Ora, io parlo con cognizione di causa e non voglio essere contraddetto né voglio che si dia troppo adito alle mie parole, che in quanto parole volteggiano soffici nel manto prelibato della volatilità. Sì, verba volant, scripta manent, come disse un antico tribuzio. Sì, forse lo disse un tributo romano, o forse Caio Tito al senato romano. Sì, Tito era uomo che mai s’innamorò di qualche canarina come Titti, per sacramentare ciò. E il tribuzio chi è? Col termine tribuzio, nel dialetto calabro-lucano, si fa riferimento a una persona non certo aquilotta che si fa crescere il panzone. Come dire: ma tu dai retta a quel tribuzio? Ah ah.
Ecco, da tempo, posso confidarvelo, intrattengo un rapporto epistolare con una ragazza di nome Aurora. Aurora come lo è quella boreale, purpurea e pura come il mio bramarla in maniera dorata. Ma io l’adorai e lei invece mi odiò.
Perché son avvezzo a far discorsi di massima e lei non ha minimizzato il significato, anzi, il significante a sua detta reconditamente misogino, di un mio post che ha considerato “criminoso” nei confronti del gentil sesso. Quello in cui mi dichiaro persona non grata. Che potrete trovare nel mio geniuspop.com/blog o scorrendo i miei archivi.
Sì, son uomo flamboyant, e mi lascio prender la mano da onanismi… forse parossisticamente realistici e troppo schietti nel mio beatificare donne che ammanto di angelicità e invece si rivelano, al chiaror dei “falli”, no fatti, diabolicamente infingarde, malevole, sospettose, e son capaci di accusarti immondamente solo per aver calcato troppo…
Ah, quanto “calcai” in passato, ma ancor le donne considero care, sebbene tutto questo calcare mi faccia sol scalciare.
La mia autoironia spesso non vien capita e si creano casi laddove io vi dico vi è solo l’esuberanza sincera di un uomo che non ha bisogno di nascondersi per sostenere… che ama le donne anche quando fisicamente non le ama, non le tange, insomma non strappa lor il tanga. Perché non sono un ruffiano che, pur di averle, prende lezioni di Tango e per questa mia rudezza abrasiva, troppo discorsiva, vengo ricoperto di pusillanimi insulti. Ah ah. Non è ancor nata la donna che, a forza di suonarmele, possa impedir alla mia banana di gioir dei frutti dell’amore e dunque ridurmi come un Orango. Sì, mie scimmie, il primate che non detiene nessun primato se non menarselo dalla mattina alla sera, battendosele sul petto.
Io non sono sessista. E non sono maschilista. Le donne facili sono tali perché gli uomini laidi desiderano solo avere vi(t)a facile. E allora le irretiscono coi soldi, garantendo loro mari e monti, ma soprattutto ville in località esotiche. Oh sì, mie zotiche, molti uomini son ricchi fuori ma nell’anima son poco evoluti e possiamo sbatterli nel Mesozoico.
Sì, esotiche, che sono la categoria di opzioni effettuati su mancanza di standard negli elementi contrattuali. E dunque io sono esotico. Perché non firmo con le donne nessun contratto sulla base di quanto posso scoparle in proporzione al mio reddito.
Ah ah.
Odiatemi pure, ma io la dico tutta, sempre.
Donne, dove lo trovate uno che spara stronzate di classe sopraffina come le mie? Volete sposarvi al Presidente del Consiglio? Ma se non sa neanche far di conto.
E io non sono solo principe ma anche conte. Anche se forse andrò a far la caccia ai bisonti come Costner di Balla coi lupi. Uh, le lupe, infatti questa era romana. Terribile. Irriducibile!
Uomini. Siete uomini o non lo siete? Ah, siete indiani. Meglio. Altrimenti passerete tutta la vostra vita del cazzo a farvi sangue amaro.
Rimarrò scapolo ma nessuna mi farà lo scalpo.
Fidatevi. Adesso vado a cucinare lo stufato, perché codesta mi stufò e non la stantuffai.
Sì, son uomo tosto, e se mi va mi faccio pure un toast.
Lo so, in questo western che è la vita sembro il più coglione di tutti ma invece sono il più dritto, miei pazzi.
Dico, continuiamo così. Io aspetto la fine.
Io spero che questa mia lettera ti trovi in buona salute e in servizio. Io sto molto bene, anche se in realtà vorrei che ci fossero più ore in un giorno. Ci sono così tante cose da fare. I tempi cambiano con lentezza, ma con certezza, e sono le persone come te che cambieranno le cose. Le tue imprese militari sono un onore, non soltanto per te, ma parimenti per la tua razza. Sono molto fiero ogni volta che mi danno notizie di te. Abbiamo ancora di certo molta strada da fare, ma, mano nella mano, io so che arriveremo in fondo. Volevo solo che tu sapessi che sei nei miei pensieri, e spero che le nostre strade si ritroveranno, in futuro. Fino ad allora, io rimango tuo amico. La mia cara vecchia Mary mi chiama, quindi immagino che sia tempo di andare a dormire. I miei rispetti, Abramo Lincoln…
di Stefano Falotico
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