È uscito nella sale italiane Dogman. Film sull’abiezione.
abiezióne (o abbiezióne) s. f. [dal lat. abiectio –onis, der. di abiectus «abietto»]. – Stato di avvilimento o di bassezza morale: pur nella presente a. conserva qualche cosa della sua antica dignità; cadere nell’a.; risollevarsi dall’abiezione. Nella pratica ascetica, atteggiamento di umiltà eroica per cui si rinuncia alla propria personalità o dignità, ricercando uno stato abituale di vita ritenuto spregevole dall’opinione comune.
Devo essere molto sincero e per nulla caritatevole verso un mondo che, nel propagarsi smisurato d’idiozie sovrane, persevera nell’omertà e nel finto benessere a distillare, con scadenze regolari, le sue violenze quotidiane. Viviamo in un mondo ove i giovani, ancora acerbi, dunque puri nei loro sogni vengono perennemente ricattati da adulti boriosi e strafottenti, che sanno impartire loro soltanto le più, appunto, abiette diritture morali. Perciò immorali. E, trovandosi in uno stato di continua incertezza, di precarietà emozionale, sprovvisti dei basamenti anche economici per poter autodeterminarsi, sono così esposti alla mercé del mercimonio di massa, del porcile laido e cafone che urla loro in faccia lo squallido, menefreghista, indifferente, ipocrita… crescete!
Ah sì, un chirurgo che opera al cuore merita di guadagnarsi tanti soldi perché salva vite umane. E di quale vite umane stiamo parlando? Del triviale consumismo che si riverbera, giorno dopo giorno, monotono e recrudescente, su Instagram, diventato un’enorme casa d’appuntamento ove signorine in gamba… esibiscono le loro grazie armoniche per esser corteggiate virulentemente, virilmente nella sua accezione più maschilista e pregna di rozzezza, da uomini perfino sposati, che cercano avventure, scappatelle per sfuggire al grigio torpore avvilente e castrante dello stesso sistema di vita che tanto difendono e si son affannati a montare… in gloria carnale? Traditori infidi, persino infingardi delle loro bugie iterate a ogni canto del gallo mattutino che scandisce l’inizio di una nuova giornata suina, supina. Questa smania del lavoro. Il lavoro concepito come sofferenza schiavistica per procacciare soldi che poi servano a divertimenti vacui, frivoli, edonistici e osceni. Il lavoro nobilita l’uomo? No, per come è inteso oggi, o forse per come sempre è stato inteso in questa Storia che ripete sé stessa generazione dopo generazione, ingenerando orrore sempre più mascherato da giustezza perbenista, è soltanto un escamotage per celarsi dietro maschere da Eyes Wide Shut.
Sapete, in passato mi hanno fregato tante di quelle volte che oramai vi ho fatto un callo che neanche la pieta pomice più adamantina potrebbe sanarmi.
E, scalzo come Gesù, cammino sulle acque della mia dignità magmatica, magnetica, folle e spacciata per delirante, perché soffro della “malattia metafisica”, del piacere immane della trascendenza in un mondo ove tutti animalescamente pomiciano, credendo in false scienze. Più che altro alle scemenze.
Quante ne ho sentite dire sulla mia persona. Perché dovevo essere uno come tutti gli altri. Che accontentava i genitori, accodandosi alle regole più manichee, e avrei dovuto frequentare una scuola “alta” così avrei scremato classisticamente, grazie al mio fascistico classicismo, tutti i deboli, i diversi, quelli che proprio non ce la fanno. Sì, così mi sarei attorniato di hostess scosciatissime che passano il tempo a farsi selfie mentre mangiano al ristorante i manicaretti dei loro insaziabili desideri erotici. Sanno di essere belle e allora possono avere tutti gli uccelli che vogliono, mentre gli aerei viaggiano al di sopra dei poveri fessi che vivono fra le nuvole.
Eh sì, oggi si è fessi se si scrive un racconto del terrore alla Edgar Allan Poe. Perché che val la pena addentrarsi nelle profondità delle nostre anime quando basta farsi il culo per avere tanti culi?
Al che, uno psicopatico su Facebook, dietro un profilo falso mi manda foto di prostitute dell’Est, perché pensa che io menta sul mio ascetismo e sia sol uno sfigato “maniaco-ossessivo” che di notte va sui viali. Ecco il mondo che avete (s)fatto, e poi non vi lamentate se qualcuno perde la testa. Vergognatevi!
Io sono l’incarnazione dell’abiezione. E dinanzi a questa società farò sempre obiezione. Sì, fui anche obiettore di coscienza, soprattutto della mia. Ma a che servì svolgere il servizio civile se il mondo è sempre popolato da incivili?
Un tempo nelle scuole insegnavano Educazione Civica. Adesso insegnano educazione cinica. E non mi stupisco che vadano di moda robe come Black Mirror.
Ahimè! E dire che potevo avere una vita elegante come Anouk Aimée.
Ma forse un giorno andrò a vivere a Paris e dimenticherò un passato in cui solo come matto apparii…
Adesso, scusate, devo portar fuori il cane a pisciare. Un cane migliore di voi. Perché quando fa delle cagate le fa dove può… senza smerdare nelle “proprietà private” altrui.
E ricordate: gli uomini non si misurano neanche secondo il Cinema di Garrone. Siamo tutti messi “a garrese”.
Io, comunque, ancora non mi sono arres’.
di Stefano Falotico
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