Archive for May, 2018

L’immarcescibile Sylvester Stallone sarà ancora Rambo


07 May

sylvester-stallone-ancora-rambo-copertina

Ebbene sì, da non crederci? Invece è tutto vero. Sylvester Stallone rivestirà ancora una volta, nonostante l’età avanzata, uno dei suoi più iconici e mitici personaggi in Rambo V.

Non è uno scherzo né il solito, patetico rumor messo in giro da qualche buontempone. La notizia è ufficiale ed è stata diramata da Screen International in esclusiva, e poi è rimbalzata sui maggiori siti di news cinematografiche, attestata peraltro da Deadline.

L’attore riprenderà il suo leggendario e celeberrimo ruolo nel quinto “episodio” del franchise Rambo.

E la trama sarà su per giù questa: l’attempato John Rambo, ritiratosi a vita privata in un ranch, sarà costretto a tornare in azione quando la figlia di un suo caro amico viene rapita dopo che si era recata in Messico per partecipare a una festa. E John s’imbatterà in un pericoloso giro di prostituzione gestito da un re del crimine.

Rambo dovrà sgominare il criminale e salvare la ragazza, e si avvarrà perfino dell’aiuto di un giornalista la cui figlia a sua volta è stata presa in ostaggio.

A quanto pare, le riprese dovrebbero cominciare abbastanza presto, già a Settembre fra location mozzafiato e suggestive che andranno da Londra alla Bulgaria fin alle Isole Canarie.

Il film sarà prodotto da Avi Lerner, grande amico di Stallone, produttore peraltro de I mercenari, e il film sarà presentato al Festival di Cannes, che inizierà fra pochissimi giorni, affinché possa essere acquistato da possibili finanziatori.

Ricordiamo, per chi non lo sapesse, che Sylvester Stallone il prossimo 6 Luglio, che è oramai alle porte, compirà la bellezza di settantadue anni.

Sarà credibile nei panni di Rambo o vi pare troppo vecchio per un ruolo del genere?

 

di Stefano Falotico

Ho sempre avuto l’impressione che molti critici italiani odino Sorrentino perché sono berlusconiani


06 May
SET DEL FILM "LA GIOVINEZZA" DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

SET DEL FILM “LA GIOVINEZZA” DI PAOLO SORRENTINO.NELLA FOTO RACHEL WEISZ.FOTO DI GIANNI FIORITO

Odiatori. Odino, da non confondere col dio della guerra di Thor perché l’accento è diverso, sì, da odiare, cari uomini ricchi che fate sempre tuffi in piscine piene di iodio. E poi collezionate le bamboline di Yoda, quando da imperatori galattici delle vostre super fighe imperiali vi annoiate un po’ e volete recuperare la forza perduta…

Odino, non odano, da udire e uditemi, miei uditori. Odo cori di persone che si accaniscono contro Loro. Chi sono costoro? Essi non voglion tradire il padrone e allora s’intonano al cattivo coro di chi lo stronca di tutto Arcore, no, core.

Sì, sulla rivista Spietati, Sorrentino è odiato e gli gridano, tramite stilettate più logorroiche delle facili battute di Youth, che deve morire.

Scrivono che Sorrentino vive di banalità epigrammatiche, ed è la stessa gente che scrive folklore con la k per dare un tocco estetizzante al loro accanimento verso l’estetismo di Paolo. Lasciate che Paolo gozzovigli di CGI sulla pallina da tennis di Maradona, vi sia mancino di colpi “bassi” e ci mostri le cosce di Rachel Weisz in tutto bianco, ceruleo splendore statuario. Perché io sono il suo scalatore e la cingo sulla montagna rocciosa del mio montarla come Philip Seymour Hoffman fa con Marisa Tomei in Onora il padre e la madre. Una scena che apre il film e t’invoglia alla sodomia. Mai seppi che la Tomei fosse così gnocca sebbene abbia da sempre sostenuto che il suo viso da castorina sia di un sexy micidiale. Sì, quell’obeso Hoffman grufola e si compiace di quel sesso anale godereccio da vero porcellino con la panza piena. Eh sì, uomini da Mike Bongiorno, allegria e ogni valletta sarà la ruota della fortuna di altro sesso vostro maialesco.

Eh sì, come possiamo prendere seriamente recensioni così…

La Grande Bellezza è la sintomatica conferma, e cristallizzazione, di una “tendenza” incapace oramai di occultare un’assenza di sguardo, di prospettive, non solo di risposte ma di domande. Potremmo chiamare questa tendenza “barocchesco”: un profluvio di movimenti di macchina e di effetti senza affetti, un bozzettismo avvilente, un grottesco che ottunde le asperità invece di potenziarle.

Avete capito, uomini anaffettivi e troppo affettati, forse solo di eiaculazione precoce affrettati? Affetti senza effetti? C’è della vita vissuta davvero per scrivere una puttanata di questo livello. Questi sono “piani alti”.

