Archive for June, 2017

Con l’inoltrarsi dell’estate, il mio “lupo” si addolcisce e gioco a nascondino coi miei pensieri “reconditi”


14 Jun

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L’Estate è in piena stagione. Le scuole son chiuse e nell’aria si respira aria di mare. Così in ripropongono Marilyn Monroe di Quando la moglie è in vacanza, e si celebra ancora il suo mito, nonostante, ricordiamo, non per fare i moralisti ma gli obiettivi-realisti, fu una zoccola che andava con Kennedy fra un ciak e un pompino “scattante”. Una donna che alle femministe fa tenerezza e malinconia, a me fa triste presa di coscienza, anche di cosce, che fu sopravvalutata per la sua bellezza “moderna” e visse di segreti “proibiti” inconfessabili. Rispolvero i cuori in Atlantide di Stephen King e ricordo che si poteva fare meglio con quell’Hopkins di Scott Hicks. Speriamo nell’IT del Muschietti. Branagh sta pensando al suo Artemis Fowl e De Niro, suo produttore, si prepara per la fine di agosto alle riprese epocali di The Irishman.

Intanto sto migliorando la vista con gli occhiali e in questa foto, in cui indubbiamente son venuto “bolso”, ricordo il David Callaway di Hide and Seek.

Così…

Eppur rimango un orsacchiotto di profonda mente e in questo sonno letargico sprofondo con un’altra puntata del Twin Peaks.

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La nuova categoria “lavorativa” di oggi, i “collaboratori giornalistici”, tristezza assoluta


13 Jun
BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

BROADCAST NEWS, William Hurt, 1987, TM & Copyright (c) 20th Century Fox Film Corp.

Premetto che anch’io sbarco il lunario, arrotondando con articoli di Cinema, ma i più sono gratuiti e svolti per estrema passione, quando e come voglio. A titolo esemplificativo i miei post qui su FilmTv.it e su altre riviste online…

Ma in questo desolante panorama di disoccupazione, purtroppo, sta prendendo piede una nuova forma di “lavoro”, quello dell’articolista pagato a numero di battute. Allora, impazzano questi siti improvvisati, artigianali, senza poetica, senza direzione precisa, in cui veniamo sommersi da “notiziari” sull’ultimo progetto di questo o quel divo, sul nuovo film in lavorazione del regista pinco pallino.

Ragazzi usciti da quella scempiante “università” di scienze delle comunicazioni, una facoltà che andrebbe presto abolita, come sostiene Goffredo Fofi, si “accapigliano” per “rielaborare” news spulciate da siti internazionali, e in ottica SEO, altro obbrobrio “comunicativo”, vengono allestiti “promemoria” che non danno niente né al Cinema vero né alla nostra fame cinefila. Articoli scritti per puri sfoggi “stilistici”, per vantarsi di essere sul pezzo, escrementizi, enfiati esibizionismi di “bello scrivere” usa e getta. Una marea d’informazioni, spesso superficiali, inneggianti al blockbuster che andrà per la maggiore, in “onore” di film osceni, inguardabili come La mummia. La critica cinematografica diventa così un orpello, qualcosa di “cool”, qualcosa da consumare in fretta per altre abbuffate ignoranti di “hit”.

In questi siti e articoli, poi, stupisce la grossolana, imbarazzante povertà ideologica. Non si parla mai di film d’autore, dei capolavori del passato, se non per sentito dire e con frasi zeppe di banalità, da parte di gente che quei film non li ha neanche visti e scopiazza da qualche dizionario “nobile”.

Insomma, una nuova massa di deficienti sta rovinando il Cinema. E acclamano anche i film straight to video!

 

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Domani, sull’allegato del Corriere della Sera, l’intervista a Robert De Niro e allo scrittore Stefano Falotico, anteprima…


12 Jun

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Anzi, intervista completa solo al Falotico. Che comparirà anche su Max, la rivista per uomini “duri”.

