Archive for April, 2017

Il bilancio, la bilancia, stanno tutti bene e una pizza capricciosa per combattere lo stress occidentale


17 Apr

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Viviamo in una società “termo-nucleare” in cui ogni idiota vuol dir la sua con far smargiasso essendo grasso, sì, molta gente s’ingozza di demenza e dà dell’idiota al prossimo, in un conflitto guerrafondaio che partorisce esseri umani sempre più simili alle cavallette. E, in questa cavalleria rusticana, io mangio il rustichino, anche possibilmente la rosticceria, cinese preferibilmente, sorvolando lidi lindi di asciuttezza metafisica e disinteressandomi ampiamente delle fiche. Mica pizzi e fichi, son uomo da pizza. In piazza vogliono spupazzarmi, esibendo una mia foto gigantesca per le cosce “abbrustolenti” delle donne nel mio sguardo attizzante l’ardente, possibilmente vado a Oriente, cantando nel reggermi le (s)palle con indubbia classe del mio “armamentario”. Molta gente è preoccupata della mia salute, anche psichica, e confonde le carte, dannandosi da matti per spacciarmi come folle. Ma, in questo trambusto di cattiverie e pettegolezzi, rimembro, nel mio ricordante membro, la faccia da “culo” di De Niro nel Kirk Jones, e sto male. Tutti vogliono i soldi. E i soli? Un’altra galassia ne ha di più, (non) consolatevi. Mangiate all’agriturismo l’insalata e ne godrete di (b)rutto secco come una donna senz’accidia nei primi giorni inoltrati di primavera ascendente, voltante in questo triste e me(ge)ro Occidente del cazzo. Sì, è sempre quello che “vince”. Sappiatelo, donne, quando verranno tempi di “magra”.

 

di Stefano Falotico

Director/Executive Producer Michael Bay on the set of TRANSFORMERS: THE LAST KNIGHT, from Paramount Pictures.

Director/Executive Producer Michael Bay on the set of TRANSFORMERS: THE LAST KNIGHT, from Paramount Pictures.

Se DiCaprio non lavora, la Winslet se lo cucca, memore del Titanic che fu, e intanto io bacio la “tettonica”


17 Apr

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DiCaprio si sa, da due anni non fa un cazzo, girovagando nel mondo “a bordo” del suo carisma indistruttibile, accumulando chili sull’addome e dormendosela bellamente, mentre Ridley Scott sogna un altro film con lui. Eppure è stato paparazzato, anche spaparanzato, assieme alla Winslet con cui pare che di lingua abbia dato vogliosamente il suo calore italo-germanico-americano “al bacio”, gustando poi un gelato al pistacchio su limone “capriccioso” della fragolina di Kate.

Sì, DiCaprio è uomo piccante, che tutte si fa “a briglia sciolta”. Mentre il grasso lo “corrode”, elargisce labbra voluttuose all’aroma di caffè con la “schiuma” e la panna montata dei suoi capelli oleosi di biondezza “ficcante”.

Insomma, Leo è un volpino, io rimango uno con molte scosse nel fegatino, eppur non mi smuovo. Pensando a una scogliera ove il mio cor(po) riposerà meditando le nevrosi del mio ego smisuratamente navigante nel “revenant” delle mie idiosincrasie verso un mondo a cui mi pongo come Jack Nicholson di Qualcosa è cambiato, immaginandomi oggi come Kinnear carezzante il suo cagnolino, domani “giocante” con la gattina. Sappiatelo, uomini di “poppa”, quando la pru(gn)a vi chiederà altra amarezza.

E al largo mi allargherò, non tanto “allungherò”, mentre lei mi “allagherà”. Di sputi in faccia.

Eppur non le alla(r)ga. Come si fa?

Si fa, si fa, si va.

