Archive for November, 2017

The Greatest Showman sono io


13 Nov

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È uscito il trailer di questo film che fa dei colori dell’arcobaleno un Jackman coloratamente simpatico, egli, canterino di soprano e con questo lungo soprabito. Ah ah. Che, con mantello da Conte Dracula, intrattiene la gente affaticata da vite noiose e, circense, riempie con le risate i vuoti della gente. La ripetizione ci sta, altrimenti la gente non capisce.

Sì, la gente sta fuori… e infatti io sto dietro il tendone, ah ah, ben attento a non essere attentato da qualche malcapitato che vorrà trattarmi come elephant man, deformando la mia anima secondo il suo “genio”, come gli pare e piace. Sì, siamo invasi da persone che affiggono etichette e dunque i cuori altrui affliggono, castigandoli dietro patenti ripugnanti e impugnando il culto fascista dello sfregiarli secondo le loro bacate presunzioni, la loro “dotta” civetteria, le loro (d)istruzioni indotte da una cultura che ha ribaltato ogni valore sano e l’ha adattata al solipsismo più stolto, in questa rincorsa danarosa a una bellezza fatua e, vi dico, ingannevole, in cui avete smarrito non solo il senno ma, come disse qualcuno, anche il seno. Sì, donne rifatte, andate sempre dal chirurgo estetista che vi “drizza” verso una distorta etica, riempiendovi di botulino e, coi vostri soldi, costui mangia a sbafo da porcellino. Egli viene incontro alle vostre vanità e vi rende finte, siete invero finite, v’illude di avervi reso più belle quando invece vi ha imbalsamato da statuine maggiorate inespressive. Così è, non si discute. Inutile che ora mi bersagliate dei peggiori insulti perché son uomo che spesso si trascura e nelle oscurità rifulge di luce propria, al di là dei canoni stereotipati, dei modelli anoressici e di quelli che non conoscono il lessico. Io accarezzo il cane Lassie, a differenza di Liz Taylor che si rifece, che fece, da capo a piedi, rimanendo violacea soltanto negli occhi alieni alla vetustà da lei offesa, che madre natura le diede in grembo prosperoso ma che lei tradì per corromperla nello scempio alla figa che fu prima dell’obbrobrio.

Io me ne sto qua al circo assieme a pagliacci come me, mentre la gente stupida, quella che in giro ti prende in giro, si stravacca nella plastica, asettica, insulsa visione della vita che ha perduto, io vi dico, la retta via, inneggiando a tenerlo sempre (e)retto e dicendo a quelli come noi di raddrizzarsi. Evviva la stortura, anche la sfortuna, eh sì, quando è creatrice di beltà, di libertà, di guascona malinconia e poi di saggia ilarità, che bellamente se ne strafrega degli offensori del nostro candore. Qui noi festeggiamo giorno e notte con vero sapore, ergiamo in gloria la letizia e una delle nostre acrobate si chiama perfino Domizia. Domizia mangia la pura liquirizia e nel porcile non striscia, addivenendo raramente ai voli pindarici del suo saltar di palo in frasca. Sì, non ci sta tanto col cervello e, afasica, ragiona in maniera sconnessa ma è sempre attenta a non cadere nel vostro vuoto. Ella, suadentemente, oserei dire, galleggia nel limbo estasiante e piacevolissimo della più equilibrata follia, in quanto sposata con un equilibrista che la tiene, quando vola troppo di fantasia, coi piedi per terra.

Nel nostro circo abbiamo leoni ma anche belloni come Efron, e donne d’impagabile avvenenza tanto che la lor piccante bellezza induce in tentazione anche sua Eminenza. Non è demenza né scemenza ma savia sapienza, noi viviamo dei nostri sogni e vi divertiamo con l’arma innocente che non si spaccia per ambiziosa, pazza saccenteria. Volevate la rima con “saccenza” ma saccenza non esiste, esiste invece l’uomo falsamente saccente oramai spento nelle emozioni, a cui non crede più, che giammai di brio s’accende e sempre nella tristezza giace alla morte lì quasi adiacente.

Se queste cazzate vi hanno reso Felice, scusate, felici (sii felice anche tu della felce-feccia), buonanotte e sogni d’oro. Ma Felice è poi felice?

Qui si gioca mentre stasera la Nazionale giocherà. È tutta una questione di “palle”… ah ah!

E io, di mia faccia da schiaffi imbattibile, sorrido oggi con allegria, domani di altre agonie, mentre il mondo viaggia sempre di poca amabile leggiadria. E ricordate: evviva la codardia e la simpatia… di tua sorella! Ah ah.

