Archive for September, 2017

Incontri ravvicinati della quarta topa, c’è sempre un (g)ufo che non vuole tu sia il suo tipo


18 Sep

00531801Sì, alienato dal mondo, credo negli alieni e scrivo cose scontate migliori però di chi finge contentezza. Abbiate lo “sconto”, raccontatevela, so che la vostra vita a puttane sta andando, ma contenete queste vostre “trasgressioni” quando davvero calerà la notte e non più gioioso, robusto “colerà”. A picchio, cari picchiatelli.

Ogni volta che c’è un appuntamento al buio, sbatto la testa, perché è “fonda” e io, nel mentre che cerco di sfondarla, trovo la mia testa solo sul pavimento. Sono bott(an)e davvero “fenomenali”, quelle che ti lasciano il bernoccolo, care gnocche.

Io non sono un donnaiolo, sebbene sia una donnola, che passeggia di sera dopo essersi bevuto/a un caffè marron’ come la diarrea più sciolta, e ho poco da (pre)tendere. So che le donne sono ambiziose e ambiscono a “quelli” che possano mantenerle dopo essersele spupazzate. Vogliono i soldi e non amano quelli soli come me. Anche se garantisco che ce l’ho ben curato, solido come un gatto che fa le fusa dopo averla “fatta”. So che questa similitudine non “ci azzecca” ma io non ne azzecco una.

Ogni volta, che non (av)viene mai, per me è uno stress peggiore di Richard Dreyfuss col “purè”.

Le donne mi vogliono magro come lo yogurt, mentr’io ingrasso mangiando anche la mia pancetta nell’insalata del mio pomodoro (al) verde. Sì, siate meticolosi prima d’incontrarne una, andate in palestra e tonificate il bacino se vorrete dei bacini. Siate come Pacino di Scarface e vogliatela tutta invogliandola col vostro carisma “caldo” da uomini che gliela raccontano, dicendole che ce l’avete lungo… il “coito” in banca. Crea sempre imbarazzo il primo incontro. Lei si era fatta un’idea diversa, pensava foste avvocati coi baiocchi e invece siete solo quattrocchi. “Ficcatelo” come Pinocchio, “facendolo” crescere sotto il naso. Lei vi annuserà e voi la sentirete fragrante allo scoccar della sua (s)ciocca. Pelosa, morbida e smaniosa, voluttuosa e appetitosa. Sì, meglio una capricciosa.

 

Con questa stronzata, vi auguro la buonanotte e spero non facciate i coglioni. Son loro che devono farveli, care fave. Se avete le palle, dategliele.

Ah ah. Non picchiatele, ma lo piglierete in cu(cu)lo.

 

 

Poi ci sono i gufi. Quelli che son gelosi del vostro “gel”. Spalmateli.4th Kind

 

 

di Stefano Falotico

De Niro perse, a “sorpresa”, l’Emmy, ma la vita è tutta Big Little Lies, fidatevi


18 Sep

00719708 DKAlKtnXcAEE46q

Eh sì, De Niro sul red carpet non si è fatto vedere, essendo sgattaiolato subito in sala, per non farsi ritrarre dai fotografi che comunque l’hanno beccato con Jessica Lange, per un’attempata foto “nostalgia” in cui rimembrarono i fasti di Cape Fear, ricordandosi anche di aver girato La notte e la città, film sfortunato che può vantare una notevole fotografia e la sceneggiatura di Richard Price, il maestro che sta dietro The Night Of. “Fu” Ahmed, come da me preventivato, a vincere, sbaragliando la concorrenza e affermandosi a Hollywood da “extracomunitario” che sa il fatto suo. Giusta vittoria, d’altronde The Wizard of Lies dura due ore e non poteva competere con le 8 del “telefilm” di Zaillian. Ma ecco che i conti (non) tornano, perché il progetto fu fortemente voluto da Gandolfini che dopo la morte passò la consegna proprio a De Niro, che declinò per altri impegni “contrattuali”, e doveva intitolarsi inizialmente Criminal Justice.

Ed è proprio Steven Zaillian a firmare la sceneggiatura di The Irishman, le cui riprese sono prossimissime. De Niro è un volpone e se ne frega, pensando al possibilissimo Oscar per il film, appunto, di Scorsese, e intanto “palpeggia” la Lange, sapendo che la “sgraffignò” di relazione sospetta…

De Niro, con la Hightower, “festeggia” la sconfitta, mentre New York si prepara al suo Frank Sheeran.