 

di Stefano Falotico

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Buona e cattiva Pasqua, nel giorno dell’ascensione, siate “maligni” e amate Richard Gere


16 Apr

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Sì, ho fatto un sogno strano. Ho sognato che nel soggiorno, di notte, venissero a visitarmi dei cagnolini, tutti bardati e “sbadati” a festa. Si cibavano di pranzetti che, da dietro il televisore, spuntavano. Rosicchiavano, spolpavano le ossa, carpendo il midollo spinale della mia predisposizione alla bontà, non al buonismo. Mentre in Corea del Nord si annunciano bombe atomiche, a Bologna ieri piovve, di tuoni tonitruanti peggiori delle calamità “artificiali”. Ma, tornando al sogno, esso poi svoltò favolistico in una dimensione colorata in cui i cani scomparivano e mi trovavo in un viale alberato, “oscuro” come la selva di Dante, in cui Silvia di Leopardi mi accompagnava alla ricerca di conigli giganteschi. E, svegliandomi, mi venne in mente Richard Gere. Uomo oggi attempato a cui però le donne vorrebbero ancora “attentare”, leccando la sua capigliatura brizzolata per rinascite “pasquali” degne del settantenne ingrigito eppur ancor fascinoso che Gere è in baldanza del suo sessappiglio col dopobarba sensibile del borghese anomalo, piccante di sguardo “pruriginoso” nella Cindy Crawford sua che fu. Esce The Dinner e le recensioni americane ne parlano come di una stronzata colossale, sesquipedale. Di mio, so che stamane ho bevuto un cappuccino e poi il caffè, ammirando le cosce di una vecchia che conosce l’odore del tempo e sa che le sue “uova” non sono più quelle di una volta in cui, anche lei, sognava la lingua del Gere in stati bradi del suo non essere “cristologica”. D’altronde, Gere sarà protagonista di Three Christs. Ogni povero Cristo ha l’agnello che si merita. E quella vecchia al dito, nonostante la morte del marito, porta ancora l’anello mentre le donne “sensuali” sognavano Gianni Agnelli. Sappiatelo, quando il buonismo vi sopraffarà e vorrete tanti farvene al “cioccolato”.

Con questa stronzata, vi lascio mangiare.

 

 

Siate Norman, non normali.

 

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THE DINNER – TRAILER ITALIANO UFFICIALE


16 Apr

DAL 18 MAGGIO AL CINEMA. Una cena tra due fratelli con le rispettive mogli in un ristorante di lusso fa venire a galla un orribile segreto. Tratto dal best-seller “La cena” di Herman Koch, THE DINNER di Oren Moverman è una bomba ad orologeria, perfettamente congegnata, che distruggerà per sempre, nel tempo che va dall’antipasto al dessert, la vita di ognuno dei protagonisti. Stan Lohman (Richard Gere), membro del Congresso in corsa per la carica di governatore, accompagnato dalla giovane moglie Katelyn (Rebecca Hall), invita a cena in uno dei ristoranti più esclusivi della città suo fratello minore Paul (Steve Coogan) e la moglie Claire (Laura Linney). Quella che sembra essere una normale riunione familiare, si rivela essere invece l’occasione per discutere di un terribile omicidio commesso dai rispettivi figli e ancora impunito. I quattro genitori si trovano di fronte ad un doloroso dilemma morale: proteggere i propri ragazzi nascondendo la verità o agire secondo giustizia e denunciare il crimine?

Portata dopo portata i rapporti si frantumano e si svelano i veri volti dei quattro protagonisti, restituendo una rappresentazione feroce della natura selvaggia dell’uomo, ben celata sotto la superficie delle convenzioni sociali e delle apparenze borghesi.

Dramma, commedia, satira, thriller: The Dinner è tutto questo e, sulla scia del successo di Perfetti Sconosciuti, terrà gli spettatori inchiodati in sala in attesa della decisiva e sconvolgente ultima portata.