 

1. Bene, come sta?

– Bene, grazie, non prego, non credo in Dio, lei come sta? Prega?

– Bene, prego, no grazie.

– Gratis et amore?

2. Come è iniziata la sua carriera di letterato?

– Quasi per caso. Scrissi infatti qualcosa a caso, anche a cazzo.

Ma parliamo di altro, anche di alito, non solo di cose alte.

3. Ok, crede nell’esistenza degli alieni?

– Credo negli alienati. Ogni alienato ha le sue buone ragioni per essere alieno al mondo.

4. Lei si vanta di avere avuto più di mille donne, è vero o è un’esagerazione della stampa scandalistica?

– La verità è che le donne sono attratte dal mio cervello, non dal mio uccello.

5. E quindi, ha un rapporto conflittuale col gentil sesso?

– No, non sono gentili, sia cortese. Non amano i miei “sgarbi”. Diciamo che il mio rapporto con “esse” non è conflittuale ma inesistente. Eppur ne godo.

6. Cioè?

– Mi masturbo. La masturbazione, pratica ingiustamente condannata dalla Chiesa cattolica, richiede concentrazione, cura “orientale” nei dettagli, prima di eseguirla bisogna respirare profondamente. Solo così si può “ascendere”.

7. Io sapevo che era corteggiato da molte donne, invece.

– Sì, mi corteggiano ma sono un cesso. Infatti poi mi mandano a cagare. Pensare, che ci sono quelli che vanno matti se le donne pisciano loro in testa.

8. Dunque lei non ha problemi da quel “punto di vista”…

– Quale sarebbe il punto di vista?

– L’ammosciamento, lei, non praticando, non incorre in questa problematica che, come sappiamo, affligge nove uomini su dieci.

– No, solo pene…

9. Ci può parlare dei suoi progetti futuri?

– Innanzitutto, come le dicevo, essendo un onanista incallito, per stasera mi aspetta un “video” in streaming. E devo sceglierlo per non “sbagliare” il “colpo”. Bado molto alla quantità e non alla qualità, il mio stato d’intellettuale “integerrimo” ne risente, ma so rialzarlo subito, cioè, volevo dire, riprendermi da dove avevo interrotto. Sì, il coitus interruptus…

10. Non faccia lo spiritoso. Davvero, qual è la sua bucket list?

– Come le dicevo, pensare al “bucato” e poco a “bucarle”. Ma tornando a “cosce” più serie, sono stato ingaggiato per il prossimo film di Scorsese, The Irishman, interpreterò il guappo Gustavo Macedonia, uno che viene assassinato appena cerca di mettere le corna al protagonista.

11. Tornerei alle donne. Sia serio. Mi parli di come fa…

– Non faccio, fanno tutto loro. Appena mi vedono, mi saltano addosso.

– Per coprirla di baci?

– No, per coprirmi di merda.

12. Suvvia, la sua fama di sciupafemmine è arcinota. Dica il vero, usa anche lei qualche volta il Viagra?

– So che non uso i Viados.

13. Se dovesse fare un sunto del suo percorso artistico, quali sono tre aggettivi per descriverlo?

– Ostinazione, testardaggine, perseveranza.

– Un tipo combattivo, dunque, non molla mai.

– No, mollo eccome. Scoregge di gran sapore.

14. Io sono fissata con le donne, mi scusi. Amano molto la sua testa.

– Sì, ma dicono che non ho palle. Eppur rimango un loro pallino. Di mio, so che da piccolo ero allergico al polline e leggevo la favola di Pollicino.

15. Per concludere. Quando la rivedremo all’opera?

– Domani sera. Vado a vedere l’opera omnia di Giuseppe Verdi a teatro. Insomma, sono io uno “spettacolo”.