Comunque Loro non m’interessa, so già tutto su Silvio, me lo confidò dopo avermi raccontato una barzelletta che vi ha reso critici tonti. Mi offrì la possibilità di scopare una di Canale 5 ma optai per La 7ima e scelsi un’ottava di lei in DO maggiore sul bemolle di un letto da uomo in più.

E su questa stronzata vado a mangiare il gelato all’amarena. Perché è da leccare come una donna che a te si dà calda come la troppa carne al fuoco di questi critici fritti e mai io vi dico veramente ritti.

Sono un dritto? No, qualche volta piscio storto. Ma faccio delle cagate migliori di queste merde.

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU'RE DEAD 07-26-2006 Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato Shoot Day 13 Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY) "Charles uncontrolably upset about Nanette shooting" "Andy & Gina listen" Philip Seymour Hoffman (Andy) Albert Finney (Charles) Marisa Tomei (Gina) Photo Credit - Will Hart

BEFORE THE DEVIL KNOWS YOU’RE DEAD 07-26-2006
Director: Sidney Lumet DP: Ron Fortunato
Shoot Day 13
Scene 80 (Int) Hospital cafeteria (DAY)
“Charles uncontrolably upset about Nanette shooting”
“Andy & Gina listen”
Philip Seymour Hoffman (Andy)
Albert Finney (Charles)
Marisa Tomei (Gina)
Photo Credit – Will Hart

thor_il_mondo_delle_tenebre_foto_05_Anthony_Hopkins_Chris_Hemsworth

 

di Stefano Falotico

Un sabato su Internet, video geniale di capture della mia mente


05 May

31944749_10211229599758667_4584299095039934464_n160829_joe_chinatown_00037_ywnrh_whynot_3867

Condividiamo spesso il nostro mondo interiore, con la pretesa che una massa di analfabeti sappia leggerlo.

(Goethe)

Io, a differenza del Faust di Goethe, appunto, mai vendetti l’anima al diavolo eppur mi piace piluccare il “desktop” delle mie emozioni trasfuse, fra trailer esaltanti, attori carismatici, donne con le gonne da farti sobbalzare, cosce da mille e una notte, figli d’arte di Tognazzi ben inferiori al padre, e visioni coming soon.

Vabbe’.

Avete notato che nei film, quando mostrano uno che chatta, che ne so su Whatsapp e affini, su Facebook o su Instagram, i messaggi che visualizziamo da spettatori sono perfettamente digitati con tanto di punteggiatura a postissimo?

Irrealtà pura. La “messaggistica” è spesso incasinata, nessuno scrive da letterato in uno scambio di battute fra amici, ed è per questo che nel mio video, se noterete bene, digito una è al posto della p. Perché sono umano, non sono un film formalmente ineccepibile. E nemmeno vorrei esserlo.

Evviva la caotica umanità. Ora, ballare e offro da bere io.

Speriamo che con una bella donna possa “venire” meglio. In maniera più vocalmente, diciamo, sentita… reciprocamente condivisa. Comunque, ricordate, se una donna urla durante l’amplesso, o siete John Holmes oppure finge spudoratamente.

 

Parlo di Cinema e di donne con cognizione di causa, poiché “tocco con mano”, cado in fallo, e dunque sfarfallo


04 May

Jessica Rabbit

Sì, uno dei grandi, insormontabili problemi per chi scrive molto come un ossesso è il refuso. Quella parola che pensavi di aver scritto correttamente e poi, alla milionesima rilettura, scopri che era sbagliata, hai digitato male, e va editata. La fretta è cattiva consigliera ed essendo fluviale io alle volte finisco in un mare d’imprecisioni. Ma son così meticoloso dal poi “riassettare” tutto e all’acqua, alla battesimale fonte della mia saggezza torrenziale io mi abbevero sempre. Ma non smetto mai di documentarmi e leggere.

Sì, son uno che sempre legge, in quanto leggenda, e leggendo dovete (e)leggermi.

Sì, leggenda non è un mito ma il singolare femminile del gerundio leggendo. Sì, ah ah. Ed è per questo che io sono come Will Smith, I Am Legend. Ah ah.

Ma è sulla parte “femminile” della mia persona sconfinata che vorrei per un attimo la mia attenzione confinare. Sì, le donne mi attraggono in maniera eloquente, oserei dire. Sono un pessimo attore quando guardo una donna. Lei capisce lontano un miglio che mi piace. Ma io provo disperatamente a celare il mio sguardo lupesco dietro una finta impassibilità da Buster Keaton, andando incontro a figure storiche come Bradley Cooper di American Hustle.

