La mia “insana”, malata, schizofrenica, giusta ossessione sacrosanta per Robert De Niro

09 Feb
GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

GUILTY BY SUSPICION, Robert De Niro, 1991

È ora di svestirsi della propria “dignità”, quest’orpello creato di “sana pianta” dalla società borghese e rivelar il proprio vizio da lupo che non perde il suo pelo e neanche il ne(r)o di De Niro. Sì, le mie giornate, “asfittiche”, ipocondriache, ove mi nutro di piadine al prosciutto, si cibano soprattutto di De Niro. Ne cerco le notizie su IMDb sperando che Deadline annunci il suo prossimo progetto e in questa “idiozia” i miei dì scorrono angelici e dunque diabolici, non inne(r)vati dall’uomo medio(cre) che vorrebbe annettermi a lavori denigranti e perciò non deniriani. Sono uno dei pochi a sapere che le riprese di War with grandpa inizieranno in quel di Toronto il prossimo 27 Febbraio e che De Niro, per l’occasione, spartirà la scena con Christopher “Il cacciatore” Walken e con la Marisa Tomei di Mio cugino Vincenzo e di The Wrestler, fighetta dalla faccia volpina e aspetto da coniglietta, la cui patatina però poco mi aggrada, avendo io, avvedutamente, da tempo e nelle tempie, raggiunto, agguantato, “inculatomi” un’acquiescenza distante dalla carne, dal desiderio “proibito”, (r)esistendo in uno stato “onomatopeico” in cui, di “gutturale” latrante-iroso isterico, faccio il ver(s)o a me stes(s)o, uomo lontano an(n)i luce dai pettegolezzi e dal comune volgo di questi uomini in doppiopet(t)o e ventiquattrore “arrotolate” nel quotidiano spappolarsi. Uomo qual sono spesso “uovo” strapazzato, essere bizzarro di eccentrico stile falotico, oggi senile, domani infantile, adolescente di scemenze mai cresciuto o forse troppo enfiatosi, dunque già mor(t)o, mai nato, più che altro ammainato, per molti che mi giudicano frettolosamente un topo squinternato Sì, nelle mie fogne, più che altro foghe senza fighe, affondo nell’adorazione deniriana, sperando un giorno di potergli regalare un Trump che gli sia ben augurante per un “trampolino” di lancio di una carriera che promette sempre The Irishman e annacqua in comedian(s) affossati dalla critica del cazzo, forse quella di Birdman, così come questo lungo pian(t)o sequenza. Eppur io e De Niro ci capiamo, vivendo di cazzate in locali bukowskiani ove la notte assomiglia a un sogno lungo un giorno. Quello era Coppola e lui fu anche Marlon Brando.

Sì, voglio rimanere pazzo, pazzo maniaco-ossessivo soprattutto di Bob. E non mi scassate il cazz!

 

di Stefano De Niro, Falotico per chi non conosce il mio (S)The-Fan.

 

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