Io faccio il magheggio, mentre gli scemi se le fanno magicamente nel parcheggio. Eppur son tope da parchetto, io sono moralmente oltre, e non son loro parco.
La “mitica” canzone della Nannini “in combutta” col Bennato, dal motivetto orecchiabile, hit di Italia 90, quando la nostra Nazionale fu beffata dall’Argentina di Maradona ai rigori dopo una papera mostruosa di Zenga. Ripercorriamo questo ritornello e voi, donne, cantate a squarciagola nel “fuorigioco” di vostro marito che mette a segno le sue palle con un’amante da cartellino rosso. Sì, prendetela di gola.
Notti magiche
Inseguendo un goal
Sotto il cielo
Di un’estate italiana
E negli occhi tuoi
Voglia di vincere
Un’estate
Un’avventura in più
Sì, voglia di vincere, da non confondere con la stronzatona con Michael J. Fox, vera cagata colossale sull’essere uomini lupi. Uomini, siate licantropi quando mangiate, la classica fame da lupo, e voi, donne, aspettate il lupus in fabula, come ben sapeva Juliette Lewis di fronte al De Niro di Cape Fear.
All’epoca, giocavo nella Scuola Calcio Bologna, e il campo di allenamento era situato in Via Valeriani, ove a quanto pare abitava anche Andrea Roncato, perché spesso lo incrociavo da quelle parti. Insomma, l’attoricchio di film davvero “culturali” come Mezzo destro, mezzo sinistro, uno con la s di socmel che spuntava fuori a ogni giro di gnoccona.
L’Italia, diciamoci il vero, dovrebbe vergognarsi di poter “annoverare” questo Roncato fra la categoria attoriale. Comunque, è meglio di Sammarchi Gigi, uno che vidi al cinema, sì, era fra gli spettatori di Con Air col Cage. Cinema Medica Palace, e lui si affiancava a una stangona dalle gambe storte, dissimulando la sua “fama” dietro baffetti da sparviero come si vede nelle sue pellicole.
Ebbene, quel mediocre di Virzì, che viene salutato come un genio solo qua da noi, mentre dalle altre parti del mondo non se lo cagano e rimane un Ovosodo, ha iniziato le riprese di Notti magiche, noir sui generis con due cavalli di razza come Giannini Giancarlo ed Herlitzka Roberto, uno che, nonostante fosse già vecchio vent’anni fa, fu nel corpo dell’anima di Raffaella Ponzo, godendo del suo immane culo prima di girare Buongiorno, notte.
Insomma, avrei da raccontarvene sulla mia vita strampalata e anche “strappalacrime”, ma so che mi fareste fare solo la panchina.
Adesso, vi saluto, un gelato allo yogurt e ai frutti di bosco mi aspetta. E, leccando, alle volte si scioglie e altre volte diventa duro. Leccate bene, donne.
Che c’entra il parcheggio? Nel parcheggio, so che tu vai a zoccole. Zoccolone!
Ah ah! Eh sì, come diceva Andrea, ci dai di “martellino” e ti piace la peluche.
di Stefano Falotico
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