Sì, sono un pesce che fa gola a molte donne, che vorrebbero papparmi. Ma io mi nutro del mio mangime, e solitario striscio nel plancton. Si sa, queste donne si affidano sempre al pianto. Piangono in continuazione, una mestruazione vivente che sputa rabbie inesauste. In questa “sanguinazione”, fra un’ira e un amante a cui non tira, s’ingozzano di pasticche per l’ansia e di pasticcini per la panza. Mentre il marito “bellamente” le cornifica con una matricola universitaria, a cui ha da offrire la sua “saggezza” a base di contentini per far sì che lei gliela possa appoggiare, spolverandoglielo in modo nietzschiano. Sono “super” uomini, si capisce… Sì, un gran casino, e la gente non ci sta dentro. I soliti stronzi te lo metton nel didietro e le donne racchie, avendo capito che non possono farsi mantenere, abbandonando le residue, innate “ambizioni” da zoccole, per crearsi un lavoro “intellettuale”. In quest’intellettualismo finto, sofferente, patente frustrazioni inaudite, si risollevano con qualche film di Woody Allen e cantano a squarciagola quando i figli sono assenti e si stanno “giustificando” con una tamarra che soffre invece di troppa “disposizione” all’ardore “ingenuo” di colei che ha da farsi eppur tanti se ne fa. Crescerà, dopo tanti cazzi vari, duri, s’indurirà. Per forza… Sono troppo duro? Va benissimo.
Sì, le donne hanno questa natura “equipollente”. Le più polle si fanno mantenere dall’assistenza sociale, dopo essersi specializzate nell’astinenza sessuale, per via del “fallo” che nessuno sa accontentarle, e vanno “su” di morale con della droga che le distrae dalla preoccupazione di pagar la bolletta dell’aver staccato la spin(t)a. Come già detto, invece implicitamente, e ora lo ridico, “esplicitandole”, ci sono poi le zoccole “pure”, invero quasi tutte, che imbruttiscono e capiscono di non emanare più “fascino”, al che si danno a buone letture, visto che non sono più bone. Son sempre depresse e si fan di compresse, mentre i loro compagni, da un lavoro egualmente alienante compressi, sbraitano con la birra in mano davanti a una partita di Calcio, “movimentandosi” coi “fuori giochi” delle loro relazioni “extra”. Insomma, vanno completamente a puttane.
Siate morali finché potete, non giudicate prima di non aver saputo la verità.
Io invece la so, quindi giudico e il dito punto, il dito che va messo fra moglie e marito. Ah ah.
Non mi faranno santo, ma sicuramente me la godrò.
Come mai il figlio di Clint Eastwood assomiglia a Hugh Jackman, invece quello di Bob De Niro è autistico?
Lo sapranno le donne. Questione di geni. Io invece sono un genio alato, giammai malato, ah ah, sì, l’uccello… del pesciolone “galleggiante”.
Fidatevi, non sono né uno squalo e neanche uno squallido. Dico quello che pen(s)o. Pene, pene.
Suvvia, scherzate finché potete. Poi diverrete impotenti e non sarete più schizzati! Schizzate, dai dai. Ah ah.
Se avete preso questo mio scritto seriamente, indubbiamente siete delle zoccole. “Prendetelo” e basta. Ah ah. Senza pesantezza, con leggerezza. In modo delicato e molto toccato, ah ah.
Non sono un tocco, forse sono un tonno. Al sapore di mare, sapore di miele.
Che buffone che sono. Ma un buffone che “la” sa lunga. Che lingua! Linguine allo scoglio per me, l’inguine allo scolo per chi troppo (br)ama lo “scolar” la cozza di tua sorella. Una “scolara” che ama tutti gli scolar’!
Comunque, non ho mai capito la differenza tra una faccia di cazzo e una faccia di culo.
di Stefano Falotico
Tags: autism, Clint Eastwood, De Niro, Shark Tale, Son, squallido, Squalo, Uccellacci e uccellini