 

di Stefano Falotico

Dei giovani d’oggi e del Lebowski sul dubbio se sia giovane


12 Nov

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Su Facebook, in questa domenica non so se letiziosa, di certo sfiziosa, ho postato una mia massima forse dettata dalla noia, da strana ispirazione “mesmerica”, da una notte insonne, dal fatto che domattina sarà possibile osservare il bacio fra Giove e Venere nella rotta di collisione del mio essere molto alieno rispetto alla massa. Massa per accelerazione di gravità uguale teoria della relatività, sosteneva Einstein, ed è infatti tutto relativo. Quando si parla di massa, si rischia di fare un po’ di confusione, di definire incertamente con questo termine, semmai, semplicemente ciò che non appartiene ai nostri canoni di bellezza rispetto ai nostri sentimenti, rispetto alla nostra cultura, rispetto anche ai nostri insolubili, vivaddio squinternati umori. E si rischia di appiattire tutto in una banale scrematura fra ciò che è personale da ciò che non condividiamo. Massa significa molte cose e niente. Si dice spesso… tu ti elevi dalla massa, dovresti stimarti di più, alla massa piacciono cose sciocche e frivole, mercantilistiche, tu sei di un’altra categoria. Quale sia questa categoria siamo poi sicuri che l’abbiamo individuata? Fatto sta che i giovani d’oggi non se la passano bene e hanno invece qualità superiori alle media.

Sono ammorbati e annichiliti da quest’imperativo pervasivo, minaccioso e ricattatorio: ma, tu, un lavoro ce l’hai? E allora, se non ce l’hai, stai zitto e datti una mossa, vedi di crescere!

Sì, il lavoro scarseggia e manca anche fra quelli che hanno studiato… che dovrebbero dunque svolgere professioni altamente remunerative per via della loro superiore (?) cultura. Insomma, il mondo ha sempre funzionato così. Pessima considerazione per gli operai, pochi “giovamenti” sociali, paghe magre e da fame, e stipendi invece faraonici per medici, avvocati, psicologi, “grandi” docenti. Che, detto per inciso, quasi sempre professano i loro privilegi meschini…

Col tempo, questa distinzione, da netta e ineludibile, s’è fatta più sottile, anzi, la borghesia neppure più esiste, soppiantata dal livellamento socio-economico, il proletariato è estinto per le stesse ragioni, tutti oggi sono borghesi e al contempo tutti sono “operai”. Eppur in molti sono sulla stessa barca. Galleggianti a fatica nella marea di una società impazzita. Ove le persone perdono la brocca perché licenziate, ove chi guadagna molto vuole guadagnare di più, però si accorge che non può più sopraffare il prossimo perché quel presunto sprovveduto e svantaggiato è più culturalmente preparato di lui e quindi lo obbliga a rivedere la sua agiata posizione…

Un mondo ove tutti voglion dir la loro e non vogliono essere contraddetti.

Quella mia frase, buttata lì, all’apparenza una normalissima osservazione estemporanea, viene sommersa dai Mi piace e, se escludiamo un commento fuori luogo, che replica in modo che si crede divertente… sì, bello, ma un discorso che andava bene alla scuola media… tanto per fare dell’umorismo “simpatico”, innesca una discussione quanto mai gagliarda, stimolante, interessante, e sprigiona il lato sanamente ribelle di chi, da questo mondo dannatamente arrivista, che inculca il falso mito della competizione sin dall’asilo nido, si sente onestamente, (s)oggettivamente escluso.

È la società al contrario. Gli eccellenti lavano i piatti e i mediocri dispongono. Sono le caste rivoltate. È materia antica…

– Sono d’accordo. Il conformismo regna mentre chi non segue il gregge è destinato a restare solo.

– Non sempre… la domanda che mi faccio è… tu rinunceresti alla tua libertà individuale per essere come questi stronzi? Con la testa che hai e il seguito che hai?. Manco per il c… o!

– Si rischia sempre di confondere la nobiltà con il potere materiale. Tradizionalmente, le due cose coincidevano- hanno coinciso per un certo tempo. Poi per motivi tanto fisiologici quanto “umani”, hanno smesso di coincidere fino alla sovversione. Ora il volgare detiene il potere materiale e il nobile lo si può trovare, sparuto, tra gli invisibili…

 

E via dicendo…

 

Fra gli interventi da citare anche quelli del solito vecchiume che ridacchia di certe nostre osservazioni e si fa gioco di queste domande nostre “inutili”. Poi, si scopre che è la stessa gente, che non crede a nulla, quindi più deficiente del “nichilismo” che aspramente critica, che va a vedere “filmoni” come l’orrido The Place.

