Sì, che fate? Non vi accalorate, non sbracciate, il mio libro monografico su Carpenter, che avrà una copertina realizzata secondo mie direttive da una grafica, che probabilmente è anche una gran figa, è quasi pronto. No, ancora no. Sarà sulle catene librarie verso la fine di Settembre, forse nei primi di Ottobre, o per extrema ratio a Novembre, come in una canzone di Giusy Ferreri. Una ragazza con cui forse feci l’amore si chiamava di cognome Ferraro e ultimamente sto corteggiando una che della mia ex ragazza ha lo stesso nome e cognome. Perché amo le doppiette, i doppioni e forse, se il libro venderà parecchio, potrò trombarmi una della famiglia Ferrero sulla Ferrari.
Ecco, dopo questa stronzata, passiamo a cose serie.
Sì, qui o forse qua, non so dove stia Quo, forse è coccolato da Paperino, troverete già le mie recensioni su questo splendido Maestro. Non le trovate? Cercate allora nel net e scoprirete il mio nettare.
Ogni volta che porto a compimento un libro, è un eccezionale penare. Sì, dopo averlo partorito di tanto pensare, arriva il momento di editare. E allora bisogna ricontrollare tutto il testo con molti test per appurare che il refuso non rovini la magnifica intelaiatura, ma ecco che compare l’inaspettato errore-orrore grossolano e dalla rabbia ti prenderesti a testate, devi notare bene che il discorso fili meglio della racchia che ti fa il filo, perché non è Arianna ma tu potresti essere il Minotauro o forse solo un minorato, e poi ti troverai una figlia minorenne che ti chiederà l’assistenzialismo e voterai per un governo che incita alla libera diffusione della droga.
Scrivere una monografia implica inserire tantissimi nomi, date, durate, dettagli tecnici, parole gergali della cinematografia. Ed è un compito improbo non scivolare nella pecca. Ah, beccata, subito aggiustata.
Carpenter, nonostante non mai abbia fatto mainstream, è uno della Grande Mecca. E tu, donna, lecca…
Ma io sono un perfezionista cosicché, dico cosicché ma potrei dire anche giacché, miei uomini in giacca, se online compaiono giustamente recensioni che, per le parole straniere o di derivazione inglese, usano sempre il corsivo nella dicitura, in quanto recensioni a sé stanti, nella monografia importa soltanto che compaiano una volta e basta in tale grafia, altrimenti sarei ripetitivo. Il libro dev’essere ben assestato.
Avete notato? Prima ho messo l’indicativo compaiono e poi il congiuntivo compaiano. Ma il tuo nome, scusa, in quale enciclopedia compare? In nessuna? Fa lo stesso. Andiamoci a bere un Campari.
Ecco allora che suspense appare, così almen mi pare, due volte in corsivo, e avverto già profonda tensione a prefigurarmi che comparirà in corsivo anche un’altra volta. Ah, spunta quando meno te l’aspetti. Da dietro la virgola e, puf, t’incula.
Al che, l’attrice di Distretto 13 e Halloween, Nancy Kyes, si faceva chiamare spesso Nancy Loomis. Che nome devo mettere? Metto tutti e due. In Halloween tre attori diversi interpretano Michael Myers, ma uno non è un attore, è uno preso dalla strada e in quell’altro film Carpenter fa la comparsata ma non lo si vede in volto. Ah, voglio che questo mio libro sia preciso e non venga inviso. Tu, invece, alla tua amante devi venire sulla faccia. Tanto siete due facce di merda.
A proposito, come mai a distanza di due anni, la Kyes in Distretto 13 è abbastanza gnocca e invece in Halloween fa la bruttina allocca? Ma son cose da fare?
Ah sì, La cosa… glielo ficco… che Morricone ha riutilizzato la sua stessa colonna sonora per The Hateful Eight? No, Tarantino non ci sta in questo libro. Questo è un libro coi contro-cazzi senza citazionismi e omaggi.
E come mai Mereghetti ha fatto lievitare le stellette di Starman da due, da mezza ciofeca, a tre piene, e prima descriveva la pellicola come un melò fantascientifico patetico, adesso come un film che farebbe piangere anche Hitler? Tornando a The Thing, prima gli aveva appioppato due incomprensibili stellette e mezzo, adesso è assurto in cuor suo a capolavoro assoluto.
Fanculo! Tanto Paolo non ci sarà nel mio libro. Lui abbassa e alza tutto ma non si china per alzar la gonna.
Si sa, io sono il signore del male, e infliggo pene… meglio se a una molto bella che mi (di)strugge con qualcosa che, caldo, abbisogna che tu lo eriga. Caldo? No, meglio al femminile, calda.
Sì, sono molto erigente, no, esigente. Ah, in Distretto 13 c’è il nero Tenente del cazzo che vuole il suo caffè…
– Nero?
– Da oltre trent’anni.
– Testa di cazzo?
– Vedrai quindi che alle donne piacerai a prima vista…
E sarà SEME della follia o forse solo come te, scemo nella pazzia.
Di mio faccio razzia, perché non son razzista. Anche le mulatte son ottime.
Quindi il libro è pronto?
Are you ready? Quando si può to read? Chiedetelo al nome del personaggio di Kurt Russell… a MacReady?
No, a Jack Burton.
Che Jena che sono! Ah ah.
di Stefano Falotico
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