Non son solo le farfalline alla Jessica Rabbit a catalizzare i miei sguardi. Che bel verbo catalizzare… è che poche volte, come si suol dire, riesco a “capitalizzare”. In fatto di donne non sarò mai un capitalista come Berlusconi. Egli le irretì grazie all’arma seduttiva dei soldi. Ma questo Silvio di Toni Servillo non mi piace. Il fallo, no, il fatto non è che sia una caricatura ridondante e scimmiottesca da Bagaglino, è che mi pare davvero sforzato il suo accento milanese, perché Servillo è platealmente meridionale e gli stona quel trucco. Quel parrucchino non ha la cosiddetta “inflessione” naturale per le cosce… ed è per questo che poco mi par credibile nei panni di un predatore come Berlusconi. Servillo sarà per sempre Gambardella, un apatico sognatore, uno che concima il suo vuoto esistenziale con delle giraffe e con le Ferrari… Ah, Isabella, gnocca di classe, bionda le cui gambe io pitterei con l’“acquerello” del pisello, no, di pastello e orgasmi liquidi come spruzzate impressionistiche di van Gogh. No, quale natura morta da Raffaello, per te la banana ben si accorderebbe alla tua pelle di pesca, e snocciolerei le mie gonadi maschili come arachidi sgranocchianti per nostri orgasmi scimmieschi e piccanti. Son peccante, peccami, piccami. Piluccante… Sì, mia mela, apriti e in me addolcisciti come kiwi, quando pennellerò le tue pere nel battito del mio frutto secco, spompato e succhiato come melone fresco di un’afosa estate con la tua caliente spagnola. Posati come prosciutto nudo e crudo e saremo mortadelle col mio “formaggio” pecoreccio, perché il pecorino lo lasciamo a quel caprone che segue l’ammansito gregge. Ah sì, è grossolano come Ezio Greggio, invece la mia pastorizia è raffinata ma comunque ama la pecorina.

Sì, un tempo pensavo che fosse basso come Bob Hoskins andare da una donna e dirle sei una gran figa. Invece, ho scoperto che fa piacere a tutte, nonostante fingano di dispiacersene. Inizialmente se la prendono ma poi, essendo tu stato così gioiosamente diretto, lo prendon dritto. Rittissimo, alle volte sghembo tra le lor infuocate gambe ma son queste qui rettrici di ogni copulazione gaudentemente erettiva e ficcante. Ah, che “finezza”, che elettiva affinità in questo reciproco diletto e anche negli altrui letti. Che traditrici a me che bellamente fotto i lor mariti. Sì, mie amatrici, plurale della città Amatrice, son un giusto amante terremotante? L’importante è che crollino le mutande. Anche dopo un’amatriciana, sì, che sughino…

E la vita acquista un sen(s)o più fruttuoso. Poi, pendon dalle mie labbra quando parlo di Cinema e, tra un fotogramma e l’altro, è un capolavoro. Sì, sono il tuo Oscar, accarezzalo tutto… è d’oro… E ti dorerà, mia adorata, in quanto fragrante come il pandoro. Odio i cinepanettoni. Fanno il pienone, io un tempo facevo pena. Adesso le donne mi fanno il penone…

 

di Stefano Falotico

Sono un bugiardo conclamato, vivo solo per le donne


03 May

Scarface Eyes Wide Shut Eyes Wide Shut 2

Eh sì, Tom Cruise non sa baciare. Lo si evince da questo fotogramma ove sbaciucchia la Kidman in modo timidamente cafonesco. Sì, notate bene come appoggia le labbra sulle sue ma, anziché baciarla in maniera specularmente simmetrica, quasi con ribrezzo poggia la sua bocca sulla parte superiore delle di lei labbra Sì, di lì a poco questa bella coppia si sarebbe separata ma in questo fotogramma è già ravvisabile la ragione, anzi, regione della loro separazione. Tom Cruise non fu mai un grande amante, e la Kidman abbisognava di un baciatore che le fosse “bruciatore”. Uno che la incendiasse e al contempo la sciogliesse sol carezzandola con occhio marpione.

Sì, Tom ha vissuto una sessualità al contrario. Non ancora trentenne, si sposò con Mimi Rogers, milfona che all’epoca, ve lo posso garantire, era proprio bona. Aveva due tette come una mongolfiera, naturalissime e in Full Body Massage quel massaggiatore deve avere avuto un culo pazzesco a tastarla, a morbidamente strofinarla dalla testa ai piedi. Sì, quel seno, sebbene un po’ cadente, era qualcosa di extraterrestre. Che bel verbo… “strofinarla”.