 

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Un paio di occhiali per guardare meglio i cu(cu)li


12 Jun

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Ebbene, dopo la visita a Villa Erbosa dall’esimio e bravissimo dottor Cantagalli, ho scoperto, anche se già lo sapevo, di soffrire di astigmatismo, e all’occhio destro mi mancano tre gradi. Sì, sono parecchi e abbisogni di lenti. Così, oggi andrò dall’ottico a ordinare la montatura, proprio io che non monto le donne seppur in molti credano sia montato. Non sono omosessuale, nessuno mi cavalca, sia ben (in)teso! Gli occhi sfarfallano, la vista scricchiola, il tempo si fa “incipiente” ma i capelli stanno ricrescendo grazie, di grazia, a una lozione miracolosa che l’altro dottore, l’egregio Miserandino, mi “consegnò” appunto per il rinfoltimento del bulbo. Sì, adesso la peluria si sta riappropriando del cranio, e lo ricopre piacevolmente di capelli alla Al Pacino dei giorni nostri, sì, ancora ispidi, tendenti al riccio, un groviglio indistricabile pari agli arruffati miei pensieri. Un’altra giornata trascorrerà, mentre pochi giorni fa quell’esaltata di Diane Keaton fu omaggiata alla carriera all’AFI, e fu cosparsa di lodi da parte di chi, oltre a lavorarvi, se la scopò, vale a dire Allen, Beatty, sempre Pacino. A chi interessa dei miei occhi? I miei occhi neri, invero castano scuri, segni particolari di un mio “bellissimo” alla Celentano. I miei occhi servono, non voglio ridurmi come Al di Scent of a Woman, sebbene, ripeto, delle donne me ne frego. Anche dei maschi. Sono ascetico, forse scemo, sicuramente quando mi cresce la barba assomiglio a De Niro di vero Style.

di Stefano Falotico

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Se Servillo sarà Berlusconi, io sono un Divo, e voglio narrarvi questa storia


11 Jun

La storia, da non confondere con Troia, sebbene i canti omerici nell’Iliade parlarono di cavalli con dentro uomini con la grinta di un toro…

Mattina altera, forse alterata, di me come sempre affabile nel traffico cittadino, poco pingue perché poche macchine vidi, sebbene un extracomunitario, cantandosela, vendeva il Resto del Carlino a un semaforo di colore… rosso come la sua pelle, al verde come il suo stipendio, giallo come i peggiori film di Dario Argento. Argenteo, poi mi diressi verso il solito bar, ove trangugiai una colazione “raffinata” a base di brioche salata parimenti proporzionale alla mia “dolcezza”, e di un cappuccino più “pio” dei monaci francescani. Riprendendo quindi a girare. Sapete, spesso mi girano e divengo in quegli attimi fatali come Attila, flagellando il mio (D)io a base di ire sgommanti come i tir della Domenica. Quindi, in un altro bar, allo “scader” di un caffè amaro come il mare d’inverno di una canzone rifatta più volte come Silvio, meditai su questo film, Loro, ove l’accento va posto nel modo più consono alla ricchezza italica della nostra Lingua vorace, forse solo verace come le cozze napoletane nella gola “profonda” di un uomo non partenopeo che tifa Milan. Sì, rincasai e mi “posizionai” appunto nella mia cas(c)ina, ove, quando sono triste, masturbatorio mi do al cul(t)o dell’osservanza di belle coscine. Facendo su e giù in stato “down” della mia dignità. La dignità! Da quando il Capitale ha preso podere, no, potere nelle testicolari teste di cazzo degli italiani, il lavoro “utile”, non umile, è divenuto una priorità. L’uomo invece deve venire e darsi alla creatività, altrimenti diviene svenevole. Donne, venite a me, urlava Berlusconi, uno che ne circuì parecchie, per il suo uccello liftato che ne gioiva, giovava, erano molto giovani. Io mi arrangio, arranco, non seguo il branco, sebbene abbia molto amato Marlon Brando. Sono un selvaggio, cari bulli e pupe.

