A Kevin Spacey piacciono i ragazzi, non i ragazzini. I boys, non i children. E a 15 anni, lo sappiamo tutti, c’è chi è ancora un child, e chi invece ‘ha sviluppato presto’, come si diceva una volta, ed è già pronto per esercitare una lusinghiera carriera erotica. Definire ‘orco’ qualcuno che a 24 anni gli carezza i pantaloni da ubriaco vuol dire avere CON LA PROPRIA SESSUALITÀ un problema serio in atto, che ci impedisce di apprezzare fino in fondo uno dei pochissimi motivi per cui è valsa la pena venire al mondo. Sento gente, addirittura ragazzi di vent’anni, che usano espressioni tipo ‘pervertito’ o ‘in galera e buttare la chiave’, cadere nel secolare errore dell’Occidente, che il ‘68 era riuscito almeno in parte a correggere, cioè quello di considerare il sesso come un eccesso di natura, e non come espressione del tutto naturale dell’essere umano. Senza pensare al danno gravissimo arrecato proprio agli adolescenti, che crescendo sotto il mantello di un’esagerata iperprotettività diventeranno adulti inconsapevoli delle potenzialità di una felicità e di un benessere in grado di rendere la vita infinitamente più interessante. E francamente questo ritorno di Medio Evo mi spaventa.
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