Archive for October, 2018

The Mule, il poster di Eastwood e i miei libri ai posteri da “mulo”


24 Oct

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Be’, io son sempre stato un mulo. Una persona restia alle regole, ed ecco allora la gente a urlarmi asino, datti una mossa! E invece ho sempre preferito starmene di “traverso”, inseguendo la mia birbante, eastwoodiana poetica. Da uomo delle stelle che, a tarda notte, si alza ed emette una scoreggina che non arrechi disturbo ai vicini. I vicini, dovete sapere, son sempre dormienti anche quando non dormono. Nelle ore diurne, lavorano con forza e vigoria ma il loro cervello, io vi dico, è da una vita spentissimo. Forse, non è mai stato attivato. Un sonno che dura dal momento del loro concepimento, un sonno eterno. E sperano di arrivare alla pensione per riposarsi e dormire del tutto, nella beota vecchiaia più lurida, nella pigrizia mentale più inaudita. Pigliando per il culo i giovani e masticando i fegati lerci della loro pusillanimità.

Io son sempre stato abbastanza, anzi, molto diverso dai miei coetanei. Mentre loro, in “pompe” magne, eran lì, pubescenti, in qualche pub a gozzovigliare triviali, a farselo ciucciare dalle ciucce, io me stavo acquattato, tranquillo e asciutto, come i pannolini Pampers, con la cannuccia in bocca a suggere il vero Cinema poetico di Clint. Sì, ero un grande “poppante”. Un topo brillante, un visionario, diciamocelo, aitante. Tu, invece, quando baci una donna, non esserle alitante. Ma soffiale tutto il tuo cuore con gran calore. Siile ficcante e dentro di lei consenzientemente, leggiadramente v(i)olante come un aliante. Plana su quelle colline e sorvola ogni tettina in maniera spruzzante. Da alcune sarai reputato sprezzante ma l’importante è dar loro del (f)rizzante.

Clint, a mio avviso, è un mito. Gli ho dedicato un libro, un po’ folle nel mio stile, Ghiaccio arcano di romantici occhi, che potrete trovare su lulu.com.

Questa la sinossi, asini…

Un turgido omaggio al Cinema monumentale di Clint Eastwood. Indimenticabili i fotogrammi dei suoi epocali, biblici, titanici capolavori, argentei, plumbei, crepuscolari, plasmati in un magnifico libro autunnale ma potente, che plana nelle sue iridi azzurre e ci abbaglia con classica eleganza. Poetico e intagliato come liquida pietra modellata nel Cuore romantico di Clint. Raffinato, di gran classe.

E la mia saga del Cavaliere, da quello di Alcatraz a quello di Madrid, in vendita sulle migliori librerie online, compreso Amazon-Kindle e IBS.it, trattano di un personaggio che si chiama proprio Clint. In effetti è lui. Come potete vedere nella copertina de Il cavaliere di Madrid.

Un uomo che, con giacchetta di jeans, cammina nei vostri vicoli ciechi e non crede alla superstizione del gatto nero. In quanto uomo “mulo” che se ne fotte con enorme charme. Fregandosene delle vostre maldicenze e dicerie poiché, nella penombra della sua elevatezza, abbisogna solo di un po’ di dolcezza, poi di rudezza e forse anche di sputtanare le schifezze.

Un uomo Falotico. Oggi un po’ zotico, domani patetico, poi fantastico. Un uomo artistico e mai tristemente scolastico. Alcuni mi danno dello psicopatico, del semi-autistico e del nevrotico, altri, quelli che mi amano, mi danno dell’ipnotico.

Mah, di mio, in questi giorni ho la gola a pezzi. Colpa di un brutto raffreddore. E sto prendendo l’antibiotico.

Fratelli, amate il gotico, ché qui si fatica e questa vita “figa” è sempre più caotica.

 

 

di Stefano Falotico

Attori rinati: Edward Norton?


23 Oct

Un perenne enigma?

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Eh sì, cataloghiamo pure Edward Norton in questa categoria da noi ribattezzata Attori Rinati. Ma nel titolo abbiamo usato il punto interrogativo, a mo’ d’incognita.

Perché costui, considerato fin da subito una delle più promesse più rigogliose del Cinema, uno dei talenti più bravi messisi in luce a metà anni novanta, con una serpentina d’interpretazioni fenomenali da lasciarci incantati e di stucco, inspiegabilmente, si è parecchio perso per strada e incomprensibilmente, al momento, gira pochissimi film.

Edward Norton, nome completo all’anagrafe Edward Harrison Norton, nato a Boston il 18 Agosto 1969.

Il maggiore di tre figli nati da Edward Mower Norton Jr., avvocato ambientalista, e da Lydia Rouse, insegnante d’inglese.

Laureatosi a Yale in Storie e Cultura Orientale.

Poliglotta, Edward espatria a Osaka in Giappone, ove per tre anni svolge con forte dedizione attività di volontariato.

Edward però abbandona questo lavoro e torna a New York per inseguire il suo grande sogno dell’infanzia. Diventare un rinomato attore di Cinema.

E ciò, grazie alla sua bravura e alla sua forza espressiva, avviene e si concretizza magicamente.

Esordisce, pensate, a fianco di Richard Gere in Schegge di paura di Gregory Hoblit, nel 1996. E, nei panni del chierichetto dalla dubbia personalità, non solo dimostra di poter competere col navigato Gere, ma sfodera una performance magnetica, da tramortirci in segno di nostra allibita, estrema ammirazione, tanto che si aggiudica il Golden Globe e una meritatissima candidatura agli Oscar come Migliore Attore non Protagonista.

Affianca quindi Woody Harrelson in Larry Flynt – Oltre lo scandalo di Miloš Forman e Matt Damon in Rounders di John Dahl, nel ruolo dell’irresistibile pokerista gaglioffo Worm.

Dunque, trova un altro ruolo straordinario che lo consacra del tutto fra i talenti più eccezionali della sua generazioni. Quello di Derek Vinyard in American History X. Una prova attoriale da mettere i brividi. I paragoni si sprecano e Edward Norton viene paragonato al De Niro dei tempi d’oro.