Sono un ricco nell’anima, povero in canna, ma non fumo neanche le canne. Berlusconi, invece, a ottanta “ani” tira ancora di brutto, ma si crede bello.

di Stefano Falotico

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Al Pacino sarà il coach Joe Paterno nel film HBO di Barry Levinson


06 Jun

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La notizia è di quelle straordinariamente importanti. Al Pacino, stando a numerose testate giornalistiche aggiornate su Hollywood e i suoi progetti, presto inizierà le riprese di un tv movie per la HBO firmato da Barry Levinson, premio Oscar come miglior regia per Rain Man e autore di pellicole incisive come Sleepers e Sesso e potere.

Pacino rivestirà i panni dell’ex allenatore storico di Football Joe Paterno, che fu coinvolto in uno scandalo sessuale. O meglio, ne fu indagato e condannato al carcere per “omissione di prove”. Il diretto interessato fu invero il suo collega Jerry Sandusky, che a quanto pare intratteneva relazioni “proibite” con ragazzi minorenni.

Al Pacino è legato al progetto sin dal 2012, quando questo film per la televisione doveva intitolarsi Happy Valley (al momento, non viene specificato se manterrà ancora il titolo originario, sebbene Production Weekly riporti invece che il titolo, appunto, non verrà mutato) e alla regia doveva esserci il suo “fido” Brian De Palma, che come molti cinefili sanno ha lavorato con lui nei cult Scarface Carlito’s Way. Ma l’HBO all’epoca, alla vigilia dell’inizio delle riprese, bloccò quasi inspiegabilmente la produzione, adducendo come motivo i “problemi di budget”.

Adesso invece pare tutto pronto per i primi ciak che scatteranno a Luglio.

Poi, Pacino sarà subito pronto per The Irishman di Martin Scorsese con De Niro e Joe Pesci.

Non è la prima volta che Pacino, tornando al film su Joe Paterno, lavora con Levinson. I due infatti avevano già con successo, avvalorato da numerosi Emmy e Golden Globe, collaborato per altri due tv movie della HBO, You Don’t Know Kack, in cui Levinson era regista, e Phil Spector di David Mamet, in cui Levinson era “solo” produttore esecutivo.

Inoltre, a loro si deve The Humbling, presentato al Festival di Venezia di qualche anno fa, e purtroppo mal distribuito in Italia.

di Stefano Falotico

 

Nel mondo, ahinoi, esiste ancora gente che è “preoccupata” del titolo del sequel di Top Gun, invece di pensare alla realtà


04 Jun

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Tom Cruise, l’emblema del robot di plastica, che negli ultimi anni è riuscito a cancellare con queste brutture che sta girando anche i film autoriali che l’avevano un po’ elevato, si è “lanciato”, senza “paracadute”, nell’affermare che il seguito di quella boiata edonista, guerrafondaia, militarista e reaganiana, che è stato Top Gun, adesso ha un titolo, ove tornerà il nome del suo “eroe”. Come se non bastasse ad ammorbarci con questa “notizia” devastante, tragica quanto la politica di Trump, insiste nell’asserire che il seguito avrà gli stessi toni, pomposi, trionfalistici, retorici, machisti, del primo, e che il cast sarà lo stesso. Insomma, vedremo una McGillis abbruttita dall’incipiente vecchiaia e un Val Kilmer post-“bombardamento” farmacologico dalla cura del Cancro alla gola, e soprattutto rivedremo questo topo platinato di nome Tom Cruise a guidare da “aviator” la ciurma di chi della vita non ha capito un cazzo, e si abbuffa di queste buffonate patetiche, superate, il peggio degli anni ottanta, che sono stati, ricordiamolo, una vera catastrofe per la cultura umanistica.