Poi Tom stette come sappiamo con l’australiana Nicole ma secondo me fra loro, nonostante fossero affiliati da cuori ribelli, non scorse mai buon sangue. Che bel verbo scorse, cazzo, da non confondere con Scorsese. Ah ah. Quel sangue virulento della passione vera, da giorni di tuono… quando sei sul posto del lavoro e non riesci a concentrarci perché ti viene in mente la tua donna nella doccia, al che vieni scombussolato e devi accavallare le gambe per celare un’erezione evidente che metterebbe in imbarazzo la tua segretaria. Perciò osservi ossessivamente l’orologio e non vedi l’ora che finisca il turno. Quindi, scendi le scale in tutta fretta, travolgendo il cameriere del bar vicino che stava salendo per portare il cappuccino al capo, t’infili trafelato in macchina e sgommi di brutto, poi pazzamente guidi, rischiando di travolgere i passanti. Stai scoppiando, sì, lei deve essere già rientrata, smonta prima di te, e vuoi sol che montarla. Che furia! Ma ecco che il passaggio a livello blocca il traffico e il tuo uccello fra i pantaloni sta dando di matto ed è già rosso intermittente… Sei paonazzo in viso, le asticelle si alzano e stai arrivando… Spegni la macchina, dimenticando di chiuderla, l’ascensore è occupato ma con quell’erezione non riesci a salire, appunto, le scale. Ti tocca… aspettare. Ecco che finalmente ora è libero. Spingi… tiri fuori… le chiavi, apri… la porta e le urli… donna, voglio chiavarti!

Dunque scopri che è a letto con un altro, ti ricoverano come Bradley Cooper de Il lato positivo e allora ti metti assieme a Katie Holmes, una che può capire il tuo male e coccolare le ferite, dissanguando il bamboccione che è in te. Con lei ti senti davvero uomo, sei tu quello più grande, il dominatore, e puoi ricattarla, vero Tom, perché sei tu che comandi i giochi d’adulti a Hollywood.

Sì, le donne mi hanno fatto impazzire. Sì, bando alle ciance, ogni mio “delirio” è imputabile a loro.

Gli altri non c’entrano. Sì, se mi piace una donna, divento gelosissimo come uno scarface. E dissenno! Bisogna tenermi fermo!

Ma poi mi ricompongo, riassumo il perduto contegno, e saluto le mie fan come George Clooney, qui da me filmato.

Donne, lasciate che cresca…

 

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: John Cusack


02 May

attori-bolliti-john-cusack-01- attori-bolliti-john-cusack-03-

 

Ebbene, oggi voglio parlarvi del “lessato” per eccellenza, John Cusack.

Attore classe ’66, che negli anni ottanta fa sfracelli in commediole godibilissime per teenager, come Sacco a pelo a tre piazze o Sapore di hamburger, tanto che Hollywood si accorge subito di lui perché incarna la faccia tipica del bravo ragazzo da “colazione dei campioni”, sano e simpatico, un po’ sfigato ma di buon cuore. E fioccano le collaborazioni importanti e Cusack, da par suo, si mostra immediatamente molto versatile, passando da Rischiose abitudini di Stephen Frears a Ombre e nebbia di Woody Allen (col quale lavorerà egregiamente anche in Pallottole su Broadway), da I protagonisti dell’immenso Robert Altman a Mezzanotte nel giardino del bene e del male di Clint Eastwood. E sul finire degli anni novanta è dappertutto, facendosi notare in film non eccelsi, forse, ma di gran successo, come Con Air con Nicolas Cage, Falso tracciato di Mike Newell, City Hall con Al Pacino, Alta fedeltà sin al suo bellissimo ruolo in Essere John Malkovich di Spike Jonze, solo per citare a caso qualche titolo di punta.

Poi, tutta una serie ancora di film estremamente decorosi, non certo capolavori, ma che personalmente ricordo con piacere, e penso dunque alle sue prove in pellicole come Identità di James Mangold o nel sottovalutato The Ice Harvest di Harold Ramis. Al che comincia ad arrancare, come si suol dire, di brutto. Non mancano picchi prestigiosi come Maps to the Stars di Cronenberg, sebbene in molti considerino tale film come l’opera minore per antonomasia del maestro canadese, ma Cusack ci presenta robaccia ignominiosa come Dragon Blade o il devastante Arsenal di Steven C. Miller. E non oso pensare cosa potrà essere il prossimo Distorted di Rob W. King, un film che, già dalla faccia dello stesso Cusack nella locandina, ci fa capire subito di quanto John sia davvero poco convinto di avervi partecipato. Una faccia che è tutto un programma…

Ma pare comunque fregarsene il nostro “buon” John e, a quanto pare, ha sempre più successo come influencer attraverso il suo profilo ufficiale Twitter, ove bellamente parla da tuttologo di politica e società americana, tirandosela da enorme sapientone.

Contento lui…

 

di Stefano Falotico

attori-bolliti-john-cusack-02--e1525269787386 attori-bolliti-john-cusack-copertina--e1525269754126

Autostime, anche auto-stigmate, Dogman? No, underdog


02 May

Robocop

 

Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l’hai trovato in un’ombra… Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti… così sei un vincente! E se credi di essere forte lo devi dimostrare che sei forte! Perché un uomo vince solo se sa resistere! Non se ne va in giro a puntare il dito contro chi non c’entra, accusando prima questo è poi quell’altro di quanto sbaglia! I vigliacchi fanno così e tu non lo sei! Non lo sei affatto!