 

Stallone beccherà il killer di Budrio nel suo John Rambo QUINTO


15 Apr
JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

Sì, sta scappando, forse anche scopando o solo scoppiando, Igor o Ezechiele, russo o serbo, probabilmente “ceco” da occhi ciechi a forza di tuffarsi nei canali “sordi(di)” del Reno per non farsi vedere dagli elicotteri con gl’infrarossi. I cani latrano e digrignano i denti mentre Igor, armato fino al culo sfondato e con la scorta di Nutella, scorrazza “indisturbato” e nella fatica scoreggia rumoreggiando fra i droni silenziosi, seminando il panico fra Molinella e una vecchia del Mulino Bianco. C’è poco da scherzare, costui è un farabutto e va consegnato, nel giorno di Pasqua, alla giustizia divina, con un’esecuzione capitale da “ascensione” infernale. Eppur non lo prenderanno e a pig(l)iarlo ci pen(s)erà Silvestro, più noto come Sylvester, colui che fu il Cobra e da Cobretti “curava” i pazzi alla Igor, picchiando anche Drago Ivan di edonismo reaganiano che farebbe “combutta” con il doppio mento di oggi del Trump-one. Uno che vuole bombardare quei bombardati dei coreani, per una Pasqua di “letizia” e di “tanto io ho Melania”. Letizia, sì, è sorella di Tiziana, che volete me ne freghi della Panella se son uomo di Pannella? Lui combatté di scioperi della fame mentre la società di oggi, assetata di bellicismi, vive alle (s)palle di gente che è stufa di quest’umanità che pensa solo a “stantuffare”. Sì, la pornografia impazza fra gli orientali che non trombano da decenni, lavorando come dei negri, mentre in Occidente le giornate si sono “allungate” e “durano” più dell’uccello di Siffredi. Lo sa Putin e la Russia non va più a puttane come un tempo. I tempi o i templi? Si può dire in entrambi i modi, anche se come plurale di tempio è preferibile templi, appunto, tienilo a mente nelle tue tempie, caro stempiato. Stallone invece di capelli ne ha eccome, grazie al parrucchino del suo parrucchiere di Beverly Hills, e sogna un Rambo cinque a settant’anni suonati. Non è un suonato ma alla scuola dell’Actor’s Studio lo trombarono. Eppur Brigitte Nielsen dei bei “templi”, no tempi, trombò. Insomma, se Stallone beccherà Igor, sono cazzi suoi. Io penso al mio. Tu pensa a quello di un altro, visto che sei frocio.

Non sono omofobo, non sono fobico, più che altro sono Falotico.

di Stefano Falotico

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Gli USA pronti a bombardare la patria delle bomboniere, insomma, non sarà una guerra bona, missili per tutti


14 Apr

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La società impazzisce mentre la foll(i)a, non solo in piazza, impazza. E nuovi pazzi come Trump aggrediscono folli coreani coi loro test nucleari. Bombardamento! Allibiti, ci (s)copriamo e notiamo come viviamo di rivalse. Insomma, voi, non io, che vivo da colui che vale e non vuole rivalersi. Alleati chiamati a difendere il Giappone se sganceranno atomiche sui “cinesi” e un bar di filippini preso di mira da dei terroristi islamici, mentre Riz Ahmed conosce The Night Of da pakistano che sa le origini italiane dell’americano Turturro. Non ci vuole solo John, ma anche Rambo. Stallone decide di scappare, sì, non c’è due senza tre, e infatti sarà nel terzo Escape Plan mentre Schwarzenegger medita di far di nuovo il Terminator. Die Hard, ed ecco che “anch’io HAO VODAFFON!” Willis si rimette in pista e dopo i b movie vuol girare un’altra Arma letale. Sì, della guerra sa Gibson con le sue Hacksaw Ridge… di Beautiful? Insomma, il mondo impoverisce come Bardem di Biutiful e dopo le bombe sarà un Mare dentro.

Bendo alle ciance, qui sta per scoppia’ na guerra del 48 e intanto Dybala firma un contratto da 7 milioni e mezzo a stagione. Non ci son più le mezze stagioni. Siamo un’umanità sul viale del tramonto, da cui William Holden de Il mucchio selvaggio e Orizzonti di gloria. Kirk Douglas!

Finché siete in tempo, sani di mente, magnatevi un Big King che viene in questi giorni “pasquali” solo a tre Euro e 99.