De Niro è un bugiardo, vi è rimasto male per aver perduto. Ma è come me, un “bugiardo” che la sa lunga, e gira in modo parimenti alto ai miei romanzi i suoi filmoni, fra una cagata e l’altra.

Di sottecchi, passando per rincoglionito, passato per superato, eppur ci muoviamo.

 

di Stefano Faloticobbl21

De Niro vincerà l’Emmy per The Wizard of Lies e Superman Lives vive nel  mio Nicolas Cage


17 Sep

wl03

Sì, lo so, vi divertite a leggere le mie cazzate, che spesso non lo sono, perché denotano un’anima vivaddio viva, che si emoziona, fagocita il reale, lo inghiotte e anche inghiottisce, potendosi dire in entrambi i modi. Io son letterato di stile e anche di postille, che consegno ai miei nemici quando fanno gli stronzi come pretendo siano, essendomi antitetici e possibilmente antipatici. La mia penna non ha confini e perlomeno mi aiuta a districarmi in un mondo che ogni giorno peggiora, perché impera il “maialesimo” e la gente non sa più apprezzare un tè fresco quando la sera caliente si posa sulle labbra aride come anime oramai sterili, aggrappate solo all’utile affaristico e allo sfottò reciproco, ove ognuno vuole “vincere” il trofeo, appunto, del più villain.

A proposito di cattivi “particolari”, questa notte potrebbe spuntarla il Bob De Niro col suo ritratto “calmo” e stronzissimo di Bernie Madoff, anche se la concorrenza, va detto, è assai agguerrita e vedo molto bene anche Riz Ahmed e John Turturro di quel capolavoro spaventoso e “nocturnissimo” che è The Night Of. Gli altri due possono sinceramente prenderselo in culo, perché sebbene ne riconosca la tua bravura, caro Geoffrey Rush, non tiferò mai per il tuo Genius, essendo io l’unico genius che merita menzioni e anche “sovvenzioni”; ah ah, sì, la mia economia fa acqua da tutte le parti e servirebbe una teoria della relatività di massa, riferito alla gente troppo comune e stolta, per accelerazione di gravità, che sarebbe il mio “peso morto” per la società, affisso all’afflizione di chi vorrebbe vedermi crocefisso. Care crocerossine, ricordate, sono un Fargo e non scambiate la mia faccia da Ewan “Big Fish” McGregor per quella di un santarellino, ho anche io i miei cazzi. So che questo potrebbe piacervi, perché a voi allettano gli uomini che a letto abbiano “doti” nascoste.

Mi spiace assai, in tema di Tim Burton, che non si sia mai realizzato Superman Lives. Sarebbe stato/a una stronzata galattica, e quindi personalmente un capolavoro assoluto.

Con i doverosi omaggi per i “vincenti”, firmato un uomo “sconfitto” che guarderà gli Emmy e non ama le canzoni di Emma.

Marrone! Come la EMME di merda.

 

di Stefano Faloticonic-cage-435

Un uomo, nella notte, prega per il suo cervello mentre l’orologio scandisce la sua “fune”, no, fine, e in “alto” vola un uccello…


17 Sep
THE PRINCESS BRIDE, Andre the Giant, Robin Wright, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

THE PRINCESS BRIDE, Andre the Giant, Robin Wright, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

 

Chi ha giuste intuizioni in mezzo a cervelli confusi si trova come uno che abbia un orologio che funziona in una città dove tutti i campanili hanno orologi che vanno male. Lui solo conosce l’ora esatta, ma a che gli giova? Tutti si regolano secondo gli orologi della città che indicano l’ora sbagliata, persino chi è al corrente che solo il suo orologio segna l’ora giusta. (Arthur Schopenhauer)

 

Di me, tutto si può dire, tranne che non sia un uomo intuitivo. Spesso, comunque, ho molti dubbi anche sulla mia natura umana, essendo essere nottambulo che, fra un cuscino e una sigaretta, mastica celermente le sue noie, intervallandole con riflessioni ora caute ora fuori di testa. Da uomo che è perplesso riguardo l’umanità, non solo la sua. Così, credo fermamente che il Cinema di Eastwood, soprattutto quello degli ultimi trent’anni, sia affine alla mia indole cheta eppur vigorosa, da chi è rugginoso nell’anima d’increspature crepuscolari ma conosce la passione romantica del suo cuor battagliero, sempre indaffarato a porsi nuove domande mentre l’idiozia collettiva ripiega su vite da impiegatini del cazzo.

