Ebbene sì, verso le 14, cioè alle due del pomeriggio, hanno suonato all’unisono al mio campanello due postini differenti.
– Chi è?
– Sono il postino. Corriere…
– Devo scendere io a ritirarlo?
– Sì, ovvio.
Ebbe’, ai postini fa sempre male il culo. Tranne quando nell’appartamento, tutta sola, c’è Jessica Lange e Jack Nicholson che suona due volte. Drin drin, che trombata…
Mentre penso ciò, afferro le chiavi, chiudo la porta, aspetto l’ascensore (anche a me fa male il culo scendere le scale) e arrivo al piano terra, al pianerottolo dell’entrata del palazzo, cosicché mi trovo due uomini anziché uno solo.
– E lei chi è?
– Sono il postino.
– E lei invece?
– Sono il postino.
– Siete entrambi qui per me?
– Sì, abbiamo un pacco, doppio pacco.
– Anche il contropaccotto come nel film di Nanni Loy?
– No, non amiamo il cinema – rispondono in contemporanea tutti e due.
– Ora, io aspettavo dei pacchi proprio molto inerenti il Cinema, con la C maiuscola.
– Be’, non sappiamo cosa ci sia qua dentro. Ci hanno detto di consegnarli a lei. È lei Falotico?
– Sì, sono io, anche se a volte dimentico di esserlo.
– Firmi qui.
– Firmi qui.
– Un attimo, prima firmo una ricevuta e poi l’altra.
– Ecco la penna.
– Ecco la penna.
– Posso sceglierne una per entrambe le firme?
– Sì, la mia è meglio.
– Sì, la mia è meglio.
– Sono ottime penne, sì. Scelgo questa, così, a occhio mi sembra avere più inchiostro.
Bene, torno nel mio appartamento e scarto i pacchi, sperando che non m’abbiano tirato un pacco. Anche perché ho pagato anticipatamente per entrambi i pacchi e il pagamento non è retroattivo. Dunque, se dentro quei polistiroli non c’è quello che aspetto, è come quando fissi un appuntamento con una donna. Fremi per incontrarla, per scartarla e toglierle il cellophane della sua maschera da borghese troppo sulle sue, e poi scopri che non è una donna. Sì, è un uomo grande e grosso, è Sylvester Stallone de I falchi della notte. Ma tu, quindi anche io, non sei/sono Rutger Hauer, cioè uno psicopatico, sei un povero sfigato di merda e quello è solo un transessuale che per mesi, sotto un falso profilo, si è spacciato per donna. Tutti i tuoi sogni amorosi sono andati a puttane in un nanosecondo agghiacciante. Sì, gli piacevi, non ebbe il coraggio di rivelarti la sua vera natura sessuale e ci provò… ma gli andò male, molto male.
Comunque sia, nei pacchi ci sono il Blu-ray di Bronx col mio nome e cognome stampato sul retro, assieme agli altri 500 che si sono aggiudicati la copia limitatissima da collezione speciale, e le mie due copie personali del cartaceo su Carpenter.
Sì, ho ordinato solo due copie. Una da tenere immacolata come una reliquia, l’altra da sfogliare con delicatezza e imbrodarmi del mio talento recensorio.
Un tempo, ordinavo più copie personali per donarle a parenti e a amici. Ma non lo faccio più per due ragioni. Innanzitutto, se vogliono un mio libro, se lo devono comprare, ché di fare Babbo Natale e San Francesco mi son rotto i coglioni, poi la maggioranza dei miei parenti non capisce un cazzo di Cinema. Neanche di Letteratura, e prendono i miei libri, quando glieli regalo, solo per arredare la mensola della biblioteca. Una biblioteca poverissima e impolverata. Di amici non ne ho molti, pochissimi, e i pochi che ho… sono invidiosi e non vogliono darmi soddisfazione. Potrei anche aver scritto, come probabilmente è, un libro da premio Nobel e mi direbbero che è una schifezza perché distrutti nel fegato spappolato da rosiconi. Maledetti bastardelli, ah ah!
