A me Villaggio e questo personaggio non m’hanno mai fatto ridere. Solo l’italiano “puro” può, dopo intense giornate di lavoro a rincoglionirlo, “cibarsi” di “risate” a base di sfottò allo sfigato a cui neppur la Silvani va “ritta”. Dovrei ridere della sua figlia handicappata, che oggi ascolterebbe Laura Pausini, di sua moglie racchissima e delle continue, imperterrite inculate a sangue che piglia a ogni minuto dei dì? Cosa c’è da ridere?
Appartiene a una generazione di “adulti” bofonchianti, che hanno rovinato la società “moderna”, aumentando la “cultura” di bacata “mentalità” (s)fatta di scapoli vs ammogliati, di vincenti contro vinti, di alzatori di trofei contro grassoni che mangian il pest(at)o, Madonna impestata-fradicia, con le trofie di “patate” marce.
Personalmente, non conosco nessuno genio, al quale sono affiliato e ascritto, che preferisca Fantozzi a Cronenberg, Salce al “salame” dei fracchia epigoni.
Ma io, essendo paradossalmente selettivo, non so “scindere”, infatti, come da vari certificati “medici”, soffro di schizofrenia “semplice” con immoderata passione per me stes(s)o e notevole autostima del mandarti a fottere. Sfotti tua sorella, ché da me riceverà solo pugni in faccia e fisting.
Cinema per segretarie finto-castigate, per citazionisti delle nostalgie “comunistoidi-fasciste” da ambidestri di cervelli confusi, Cinema per (im)piegati della mutua che s’identificano nella routine da “oggi gira la ruota e domani va, appunto, fantozziana, ma tiriamo a Campari”.
Di “mio”, preferirò sempre Freddy Krueger a questi sogni mostruosamente proibiti.
Sono cattivo, la colpa è di chi amava Fantozzi.
Mi pare ora che, nel 2015, si svecchino tali “miti” della borghesia flaccida e sarà meglio che vi diate a una sana scazzottata alla Barfly.
Il resto è una trombetta.
Ma concluderei, a sorpresa, con la lista, oltre a Paolo Villaggio, degli attori che mi stanno sul cazzo: Kevin Spacey, adorato da chi s’identifica nelle battute “taglienti” che gli fanno recitare, perché così pensa di essere “in gamba”, stronzetto e furbo quanto lui e, in questo processo identificativo da malato di mente e di “bile”, crede d’essere uno che ha capito tutto. Spacey, sempre serpentesco e ambiguo, con questa pelata su occhi da “Io ti fotto con l’occhiolino”, sarà meglio che si rinnovasse. Anthony Hopkins, un trombone che si prende troppo sul serio con la sua “saccente” aria da “Sir”, un simpatico vecchietto a cui offriremo del tè caldo, Tom Hanks, idioti i suoi personaggi perché è un idiota lui, con questa faccia da uomo “rassicurante” delle biondine pizza e shopping, uno che con Spielberg fa faville perché son due che si arricchiscono sfruttando l’infantilismo di massa(ie).
Finale: molta gente pensava che fossi Fantozzi e invece capì che ero il protagonista di A History of Violence.
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