Riceve la nomination come Miglior Attore, stavolta, ma viene sconfitto un po’ scandalosamente dal nostro Roberto Benigni de La vita è bella. In una cinquina di prodigiosi candidati, a mio avviso, tutti meritevoli quell’anno della massima statuetta, ovvero Nick Nolte di Affliction, Tom Hanks di Salvate il soldato Ryan e Ian McKellen di Demoni e dei, oltre naturalmente al nostro già citato e trionfatore “piccolo diavolo”.

Poi è la volta del controverso Fight Club di David Fincher con Brad Pitt. Un film a suo modo epocale che spacca la Critica, ove Edward ancora una volta interpreta la parte di un uomo sull’orlo della crisi di nervi, afflitto da forte, insanabile schizofrenia.

Esordisce alla regia, dirigendosi in Tentazioni d’amore con Ben Stiller ma il film si rivela un mezzo fiasco.

Nel 2001, invece, incontra Marlon Brando e Robert De Niro per The Score di Frank Oz. Una bella sfida da Actor’s Studio. E nuovamente Edward incarna una sorta di doppio ruolo.

Seguono Frida con la sua ex compagna nella vita reale, Salma Hayek, e il super flop Eliminate Smoochy di Danny DeVito con Robin Williams.

Per Brett Ratner è Will Graham in Red Dragon. Una delle ultime pellicole prodotte da Dino De Laurentiis, che deteneva i diritti dei romanzi su Hannibal Lecter di Thomas Harris e infatti aveva già prodotto il ben superiore Manhunter di Michael Mann con William Petersen, sempre tratto, come Red Dragon, dal romanzo Il delitto della terza luna. Il film non convince appieno, nonostante il cast altisonante. Ove, oltre ovviamente ad Anthony Hopkins, compaiono la bella Julianne Moore, Ralph Fiennes, Harvey Keitel e Philip Seymour Hoffman. Eppure l’interpretazione di Norton, con tanto di look da biondino scipito, risulta fiacca e monocorde.

Dopo questo parziale passo falso, Norton azzecca però a sorpresa un altro film portentoso, La 25ª ora del mitico Spike Lee.

E da allora, paradossalmente, la carriera di Norton, proprio all’apice dell’assoluta maturità, subisce un’improvvisa caduta.

Tanti film ma nessuno di rilievo. L’incredibile Hulk di Louis Leterrier viene assai snobbato.

Ritrova De Niro per il sottovalutato Stone di John Curran, regista col quale aveva girato anche Il velo dipinto, e diviene amico di Wes Anderson… Moonrise KingdomGrand Budapest HotelL’isola dei cani.

Nel 2014 si cucca un’altra candidatura all’Oscar per il capolavoro Birdman di Alejandro González Iñárritu.

Ma due anni dopo è nel pasticcio Collateral Beauty.

Noi comunque crediamo che Norton, nonostante centellini sempre più le sue apparizioni sul grande schermo, abbia molte frecce al suo arco.

E senza dubbio ne avremo la dimostrazione con Motherless Brooklyn, da lui diretto e interpretato assieme a Bruce Willis, Leslie Mann, Willem Dafoe e Alec Baldwin.

Un film attesissimo quanto la sua rinascita.attori-rinati-edward-norton-02 attori-rinati-edward-norton-01

 

di Stefano Falotico

John Carpenter – Prince of Darkness not lost o unlost in translation


23 Oct

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Sì, sto traducendo tutto il mio libro su Carpenter, con puntiglio oserei dire “trigonometrico”. Google Traduttore non è male, affatto. Sebbene bisogni correggere alcuni termini che inspiegabilmente non traduce e lascia invariati. Poi, dopo questa traduzione “maccheronica”, sì, mi affiderò a qualche madrelingua per dei consigli. Ma l’importante è fare il più, il grosso. Dopo si limeranno i dettagli.

Notevole questo video in cui potete vedere il mio desktop, ché io non ho nulla da nascondere, a parte un paio di normalissimi porno di pregiata fattura nell’hard disk, e potrete sbirciare per un attimo tra i miei file e soprattutto notare come ho guardato la video-recensione di Halloween di Alò e ascoltato recentemente Springsteen e pure Ramazzotti

Con tanto di Johnny Stecchino.

La realtà non è mai quella che pensiamo, vedere questa foto per credere, incredibile


22 Oct

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Realtà

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Ecco, porgo questa foto su Facebook. Al che, la gente mi chiede: ma che è? Arrivano le congetture, la gente suppone…, ah, questi supponenti. Meglio il Sole a Levante che a ponente! Si avvicendano, sì, le supposizioni. Il mistero s’infittisce. 1) è un UFO. 2) è la spada laser di Star Wars. 3) è la luce rossa di un cinema porno. 4) è un uomo al momento dell’orgasmo nel buio della notte. Sì, nell’attimo topico della sua esplosività incandescente. 5) è la copertina della nuova edizione avveniristica de Il rosso e il nero di Stendhal.   No, la risposta esatta è il mio nuovo modem di Fibra, fotografato di traverso a tarda notte mentre tu, nel frattempo, l’hai infilato dritto a tua cugina. A cui è andato storto.   Sì, la realtà è mutevole, è nell’occhio di chi guarda. Ad esempio, Grillo è stato attaccato per le sue frasi sugli autistici. Ma avete frainteso. Non voleva offendere le persone affette dalla sindrome di Asperger. Avete strumentalizzato le sue parole. Grillo non ha offeso nessuno. Ha semplicemente detto che i fascisti sono come gli autistici. Tu cerchi un confronto e loro ribadiscono le loro idee sordamente, ciecamente, senza ascoltare il pensiero democratico altrui. Come dire: Falotico scrive un libro erotico e la gente pensa che Falotico sia un pervertito. E perché mai? Falotico non ha mica scritto che vuole andare in giro a stuprare le donne. Falotico, anzi, ha scritto che le donne vanno amate, desiderate, possibilmente scopate. Se poi siete femministe frigide, non è colpa del Falotico. Nemmeno del vostro ginecologo. Come dire: se tu pensi che Scorsese sia un genio solo perché ti ha divertito con Quei bravi ragazzi, non hai capito un cazzo di Scorsese e credo neppure della tua cattiva ragazza. E poi chi l’ha detto che un panino necessiti del ripieno, dell’hamburger e del contorno di patatine fritte? Un panino può star bene anche così. Ficcato in pancia. E chi l’ha detto che il Falotico è una specie di licantropo? Egli volteggia all’alba nelle strade appena illuminate di Bologna mentre quelli in villa dormono. E, fra il dire e il fare, Falotico lupeggia. Considerate questo mio scritto una puttanata? Sì, lo è. Come la vita. La tua, non la mia. Sì, la tua vita non è quella che pensi, è quella che peni, mentre la realtà di tua moglie è di un altro pene. Pensaci, su. 44506938_10212313535176375_6436844499850231808_n 44643387_10212317203748087_9081584639448973312_n