Juventus-Real Madrid, 1 a 4, che (ver)gogna, che verga, la delusione di Buffon(e) e Agnellone


04 Jun

Una Juventus ignobile, meritatamente (scon)fitta

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La delusione si legge sul volto di Buffon, annichilito per ben 4 volte sonanti, due da Ronaldo, che l’ha schiantato. Schiatta di rabbia il Buffon, con la D’Amico in tribuna a “porgergli” il piagnisteo. Una batosta come non se ne vedeva da tempo. Juventini poveramente illusi, a cui la rete di Mandzukic aveva dato “manforte” di speranze. Affranti, sconsolati, si rifugiano in una prammatica retorica, lodando comunque la stagione trionfante a cui è pero mancata la ciliegiona sulla torta. A Napoli festeggiano, godendo come ricci e subissando d’offese Andrea Agnelli, che con “aplomb” discutibile ha cercato di trattenere la voglia, in realtà “intrinseca”, di voler picchiare Massimiliano Allegri, imputato di avergli fatto fare una figuraccia “stimabile”. La Juve è crollata e, diciamocelo, neanche nel primo tempo aveva giocato bene. Catenacciara, con deboli ripartenze “contropiediste” si augurava di poter impensierire un Real Madrid magnificamente “allestito” da Zidane, che si prende la sua giusta rivincita dopo la sua espulsione dei Mondiali del 2006. Del Piero è incazzato a morte, Vialli “gorgheggia”, Sacchi sotto sotto se la ride. Ed è l’ennesima finale terminata in disfatta. Insomma, Higuain deve buttar giù la pancetta e Dybala avrebbe fatto meglio a riguardarsi le prodezze del Messi. Messi, sì, a novanta, per più di novanta… minuti, minutissimi. Praticamente scarni, diciamocelo, scarselli.

Juventus vs Real Madrid, ci vorrebbe Christopher Walken


03 Jun

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Ebbene, stasera si giocherà la finalissima di Champions fra gli zebrati di Allegri, uomo sempre malinconico e “urlante”, spaccante le bottigliette, e il Real di Zidane, colui che fra i bianconeri militò e vinse appunto la Coppa Campioni. Zidane è una volpe e sa che la sua squadra è sfavorita, i pronostici la danno per “fallita”. Dybala incanterà la platea di Cardiff e il Pipita dimagrirà segnando una rete mondiale? Arrigo Sacchi è pronto a scommettere, e forse alla SNAI guadagnerà più credibilità. Lui, uomo “straordinErio”, che sbaragliò tutti grazie al trio degli olandesini. Ma in questa finale ci vorrebbe la verve dell’oltre settantenne Walken, uomo guerriero, che oggi passeggia in vesti natalizie dispensando regali ai bimbi, omaggiando il suo Nosferatu che fu con classe altera da senile man con la pancetta e canottiera.

Questa è una stronzata, ma anche la partita lo sarà. E Buffon farà la sua parata o preferirà le “parate” della D’Amico, “bloccando” la sua parlata nasale-annusante?

di Stefano Falotico

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In questo 2 Giugno, “festeggio” la Repubblica…


02 Jun

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Arriva il giorn’ fatale in cui si festeggia questa cosa “fondata sul lavoro” e non si sa bene ove Equitalia vada a parare. Vedo in giro sorrisi equivoci, forse anche equini e l’equazione che l’Italia, “lavoratrice”, sia un Paese felice non ci sta. Parafrasando Scalfaro. Scalfaro fu uomo scafato con tanti soldi e il motoscafo, oggi D’Alema “parteggia” per Renzi e Renzi è “rizzo” in vista delle “erezioni” che spera di vincere. In Tv passa un film “di” Totò e Corrado Guzzanti ci annoia ancora coi suoi “mille” personaggi. Mentre in Usa impazza Wonder Woman, qualcuna qua è una lacchè come la Gruber e mi sembra un’Italia da Lilli, sì, Carati, sempre più car(iat)a e buona per i pensionati. Intanto, De Niro gira ad Atlanta un film per bambini mentre Uma Thurman, ricordandogli che se la “bombò”, gli aggiusta il neo decaduto come il Conte di Cavour. Evviva Mazzini? Meglio Carletto Mazzone e le donne “amazzoni” quanto so’ bone Se famo du’ spaghi.

Passeggio ordinando un caffè, poi urino da “volpino”.

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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