Voglio raccontarvi questa… troia, no, storia, breve come un orgasmo ficcante ed eiaculante precocemente di troppo “spumante”: ella, stupita dinanzi alla mia volgarità disarmante, ma al contempo affascinata dalla mia mente “prominente”, si spogliò con classe, mentre il suo “balconcino” lasciò danzare in terrazza in modo basculante, in modo tale che io potessi, nonostante una certa “impotenza” frastornante, “entrarvi” penetrante dirimpetto al grattacielo antistante. Parimenti gliela grattai…, mentre una donna spiona c’adocchiò dalla finestra di fronte, che aveva una grata. Le nostre mani s’intrecciarono suonando il “violino” del nostro volerci anche “violentandoci”, e la sua cosina divenne viola mentre le stuzzicavo la chitarrina, “scatarrando” pianoforte nel tambureggiante pomparla in modo “basso” e squagliante.

Venne “suonante”, di ritmo allegro con moto mentre io, più che svenuto, ero morto andante. Nel frattempo il tramonto smorì e subentrò la notte profonda come la sua gola ancor urlante che squarciò le stelle sfavillanti. In verità, era una strega ammorbante.

 

Fine di una puttana(ta).

Che c’entra col titolo dello scritto? Uomini, sappiatelo, quando “viene” quella… potete anche farla finita…

E Schopenhauer? Lui sapeva che uno come me vien spesso (con)fuso.

 

Molti, oggi, scrivono saghe fantasy. Fidatevi, son meglio le seghe fantastiche…

 

di Stefano Falotico

CLINT EASTWOOD as Frankie and HILARY SWANK as Maggie in Warner Bros. Pictures’ drama “Million Dollar Baby.”  The Malpaso production also stars Morgan Freeman.   PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

CLINT EASTWOOD as Frankie and HILARY SWANK as Maggie in Warner Bros. Pictures’ drama “Million Dollar Baby.” The Malpaso production also stars Morgan Freeman.
PHOTOGRAPHS TO BE USED SOLELY FOR ADVERTISING, PROMOTION, PUBLICITY OR REVIEWS OF THIS SPECIFIC MOTION PICTURE AND TO REMAIN THE PROPERTY OF THE STUDIO. NOT FOR SALE OR REDISTRIBUTION.

Film Title: Stardust

Mark Wahlberg, per la Lucky Red, diventa Mark WHALBERG


16 Sep

whalberg

Sono il primo ad accorgersi che al min 1 e 40 del trailer italiano del nuovo film di Ridley Scott, quelli della Lucky Red hanno scritto WHALBERG e non Wahlberg?

Ricelebrando il mio compleanno, un video che espone la mia personalità, buffa, stramba, forse come Harry Dean Stanton


16 Sep
THE PLEDGE, Harry Dean Stanton, 2001. ©Warner Brothers

THE PLEDGE, Harry Dean Stanton, 2001. ©Warner Brothers

È morto Harry e Lynch lo celebra, in memoria di un grande, che ha partecipato, sempre incisivamente, a una marea di film davvero culto. Lasciando stare questa morte, che mi ha fatto piangere molto, propongo questo video che “rielabora” un mio scritto (che potrete trovare qui e sul mulhollandlynch, al link indicato nelle “informazioni”) di qualche giorno fa, quando “compii” 38 anni.

Dovete sapere che la mia voce, ispida, nervosa, che repentinamente s’interrompe burrascosa, calda, allietante, sobria e poi “sciocca”, piace parecchio e vengo subissato da messaggi in cui mi si chiede di far il doppiatore. Non so, potrei “prestarla” per far la voce narrante di qualche lungometraggio o per raccontare favole. Io ne racconto parecchie, anche a me stesso, perché la vita va presa con spirito vorace, brioso, anche quando le cos(c)e non vanno bene e siamo sommersi da obblighi, responsabilità, da lavori frust(r)anti, e la nostra indole rabbiosa emerge furiosa. Quindi ci calmiamo, ci ricomponiamo, ancora ci spacchiamo. Voi il culo, io no. Amate il cubo e non fissate troppo le cubiste. Siate pittori cubisti, siate fancazzisti, quindi agganciatevi al dovere quotidiano, amate, scopate, non rompete il cazzo, sostanzialmente fatevi… i vostri.

