Un mio amico, su Facebook, non tollerando più la mia apatia, per tentare di scuotermi dal torpore, mi provoca sul sesso, dandomi della checca e urlandomi che mi lincerà con dei sassi.
Sì, è un mezzo ossess(ionat)o.
Al che, senza batter ciglio, oso dirgli che la sua ragazza, una mezza squinternata-strampalata con molti buchi nel cervello, molto bucata in quanto drogata e poco da pulito bucato poiché oramai riempita dappertutto, lo cornifica da, appunto, zoccola conclamata. A pugno di fisting! E nessuna virgola! Vola(no)! Mi fa una pugnetta! Mi spomp(in)a ma vinco ai pugni. Offese! Fesso/a!
Lui, arrabbiatissimo, si scaglia contro di me ma mi offre la chance, da me (ri)fiutata, di (ri)tirare tal (in)giusto insulto diretto-sinistro alla sua mentecatta-gattona torva, chiedendomi di chiedere scusa. Io non riparo al suo tor(t)o.
Infatti, rincaro la dose e la definisco zoccolona, accrescitiva offesa in lui ficcato-minuscolo, senza muscolo sessuale, che eppur va a puttane bassissime. Un bassotto, insomma? No, non è un cane di razza, è un bastardello a cui va (s)fatto perché capisca di esser un tordo. Come attestano le sue battutine di pessimo gusto, in quanto battone.
Minaccia di picchiarmi, io gli telefono e gli sbatto la cornetta, ribadendogli che, oltre a esser cornuto, sarà lui il mazziato se continua a (s)fottermi.
Al che, chiama la polizia, mi bloccano, oscurandomi il (pro)filo. Io non faccio la coda a nessuno/a. Eppur mi creo un finto acconto poco fid(at)o per provocarlo in modo vero. Deve filarsela come la sua (ra)gazza e prenderle senza garza. Sì, lo fan soffrire di molte ferite. Io, dunque, perché non dovrei dargliele? E infierisco, da fig(li)o di puttana son ferino. (In)fermo!
In questo casino generale, la vita, ricordate, è un caso(tto).
Ring(hia)!
Di mio, sto a casina e son lo stesso un casinaro.
Anche un cagnaccio.
Da cui i cani del vicino son sempre meno lupi del mio a pelo senza palle ma, nonostante tutto, non valgo un cazzo.
Pigliatevi tutti/e la pall(in)a e mangiate più merendine.
Fidatevi.
Oggi è il tuo Turner.
Ciao, bau bau!
di Stefano Falotico