Sì, la mia vita è stata sempre contrassegnata dall’invidia. Appena titubai a livello istituzionalmente scolastico, il mio amico delle scuole medie, che ha sempre saputo di essere molto meno sveglio e bello di me, andò a calunniarmi con l’ex professoressa di matematica. Che, peraltro, abitava e abita ancora proprio nel mio palazzo.
– Lo sa che Stefano vuole farsi i cazzi suoi e crede che la matematica non gli servirà a niente?
– Davvero? Ma che mi dici?
– Sì, è così. Pare che si sia ammalato di Bob De Niro, guarda tutti i suoi film. E pensa di essere Travis Bickle.
– Be’, allora è un davvero avanti, mio caro Gabriele. De Niro è il mio attore preferito. Tu guardi ancora i film con Paolo Villaggio?
– Sì. Ah sì?
– Sì, stronzone. A te che cazzo frega diffamare il tuo ex migliore amico?
Sì, Gabriele lo prese nel culo. E da allora, essendo io venuto a sapere delle sue maldicenze sul sottoscritto, si vergogna profondamente del suo atto sconsideratamente malizioso. Tant’è vero che gli offrii l’amicizia su Facebook, due anni fa, e mi bloccò. Per paura del confronto.
Non vale un cazzo.
Sì, nel 2004, su per giù, io feci qualcosa di mostruosamente geniale, uno di quei colpi bestiali sfacciatissimi. Dopo essermi ibernato sessualmente durante la mia (non) adolescenza, contattai una su un sito d’incontri. Mi piaceva, adesso per niente.
– Ciao. Mi piaci. Voglio scoparti.
– Tu chi sei?
– Voglio scoparti, ripeto.
A quel punto, voi lecitamente vi chiederete… be’, non t’ha mandato a fanculo?
No, mi sono sverginato con lei.
Così, alla prima, e fui appunto diretto, sfrontato come Pacino di Scarface con Michelle Pfeiffer. Fascino di carisma incommensurabile.
Sì, con lei non parlavo molto prima dello sverginamento. Ma lei diceva ch’emanavo sex appeal impressionante e mi sbranò come una tigre.
Sì, ve l’ho detto che da allora non mi sono del tutto ripreso dalla botta? L’uccello ha funzionato alla perfezione da quella serata in poi, il cervello molto meno.
In realtà, sono un enorme bugiardo. Ciò che avete letto sino a questo momento è l’allucinante, purissima verità. Ciò che leggerete nel mio libro su John è un’immensa genialità.
E questo è il mio quartiere.
Attenzione. Non vi dico in quale punto ma, per un attimo indistinguibile, la mia faccia appare riflessa simil Profondo rosso.
Al che faccio leggere questa mia monografia su Carpenter a un professore del DAMS.
– Dottor Falotico, mi complimento con lei. Davvero molto bella, le sono sincero.
– Grazie mille, ma io non sono dottore.
– Non mi prenda per il culo.
– No, non sono dottore.
– E lei dove ha imparato tutte queste cose?
– Io sono il Genius. È sempre stato così…
– Capisco.
Tornando invece a Bronx, no, non è un capolavoro ma, ribadisco, un signor film. Un esordio alla regia del mitico Bob con un’opera sincera, sentita, figlia delle sue origini. E non ha voluto strafare, sapendo di non girare un’opera immortale, consegnando a Chazz Palminteri il suo ruolo più bello di sempre. Che splendida amicizia! Dammi retta: se non si allunga verso lo sportello a togliere la sicura per farti entrare, significa che è una grande egoista, e quello è solo la punta dell’iceberg. Mollala, e mollala alla svelta.
Io avrei aggiunto anche: è pure una grande troia.
Fidatevi, io la realtà la conosco. Siete voi che sbandate.
E questo, come direbbe Moretti, è vero pus underground!
Lunga vita ad Artù!
di Stefano Falotico
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