 

di Stefano Falotico

Richard Gere vs Robert De Niro, la sfida titanica fra due attori agli antipodi, anzi, antichi


15 Sep

nm17

Partirò con una lunga premessa, sapendo che domenica non andrò a messa ma guarderò il Barcelona di Messi, che forse gioca Sabato. Ecco, in tempi quando il mio “arbusto”, veloce e dinamico, viaggiava alla velocità della luce, “sguaiato” e “iracondo”, molte donne, attratte dal mio “uomo” (in)consapevole di tale potenza erotica, che emanavo con vocativi del tipo Ehi tu, donna, vieni a me, fregandomene di essere preistorico nel corteggiamento, per circuirmi, sognando una futura trombata, a casa mia recapitavano fiori, nell’illusione che avessi potuto appunto, “a punta”, entrar furente nei lor for(n)i. Vennero disilluse e rimasero esterrefatte dinanzi al mio ascetico esser buddista della “miglior” specie, cioè quella di uno che non vuole né reincarnarsi né “incanalarsi” nella carne. Si consolarono con un guitto che promise loro mari e monti e le lasciò poi dallo psicanalista a rielaborare il lutto di un’amara scopata. Sì, io non credo né all’amore, né alle more, né tantomeno alle coppie. Oggi pomeriggio, dopo essermi sorbito un caffè davvero buono, “ammirai” una coppia di fidanzatini che passeggiava tranquilla poco distante dal bar. Sembravano contenti e, mano nella mano, si scambiavano effusioni con lui che sembrava uscito da un film degli anni cinquanta e lei “felice” che la prendesse per il culo. Penso che poi l’avrebbe anche presa in figa. Una coppia giovane che probabilmente si sposerà e divorzierà dopo essersi spossata coi pannolini. Meglio i tortellini alla panna, fidatevi, uomini di “fede”. Ah ah.

Io scherzo, sappiatelo, donne, quando non scherzerò più e schizzerò. I miei non sono discorsi di uno “schizzato” ma di uno che di voi si è scazzato. Ah ah.

Ma passiamo al Gere. Gere, dopo una carriera da “simbolo del sesso”, si sta riciclando in film pacati, amarognoli, dolciastri, in cui inappuntabile sfodera sempre il suo carisma caldo, recitando in sordina, non dando troppo nell’occhio e, senza far rumore, accumulando anche elogi per la sua attorialità adesso matura, da brizzolato con qualche ruga di troppo e la pancetta sempre in “self control” da chi, nonostante l’età, si mantiene bene. Insomma, un uomo che ancora “spinge” per le settantenni oramai in menopausa devastante ma anche per le racchie trentenni che, non riuscendo più a illudersi che potranno un giorno concupire Brad Pitt, immaginano d’incontrare l’attempato Richard a Manhattan per un ultimo bacio alla Muccino con un uomo che possa “capirle”, essendo Richard un lupo navigato che ne ha viste di cotte e di crude…

Nonostante tutto, nonostante io sia asessuato, Gere mi piace. Ha un non so che di uomo che usa il dopobarba in modo “liftato”. Non lo so, anche se spesso, ultimamente, ha fatto ruoli da barbone.

 

De Niro, invece, che lunedì inizierà le riprese di The Irishman, ha concesso un’intervista in cui spiega perché aiuterà Barbuda.

 

Che voglio dire? Non lo so. Ma Gere che fa lo psichiatra che cura tre poveri Cristi è qualcosa che mi lascia imbarazzato…

Perché essere normali quando si può essere Norman?

Avete notato che Gere coi capelli bianchi sembra un topo mentre De Niro, coi capelli tinti, sembra al top?

 

Insomma, Gere può parer bravo quando vi pare, ma De Niro è più scorsesiano. Diciamocela!

In buona sostanza, non sono Cindy Crawford, una che stette per an(n)i con Richard ma pare non abbia disprezzato che De Niro, negli anni novanta, le abbia dato una spintarella. Ah ah.