 

La domanda, comunque, è: alla mia età, posso annoverarmi e includere fra i giovani? Sì, perché vecchio non affatto sono, e soprattutto sono più giovane di tanti giovani vecchi, quelli che sembrano tanto “inseriti” solo perché si sono facilmente adattati al pigro andazzo di uno schifo generale. E parlano per facile retorica, senza mai confrontarsi con la durezza della realtà, una realtà che hanno dimenticato o fingono ipocritamente di non vedere…

E concludo con un’altra mia massima: la gente odia ogni santo giorno un mondo che poi non fa niente per cambiare e, tutto sommato, gli sta bene così.

 

di Stefano Falotico

Nella vita, siate Gaten Matarazzo di Stranger Things e non strappalacrime come Raffaello Matarazzo, non siate Amedeo Nazzari ma siate come Lazzaro


12 Nov

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Questa foto è emblematica della purezza incontrastata, un piccolo grande uomo che, senza sprezzo del pericolo, s’immerge in una festa e non sarà cagato da nessuna, nonostante abbia passato tutta la serata a (s)tirarsi i capelli. Un ragazzino che non “tira”, a cui tutti le orecchie tirano, d’immediata simpatia e sguardo lindo come pochi. Un uomo “idolo” a cui va tutto il mio appoggio.

Eh sì, con sfrontatezza ineguagliabile, con look da rockstar della sagra paesana, il Matarazzo spera di poter ballare con la ragazza dei suoi sogni ma si accontenterà di una danza con la matura(nda) del gruppo, sulle note nostalgiche di uno Sting d’annata, fantasticando su ciò che non avvenne, sulla sua scarsa avvenenza e con gli occhi lucidi persi nel vento.

Inoppugnabilmente, uno che affronta la vita con autoironia immensa, fregandosene altamente con far tanto stizzito quanto principescamente altezzoso. In barba a quelli barbosi e che han perduto il gusto sincero della fantasia pudica.

Eh sì, fa bene lui con strafottenza a goder della sua ingenuità, libero dagli opprimenti giochi tanto seducenti quanto tediosi degli adulti smaniosi. Sì, è ancor presto per pensar, no, non penare, alle gatte da pelare…

Poi, sopraggiungeranno le gelosie, le diatribe indaganti nella vita dell’altro, i micidiali sospetti, la pesantezza logorante di vite che sbandierano sempre questo sentimento sopravvalutato, l’ammore, come direbbe Matarazzo Raffaello, i piagnistei per le corna, le isterie della donna delusa, l’orgoglio dell’uomo che non deve chiedere mai e non ammette le sue colpe e le sue facili lenzuola, l’invidia per il miglior amico che se ne fotte… a voluttà, la stronza vita “adulta”, dunque adultera, degl’inganni, delle allusioni, delle illusioni, degli sguardi e dei piedini, le pedate nel culo con lancio di piatti in cucina, lo psicologo che cura le ferite di cuore, il fegato spappolato, insomma, una schifezza.

Eh sì, la vita è fatta di scontri e nessuno ti fa lo sconto. Insomma, è uno scontrino…

Date libertà all’immaginazione, sognate amori irreali e non lagnatevi come Leopardi se Silvia si è fatta Berlusconi Silvio. Date valore all’animo bambino e avventuratevi impavidi in mezzo ai visi pallidi. Sì, siate indiani dell’anima, avete molte frecce al vostro arco, anche se le doppie punte son spuntate, affilate gli occhi e sfanculate chi vi guarda dall’alto in basso. Avrà una posizione sociale migliore della vostra e più soldi per corromperle, ma è un tipo stronzo che rompe, ammorba e non sa “ammorbidirsi” da amante “duro”.

Sì, per raggiungere in due il materasso, siate come Gaten. Non come Goethe! Non vi sarà niente ma, fidatevi, non ne valeva la pena. Avete risparmiato… pene.