 

Tempo fa, in una landa desolata ai confini di periferia, venni bombardato da “sani complimenti”.

Eh sì, scrissi qualcosa su Scent of a Woman e l’impresentabile film Don’t Say a Word, al che ecco che un figlio di puttana vigliacchissimo mi scrisse in privato… perdonami per tutto, sei un grande.

Quel “grande” sapeva di ulteriore, inammissibile presa per il culo.

Sì, perché ora vi spiego bene. Nel film di Martin Brest, Pacino fa la parte del cieco che cieco non è dalla nascita, però. E alla fine la spara grossa, sputtanando tutte le ipocrisie con un discorso memorabile.

Quel che, pressappoco, avvenne anche nella mia “storia”. Non un discorso ma addirittura un libro. E che classe, che puntiglio di prosa raffinata, che delicatezza in quell’autobiografica esaltazione delle mie “follie” per rivelare tutto il marcio e mettere alla gogna ogni altra stronzata sul mio conto. Ogni altra porcata, detta come va detta.

Insomma… quel sei grande stava a dire, impunito e lercio, eh sì, sei “cieco”, nel senso che per molto tempo non hai visto il mondo con occhi giusti, anzi l’hai distorto e sei diventato irascibile, scontroso e fastidiosamente polemico con tutto. Sostanzialmente deficiente. Adesso ti sei svegliato e sei in maniera tragicomica enorme in questa patetica rivendicazione… “Monumentale”. Vabbe’, bravo, l’hai sputata… adesso, vedi di crescere e stare zitto. Vedi? Ti ho dato un caloroso abbraccio… telematico. Che vuoi di più?

Mentre per quanto riguarda il secondo film, era come dire… sei sempre stato taciturno, “muto”, ai limiti della demenza… a forza di beffe e canzonature, te l’ho fatta venire la voglia…

Peccato che io non sia mai stato né cieco, neanche in senso lato, né muto e quello che scrissi su quei film suonava davvero come una triste giustificazione delle mie scelte di vita e del mio stile “appartato”, lontano dalla frivolezza, dalle ragazzate bambinesche e dalle stupidaggini beote. Sì, a volte uno è talmente riservato e preferisce percorsi di vita più personali tanto che la gente si costruisce delle imbecilli fantasie e poi è capace di appiccicarti addosso le patenti più schifose e ripugnanti. Perché tanto sei il coglione che non reagisce mai e la tua signorilità viene scambiata per idiotaggine, per stolto sbalordimento di un mondo che non capisci…  in poche parole vieni coglionato “bellamente” e deriso per stupidità e mancanza di “palle”. Perché, a differenza di te, quel “grande pischello” è uno che gioca con le “palline” e suona la chitarrina, credendosi Eddie Vedder, per attorniarsi di qualche scemotta che gli ciucci il “candelotto”. E ostenta una serietà inappuntabile solo per far contenti i genitori che altrimenti l’avrebbero diseredato, e per sembrare agli occhi degli amici un bravissimo ragazzo tanto in gamba…

Un bon vivant, allegro, compagnone, sempre “acculturatissimo”, ove per lui cultura significa leggere Ballard senza capire un cazzo, fare l’anticonformista solo per ammantarsi di carisma, che lui direbbe “figaggine”, e sorbirsi i peggiori film americani retorici tanto perché odia l’Italietta e a qualche fesso può far credere di essere all’avanguardia. L’hai visto Cecil B. DeMented?  Cazzo, John Waters… eh, guardalo bene… ah ah.

Italietta che invece, sebbene non lo sappia, incarna da cima a piedi. Piccolo borghese, moralista fradicio, uno da Made in Italy di Ligabue, “politicamente corretto” solo di oratoria, disprezzatore dei vizi italioti da Grande Fratello… ah, per l’amor di Dio, e invece gran troione cretino ed esaltato.

Sì, le sue offese al prossimo sono sempre di una bassezza abissale. Sempre a sfondo sessuale, come un film con Ezio Greggio, ma poi tutto “intonso” è già pronto a scrivere del remake di John Woo…

Cazzo, Lupita Nyong’o.

 

Però i film di Sorrentino e Matteo Garrone non li recensisce mai. Eh no, soprattutto Garrone gli trasmette “tristezza”. Invece la sua vita no.

Che dire? È un grandissimo uomo…

Vedete. Nella vita, a essere troppo buoni, a far finta sempre di niente e poi esplodere… si vien presi per “criminali” o peggio addirittura per pazzi deliranti.