 

Una vera pretty woman. Come no!

 

Comunque, non dovete credere a tutte le stronzate che dico. Non fate le stronze.

 

di Stefano Falotico

Attimi di scoramento, una sana scoreggina, e incoraggiarsi in questa vita “radiosa”


15 Sep

jw201a

Sì, oggi è la classica giornata storta in cui ti senti affaticato e non giungono buone notizie da Facebook. Diciamo che non ti rincuorano. Ieri pomeriggio, infatti, una donna di dubbio aspetto, mi manda l’amicizia e io lietamente l’accettai. Anche se avrei poi scoperto che sarebbe stato meglio usare l’accetta con questa fatta di aceto. Mi dice che è una scrittrice e io mi congratulo con lei, porgendogli gli omaggi e mostrandole i miei libri, in quanto credetti potesse essere una collega “rispettabile”. Lei scruta i miei scritti, li passa al setaccio, al che mi ricontatta, affermando che nessuno di essi la interessa, anzi, i miei libri, solo a giudicarli dall’apparenza, la “stressano”, la mettono di malumore, perché a suo avviso trasudano cupezza. Quindi, mi mette in lista nera, augurandomi la “buonanotte”. Eventi che ti fanno riflettere e t’inducono a essere pessimista. Forse dovrei reagire come John Wick, di cui oggi è stato annunciato il terzo film, perché questa gente gratuitamente e in modo estremamente cattivo tradisce la tua fiducia e scatena le tue peggiori pulsioni. Ma mi misuro il polso, bevo un po’ di vinello da uomo bolso e caccio una scoreggia che, fluttuando “armonica” nell’aria “bella” di un mattino così scuro, allevia almeno momentaneamente il mal di stomaco e il fegato così barbaramente provocato. Invero, scopro che codesta scrive romanzi “rosa” tendenti al piccante, e inserisce copertine di donne scoperte per attizzare i lettori che, in massa, leggono questa robaccia scopertamente stronza. Sì, questa pornografia andrebbe abolita e non amo le persone che prostituiscono la loro dignità con queste bassezze usa e getta che accalappiano i palati “eccitabili” con porca, no, poco. Eppur non si rivelò donna di costumi facili, appunto, ma una miserabile di discutibile lega che “demoralizzò” anche una possibile sega alla John Travolta di Pulp Fiction.

Tale evento “sacrilego” mi porta lontano. E penso che le persone depresse faccian di tutto per accomunarti ai loro malesseri, facendoti sentire come loro per stare meglio, per consolarsi che mal comune è mezzo gaudio. Che c’entra? Che ne vuol sapere di pene…

Apro la finestra e vedo una donna nuda inseguita da un vecchio. Non è uno spettacolo che stimola i tuoi equilibri col mondo. Vado in bagno e ne mollo un’altra, “permeando” l’ambiente di un odore che sa il “fallo” suo.

 

di Stefano Falotico

Com’è che Edward Norton ha comprato un’altra villa a Malibu e io posso accontentarmi solo di guardar tette di Jennifer Lawrence? Ah ah


14 Sep

71090_ppl 02733833

Eh sì, la vita è ingiusta, infausta e preme sui “deboli” come me che poi si accasciano e non si accasano! Edward Norton, apprendo che ha comprato una villa lussuosissima in quel di Malibu, dotata di “vetri” retrovisori affaccianti sul mare ove può rimembrar i suoi orgasmi in pace contemplativa di un’onirica visione miliardaria, beneficiando della brezza “alcolica” dei suoi parties in non remissione dei suoi esagitati soldi. Sebbene, a giudicare da IMDb, lavori pochissimo e ha in cantiere solo il film d’animazione di Wes Anderson, in cui farà la voce di un cane? Porca cagna!