E rinascerete per volontà dello Spirito San(t)o…

 

Eh sì, mi chiamo Stefano, il mio Steve c’è tutto…c89e9ce191f9fd4142a31a10b2fbf3b7Steve

 

di Stefano Falotico

Auguri a Leonardo DiCaprio, mentre io, Da Vinci di oggi, non vinco da “leone”


11 Nov

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Eh sì. Quanti fessi ci stanno al mondo. Invece che festeggiare la propria vita, pensano ai compleanni delle star, in vite che sono una brodaglia di patimenti, lamenti, in una parola vite da escrementi. Sì, il bel Leo, dopo tanta gavetta e molte fighette, compie gli anni. Inutile ricordarlo nelle sue migliori interpretazioni. Hollywood e noi lo conosciamo a menadito, e paiono lontani i tempi in cui veniva rimproverato dal suo genitore in blue jeans, o veniva redarguito da De Niro che lo provocava a base di penose smorfie, affinché crescesse e maturasse. Oggi è maturo eccome, un Ercolino, e si attornia di donnine che lo rendono un pimpante porcellino. Egli infatti non è sposato, non ha figli, e da due anni e mezzo non ha più lavorato in alcun film, conservandosi ottimamente mantenuto per riunirsi con Scorsese, e forse ancora De Niro, in Killers of the Flower Moon. Mentre la nostra Italia decaduta vien abbattuta anche dalla Svezia, in un’avventura azzurra in cui tal Ventura è stato la più nostra grossa sventura, mentre Bettarini si rimette con Simona, roba da farci rimettere, cari peccatori che rimettiamo i nostri peccati, mentre i giovani illusi vanno al cinema sognando vite che mai avranno e poi rincasano ascoltando J-Ax, mentre i cassaintegrati fanno fatica a integrarsi e disintegrano le loro mosce panze mangiando pane integrale e consolano la moglie afflitta da pene, mentre tutto scoppia, mentre un’altra giornalista “seria” in tv scoscia e molto di noia scoccia, mentre una vecchia si fa il lifting con lo scotch mentre il marito arricchito, che vota Destra neonazista, picchia un barbone, scolandosi un bourbon, c’è gente che non ha meglio da fare se non “rimembrare” la carriera di DiCaprio. Che sarà forse Da Vinci e comunque sempre vince. Venividivici, come disse Gaio Giulio Cesare, uno che molto “venne”, (s)battendo tutti, essendo vivacissimo sessualmente, promiscuo-bisex e amante di Marlon Brando di suo “marcantonio”. Eh sì, pare che Brando fosse un ingordo del sesso e abbia avuto relazioni con James Dean e Montgomery Clift, mentre i maligni sostengono che DiCaprio si affianchi a giunoniche signorine per mascherare la sua omosessualità latente. Qui il dubbio latita e in Italia siam pieni di latitanti, anche di latinisti. Sappiatelo, voi che, ingenui, ragionate da lattanti.

Comunque sia, questa vita è stata un Titanic per molti. Ai più cattivi fanno l’antitetanica, ai più buoni danno un buono per la Coop, ai cani danno le bastonate, alle cagne danno “calore”, e in questo freddo polare-artico non si salvano neanche gli aviatori…

Che dire di me? Sono uno che conosce la Mona Lisa, cari mona(ci).

Insomma, caproni, qui non si salvano neanche capre e cavoli, guarda te se devo pensare a DiCaprio.dicaprio

 

