Tutto ambientato in una notte, in un motel alquanto malfamato, la storia di un’attesa angosciante e piena di imprevisti, ben interpretata da due attori che in questo film confermano la loro bravura a cimentarsi anche in film apparentemente “minori” del solito.
Jack (John Cusack), un uomo dal passato burrascoso, ma buono e sensibile, viene assoldato da Dragna, un killer senza scrupoli (Robert De Niro) per portare a termine un compito molto semplice: sostare una notte in un motel in Louisiana in attesa del suo rientro, con una valigetta che non deve assolutamente aprire. Le cose però si mettono in modo più difficile di quanto previsto e Jack dovrà fare i conti con insidie e personaggi loschi, che tenteranno di impedirgli di portare avanti la sua missione.
Ma durante la sua permanenza, conoscerà anche Rivka (Rebecca Da Costa), una spogliarellista dalla vita tormentata, che deciderà di aiutare Jack e incastrare Dragna.
Quello che inizialmente può sembrare un Aspettando Godot noir, la vicenda di un buono che aspetta un cattivo in un motel in pieno bosco, dall’aspetto orrorifico e poco promettente, in realtà si rivela un film avvincente e capace di tenere incollato lo spettatore alla poltrona.
Sì, perché il buono si scopre un serial killer (John Cusack) al servizio di un serial killer ancora più pazzo di quanto sembrava (Robert De Niro), capace di citare passi di letteratura poco prima di uccidere.
In effetti, per quanto ci siano tutte le premesse per rappresentare un film in un certo modo “introspettivo” , mettendo in scena un protagonista stanco, imbolsito e ancora non del tutto abituato alla morte della moglie – oltre al fatto che il film è liberamente ispirato al racconto La gatta di Marie-Louise Von Franz, una delle più illustri allieve di Jung – in realtà si rivela un thriller/horror ben congegnato e pieno d’azione.
L’attesa di Jack infatti è caratterizzata dall’incontro con diversi personaggi: primo su tutti la super sexy Rivka (Rebecca Da Costa), ingaggiata dal boss per sedurre Jack, ma che si innamora davvero del killer e decide di seguirlo; c’è poi l’inquietante e invasivo direttore del motel (Crispin Glover) in sedia a rotelle; e infine c’è lo sceriffo della zona (Dominic Purcell), giunto al motel per arrestare Jack.
E ci sono tanti morti, gli ostacoli che Jack deve superare per arrivare fino all’incontro con finale con Dragna, un Robert De Niro quasi ringiovanito, che incute terrore dalla sua prima apparizione in scena.
Diretto da David Grovic, il film diverte nel suo avvicendarsi di imprevisti, e ci regala un duetto, quello tra Cusack e De Niro, che non si era mai visto prima.
John Cusack, che è sempre stato abile ad evitare il mondo dello star system e a far parlare di sé solo grazie ai suoi film, per quanto inizi a sentire il peso dell’età, regge benissimo il gioco a un De Niro quanto mai rigenerato dopo innumerevoli apparizioni in film non proprio alla sua altezza. I due si vedono solo all’inizio e alla fine del film: rispettivamente alla consegna del lavoro e alla fine di esso, cioè alla resa dei conti.
Il regista riesce benissimo nell’intento di rappresentare il motel come una “trappola per scarafaggi” (tutti vorrebbero andarsene, ma sono destinati a rimanervi), quasi simbolo di una condanna, un luogo angusto nel quale scontare i propri peccati, in attesa della morte.
Nessuno è salvo, chiunque potrebbe morire da un momento all’altro. Per farla breve, un film che può divertire anche i non amanti del genere.
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