Eh sì, mi “consolo” guardando questo trailer in cui una Lawrence, inespressiva al massimo in fatto di recitazione, però riuscì a stimolare il mio “pipino” grazie a un fotogramma in cui appare in costumino. Donna di siffatta “levigatura”, meglio della Pellegrini e possibilmente più intelligente, “venuta” per il mio “bagnasciuga”. Sì, sono giorni in cui, confuso, arranco e alla “bona” mi arrangio, cercando di “incentivare” il mio “coso” che si sta ammosciando, cari debosciati. Fluttua in una zona “malickiana” di trasfigurazioni fantastiche da thin red line in cui non so se c’è, se è ancor pulsante come quando si erigeva issato a corpi cavernosi del miglior maschio che fui, e poi si spegne, solleticando il tramonto in sogni in cui è sceso a poppa. Eppur “lo” spolpo e qualche volta, comunque sia ben “(in)teso”, fa il suo (s)porco dovere, e dinanzi alla Lawrence, seppur timido, “arrossisce”. Ah ah.

Intanto, scopro un nuovo idolo su YouTube, il “professore” di Calcio Donato Inglese, uno che coi suoi discorsi dialettali sul “pallone” fa migliaia di visualizzazioni alla faccia di chi della vita non ha capito un cazzo.

di Stefano Falotico

maxresdefault

La morte di Frank Vincent m’induce a considerazioni addirittura sulla vita e la società


14 Sep

frank-vincent 04698103

Frank Vincent è morto. Ebbene, la sua prima parte davvero importante l’ebbe nel capolavoro indiscusso di Scorsese, Raging Bull, di cui estraggo un pezzo critico dalla recensione del dizionario Morandini…

è un violento film sulla violenza, in cui la boxe è un supporto per il ritratto di un uomo eccezionale sul ring, ma esemplare, nella sua normalità, in privato come prodotto avvelenato di una cultura, di un ambiente, di una società. Di questo mondo, fondato sulla violenza, Scorsese suggerisce la dimensione sociale di sfruttamento, mostrandone il funzionamento con acuta finezza.

Ma, come non ricordarlo in uno dei momenti più memorabili di Quei bravi ragazzi, quando provoca Pesci, rammemorandogli il suo umilissimo passato da “lustrascarpe?”.

Ebbene, Frank Vincent verrà ricordato, credo, soprattutto per quest’ultima parte. Da mafioso turbolento, dai tratti fisiognomici particolarissimi e una faccia da caratterista immenso, un volto che una volta codificato dal cervello non scordi più. E, proprio in “virtù” della sua immediata riconoscibilità, di questo ruolo, e riagganciandomi a Toro scatenato, mi sovviene questo pensiero… Si può sintetizzare una carriera e anche una vita in un “character?”. I cinefili forse non faranno così, ma gli spettatori pigri e superficiali certamente sì. Frank Vincent, “iconografia” dell’italoamericano criminale, anche se lui italoamericano non lo era, perché nato in Massachusetts. Ma in fondo, proprio per la sua tipicità fisica, indubbiamente, lo è, almeno per come è stato sfruttato dal Cinema. Pettinatura sempre “rigida” da siculo, viso meridionale, comportamenti da uomo di Little Italy. Guascone, burlone, cazzone, insomma il ritratto di molta Italia “bassa” ancora di oggi. Guardandolo nelle sue movenze, avevi l’impressione che fosse speculare al Jake LaMotta di Scorsese, un uomo “martirizzato” proprio dal suo DNA, schiacciato da una cultura italica della peggior specie e che, sicuramente, la domenica la passava con la FAMIGLIA a mangiare polpette “au sug’” o polpettone con le patate, scherzando con aneddoti “piccanti” e sguaiati sul tempo che passa.

Ecco, siamo tutti dei Frank Vincent. Fin da piccoli, sin dai primi vagiti, veniamo “schedati” dagli occhi degli altri che, piuttosto che esplorare le nostre profondità, quasi sempre si limitano a etichettarci per il nostro ruolo sociale nella vita. E ci soffocano in una dimensione da caratteristi. Molta gente fa così, la più stupida, quella che pensa che la vita sia appunto un reparto del supermarket, e che gli individui siano merce su cui affibbiare un prezzo, un “valore” figlio soltanto dell’apparenza più spicciola.

Frank Vincent, insomma, è per voi solo lo scagnozzo stronzo, che viene pestato a sangue, dei Goodfellas, un bravo guaglione…

Per alcuni, il sottoscritto, è solo un vaneggiante uomo con tanti grilli nella testa, abbastanza “minuscolo” nella realtà di tutti i santi, non sempre sani, giorni. Per altri solo uno scrittore gigantesco. Dipende dai punti di (s)vista. Da come si viene collocati dagli occhi che guardano…

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)