di Stefano Falotico

Della libera visione del Cinema e della vita


10 Nov

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Allibito, noto che qualcuno spia il mio profilo Facebook e si è risentito che abbia scritto che ognuno, anche da “profano”, in un mondo libero e democratico, deve poter parlare di Cinema anche se non ha il pezzo di carta che “attesti” la sua “conoscenza” in materia. Come se il Cinema lo volessimo poi ridurre a tristi manualetti “pedagogici” e “istruttivi” su un’Arte maestosa che è la pura espressione della poetica di mille e più sguardi, un’Arte suprema che non conosce regole e non può essere ascritta a questi squallidi “indici” di “cultura”. Ove la parola cultura puzza di retrogrado accademismo, di sapientona, cattedratica scuola d’infanti così affamati di celluloide tanto da poi voler giocare alle bieche classificazioni, alle etichettature più didattiche. Come se il sapere consistesse davvero nell’elenco pedissequo di nozioncine teoriche inutili che con la bellezza, il sacrificio della pratica hanno poco a che vedere. E, peraltro, mi fa specie questo idealismo volgarmente sognatore che poco si cimenta con la realtà, ove realtà fa rima col sudore e il sangue dell’errare, dello sbattere la testa, del vivo e diretto confronto. Davvero certa gente, ah, povera illusa, crede che una laureetta al Dams possa dar loro l’accesso alla grandezza del Cinema, alle sue più pure, viscerali, eterogenee emozioni? Non è che, invece, come purtroppo accade in molti casi, coincide soltanto con una “gamma” informativa atta soltanto a istituzionalizzare il patrimonio sconfinato della cultura? Cultura non è una parola da vocabolario. Il vocabolario c’insegna straccamente che significa semplicemente “patrimonio” intellettuale, erudizione, che sa di vetusto e poco d’avanguardia, anche se poi annovera la “voce” esperienze spirituali. Ecco, è nell’anima della cultura che la cultura stessa si esprime, nella varietà della creazione, nel pindarico specchio immaginativo della fantasia più poetica, qualità superiori che non certo si apprendono da libretti noiosi e soporiferi. Ma io parlo al vento. Il Cinema l’ho amato nelle mie solitudini, quando diventava flusso cangevole e immensamente variegato delle emozioni fatte metafisica, quando i deliri in me regnavano sovrani e apprezzavo, così come ancor oggi eleggo in gloria, gente come Lynch che scardina(va) appunto le false regole di quest’Arte sinergica, lisergica e giammai scolasticamente letargica, per infondere cuore selvaggio alla natura affascinante del mio io imbizzarrito. Le strade perdute dell’infinitezza impalpabile, dello splendidamente seducente e ammaliante, trascendente e coloratamente onirico che si faceva cupezza, poi alata malinconia, quindi euforica vetustà. E il mio sguardo s’incendiava in questo lago di sogni però aderenti all’intima realtà che deflorava, “violentava”, esplorava. Oggi, invece, siamo ammorbati da gente che parla di Cinema come se fosse una fredda scienza, che gioca di voti e pagelle, che appiattisce il gusto nell’omologazione “culturale” che tanto mi spaventa.

La stessa gente che fraintende il senso della vita e dà alla vita un senso distorto, fatto di gerarchie, ove le persone sono numerini, in cui enumera il suo “sapere” attraverso sciocche, false credenziali.

Poi, tutti “sognano” e si divertono. Non si capisce cosa intendano per divertimento. Che per molti deficienti significa adeguarsi a un gruppo di stolti come loro, a un “credo” spesso ingenuamente giovanilistico, nell’accezione più patetica del termine, fatto di prese per il culo, sberleffi, provocazioni “imbevute” di chiacchiere da donnette e uscitelle nel pub a sfogar la noia di vite che, semmai, vanno al cinema e non capiscono un cazzo di quello che vedono, perché non sono senzienti del loro sincero inconscio, e si fuorviano e condizionano a vicenda in questo “termosifone” sempre mosciamente moderato, politicamente corretto, orrendamente “sano”.

La solita domanda che tutti mi fanno. Ma lei esattamente, con precisione, cosa vuole dalla vita? Se lo sapessi con “esattezza”, non continuerei a vivere.

di Stefano Falotico

Anton Giulio Onofri su Kevin Spacey e il suo famoso c… o


10 Nov

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A Kevin Spacey piacciono i ragazzi, non i ragazzini. I boys, non i children. E a 15 anni, lo sappiamo tutti, c’è chi è ancora un child, e chi invece ‘ha sviluppato presto’, come si diceva una volta, ed è già pronto per esercitare una lusinghiera carriera erotica. Definire ‘orco’ qualcuno che a 24 anni gli carezza i pantaloni da ubriaco vuol dire avere CON LA PROPRIA SESSUALITÀ un problema serio in atto, che ci impedisce di apprezzare fino in fondo uno dei pochissimi motivi per cui è valsa la pena venire al mondo. Sento gente, addirittura ragazzi di vent’anni, che usano espressioni tipo ‘pervertito’ o ‘in galera e buttare la chiave’, cadere nel secolare errore dell’Occidente, che il ‘68 era riuscito almeno in parte a correggere, cioè quello di considerare il sesso come un eccesso di natura, e non come espressione del tutto naturale dell’essere umano. Senza pensare al danno gravissimo arrecato proprio agli adolescenti, che crescendo sotto il mantello di un’esagerata iperprotettività diventeranno adulti inconsapevoli delle potenzialità di una felicità e di un benessere in grado di rendere la vita infinitamente più interessante. E francamente questo ritorno di Medio Evo mi spaventa.

In questa società televisiva e stupida, mi sento come Jerry Langford


10 Nov

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Spareggio per i mondiali, agli italiani ho sempre preferito le svedesi e alla tv di regime dar ai tamarri con le loro “gattine” un po’ di mangime a base di sale in zucca. Poi, la dovrebbero finire di far le zucchine ad Halloween con quelle micine…

Ah ah. Sì, l’Italia schiererà Zaza? Come sta Zazà? Pare che si sia infortunato. Boia. Ah no, mi son sbagliato, scusatemi, volevo dire Dove sta Zazà?, canzone del Cutolo.