 

 

 

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Ipotesi di realtà e teorie del complotto di tua sorella

 1) Realtà numero uno: siete crollati a pezzi e vi hanno macellato

Siamo, anzi, siete oberati da una realtà schiacciante dalla quale cercate di sfuggire con tutta la forza che avete in corpo. Ma più vi affannate, dannandovi come dei matti, per trovare le vostre stabilità, per raggiungere un po’ di omeostasi emozionale, di pace interiore, di serenità, detta come va detta, e più la downward spiral, appunto, questo circolo vizioso ineludibile, vi trascina sempre più nella melma. E, a ogni minuto che passa, assomigliate a Sam Rothstein/De Niro di Casinò. Eravate oltre, estremamente intuitivi, persone dal fiuto infallibile e invece, guarda un po’, siete state talmente geniali da perdere tutto, e ora delirate inascoltati come Jack Nicholson de La promessa. Nessuno più si fida di voi, siete risultati inattendibili, ma avevate ragione, ragione da vendere. Eppur, per colpa di umanissime, sanissime fragilità franaste, vi perdeste nella depressione e, in certi momenti, forse durati anche anni, diventaste, sempre a proposito di Nicholson, quello di Qualcosa è cambiato, misantropi, avviliti da disturbi ossessivo-compulsivi bestiali, cominciaste a segregarvi nella vostra stanzetta e, squinternati, perdeste il senno e anche il senso non solo delle cose ma anche delle cosce. E inveiste senza motivo sulle vostre persone più care, come lupi inferociti alla Shining.

In preda a incontrollabili crisi di nervi, inizialmente avete cercato di tranquillizzarvi, facendo mente locale e affidandovi alla meditazione trascendentale, alle letture di filosofia orientale, a qualche profeta che potesse illuminarvi e salvarvi dall’apoteosi delle vostre nevrosi.

Ma nemmeno questo servì, ancora una volta cadeste, precipitaste in caduta libera, sfatti come pere cotte. Al che impazziste e alla vostra porta suonarono fragorosamente quelli della Municipale per ricoverarvi in un ospedale psichiatrico. Eravate in balia delle vostre furiose rabbie, nessuno ascoltò con attenzione la vostra storia e vi sedarono come cavalli. E gironzolaste in quei putridi, osceni corridoi asettici, fra gente messa peggio di voi, che urlava da mattina a sera, sprovvista di lacci alle scarpe perché in questi posti non si possono portare i lacci. Ché poi potreste usarli, distrutti come siete e con manie suicide, per spezzarvi il polso o, se son lacci lunghi, addirittura per impiccarvi.

Ma ce la faceste. Una forza di volontà sovrumana che vi ha liberato dal girone infernale degli orrori psichiatrici. Ove gente con un potenziale enorme, solo a causa appunto delle loro estemporanee, mal dosate intemperanze, è stata ridotta come delle larve a forza di assumere farmaci potentissimi e neurolettici mostruosi. Gente che ora deambula in giro per strada con lo sguardo da zombi e non riconosce neppure i propri genitori.

Questa è una realtà.

La conoscete?

 

2) Realtà numero due: la vita è un inganno, “vincono” i furbi e chi sa vendere bene la propria merce

Siete stati sempre iper-diligenti, scrupolosi, fedeli osservatori d’integerrimi principi morali, avete letto cinquemila libri e possedete una cultura spaventosa. Eppur siete lo stesso nella merda. Anzi, era meglio se non aveste letto nessun libro. Perché avete quagliato, in termini pratici e di godimento personale, fisico, carnale o spirituale che sia, assai meno di un semianalfabeta che ha iniziato a lavorare a 14 anni, si è fatto il suo bel gruzzoletto, se ne frega altamente di chiunque e di ogni regola, e scopa da mattina a sera alla faccia dei coglioni che siete stati voi. Che pensavate che leggere Nietzsche vi avrebbe reso superuomini.

Al che, pietisticamente, elemosinate compassione, vi trovate alla vostra veneranda età con un cervello da far invidia ai più grossi e stimati luminari ma non potete dimostrare nulla. E oramai non vi assumono a lavorare neppure per pulire le scale perché siete troppo amareggiati, troppo “sporchi” nell’anima, siete marciti in seguito a troppe delusioni, e per pulire le scale ci vuole invece gente vigorosa fisicamente che, fra una stracciata e l’altra, ascolta Maledetto Luna-Park di Loredana Bertè.

E, quando rincasate e aspettate il vostro ragazzo, mettete su Gianna Nannini!

 

3) La realtà dei nerd

Un nerd lo riconosci subito. Un nerd è maniaco dei fumetti e dei cinecomic. E non sto parlando del Joker, un progetto che invece mi affascina terribilmente. Perché, almeno sulla carta, ha una sua poetica.

Il percorso del nerd è pressoché identico per tutti quelli che sono affetti da questa “malattia”.

Non ha mai creduto alle pedanterie scolastiche sui poeti classici della Letteratura italiana perché era roba triste. Roba pesante e manzoniana, foscoliani vagiti e leopardiani pessimismi cosmici.

Al che, a quindici anni ha cominciato ad appassionarsi di Anime e ha sempre preferito Akira a Shakira. Perché una come Shakira non lo cagava di striscio.

Sì, un uomo “yotobi”, un ragazzo d’oro, fantastico ma, diciamo, sessualmente poco appetibile, poco “forte”.

Sino a venticinque anni, andava benissimo dedicarsi ai fumetti. Si sognava spensierati, poi i tuoi genitori non potevano più mantenerti e allora come dovevi fare a pagare le bollette?

Ti sei creato il personaggio. E appunto un canale YouTube per tirare a campare con le visualizzazioni. E ora sei un patetico “guru”.

