True Detective: e se Berlusconi non avesse avuto tutti i torti? Provocazione del venerdì

27 Apr

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Eh sì, dopo solo 24h, anche meno, è arrivata in mia casa la copia del Blu-ray specialissimo delle due stagioni di True Detective, “ubicata” fra Twin Peaks e un film da me molto amato che spero vogliate indovinare. Volete l’aiutino, come si suol dire? Il Bardo incontra Agatha e il signor Donnie Brasco crepa quasi subito.

Ecco, avvengono delle strambe coincidenze, oserei dire messianiche. Anche una mia amica su Facebook, senza che la preavvisassi, ha detto che oggi le è arrivato il cofanetto, sì, quello dell’offerta esclusiva di Amazon, di due al prezzo di uno senza spese di spedizione. E ancor una volta mi convinco di avere poteri telepatici. Perché, pur non volendo, “contamino” bellamente di sani gusti cinematografici menti affini alla mia, in un’elettività maestosa che è figlia della mia anima poderosa. Ah, che bella rima baciata. Sì, baciamenti spirituali.

Esiste la parola baciamento? Sì, è l’atto del baciare, mie menti invece bacate o mie, ahimè, braccia bucate.

Sì, non fatemi la fine di Reginald Ledoux. Ledoux incarna tutto ciò che ci può essere di antitetico rispetto a Berlusconi. Ledoux è un maniaco, un pedofilo, un figlio di puttana che vive in una sorta di latrina assieme a un grassone, ed entrambi maneggiano stronzate con le loro vite debosciate e perdute ai confini della follia più abominevole. Silvio è uno che se la gode e le donne gliele danno in cambio di soldi.

Berlusconi vive ad Arcore, ove il lucore fa rima con sudore. Sì, come avrete visto dal trailer di Loro 2, il Berlusconi di Servillo è un Oreste Lionello da Bagaglino, un panzerotto ancor più tinto nei capelli di quello reale che, da voyeur marpione, ammira la Sofia Ricci che splendidamente si denuda a bordo piscina.

Ora, mi soffermerei sulla Ricci, miei uomini “ritti”. Nell’agghiacciante film Commedia sexy esibisce un culo di proporzioni monumentali, roba che neanche l’Aida Yespica dei bei tempi poté permettersi mai. La Yespica, oltre a essersi fatta inchiappettare da Silvio, eh sì, fu opera “lirica” anche per Bruce Willis, e con l’uomo die hard suonò quattro atti in DO minore alla Giuseppe Verdi o cinque amplessi alla Siffredi.

Sì, uno dei grandi misteri italiani, oltre a Silvio, imbonitore ante litteram, è colui che incarna la schifezza umana per “eccellenza”, ovvero Rocco. Perfino su Instagram mi compare il suo faccione “sciupato” e lui che, spogliandosi, giocando di doppio senso clamorosamente banale, sussurra Voglia, no stravoglia e poi va al mare col “coccodrillo”. Rocco è nato a Ortona, in Abruzzo, e dunque pronuncia voglia con una o chiusa che ti fa venir voglia d’iscriverlo a un corso di dizione. Eh sì, molte donne han preso lezioni “orali” da Rocco, pendendo dalle sue labbra. Rocco è uomo che foneticamente le fa parlare in tutte le lingue di Babele. Sì, Rocco è esperto di poliglottismo. Uomo “gutturale”, ruvido e “liscio”, praticamente la versione sconcia della filosofia grunge. Infatti, come Kurt Cobain, quando si accorge che le sue donne son lì lì per venire, “canta” loro come as you are.

Di mio, più che grunge, sono un Grinch, son uomo però pungente perché non tanto le so “mungere” ma comunque ungo il pene, no, il pane nel sugo della pizzaiola. Ah, delle scarpette davvero “chic” da Terence Hill de Lo chiamavano Trinità. Sì, lui mangiava i fagioli in quel padellone, e ogni volta che lo guardo mi stimola l’appetito. Eh sì, questa è una società, potremmo dire, “scoreggiante” e puttaneggiante. Tutte le più belle oche esibiscono culi fenomenali su Instagram. E gli uomini alla loro vista diventano degli “affamati” del Biafra.

Ma ora direi di riflettere, sì, riflettere sulla parola oca: non è solo una donna di sconcertante superficialità ma anche il nome degli uccelli anatidi della sottofamiglia degli Anserini.

Sul doppio senso della parola oca chiamerei “in soccorso” Rocco e vi racconto questa.

Quando avevo 17 anni, giocavo a calcio. Dopo gli allenamenti, ci si spogliava tutti belli ignudi per andare nelle docce. C’era un tizio di cognome Ferrara, da non confondere con l’altro pornoattore Manuel, e questo “Ferrarino” credo potesse fargli già all’epoca concorrenza.

Perché, ignudo che fu, nello “splendore” della sua nudezza (termine che in tal caso preferisco a nudità), fu adocchiato da un certo Cetti. Cetti, ragazzo che stava con una biondina peperina ma su cui ho sempre avuto il sospetto che fosse bisessuale. Infatti, dinanzi a quel po’ po’ (rafforzativo di poco che, troncato, e raddoppiato nel suo troncamento significa molto, da non confondere con popò) di “roba”, Cetti, in preda a uno sconvolgimento ormonale “balistico”, urlò: Soccia, che OCA!

Sì, parlo di “qualcosa” avvenuto più di venti anni fa. I ragazzi erano già “deviati” perché, prima di studiare la Storia e Pipino il Breve, guardavano le televendite con qualche sgnacchera (sinonimo del parlato toscano che significa bella gnocca, gnocca che letteralmente significa a sua volta vulva, organo genitale femminile ma in senso figurato e anche “sfigato” significa Ubalda molto attraente) e arrivavano agli allenamenti già spompati.

Avrei da raccontarvene.

Quello che voglio dire è…

Sentite, tutti sanno di avere qualcosa che non va. Semplicemente non sanno cosa sia. Vogliono tutti una confessione.

Insomma, per farla breve, io sono agli antipodi rispetto a Berlusconi, sono un collezionista di film, lui invece è un collezionista di fighe. Ma non fategliene una croce. C’è a chi piace l’Arte e a chi piacciono le troie.

Dai, su. Ah ah.

Si notano le copie ancora incartate? Sì, esiste lo streaming in HD e passeranno mesi prima che le scarterò. Perché sono fatto così. Voglio averle!

Il terzo film lo avete indovinato?

 

di Stefano Falotico

 

Rust Cohle

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