Ebbene, la mia vita è stata sempre contrassegnata da una follia sanissima, oramai non si può tornare indietro e sinceramente non lo vorrei. Si diventa quel che si vive, si esperisce, si patisce e nelle cui pazzie stranamente si gioisce, come nella canzone Beautiful Trauma di Pink.
Ora, bando alle ciance e alle panzane, come si suol dire.
Nel 2008, mi beccai un TSO. Ora, non preoccupatevi, nonostante l’abuso abominevole, fascista e durissimo, il mio cervello non ne ha risentito. Anzi, come Bruce Willis di Unbreakable, nonostante le botte che presi, metaforicamente e non, resto sempre intatto, splendidamente composto, praticamente invulnerabile a ogni esperienza anche sconvolgente, formidabile nel suo disegno all’apparenza negativo.
Si dice che tutto ciò che non ammazza ti rende più forte e che tutto il male non viene per nuocere. Ora, se vogliamo dire che è così, è così, se vogliamo essere sinceri… be’, alle volte ci si rimane secchi e storditi a vita. Molti che hanno subito un TSO, e vengono spediti in una clinica ove ti bombardano di farmaci contenitivi che ti rattrappiscono, immobilizzano e sedano come un cavallo, non si riprendono più e rimangono semi-lobotomizzati a vita. Invece, su di me, hanno avuto l’effetto contrario. Più assumevo quelle pasticche compressive, più diventavo espressivo.
Sì, mentre gli altri stavano lì a urlare, alcuni perfino legati al letto… ah, l’orrore, io mi rintanavo nella mia stanzetta. Gli infermieri con me furono molto gentili. Non posso recriminare di nulla. Sin dapprincipio, accorgendosi che ero finito lì probabilmente per madornali, immani equivoci, mi trattarono da principe, e dopo un po’ mi assegnarono la camera “suite”, lontana dal putiferio ove, comodamente, potevo starmene sdraiato e leggere libri in totale pace. Senza che nessuno rompesse i coglioni. In quei mesi, mi feci una cultura, tanto potevo fare solo quello, da far invidia a tutti i capoccioni del Pianeta.
Ecco, invero, qualcuno che scassava il cazzo c’era. Mi ricordo di una notte particolarmente pittoresca. Ero lì che stavo prendendo sonno quando nella mia stanza fece irruzione un signore con la panza che entrò di soppiatto e cominciò a dissennare…
– Eh no, dico, ragazzo, tu lo sai perché io sono impazzito? No, dico, guardami in faccia, Cristo! Dico, lo sai? È colpa di Berlusconi! Sì, è colpa sua, quel puttaniere di merda. Da quando è salito al potere, io non ho più un lavoro. Io brucio tutto! Cos’è questo? Un giornale? Giornale di regime! Ecco, guarda.
E cominciò a strapparlo in mille pezzi e continuò a delirare. Quindi sopraggiunsero gli infermieri e gli fecero l’iniezione.
Sono tantissime le storie che potrei raccontarvi. Ah ah.
Sì, c’era un tizio che si credeva Schwarzenegger e andava nel cortile a fare le flessioni e poi andava dalle ragazze ricoverate e chiedeva loro, tutto tronfio: – No, bella, dimmi. Tocca qui il muscolo. Sì, io vincerò! Vincerò!
Poi gridava e la psichiatra lo chiamava a colloquio.
Al che, da quell’ufficio provenne ancora la sua voce, eroticamente troppo esuberante, diciamo così.
– Io non sono matto. Vieni qua, bella di papà, ecco la cura!
La psichiatra chiamò gli infermieri che lo “castrarono” a dovere.
Poi c’era una ragazzina ninfomane, credo minorenne. Una volta mi disse di entrare nella sua cameretta…
– Tu sei uno sportivo? Sì, mi pare di sì. Hai delle belle spalle. Facciamo ginnastica assieme?
Ho detto tutto…
Un’altra volta, invece, ero sul letto, era sera ed entrò sempre una ragazza, avrà avuto 15 anni, e all’improvviso si lanciò su di me, infilando la sua lingua nella mia bocca.
E io provai a divincolarmi, chiamai le “forze dell’ordine” e dissi che la suddetta voleva violentarmi, senza averne il consenso.
Un altro invece era abbastanza normale, sì, quasi. Mi ricordo che passeggiavamo nei corridoi e amabilmente conversavamo di tutto. Quindi, nel bel mezzo di discussioni pacate e serene, s’inginocchiava, guardava il soffitto e implorava Dio. Chiedendogli la grazia. La grazia di cosa non l’ho mai capito.
Un altro invece, prima che alloggiassi nella suite, mi augurò buonanotte con una “delicatezza” commovente…
– Ah, sei tanto giovane, beato te. Dormi sogni d’oro. E quando dico d’oro dico davvero d’oro. Davvero, te lo meriti.
E cacciò una scoreggia che fece tremare le pareti.
Comunque sia, prendiamola a ridere.
Tempo previsto per oggi: pioggia su Bologna e angoscia moderata con “precipitazioni” variabili a seconda dell’umore ne(r)voso.
Eppur rimango permaloso.
E sempre più bello. Se volete dire che non è così, è invece così. Con buona pace di Richard Gere.
– Stefano, toglimi una curiosità. Ma tu come hai fatto a salvarti da un obbrobrio del genere. Dimmi, nessuno ci è mai riuscito.
– Sa, mi chiamano il Genius. Ci sarà un motivo, no? Insomma, non tutti possono permetterselo. Ad esempio, lei dice che ha lo stesso sex appeal di Matthew McConaughey. Questo lo dice solo lei. Che è una cosa diversa.
di Stefano Falotico
Tags: Dallas Buyers Club, Diagnosi, Matthew McConaughey, Richard Gere, Schizofrenia, Three Chrits