Uno che parla di film24h su 24, di musica fino all’ossessione ma se ti piazzano una cinepresa in cui devi recitare un monologo con la stessa forza espressiva e carismatica di Al Pacino, be’, dai su, è meglio fare una monografia su Fantozzi, no?

E ridiamo tragicomici sui nostri limiti, le nostre sfighe. Questa è la vita! Che film è uscito? Diciamo qualche altra puttanata copiata da un critico migliore di noi?

 

4) La realtà di chi si crede Michael Mann e pensa che un capolavoro come Nemico pubblico si possa girare in digitale con uno smartphone

Sì, adesso siamo pieni di “cineasti sofisticatissimi”. Non possono permettersi tutte le cineprese che usa Christopher Nolan e allora si son comprati il cellulare formato “Interstellar”. Con tutti gli optional fighi e cazzuti. Roba che l’attore preferito di Nolan, Christian Bale, di fronte al vostro super Android(e) vi fa la faccia di American Psycho, invidioso a morte di tal da voi ostentato “biglietto da visita”.

Sì, anziché girare un film con una sceneggiatura particolareggiata e piena di personaggi di spessore, andate in giro a filmare per due ore e mezza i caseggiati fatiscenti di campagna, poi scaricate il video, lo montate un po’ alla cazzo, ficcandovi in colonna sonora i pezzi del vostro sbandato amico chitarrista, ma soprattutto “catarrista”, avvelenato, sì, da troppe sigarette “grunge”, e lo spacciate per arte “vintage” del nuovo millennio.

Diverrete il nuovo Soderbergh e Park Chan-wook? Ne dubito. Anche se, a forza di figuracce, sì, impazzirete e vi rifornirete dal pusher di Traffic  e vorrete spaccare tutto come Old Boy.

Eh sì.

 

5) Il vostro amico vi aveva scambiato per Mel Gibson di Conspiracy Theory e invece si è accorto che sei braveheart

Sì, il tuo amico non capiva perché un genio come te, anziché scoparsi una come Julia Roberts, era affascinato dalla “fantascienza”. E pensò che soffrissi di schizofrenia delirante come Russell Crowe di A Beautiful Mind.

Diceva che vedevi complotti e ostilità dappertutto. E ti dava pure del comunista che odiava i comunisti. Così, appena costui si è sverginato con un’oca dalle tette mosce, si è creduto un Dio e ha cominciato a trattare tutti a pesce in faccia. Credendosi “arrivato”. Ché doveva godersela e non aveva tempo da perdere coi “vigliacchi”, gli sfigati, i poveretti e i “falliti”. La vita è una. Non si può passarla a consolare i “dementi”.

Sì, compagni, qualcuno ha tradito. Qualcuno ha fatto il maiale.

Questa merda farà la fine di Ben Barnes/Billy Russo di The Punisher?

No, perché Frank Castle perdona.

Vero, amico?

 

La realtà è quella che ci pare. Fratelli.

I cazzi son amari? Il mio no, io non ho “palle”. Questo lo sa anche quella bagascia di tua sorella.

Sì, la realtà è bellissima.

Se sei uno studentello e la tua realtà è fare il figo con una cretina e disprezzare tutti, la tua realtà è quella.

La realtà di un nano.

 

La realtà è qualcosa di molto più profondo. Non tutti possono capirla.

 

– Ma chi cazzo credi di essere? Un genio?

– No, io non sono nessuno. Noi non siamo nessuno. Siamo anime nel mondo.

E questo dovrebbero capirlo tutti.

 

E ricordate: nella vita non esistono mai scelte sbagliate, esistono scelte incomprese.

di Stefano Falotico

Se continuo così, farò la fine di Elvis


21 Oct

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Sì, Elvis the Pelvis… il Presley. Da non confondere con lo scimunito Jason Priestley.

Sì, quando avevo tredici anni, le ragazze, essendo patite di quella serie per subnormali, Beverly Hills 90210, mi paragonavano a Jason.

Sì, per anni, fui infatti molto Jason. Ma quello di Venerdì 13. Non ammazzavo nessuno ma vivevo nell’ombra.

Col tempo, ho riscoperto la mia parte giocosa, da vero Elvis. Un mito assoluto.

Ora, chiariamoci, lombrichi, i miti della musica sono pochissimi. Parlo di quelli reali, non di quelli creati dai mass media.

Jim Morrison è stato un mito. Uno totalmente scriteriato, una scimmia ridente, piangente, un uomo devastato, crepato a soli ventisette anni per abuso di droghe. Un uomo spregiudicato, scandaloso, un ibrido fra il sapiens e un rettile della Papuasia.

Un uomo da manicomio. Sì, come Kurt Cobain. Con l’unica differenza che Jim ha scritto e cantato una marea di canzoni capolavoro mentre il Kurt, dei Nirvana, ne ha azzeccate, a mio avviso, solo due tre. Il resto sono tutte uguali. E, se non si suicidava, l’avrebbero internato all’ospedale psichiatrico di Teramo ove, Courtney Love, gli avrebbe fatto visita, facendolo impazzire di più nel dirgli che, in sua assenza, si scopava Lenny Kravitz.

Bob Marley? Sì, questo “mostro” di Predator con le treccine versione negro odiato da Salvini, era un grande, l’inventore del reggae. Le canzoni di Bob mettono di buon umore. Anche se vale lo stesso discorso del Cobain, il re del grunge. Le canzoni di Bob si assomigliano tutte.

Bruce Springsteen? Sì, potrete dire che è un tamarro e altre zozzerie di sorta e di sorrata, e l’altra assurdità, messa in giro da qualche pederasta, secondo cui da Nebraska in poi non ha più realizzato album memorabili.

Tutte idiozie. Springsteen è il Boss, quest’uomo lombrosiano, che s’infoia sul palco, una specie di Sylvester Stallone dall’anima romantica simil ultimo dei Mohicani.

I Beatles? Mah. Sì, qualcosina. Ma perlopiù son canzoni per donne col libro di psicologia sul comò, vicino al letto. Sono delle lagne spaventose le canzoni dei Beatles.

Meglio i Rolling Stones, e lo sapeva benissimo Gil Renard/De Niro di The Fan.