Dovete adottare la strategia più furba come gli stronzi e i pezzenti. Quella del genio. E lì lo stronzo non può più ricattarti psicologicamente ma vivere per sempre con un dolorino che non gli può curare neanche il premio Pulitzer a cui ambisce e che lo vedrà come vedeva Elizabeth Berkley quando si tirava le seghe.

 

Di solito, i deboli lo prendono in quel posto se deboli lo sono davvero.

Sei invece incontri un campione vero, finisci a tappeto e fai una figura di merda.

Perché lui prima che partissi in quinta non ti aveva mai offeso. Però ti ridimensiona, nano.

 

Cazzo, Robocop lo adorava. A 8 anni imparava le battute a memoria.

Peccato che dopo una vita è rimasto fermo alle battutine. Anche alle battone, probabilmente.

 

– No, guarda, non è una battona, sfigatone!

– Infatti, non mi sembra così. Ma per stare con un maiale come te lo deve essere per forza.

Scusa, non ti offendere, sono sincero. Non te la devi prendere mica, eh? Sei fatto così.

Adesso, vedi di lavare i piatti… sì, sono un “porco” come tu dici, quindi ora scopa anche a terra.

E non farmi vedere più la tua faccia di merda.

 

Eh sì, invece di portarlo al cinema a vedere Mezzanotte nel giardino del bene e del male dovevo lasciarlo a leggere i libretti di Lucarelli. Ché a forza di leggere robaccia vedeva psicopatici dappertutto. E forse non si vedeva allo specchio. O forse lo vedeva troppo bene e per esorcizzare la sua malattia mentale dava appellativi agli altri…

 

di Stefano Falotico

Rust(ico), un uomo Falotico


02 May

rust

 

Sì, non so se vi ricordate bene. Rust si ritira da tutto e gestisce un bar, così come fa il mio Clint Steele di Hollywood bianca, prima, per un lasso di tempo brevissimo, si mette con una ma si vede lontano un miglio che ci sta assieme solo per far contenti gli altri. Così potranno dire… ah, ha messo la testa a posto. Perché lui, in verità, non è felice affatto. Lei sta sul divano e lui finge di abbracciarla calorosamente mentre annoiato, oserei dire turbato, non vede l’ora di prendere il telecomando e spegnere la tv del cazzo. E sussurrarle… no, stasera non ho voglia, facciamo domani. E domani la manda a farselo dare in quel posto.

Quindi, la signora Monaghan lo va a trovare in piena notte e lo provoca abusivamente, attentando alla sua sessualità nel circuirlo con gattesca malizia. Rust, ubriaco fradicio, toccato nell’intimo, non essendo impotente, stropicciato la sodomizza con virulenza. Ma poi, a differenza di qualsiasi altro uomo che le avrebbe offerto da bere del buon tè e dei pasticcini cremosi, la prende a mali parole, inveisce con furia brada e la caccia via di casa, ben conscio di essere stato violentato, violato in cambio di sesso selvaggio fottutamente mentecatto. Sì, la Monaghan senz’ombra di dubbio, pur di vendicarsi dei tradimenti del marito, si comportò da zoccola oserei dire non plus ultra.

Quindi, Rust torna a bersi la birra in riva al fiume, con le gambe accavallate.

Sì, io sono come Rust. Con me le hanno tentate tutte, con provocazioni bieche e furfantesche, affinché smidollato mi svezzassi in maniera animalesca e gioissi del sesso condiviso e non masturbatorio. Ma questo tentativo fu atrocemente fallimentare. Sì, credo che dopo il sesso, impazzii del tutto e divenni ancor più ermetico ed eremitico di prima. E rilessi tutti i racconti di Edgar Allan Poe, imparandoli a memoria e declamandoli anche alle feste quando tutti si divertono e io invece li ammansisco nella tristizia più saggia. Le donne, che prima mi apparvero angelicate, improvvisamente si svelarono nella loro nitida nudità volgare, e mi sembrarono quasi tutte delle brutali arpie desiderose solo di copulare. E mi rintanai ancor di più, preferendo la compagnia delle sigarette, da aspirare con voluttà, da accendere ed essiccar in bocca, bocca pastosa, bocca giammai mielosa, bocca che giustamente le spara grosse perché vede il mondo nella sua crudezza, nella sua animalità tremenda.

Quindi, non scassate il cazzo. Lasciatemi ora gustare questo morbido caffè che, leggiadro come il sorriso di un bambino puro, si scioglie nel mio umore sempre malinconico e sanamente duro. E pessimista. Sì, perché devo esservi schietto. È tutto un esagitarsi di culi su Instagram e io, con sfrontatezza quasi illegale, per divertimento alla John Belushi, parimenti prendo per il culo, e commento con… figa immane, stratosferica, le tue, cara, sono forme (dal)toniche da carezzare con garbo e nella tua donna “sgamberei” melodico come un uccellino a primavera lì ben tonico. Scusami, se non ho avuto bon ton ma lasciamo il galateo a chi, non come me, lecca il gelato credendo negli amori eterni. Lasciami entrare nel pertugio favoloso e con me diverrai ardimentosa. Ah ah.