Per il resto, vi vedo alla frutta. E dunque, estrapolandomi da questa realtà malata e guerrafondaia, rutto libera-mente.

 

di Stefano Falotico

Atomic Blonde (2017)

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Cari Wizard-s of Lies, giunge sempre il momento delle verità


10 Apr

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Mentre un’umanità “lavoratrice” di ambizioni isteriche persevera indefessa, più che altro fessa e auto-infossatasi nel delirio, nel suo cammino quotidiano a base di frenetici mot(t)i del sacrificio e della sofferenza, spaparanzato nelle mie libertà, gioisco degli attimi e degl’istanti, mentre il mondo (de)perisce, afflitto appunto dalla sua baraonda e dalla “grande bellezza” della sua insana decadenza.

Il web pullula di trailer di “tori”, e tutto pare all’insegna(mento) di “precetti” ironici trasudanti invero noia.

Mentre donne vogliose s’incapricciano per la loro ricerca dei “vuoti da riempire”, io mi “corroboro” di sane ansietà, prosciugando la mia carriera a favore del dolce far niente che scrive teoretico, in libri intarsiati di prestigio, la “sola” ambizione di esser me stesso, mentre gli altri, stesi da fallaci obblighi e responsabilità bieche, oltremodo cieche, miopi e forse anche pre(sbi)ti inseguono la “pace” omeostatica dell’imbecillità, degli sfottò di massa, della rincorsa affannosa al guadagno “meritocratico”, all’accumulo esasperante di piccoli mattoni, invero grandi matti ah ah, per “cesellare” curriculari ciclostilati di postille a loro stessi, appunto. “Appuntiti”, prendono sempre appunti per non rimanere e remare indietro, mentre il lor amaro (rin)cresce e vivranno di estremi rimpianti, solleticandosi a vicenda, anche a cene e cerniere “infrocettanti”, di leccate di culo “sobrie” come i lor mor(t)i viventi. Sepolti già da tempo da un perbenismo per sua stessa natura filisteo e fasullo, vivono di queste “intensità”, e di soprusi crepano crepitanti nel sopraffar il prossimo. Anche tuo, non mio. Non micio. E abbaiando vado “eiaculando” il mio ego nel sum vero e non in questi sommari somari. Io sono la summa delle mie contraddizioni, mentre loro “punteggi” sommano.

 

Giungerà il giorno in cui, da sempre menzogneri e ipocriti, si renderanno conto di aver vissuto di ricchezze illusorie, traditrici e ingannevoli.

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di Stefano Falotico

Toni Servillo sarà Berlusconi per Sorrentino, e Berlusconi come sarà a Sorrento? Riflessione falotica


09 Apr

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Credo che Silvio Berlusconi abbia sempre rappresentato la mia nemesi. Lui, uomo gioviale, di grana grossa, che si è sempre “addolcito” con “gentili” signore di “bocca buona”, pie a elargirgli pompini a tutto gas(ato). E lui accondiscendeva con indubbia cialtroneria della sua sfacciataggine ero(t)ica da “cavaliere” distinto, mentre io sono un asceta d’istinto. Non uno stinco di san(t)o ma nemmeno uno da tanti pezzi di “sticchio”. Sì, Berlusconi… se ne “avallava” di vallette, piluccando con godimento inesausto da vero maialino che fu premiato da altri italiani porcellini a divenire premier. E dire che, quando costui fu eletto, io compravo la rivista francese Premiere e, mentre lui “calcava” le passerone, io sognavo una passerella, invero conducendo una vita da San Francesco che parlava non tanto al suo uccello ma decantava i passerotti. Oggi, sul davanzale del mio balcone, s’è poggiato un piccione, caro Berlusconi, che hai fatto carriera grazie ai picciotti e, nonostante tu di altezza sia sempre stato un piccino, leccavi tutte le tettine e i balconcini. Il piccione mi ha chiesto del cibo ma a me non son rimaste nemmeno le briciole, cari (b)ricconi e sono uno scrittore che vive delle sue ispirazioni, mentre Silvio, a ottant’anni suonati e a mille ani trombati, continua con le “pressioni”, riducendo l’Italia alla fame mentre lui “le” sorseggia, e LORO ne succhiano… con tanto di aspirazioni. La vita è un percorso a spirale, non sperate in altro. Non mi puzza l’alito e non ho la puzza sotto il naso, eppur amo La grande bellezza.