Sì, per anni siamo stati ammorbati da questo ritornello con Arbore Renzo e la sua r moscia in tutti questi varietà. Varietà di che? Arbore, incarnazione dello spirito partenopeo più chiacchierone, quello che quando parla sembra abbia una pizzetta al pomodoro in bocca, aspettando fra una cazzata e l’altra di bere il caffettino.

Un uomo “liquoroso”.

Mah, controllo la sua età. Vabbe’, speriamo si sbrighi…

Poi, per anni, abbiamo avuto Baudo Pippo, uno che in verità si chiama Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo. Questo “Pippo” è esemplificativo delle pippe con cui ha rincoglionito la gente, con la sua ignoranza camuffata da “informazione culturale”.

Ah, una cosa di cui mi spiaccio dell’odierna tv italiana è che le donne son adesso meno porche e di scosciate più parche. Ma i deficienti stanno sempre al parco… Rimpiango i tempi in cui “qualcosa” ringalluzzivo alla vista di quei centimetri chilometrici di epidermide rivestita da collant che davano di tacchi a spillo dei “tocchi” in più al mio “divertirmi” da tocc(at)o. Sono peccatucci per i quali non incolpatemi… voi, che avete una “sana” sessualità a base di litigi, urla in faccia, corna e che figliate non sapendo poi come educare alla bellezza i vostri innocenti pargoletti. Li indirizzate al trash, andando a buttare la spazzatura fra un Grande Fratello e le telefonate matte di vostra sorella.

Ah, adesso invece mi tocca veder queste donne, che donne “vere” erano, così pudiche, mascolinizzate in mise con tanto di giacca e cravatta. Sì, i tempi son cambiati, un tempo almeno c’era la verace scostumatezza che non si vergognava di profumarsi di puttanesca femminilità. Sì, bando alle ipocrisie, le donne si son volute indurire nei canoni non solo della Rai ma estetici-falsamente “etici” del pudore più falso, “igienico”, su su, è alla tentazione a cui devono “indurirlo”, no, volevo dire indurre.

In verità me ne frego…

In mio soccorso è “venuto”… anche lo psichiatra Morelli, uno che vien pagato per dire cose che io dico un minuto sì e uno no ma non ho ha la sua villa con piscina. Morelli ha sostenuto che non bisogna scandalizzarsi per le molestie sessuali. Secondo lui, dietro ogni donna si nasconde una prostituta che, pur di raggiungere il suo scopo, si fa… tranquillamente scopare.

Come dargli torto? Kemper, in Mindhunter, sostiene la stessa cosa. Dice che le donne hanno un “vuoto” da riempire, sono sempre insoddisfatte, e inventano strategie da “stagiste” per arrivare al “sodo”. Sì, non usa proprio queste parole, ma il “succo” è questo. Ah, succhiatrici…

Devo confessarvi questo. Son appena rincasato dopo il mio consueto giro al bar dopo pranzo. Al semaforo, mentre ero in macchina coi miei occhialetti, due sciocchine alla mia vista hanno “inforcato” le più cretine risatine, divorandomi in modo sfacciato come i mostri mangiano Sean Astin di Stranger Things. Sì, io incarno la quintessenza dello star sulle mie, e il sesso è quanto di più lontano dalla mia anima ci possa essere. Le donne se ne accorgono subito, son cos(c)e che (non) si sentono. E io gioco a far finta di niente, fra l’imbarazzato, l’imbranato e il mio “pesce” lesso. Ieri sera, comunque, ho magnato un branzino con delle patate… al forno ben rosolato nel mio dolce pancino.

Sì, sono un uomo spesso solo come Jerry Langford, uno che beveva al calar della notte con il cane della sua amarezza.