Ma lo faccio perché ho voglia di ammazzarmi, e non c’è giorno che passi che questo pensiero non mi tocchi. Sì, io dico la verità, questo mondo è una merda.

L’unica cosa che mi tiene in vita è The Irishman di Scorsese. Voglio vederlo pazzamente e quindi prima di uccidermi devo aspettare ancora dei mesi.

Poi, De Niro girerà un film con David O. Russell e, puntualmente, dovrò rimandare il suicidio. Poi, un bel giorno De Niro morirà ma avrò voglia di rivedermi infinitamente tutti i suoi film.
Al che, arriverò a 83 anni e creperò. Sì, ho avuto un sogno premonitore. Un deficiente nel sogno mi ha detto che morirò a 83 anni. E ha aggiunto che è inutile che mi danni per ammazzarmi e le escogiti tutte perché prima degli ottantatré non morirò.

Sarà dura, cazzo.

 

di Stefano Falotico

Sono un uomo insopportabile: anche quest’anno hanno dato il Concerto del primo Maggio della CGIL, CSIL e UIL


01 May

03073812

Sì, sigle e contro-sigle. Il tutto corredato dalla presenza “allegra” di Angiolini Ambra, una che si è scordata, almeno in giornata odierna, di essere miliardaria e di stare con Allegri Massimiliano, e si è conciata da ciociara con le zeppe. Che poi io non ho mai sopportato le donne con le scarpe aperte. Vedi queste donne slanciate, fighe e chilometriche di cosce che neanche la pista stradale di Zona Roveri a Bologna, e poi rovinano tutto con questo feticismo puzzolente. Sì, odio le infradito, e ho sempre amato le donne coi tacchi ma con la scarpa chiusa. Perché solo quando è chiusa puoi immaginare la delicatezza di un piede dal “tocco” delicato che, carezzevolmente, alliscia le palle come il sinistro delizioso di Lionel Messi.

Sì, io dico la verità, sempre, e per questo non sono molto amato, ma ripudiato, odiato, bistrattato, forse fra poco anche sfrattato. Ma che mi sta a significare quel biondino dello Stato Sociale che dopo la sua canzone a Sanremo ha fatto soldi a palate e legge da ebete le morti sul lavoro? Che ne sa lui dell’uomo della miniera che, dopo improbe fatiche, si specchia nel suo mini-appartamento rustico e ha scappellato, no, scalpellato il fisico alla Vin Diesel grazie ai trivellamenti? Sì, l’uomo lavoratore duro è sempre piaciuto alle donne, perché le donne se la tirano da signore elegantissime che leggono il Macbeth ma poi desiderano a letto l’homo che profuma di arenaria, l’uomo che mai nella depressione si è arenato ma senza fifa sa guadagnarsi la pagnotta per poi bellamente “infornare” col calore fervido di chi ha sofferto ore patibolari. Sì, la donna va matta per l’uomo che sgobba e poi di gran sfacchinata sa soddisfarla di pene…

Poi, dopo l’amplesso, arredano la casa con dei quarzi minerali.

Ah, che faticata è la figa, no, la vita. Uno studia per ottenere una posizione migliore e poi scopri che le donne amano l’uomo ignorantissimo che però sa farle godere in tutte le posizioni. Uomo tosto, grezzo, che urla e animalesco le sbatte, così le donne, nel far finta di educarlo, lo scolpiscono a piacimento, modellandolo al loro volere.

Sì, ho visto le migliori menti della mia generazione che pur di farsi una scopata hanno abdicato da schiavi alle donne più sessualmente abiette. E son rimasti solo frust(r)ati.

Ero in macchina oggi pomeriggio e volai in un panorama fatto di ruderi, di case diroccate, nell’uggioso pomeriggio di questa Bologna periferica plumbea.

Al che ho acceso l’autoradio e Bob Marley cantava Could You Be Loved e mi sono restaurato, riconciliato col mondo.

Morale della favola: lavorate perché senza lavoro non puoi pagare la bolletta del gas e, se vuoi suicidarti, dovrai buttarti solo giù dalla finestra, rischiando di non morire ma finire sulle rotelle, perché quel tubo di scappamento emana solo aria pulita e libera. Ah, è vero, puoi anche spararti in testa. Ma se non sei un carabiniere ma hai il porto “d’armi” solo della tua brava persona disoccupata… chi te la dà la pistola? Puoi tagliarti le vene. E se tagli male? Poi, non puoi farti neanche le seghe. Su, il suicidio va ponderato… ah ah.