In verità vi dico che, stufo delle mondanità, mi son dato alle mondine. E cavalco l’onda mentre Silvio vien sempre più macchiato di cattiva onta. Insomma, scrofe, son un uomo non servo dello Stato, ma forse ho la stessa cadenza meridionale di Servillo.

Ed è un piacere cadere, cari cascamorti.

 

Stasera ci sarà un’altra festa, io non vi andrò come al sol(it)o, ma mangerò e guiderò una Fiesta.

E tutti, mentre festeggiano, io infesto. Speriamo non m’investano… non voglio investimenti né investiture, io sono la iattura. Non amo neanche tanto vestirmi. Ma, per non aver pagato la Fiesta al supermercato, mi arriverà la fattura in questa degli animali fattoria.

Insomma, sono un factotum.

Alcuni mi chiamano fallito, altri mi chiamano Falotico.

 

Sì, Berlusconi ama il mar di Sorrento e tu ami sorrata.

SET DEL FILM "LA GRANDE BELLEZZA" DI PAOLO SORRENTINO. NELLA FOTO TONI SERVILLO E CARLO BUCCIROSSO. FOTO DI GIANNI FIORITO

SET DEL FILM “LA GRANDE BELLEZZA” DI PAOLO SORRENTINO.
NELLA FOTO TONI SERVILLO E CARLO BUCCIROSSO.
FOTO DI GIANNI FIORITO

 

di Stefano Falotico

Revival o rivalità? Di mezzo c’è sempre quel giant comedy ch’è Billy Crystal


05 Apr

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Sulfurea è giunta la notizia che Billy Crystal, artista che io stimo oltre ogni (ar)dire e che di risate mi fa ardere, presto congiungerà le forze con Barry Levinson per una commedia, appunto, di questa trama bislacca, che io mentalmente ho già tradotto e spero egualmente facciate anche voi. Qui la posterò in versione originale:

 

After a bitter public divorce, a once-legendary Broadway composer, who gets stuck composing jingles to make ends meet, finds out that a Staten Island high school is staging his most famous musical, and he becomes obsessed with shutting it down. In the meantime, all the money he earns writing stupid jingles goes to keep his only friend — his old, incontinent dog Julius — alive. And the composer, who is trying to kick his smoking habit by using electronic cigarettes, finds himself becoming addicted to the smokeless replacements.

 

Mi attizza questo progetto e i “rumori” dicono che il soggetto sia grande.

Ciò per riflettere su quanto noi, artisti, siamo spesso depressi ed entriamo in rivalità con l’io nostro più “perturbato” dal mondo che, alienandoci di preoccupazioni, inesorabilmente ci stressa e rende sempre più nevrotici.

Conflitti psicologici che, grazie alla mia filosofia zen da Buddha del pen(s)ar in “glande”, io ho sconfitto con fiera “abnegazione” della mia indole mansueta che s’apprezzare ancora la bellezza maestosa e il fruscio profumato e sonante delle foglie di primavera ancor cadenti dall’autunno inoltratosi nella bella stagione solare. Che bella poesia, che mia p(r)osa. Oh, amami dolce sposa di questo mio destino or “infatuato” solo del suo esser nefasto con la delicatezza di colei che poi da me divorzierà adducendo come scusa il “fallo” che son troppo oltre la sua mediocrità e necessita invece, “in fece”, di un uomo che sappia “piluccarla” con più mascolina selvaticheria.

A casa mia, dalle prime ore afose e uggiose di questo pomeriggio bolognese, manca l’acqua e non posso lavarmi dalle goccioline di sudore che hanno cosparso la mia testa dopo la pennichella consueta. In via Zanardi si è rotto un tubo, mi hanno detto, mentre uno su Facebook si lamenta che, avendo caricato un video col copyright, ha perso il suo canale YouTube.