 

di Stefano Faloticolewis re per una notte

 

 

Kevin Spacey “cancellato” da All the Money in the World, che sporco, ipocrita mondo…


09 Nov

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In quello che è un colpo di scena storico, una mossa assolutamente assurda, a mio avviso, Kevin Spacey, in seguito allo scandalo sessuale che l’ha travolto, è stato cancellato dal nuovo film di Ridley Scott. Sì, non stiamo scherzando. Film la cui uscita è prevista negli Stati Uniti fra poco più di un mese, esattamente il 22 Dicembre, e che nonostante tutto non slitterà. Il regista Ridley Scott, unitamente in accordo con la produzione, ha deciso di assoldare Christopher Plummer al posto di Kevin Spacey, e di rigirare tutte le scene che vedevano protagonista Spacey nei panni del magnate Getty. Come, vi chiederete voi? Com’è possibile? Del film sono stati già diffusi i trailer, le locandine con il “credito” di Spacey e la sua “bella” faccia in primo piano. A quanto pare, Scott e i produttori non se la sentono (incredibile questo moralismo!) di presentare un film che abbia Spacey nel cast, ruolo per il quale peraltro Spacey poteva essere candidato all’Oscar nella categoria di miglior attore non protagonista, perché a lor detta non vogliono sporcare l’immagine della pellicola e non vogliono rovinarne la reputazione. Insomma, qui si sfiorano livelli di grottesco ancor più spaventoso del makeup di Spacey nei panni di Getty.

Una notizia che, onestamente, non sappiamo come prendere. Quel che è certo è che l’America non perdona, è una Nazione tanto moderna a parole quanto ancora ancorata a un puritanesimo così meschino e tragicomico che rimaniamo a bocca aperta. Completamente allucinati dinanzi a queste “iniziative” mostruose.

Insomma, Spacey ha sbagliato, ha sbagliato non poco, ma cosa c’entra il suo lavoro d’attore con i suoi peccati?

Adesso, volete venirmi a dire che non è, e lo sarà sempre anche da morto, un grande attore?

E che non merita che addirittura lo si cancelli da un film già pronto e impacchettato. Chissà, se in una futura versione Blu-ray vedremo Spacey nell’originale cut… Ah ah.

Eh sì, noi cinefili adesso pretendiamo la versione con Spacey… non potete non farcelo/a vede’!

Questi fatti, anzi, questi misfattoni, ci fanno anche capire come funzioni la mentalità americana. Soltanto da noi, Berlusconi può ancora fare campagna elettorale, e semmai essere rieletto, dopo tutte le sporche sue lenzuola… E, sinceramente, non so se l’Italia abbia torto. La critichiamo sempre per essere un Paese retrogrado, “sottosviluppato”, ma culturalmente siamo decisamente più avanti. Non giudichiamo poi tanto una persona dalla sua vita privata, e sappiamo distinguere fra quello che è l’operato pubblico dalle pecche delle cose “intime”. Ora, detto questo, io non voto Berlusconi, ma avete capito il mio discorso…

 

di Stefano Falotico

 

Nicolas Cage e Kevin Spacey, come può cambiare la vita a distanza di pochissimo


08 Nov

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Eh sì, che dire della mia vita? Proseguo letterariamente da maudit il cui senso, per me, non è letterale, in quanto “maledetto” che non può essere ascritto nelle facili, sciocche maledizioni altrui, ah ah, che la gente invidiosamente ingorda mi scarica addosso, illudendosi, schernendomi appunto, di esorcizzare la propria imbecillità.

Ma oggi invece punterei il dito su due attori decaduti. Il primo è Nicholas Kim Coppola, in “arte” Cage, uno che negli anni novanta può vantare un “carnet” di nomi come David Lynch, De Palma, Scorsese addirittura, ai suoi “servigi attoriali”. E che oggi, con questa faccia sempre più da contadino pugliese, gira una cagata di film al mese, film con cui si paga l’affitto di casa e si “consola” con dolci signori cinesine, celebrando l’ingiusto premio Oscar che fu a base di canti terruncelli.

Ma l’uomo di questi giorni è sicuramente Kevin Spacey. A ogni ora fioccano nuove accuse di molestie sessuali ai suoi danni. Insomma, guardatelo in questa foto di fine Ottobre, in cui sfoderava il suo sessappiglio sorridente da man che non deve chiedere mai…

Invece, Novembre gli fu fatale.

Ricordate: la nostra vita è appesa a un filo, oggi si è grandi, domani si è delle merde.

Di mio, a proposito di “fili”, dopo aver fatto i miei bisogni in bagno, tiro sempre lo sciacquone.

di Stefano Falotico

Delle mie principesche agonie, dei magoni altrui, anche dei loro “maglioni”, e War with Grandpa


07 Nov

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Delle mie principesche agonie, dei magoni altrui, anche dei loro “maglioni”, e War with Grandpa

Principe lo nacqui per discendenza nobiliare della mia anima mai contraffatta, mai sporcatasi con le iniquità ammorbanti di un mondo che le coscienze pure vuole perennemente inquinare. No, non mi corruppi mai, e ancor navigo di mia scialuppa selvaggia e fiera, paladina della libertà vera in un questo mare di odi, ove il vostro maligno (i)odio cresce a dismisura, in modo inversamente proporzionale al mio autarchico star al mondo focoso. Fra questa gente che starnazza e le sue cattiverie starnutisce, io sempre più rinsavisco e bellamente la mia mente d’idee adamantine fluisce, in tale lieve fluttuar mio, oggi angoscioso, domani contro il vostro esser permalosi.