Sì, se come De Niro di Terapia e pallottole, avete il cosiddetto “ammosciamento”, il vecchio Mick Jagger ve lo tira su, senza bisogno di psichiatri della mutua alla Billy Crystal.

Adesso, Mick è diventato come zio Tibia di Notte Horror. Un cesso d’uomo. Non è che prima fosse assai meglio, a dire il vero. Ma possedeva il fascino da canguro (sì, si dimenava e saltava sempre sul palco) della miglior Australia.

Freddie Mercury. E la dovreste finire di scrivere Freddy.  Fra poco esce Bohemian Rhapsody. Mah, siamo sinceri, i Queen hanno fatto il loro tempo. E, a quei tempi, mi eccitava molto di più Laura Freddi, una bionda dalle cosce inaudite, uno spettacolo, roba da We Will Rock You.

Sì, io credo di aver sempre vissuto per massaggiare i capelli di una donna e intonare con lei un medley.

Ad esempio, l’altra sera c’era la finale mondiale di volley femminile. Non l’ho guardata apposta. Innanzitutto, son meglio appunto le palle al volo in una donna che la pallavolo che ti fa venire due coglioni della madonna.

Sì, non guardo mai la pallavolo. Altrimenti, mi viene l’ulcera. E, come James Woods di Videodrome, poi m’immergo nel televisore per volermi scopare tutte queste gnocche pazzesche.

Avete visto che roba quella Cristina Chirichella? Di faccia fa schifo al cazzo, una rara faccia da scema mai vista, ma ha un paio di gambe più lunghe della Pan-American-Highway. E lì, sì, che il pen sgomma su curve da Indianapolis che devi fare rifornimento di gasolio prima di altre “pompe”.

Meglio non trombarsi una così. Se sei un uomo dai sani principi morali, basta solo che quella Chirichella ti monti addosso per tre secondi e diventi Jack Nicholson di Shining.

Fidatevi.

Michael Jackson? Era un bel neretto, questo qui. Volle diventare bianco e s’innamorò pure della donna con gli occhi viola, Liz Taylor. Son cose che si fanno?

Adesso abbiamo Bruno Mars. Mah, al Mars ho sempre preferito il Twix, barretta di cioccolato molto meno mielosa. Sì, Mars mi sta sullo stomaco. Ah ah.

Shakira? Mah, da una vita aspetto che giri un porno. Ha un fondoschiena che neanche la portaerei USS George H. W. Bush (CVN-77). Per il resto, Shakira, vai appunto a dar via il culo.

Rihanna. Mi pare di averla intravista l’altra sera vicino a Casalecchio di Reno, qui nei pressi di Bologna. Sì, era sotto un cavalcavia a spompinare uno. Un’ottima negrona. Ma mi han detto che non prende 50 Euro a botta, ma un milione di dollari a concerto. Son cose che si fanno?

In Italia, siam messi malissimo.

A proposito, quand’è che lo ZABAIONE dei Tiromancino non si spara in bocca?

 

Sì, io ballo, sempre più puro. Come il mitico Elvis.

Voi vorreste dirmi che non sono uguale a lui?elvis-presley-morte


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di Stefano Falotico

In attesa della seconda stagione di The Punisher, scene ad alto tasso emozionale, capolavoro, e io rileggo il Moby Dick e tutto Dostoevskij


21 Oct

Dostoevskij


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Moby Dick incipit

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    Sì, dieci giorni fa son venuti gli imbianchini a casa mia, mettendo a soqquadro tutto. Al che, la testa di cazzo, il mastro capo, a metà Ottobre, in una giornata abbastanza rigida, così, perché gli tirava il culo, ha spalancato tutte le finestre e acceso il ventilatore. – Scusi, che cazzo sta facendo? Si muore di freddo – l’apostrofai con far irritato. – Ebbe’, sto sudando come un porco. È una faticaccia imbiancare tutte queste pareti. Devo prendere aria. – Sì, ma a me piglierà un malanno. – Non si preoccupi. Non è così freddo. – Potrebbe almeno spegnere, per cortesia, il ventilatore? – No, ho caldo. – Non basta averle aperto tutte le finestre di casa? – No. – Senta, solo mezz’ora però. Questi spifferi maledetti mi stanno uccidendo. – Va bene.  

Ecco, una mezz’ora fatale. Tant’è vero che, da quel giorno, mi son beccato un accidente. E mi è presa una laringite tremenda. Mi è venuta la voce di Linda Blair de L’esorcista da orco deficiente. A metà strada fra il Christian Bale di Batman quando parla in “falsetto” e il grande Jon Bernthal di The Punisher quando s’incazza. E grugnisce, ringhia. E così, in questo fine Ottobre malinconico, ancora una volta prendo in mano il capolavoro letterario di Herman Melville, il magnifico Moby Dick. E lo leggo in questa maniera. Sì, poi vado su IBS.it e scopro che, nella bellissima edizione della Newton Compton, alcuni dei più grandi capolavori di Dostoevskij vengono a solo 2 Euro e 80! No, non è un eBook, ma un libro-tomo stupendo. Lo accatto. Bentornato, Frank!


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Masterpiece

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Bentornato Frank

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Flavio Bucci ha speso tutto in vodka e cocaina: così sfoga la sua rabbia, e dire che pensavo l’avesse sbranato il cane “arrabbiato” di Suspiria, cari cagnacci


19 Oct

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Sì, è stato Daniel nel capolavoro di Argento. Il cieco che viene preso a mali parole dalla pazza Alida Valli perché immondamente accusato di aver molestato un bambino, il pupillo viziatissimo simil Macaulay Culkin della scuola stregonesca.

Adesso, Flavio vive in una casa famiglia. Oberato dalle sue scelte “sbagliate”, dalla sua vita traviata, puttanesca e immiserita fino a dissanguarlo. Un uomo rovinato dalle circostanze o soltanto uno che, dopo aver scialacquato ogni ben di Dio, godendosela come un cavallo imbizzarrito, non vuole più che gli si rivolgano sguardi compassionevoli ma vivere la sua cristologica passione senza sprezzo della vergogna?

Sì, perché in quest’Italia moralista, ove vige quell’oscenità del Vaticano, ove ogni giorno si scoprono gli altarini della Chiesa, lui non ha da discolparsi di nulla e non deve, certo, chiedere scusa a un fantomatico Cristo del cazzo.