Ma, uomini di ventura e soprattutto di sventure, sappiate che la vita è una ricerca continua della felicità e il volto di Billy Crystal può in tal senso giovarvi, essendo fisionomia umanistica che trasmette contentezza, lietezza d’animo, spensierata angoscia esistenziale nella miscela perfetta delle sue caratteristiche somatiche che inducono al riso.

E ricordate: il riso non abbonda sulla bocca degli stolti. Il riso, se cucinato con le “patate”, fa bene all’uccello e anche alla cattiva digestione.

 

Ah ah. Che stronzata, ma una stronzata che sa.

 

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Il mondo è pieno di folle folli, cioè di folli donne nella folla, e io sono mio cugino Vincenzo


04 Apr

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Sempre più sconvolto da questo mondo raccapricciante ove avvengono stragi come se fossero noccioline, da San Pietroburgo alla Siria, dalla Riccardina di Budrio al supermercato preso di mira da un pazzo che tiene in ostaggio delle vecchiette, vorrei spostare la “questione” sul “gelato” alla nocciola, per questa (non) “leccata” a questa società “al bacio”. Sia (in)teso, il “gelato” è quella cosa che, sciolta, diviene densa entrando dopo la penetrazione. Alla nocciola, perché io nell’amplesso uso la stracciatella nella fragolina, “accovacciandolo” come un mulatto di caldo “latte”. Miscelando di orgasmo che sa il “fallo” suo, con la salivina che gocciola, macchiando di bianco can(dido) il corpo lì in mezzo, shakerando un po’ di retrogusto allo zabaione.

Nella mia vita di arcano vegliardo, in passato, un passato che ancor mi assedia, mi tedia, mi obnubila, mi rende “nuvoloso”, mi angoscia, attanaglia, non sorpassa, m’inclina a non essergli gentilmente incline, alle donne m’inchinai, porgendo loro anche un Chinotto. Ma fui preso per fessacchiotto e non ficcai queste “fesse”. Mi risposero, dopo i miei cordiali “omaggi”: – Vai a farti fottere la fess’ de sorret!

La “fessa”, nel linguaggio meridionale, è quel triangolo scopabile ma che, se vien respinto e non spinto, provoca spine. Le spintarelle! Lo vogliono tosto e poi te lo rendono un toast, non basta magnar spinaci, cari tamarri di Spinaceto! Sì, una fessa che attrae, il “tuo” gonfia e poi lo punge con “delicatezza” da rimanerci fritto. Eppur poteva esser ritto.

Ecco, io non ho una grande stima delle donne anche se considero Marisa Tomei una topa con i denti da castorina che attizza la mia “proboscide”. Sì, elefantiaco “dono” loro la canzone di Riccardo Marcuzzo, “Sei mia”, liti, frasi sconce, sguardi persi… Sguardo che prende, “lo” acchiappa e lo vorrebbe anche tra le chiappe. Donna non svenevole, dura che desidera il duro, eppur “viene”. Spaccando la vena.

Chiedo venia se son così ven(i)ale. Molte donne sono in carriera e non “in cerniera”, come dissi in tempi non (sos)petti, donne arrembanti ma poco trombanti, che vogliono allev(i)are figli per “educarli” a divenir giornalisti sulla carta stampata e non vogliono invece, come si dovrebbe VOLERE, il figlio alla Allen Woody, che pratica orgoglioso la masturbazione, “scrivendo”, “vergando” sulla carta igienica.

Ciò per dire che non sono uno da una facile di dare e di danaro.

E col mio giubbotto in pelle uso il mio pesce da Pesci.

Cari baccalà.

 

E chi consola quell’oca di Carmen Consoli? Ferro Tiziano, uno che usa il “ferrino” da frocino. D’altronde Carmen ha una voce da uomo castrato.

 

Bisogna aver fortuna con le donne, è un casino, anzi, un colpo di culo alla Casinò.

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di Stefano Falotico

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