutto…

Le donne sono la mia croce e delizia. Tutte mi cercano, mi angustiano con le loro richieste ma io voglio soddisfare soltanto Emily Blunt. È un bel problema, cazzo, a questa Mary Poppins non basta certo il mio “supercalifragilistichespiralidoso”.

Sì, va detto, non per essere misogino, ma le donne credono alle favolette. Basti pensare che la figlia della mia vicina di casa è ancora convinta che la parola più lunga italiana non sia precipitevolissimevolmente ma, appunto, supercalifragilistichespiralidoso.

Questa qui come sta messa? A forza di andare a messa, nessuno gliel’ha messo. È una bigotta! E, a forza di vedere troppi film della Disney, è diventata Raperonzolo. Sì, è l’incarnazione di una favola iper-buonista, dovrebbe invece darsi alla fava del marito. Un saldatore che sa bene come “incollare”. So che il marito è un buon “incollatore” perché me l’ha confidato quello del terzo piano. Sì, quando le mogli sono in vacanza, questi due cantano il Triangolo di Renato Zero. Due tonti mai visti che non sanno neanche calcolare l’area dell’essere tanto sistemati e inquadrati nella società del cazzo, a furia di scambiare il film Rambo per un rombo… di tuono con Chuck Norris.

Comunque, precipitevolissimevolmente non è la parola più lunga dell’italiano.

La parola più lunga è esofagodermatodigiunoplastica, operazione di ricostruzione plastica, che si esegue dopo l’asportazione dell’esofago e dello stomaco.

Praticamente quella che le malelingue annali nei miei confronti stanno eseguendo dopo la figura di facce di merda che hanno fatto col sottoscritto.

Tornando invece a Ferdydurke, tutti i rimbambiti vecchi e tromboni dovrebbero riprendere posto sui banchi di scuola.

Per imparare come si sta al mondo.

E per pigliare lezioni di classe.

Si chiama sdentata.

Mie care cariatidi, io son brillante a mille carati. Ah sì, Lilli Carati, che passerona. Vi pare una volgarità? Why so serious?

 

Eh eh, adesso sgattaiolo nella notte, nel senso che, quando scende la notte, ci son molte gatte da pelare. E mi allupo. Bevendomi la bionda con ottimo “luppolo”. E lei, succhiandomi, fa glup glup.

Miei Don Chisciotte, al galoppo, mangiamo tutte le scaloppine al limone!

Ah ah.

Sono proprio un Joker-ellone. Talvolta iellato ma comunque giammai al gregge di belanti pecoroni ancor omologato.

Sono uomo dal pelo fino e pregiato. Spesso inculato ma non maciullato e vieni a me, donna, sarò per te tutto eiaculato. Introiettato!

Mi date dello psicopatico? Macché! Semplicemente, ho smesso di essere apatico.

Son lunatico, inimitabilmente Falotico.

 

 

di Stefano Falotico

 


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Dal dentista

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