«La vita è una ed è tua, puoi farci quello che vuoi. Non mi sento colpevole verso nessuno, non ho rimpianti oppure se preferisce posso anche dirle che ne ho, tanto non potrei cambiare niente. La verità è che tutti ti pretendono a loro immagine e somiglianza, però io sono come sono. Non mi voglio assolvere da solo e non voglio nemmeno andare in Paradiso, che poi sai che noia lassù», sghignazza tonante e tossisce Flavio Bucci, 71 anni, grigio e scarruffato, tuta blu, ciabatte e un bastone con la testa di cane che gli sostiene il passo malfermo del femore e dell’anima, fratturati e mai guariti, mentre accende e spegne e riaccende sigarette nel posacenere di plastica colmo di cicche, accanto all’espresso del bar nella bottiglietta del succo di frutta. «Mi fanno male? Bah, c’è una sola cosa che ti uccide, però non lo sai mai prima, quale sarà».

 

Sì, per arrivare a questo un uomo deve aver avuto, parafrasando Aldo Busi, i coglioni per prenderlo nel culo…

Un uomo che non ti saresti mai aspettato che sarebbe “degenerato”. Invece lui se n’è fottuto.

Ma così andrà per tutti. Sì, d’adolescente sei un sognatore coccolato mentre adulti boriosi ti sputano addosso il loro marciume, tesi come sono soltanto a tirar a campare, preoccupati di arrivare a fine mese, raccattando dignità pusillanimi da fetentoni. E ti dicono di volerti bene! No, non fanno il tuo bene. Credono che la tua felicità consista nel far sì che tu possa crearti, fin da subito, una maschera da bravo ragazzo modello e inappuntabile, cosicché nessuno ti criticherà e, dopo esserti semmai laureato, dopo tanta prodiga buona volontà ferrea, accederai al mondo dei totali piaceri. Scopando come una scimmia, sfruttando e coglionando i deboli, gli ingenui e i creduloni, i buoni… a nulla, quelli che non ce l’hanno fatta, e tirandotela da gagà col macchinone sempre “farcito” di qualche troiona. Tanto, poveri i fessi che hanno abboccato alla parola del “salvatore”. Non c’è nessun Dio, non c’è niente dopo la morte. C’è solo questa vita troia. E quindi goditela e non farti fottere.

Sì, finita l’età dell’innocenza, il mondo ai tuoi occhi si svelerà nel suo stupendo orrore. Allora, hai due possibilità. O accetti il gioco o ti soggiogano. O ti dai come un comune maiale o ti scanneranno come un porco.

Il grande Rino Gaetano cantava…

un mondo diverso, ma fatto di sesso, chi vivrà… vedrà.

Rino, con la simpatia che lo contraddistingueva, lo diceva in maniera giocosa, esuberante, guascona. Stanley Kubrick ce l’ha sbattuto in faccia in Eyes Wide Shut in maniera nudamente stronzissima. Come se poi non lo sapessimo. Io, ad esempio, ho sempre saputo che quelli che andavano a messa erano i primi consumatori di puttanazze. Messaline!

Al che ecco che chi è povero urla che il suo lavoro non gli basta e che i calciatori dovrebbero vergognarsi di guadagnare certe cifre. E a questo povero i benpensanti paraculi gli gridano addosso che è un fallito e la dovrebbe smettere d’inneggiare al bieco populismo.

Chi ha studiato tutta una vita, l’ha preso in culo più di un analfabeta. Perché almeno l’analfabeta non capisce un cazzo e ride come un ebete da mattina a sera. L’uomo troppo colto, sin troppo consapevole, adesso è finito in cura psichiatrica ove lo imbottiscono di farmaci lobotomizzanti perché, avendo capito troppo, perse la pazienza e divenne un paziente, gli rifilarono un TSO e quindi deve stare attento anche a pronunciare un vaffanculo sennò gli diranno che è troppo aggressivo e va, di contenzioni farmacologiche, represso nuovamente, con castrazioni e via dicendo, anche se vuol vedere il culo di Jennifer Lopez in qualche film per casalinghe dementi che amano le storie da Barbara D’Urso come nel tremendo Via dall’incubo.

Adesso, il genio maledetto è angariato come Fantozzi. Il suo fisico, da bello, asciutto e palestrato, in seguito a queste merde di farmaci repressivi, è a pera e lui è a pecora. Mentre lo psichiatra, un cafone mai visto che non ha mai guardato Essi vivono, fa le pecorine con le sue brave agnelline.

Ecco allora che impazza la confusione ideologica. Se sei troppo sexy come Alain Delon, ti dicono che dovresti tirartela molto meno ed essere più discreto e anonimo, non un esibizionista della tua sfrontata, arrogante forza sessuale. Insomma, che dovresti “fantozzizzarti” per essere “normale”. Ma se sei, appunto, Fantozzi, ti dicono che non sarai mai Alain Delon. Giù di derisioni!

Mah, di mio, fra Brad Pitt e Alain Delon, preferisco Flavio Bucci. Un uomo vero, con tutti i suoi sbagli, le sue stronzate, le sue cazzate.

Un uomo finito nella merda. Un grande!

Questa invece è la mia faccia. Se non ti sta bene, c’è sempre una zoccola su Instagram.

Ed ecco una canzone meravigliosa. Una puttanata magnifica di doppio senso. Baby doll nel senso di bambina bambolina o nel senso proprio di mutandina ridottissima per giochini di adulti trombanti quando non tromboni?

Se non ti piace, è appena uscita la nuova canzone di Ramazzotti.

Cosa faccio, in effetti, nella vita oltre a scrivere mille libri?

Lo stronzo. Ah ah.

Non sono così? Infatti, sono peggio. Ah ah.

Se vuoi darmi del matto, fai pure. Meglio esser matti che musoni.

Insomma, per farla breve. Sono cambiato? Macché. E, comunque, fatevela lunga. Anche sotto. Ah ah.

E ricordate, mie battone: io sono un battutista e, se mi va, anche un batterista.

E non voglio altre pulizie da Giovanni Battista e nemmeno le canzoni false di Battisti.

Chiaro, merdosi coprofagi? Ah ah. Evviva i profughi! Ah ah!