Eh sì, la mia persona, così principesca, distinta e signorile, a differenza di molti di voi, che ragionano barbaricamente d’istinto e non rispettano le signore, passeggia con far altero, anche altamente ateo, in questo “monoteismo” delle certezze. Sì, io le certezze eludo e deludo chi pensava male di me, stupendolo a ogni rintoccar del gallo che, ogni mattina, annuncia un’altra vostra giornata di patetici orgogli e “disfide” fratricide a base di pettegolezzi stupidi e bassezze spietate. Ah, quanto è scellerata la vostra vita. Io rappresento per molti di voi colui al di sopra di tali ignobilità, in quanto come detto incarnazione della libera nobiltà. E il mio atteggiamento certamente indispettisce. Che bellezza…

Sì, molti pensavano che, riaffacciandomi alla vita “reale”, sarei crollato e miseramente sarei stato deriso per averla sempre, fin ad allora, vissuta in modo balzano e atipico. Son franco, quindi perché non farla f… a? Ah ah. Lo sa anche Francesca…, ah ah. E in tanti si son “accapigliati” per far sì che questa sciocca “profezia” si avverasse, inondandomi delle patenti più meschine. Inevitabilmente, abboccando maldestramente, caddi, ma mi rialzai più rinforzato, rincuorato che avevo ragione io.

Mi spiace, me egregio e non ancor, come codesti, nei luoghi comuni ingrigito, averli sp(i)azzati. Mi diedero del p… o e invece urlarono “ammazza…”. In questo stupore inquietante, di tutto lustro avanzo, snobbando con nonchalance i cattivi di turno.

Convinti che nessuno mi avrebbe apprezzato, essendo loro “fieri” osservatori delle false posizioni sociali, di tutto coro e poco core mi gridarono villanamente…

 

– Guarda che non ti apprezzano, nessuno ti ama. In verità, per farti contento, come si fa con gli scemi, ti blandiscono ma da dietro ti sfottono!

 

Mi spiace, lo ripeto a scanso di equivoci e anche per ribadire che sempre li scanserò, che invece sono in tanti, sinceri e affezionati, a considerarmi eccome, ad amare i miei scritti, a divertirsene, a gioirne con buona pace di tali ostinati detrattori. E a godere pienamente della mia persona.

 

– Se una donna “normale” viene… con te, è perché è una povera disperata non poi tanto dissimile dal tuo cervello bacato. Una Crista che voleva sperimentare qualcosa di diverso perché gli facevi pena e compassione.

 

Anche in tal caso, mi spiace smentirli, sono molte le donne, molte delle quali, peraltro, io rifiutai con gentilezza perché poco adatte al mio decoro, che a me non solo si approcciarono ma simbiosi totale cercarono, volendomi di amore tenero e piacevole, perché non sono persone che badano all’apparenza, ai soldi, al conto in banca e a quelle che sono soltanto, invero, perfidie, figlie di menti e anime povere di valori.

 

Così, tal falotico mio vivere si fa sempre più imprendibile stile, e aspetto di mangiare, stasera, i tortellini in brodo, alla faccia delle galline spennacchiate.

Dovete sapere, anche se voi lupi di mondo già lo sapete, che le galline hanno sempre freddo. E, quando non bastano i loro maglioni, per consolare i loro magoni da frustrate, cercano il calore di un uomo che sua “uomo” verace. Quel tipo di uomo non sono io.

Io sono un po’ bambino e un po’ nonno, un po’ gran signore e un po’ rincoglionito, un po’ oltre tutte le chiacchiere e un po’ De Niro…

Sprono i bambini a essere felici e ai finti adulti consiglio di tener il becco chiuso, una volta per tutte.

Sono un uomo titanico con la dolce brezza nei capelli.

E uso il dopobarba solo per non essere un barbone…
E ora applauso! Me lo son meritato, anche se mai, credo, sarò maritato. Agli stronzi offro un maritozzo in bocca e un amaro per digerire.

Ma Franco (la) fece fran… ca? Ah, battete la fiacca.

 

 

di Stefano Falotico

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