Fidatevi, il lavoro serve a chi ce l’ha per ricattare chi ne ha meno, per sottopagare gli svantaggiati e per fregare il prossimo dietro la grande stronzata che chi ha il lavoro migliore è il più figo e intelligente.

Adesso, andate in piazza e, donne di Bologna, ammirate il Nettuno.

Chiariamoci: non sono un angioletto, per fortuna, ma non sarò mai un falso come questa Angiolini.

Terapia-di-coppia-per-amanti_Ambra-Angiolini_foto-dal-film-5

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: Adrien Brody


01 May

attori-bolliti-adrien-brody-04-

 Ebbene, da oggi inizia questo mio personale giochetto, che spero di tutto cuore davvero possa divertirvi quanto indurvi a una risata amarognola. Sì, perché inauguro gli appuntamenti con una rubrica dedicata agli attori bolliti, cioè uno spazio esclusivo riservato a quegli attori che, sino a poco tempo fa, erano sulla cresta dell’onda, cavalcavano furiosamente il successo e poi, per strambe circostanze sfortunate, per loro pigrizia, per rocamboleschi, assurdi, strani casi del destino, lentamente sono quasi scomparsi dal grande giro o, perlomeno, si sono sempre più livellati e arenati in performance decisamente alimentari, come si suol dire, in filmetti discutibilissimi e alle volte perfino inguardabili. Robetta straight to video o produzioni squallidamente commerciali. Insomma, sono sprofondati nell’infimo oblio, in un mesto quanto avvilente purgatorio cinematografico.

Semmai, come nel caso che fra poco menzionerò, sono attori anche abbastanza giovani ed è inspiegabile questa loro improvvisa débâcle mortificante.

Ebbene, dopo questa necessaria, piccola introduzione, direi d’iniziare con Adrien Brody. Eh sì, so che voi cinefili non l’avete mai perso di vista e l’avete seguito e sostenuto anche in abomini come Giallo di Dario Argento, ma lo spettatore medio oramai credo che non veda un film con lui protagonista sul grande schermo da una vita. Insomma, ne ha perso memoria.

Procediamo con calma. Adrien Brody, dicevamo. Nato a New York il 14 Aprile del 1973, figlio di una giornalista e fotografa molto abbiente e di un professore. Insomma, Adrien proviene, come si dice, da una buona famiglia. Che infatti lo indirizza subito a potenziare la sua propensione innata per la l’arte attoriale, e l’imberbe Brody ecco che s’iscrive a corsi di recitazione egregi, e ottiene subito piccole ma incisive particine in alcune sitcom statunitensi.

Al che comincia a farsi notare in New York Stories, nell’episodio di Coppola, e in Natural Born Killers di Oliver Stone. Poi, la sua presenza diventa via via più consistente e il minutaggio che occupa nelle pellicole a cui partecipa aumenta. Dopo Bullet e L’ultima volta che mi sono suicidato, Spike Lee scommette tutto su di lui, e punta sul suo viso asimmetrico, magrissimo, sulla sua postura sbilenca e soprattutto sulla forza espressiva del suo naso elefantesco, dandogli uno dei ruoli principali nel suo bellissimo Summer of Sam. Lo vediamo anche ne La sottile linea rossa di Malick e nel “proletario” Bread and Roses del grande Ken Loach. A dire il vero, Adrien in quel periodo è come il prezzemolo e gira anche con Barry Levinson. Ma è il 2002 il suo annus mirabilis e sorprendentemente addirittura vince l’Oscar come Miglior Attore Protagonista per la sua intensa e sentitissima interpretazione nel magnifico Il pianista di Roman Polanski. Diventando l’attore più giovane della Storia ad alzare la statuetta di Best Actor. Visibilmente stupefatto e commosso, sale sul podio e bacia voluttuosamente Halle Berry, lasciando di stucco e all’asciutto i suoi diretti concorrenti, vale a dire Michael Caine, Nicolas Cage, Jack Nicholson e in particolar modo Daniel Day-Lewis di Gangs of New York che veniva dato per favoritissimo. Quindi, gira il pomposo King Kong di Peter Jackson, e da allora avviene la fine. Sì, vero, partecipa ad alcuni film di Wes Anderson, sfodera un brillante cameo in Midnight in Paris di Woody Allen nei panni di Salvador Dalí ma davvero qualcuno di voi ha visto American Heist di un “tale” Sarik Andreasyan o sa che esiste un film intitolato Septembers of Shiraz? Sì, ammettiamolo, se non ci fosse IMDb a darci una mano a mo’ di “promemoria”, certi film non sapremmo neppure che esisterebbero. Non perché sono di nicchia ma semplicemente perché sono pasticciacci indigesti.

Dai, forza, Adrien, hai solo quarantacinque anni, hai una vita davanti… per girare altre schifezze.

Ah ah.attori-bolliti-adrien-brody-01- attori-bolliti-adrien-brody-02-

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)