E pasta e fagioli! Per te, donnaccia, un pestone e un magro pisello.

 

 

di Stefano Falotico


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Andate a fanculo

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Indosso ancora la mia giacchetta da Steve Burns/Pacino di Cruising e penetro… le vostre promiscuità, da uomo rigettato(si)… nella mischia, nei femminili muschi, anche in Mischa


18 Oct

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Sì, un giubbotto anche da Village People. Che occhieggia alla tua parte omosessuale da Boy George e da Miguel Bosé mentre sei ancora fermo a masturbarti su quella villana popolana di Maria Monsè.

Io, liberatomi dalla schiavitù dei faraoni, come Mosè ho avuto i comandamenti da me stesso, cioè Dio, e ora mi apro a ogni faraona, condendola con altre patate. Aprendo le acque… col mio “bastone” saggio che tutte assaggia e scaldando il forno a legna di mozzarella fumante. Che “formaggio!”.

E mi son rivisto, nel tepore delle mie notti da lupo solitario, quel capolavoro ch’è Cruising, mica roba per froci da A Star is Born. Ah ah. Svegliate quei fringuelli, lasciate che volino e, come dei violini, senza violar nessuna ma accortamente pizzicandole con delicatezza e quindi con grintosa irrequietezza, modulandovi violacei orgasmi un(i)ti e prelibati, fate sì che assieme a codeste, ignude, possiate involarvi in canti alati.

È in questo film che Pacino diventa davvero tamarro col chiodo e gli psicopatici inchioda.  Fottendoli! Ah ah!

In questo film c’è un altro attore magnifico. Che fa la macchietta fra macchioline di sperma, tunnel da drogati, pleniluni da licantropi, discoteche da Warriors, infatti c’è il grande James Remar. Per balli allupati, isterici, malati, perversi, sudati, voyeuristici, troioni. Con gli speroni da stalloni. Sì, Joe Spinell, amico di Stallone Sylvester.

Morto alla sola età di cinquantadue anni. Un attore, o meglio caratterista, che è comparso in alcuni dei miei film preferiti in assoluto, pur pronunciando in ciascuno di essi solo tre battute in croce.

Che meraviglioso cammeo in Taxi Driver. È il datore di “lavoro” di Travis. Che gli chiede che studi abbia fatto e Bob/Bickle, con faccia di merda da schiaffi, gli risponde… alla buona.

Ed è Gazzo nei primi Rocky. Fa il padrino al matrimonio di Balboa. E, nella vita reale, battezzò il vero figlio di Sly, Sage. Crepato.

Sì, Spinell, un uomo che mi ha sempre ricordato il padre di un ragazzo con cui giocavo a Calcio nei Pulcini, Ortisi. Un siculo ignorantissimo ma simpaticissimo, un uomo cazzuto ma dall’eloquio incomprensibile, un tipo da Pacino alla Donnie Brasco.

Un personaggio storico. Mica i puttanazzoni che siete voi.

Continuate a farvi le foto su Instagram con le vostre facce inculabili da paraculi incurabili.

Io invece mi accatto questa jacket. Modello imbattibile!

Ah ah!

Da uomo che profuma al naturale del suo carisma bestiale.

Un vero Genius.

Ricordate: il Genius naviga sott’acqua e t’incula. È schizzato! Ficcante!

Ah ah.

 

di Stefano Falotico

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Steve Cruising

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In futuro, cioè oggi, tutti avranno 15 minuti di celebrità, io molti di più, soprattutto a letto


17 Oct

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Sì, ieri sera ho rivisto 15 minuti. Il film di Herzfeld con De Niro, che pochi giorni fa avevo recensito e ora ne ho aggiustato qualche tiro. È il vostro tiro che proprio non va. Proprio non tira, eh? State sempre a piangervi addosso, spettacoli osceni di pietistiche lagne che siete, a lamentarvi perché quella del palazzo accanto non vi ha salutato stamattina. E ve ne fate una croce, eiaculando i vostri tormenti amorosi in strazi abominevoli dei vostri fegati spappolati. Ma abbiate fede: se son rose fioriranno, se saranno spine, sì, è un Getsemani e vi aspetta la morte. Perché Giuda v’inculerà e Maddalena non ve la darà. Ah ah. Ecco, come mi trovate? Sbarbato, con “stigmate” di una lametta troppo tagliente, armoniosamente fluttuante nel donar a voi donne ogni mimosa. Poiché non dovete curarvi dalla frigidità a Villa Erbosa ma gustar con me quella bella cavità rosa nel mio darvelo di furore rosso. Perché, in quanto poeta, vi conquisto con la mia poetica prosa e poi proviamo tutte le posizioni liricamente innamorate della metrica baciata sotto e sopra, ma non sarai mia sposa, solo una fragolina a me deliziosa. Anche afosa. Non diventarmi astiosa se, dopo la notte avventurosa, ti manderò a fanculo nonostante la scopata favolosa.

 

 

 

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Sì, sono molto ambito dalle donne. Sono il migliore Edward Burns che mai sarete. Una faccia da culo tremenda, emula di Richard Gere con una leggera pancetta e un sorriso da clown da fare invidia al Circo Togni. Ma a quanto pare piaccio per questa mia sfacciataggine odorosa d’infiniti orgasmi a iosa. Vieni a me, donna lussuriosa, ti bacerò tutta la tua cosa pelosa o solo glabra eppur calorosa e ce la spasseremo, durando tutta la notte focosa.

Sì, sono un genio, va detto. So scherzare sulle mie sfighe come nessun altro. Siete voi che non sapete schizzare sulle vostre fighe. È un brutto casino, sapete. Sì, in quel casino vi spillano tanti soldi e vi trombate pure delle racchie.

Ecco una Vera… figa. Una Farmiga che ti fa arrossire… la cosiddetta red passion. E torniamo a Cristo.

Non fatemi la fine di questo, eh?


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Scena s-cult

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Sì, le donne sanno raddrizzartelo ma sanno anche distorcere tutto. Vai da una e le chiedi gentilmente di poterla conoscere e lei ti risponde ch’è fidanzata e il fidanzato è geloso. Conoscersi non significa scopare, ha un’ampia sfumatura di significati. Perché pensate sempre a quello, mie donne? E poi saremmo noi i predatori cinici e abietti? Siete voi ipocrite e, diciamocelo, un po’ zoccole. Uno vi chiede che lavoro fate e voi pensate che vogliamo farvi.

