Una bizzarra galleria di personaggi “manicomiali” è preda di crisi quasi mistiche al mero “apparir” del celeberrimo goal, vetta e apoteosi della scienza “balistica”. Al che, nello studio (che non è nello stadio eppur lo vive come se fosse in curva) si accendono, esplodono, deflagrano stati d’animo incontrollabili “dettati” da un’esasperazione del tifo. Si “accalorano”, sgomitano, sbraitano e, “belli belli”, recitano pantomime per lo spettatore imbarazzanti eppur trascinanti. Personaggi da bar, da Circolo Arci, ognuno col suo “carattere”, con la sua “caratura”, con l’indiscutibile “fascino”, oserei dire antico, di uomini “veri”, sprigionanti “sensuale forza” teutonica, da cavalieri senza macchia e senza paura degli anticipi, degli stop e di pose in zona “fuorigioco”, di pressing mimici a mo’ di sfottò, delle domeniche del mondo del Calcio. Pasolini, intellettuale indiscutibile, avrebbe adorato anche loro.
di Stefano Falotico, tifoso a tempo perso del Bologna Football Club, scrittore, artista, talvolta egoista
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