In effetti, avete ragione, ah ah. Perché, sinceramente, alla gente non frega un cazzo della tua anima.

Una verità orribile ma la verità del mondo che avete voluto. Quindi, non rompete più i coglioni.

Memorie del sottosopra: su Rolling Stone Italia paragonano Dostoevskij a un hater odierno, mentre io sono sempre più (pus) underground di mie stranger things


17 Oct

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Roco

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Ecco, come anche le pietre sanno, Taxi Driver è il mio film preferito. Ma non tutti sanno che il suo sceneggiatore, l’esimio Paul Schrader, oltre ad attingere a Lo straniero di Camus, all’epoca non aveva ancora conosciuto i poteri nutrizionali miracolosi della pizza al Kamut, e dunque era un pessimista contro ogni positivismo da Cinema di Muccino, e s’ispirò anche alle immortali Memorie dal sottosuolo di Dostoevskij.

Invece, nelle scorse ore, sulla rivista Rolling Stone Italia, ove fino a pochi mesi fa la “direttrice” era Selvaggia Lucarelli, una buona solo a leccar l’uccello del Morgan che fu, spacciandosi per anticonformista maggiorata contro la maggioranza meno falsa di lei, è comparso un articolo abominevole, firmato da Enrico Dal Buono. Buono a che?

Ove il suo “pregevole” autore sostiene che, se Fëdor fosse nato oggi, avrebbe nutrito odi sociali da hater e probabilmente l’avrebbero sbattuto in qualche centro di disintossicazione mentale.

Parafrasando Nanni Moretti di Caro diario: ecco, penso: ma chi scrive queste cose, non è che la sera, magari prima di addormentarsi, ha un momento di rimorso?

Sai cosa stavo pensando? Io stavo pensando una cosa molto triste: cioè che io, anche in una società più decente di questa, mi troverò sempre con una minoranza di persone. Ma non nel senso di quei film dove c’è un uomo e una donna che si odiano, si sbranano su un’sola deserta perché il regista non crede nelle persone. Io credo nelle persone, però non credo nella maggioranza delle persone: mi sa che mi troverò sempre a mio agio e d’accordo con una minoranza.

 

Frase che Nanni rivolge a uno col macchinone mentre aspetta che si alzino le asticelle del passaggio a livello.

Sì, dovete sapere che io son stato anche considerato “socialmente pericoloso” perché, anziché, amare film come L’ultimo bacio e melense, ecumeniche, dolciastre piaggerie piccolo-borghesi, ritengo che Ghost Dog del Jarmusch sia un capolavoro.

Ma, a differenza di Moretti, considero anche Henry del McNaughton un film magnifico. Sì, sono un essere “purulento”, vero pus underground! E la gente perbenisticamente ipocrita, infatti, mi urla pussa via!

Sì, al che “zigoviaggio” nei miei strange days di un’adolescenza perduta, inutilmente inseguita e probabilmente mai avuta né goduta.

E mi ricordo che proprio non andavo d’accordo coi miei coetanei appena cominciai a prendere coscienza di come funzionavano le cose. Anche le cosce. Cioè che, “ruffiani” come Harvey Keitel, i cosiddetti papponi del magna-magna(ccia) generale, non avrebbero mai capito le mie melanconie e le avrebbero scambiate per demenza. Dandomi dell’incosciente perché lor “buoni” pensavano solo a come cuocersi un paio di femminili cosciotte. Ah, povero il mio Don Chisciotte!

Sapete, all’epoca, non c’era Internet e non potevi esternare i tuoi pensieri, trovare gente con la quale instaurare empatie e sintonie emozionali, e quindi mi chiusi parecchio. Stagnando in una zona angosciatamente “morta”, in cui languii nel mutismo, semmai sognando una donna pura come Winona Ryder prima che diventasse la zitella di Stranger Things. Quella che ti scopi tu, cinquantenne pesantissimo.

Appena cominciai a svelarmi, dopo che al servizio civile mi fecero ascoltare Lou Reed e i cantanti maledetti, compresi che indubbiamente ero stato coglionato. Mi ribellai ma venni nuovamente preso per coglione, più che maudit, inaudito.

Be’, so che oggi mi piacerebbe “rosolare” una donna castana, baciandola come se stessi sgranocchiando una castagna. Ma sarò ancora sfigatissimo. Faremo un figlio e io lo porterò a Castagneto Carducci.

Ma lui morirà per un male incurabile.

E io, travolto dal dolore, scriverò un capolavoro di mio pianto antico:

 

L’albero a cui tendevi
la pargoletta mano,
il verde melograno
da’ bei vermigli fior,

nel muto orto solingo
rinverdì tutto or ora,
e giugno lo ristora
di luce e di calor.

Tu fior de la mia pianta
percossa e inaridita,
tu de l’inutil vita
estremo unico fior,

sei ne la terra fredda,
sei ne la terra negra
né il sol più ti rallegra
né ti risveglia amor
.

 

Ecco, a distanza e a fronte di tutto, Taxi Driver rimane il mio film preferito.

Sapete, da piccolo avevo un sogno. Ora ve lo confido.

Sognavo di svegliarmi a tarda notte, di mettere in una busta della spesa delle cibarie appetitose, di aprire la porta di casa senza far rumore, quatto quatto di scendere le scale e di portare la cena al diavolo.

Sì, già all’epoca ero “schizofrenico” come Mick Jagger e adoravo Sympathy for the Devil…

Anche perché accendo la radio e son passate due canzoni davvero “belle”.


Sì, Francesco Sarcina, un sorcino. Parla sempre di orgasmi per commesse frustrate e di lenzuola sporche per ebefrenici maniaci di tettine.

E Zampaglione. Uno che, se sei triste, t’istiga al suicidio con le sue rotture di palle.

Poi dici che uno non deve essere una persona “negativa”.

Ecco, dovremmo chiudere le radio italiane e continuare ad ascoltare quel “rozzo, ignorante, cafone, incolto, burino, bovaro” di Bruce Springsteen. Radio Nowhere!

 

 

di Stefano Falotico

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