Archive for September, 2014
Ogni Stalker ha il suo Leone
Stalking, atti persecutori di una società ipocrita che, stavolta, ha incontrato un uomo più grande della piccola borghesia “probatoria” del (mis)fatto
Oggi, va di moda questo “termine”, cioè la caccia alla preda, quella serie di comportamenti reiterati, per di più “operati” da un “ignoto”, notissimo invece alla “vittima” accusante il “carnefice”, che lederebbero l’incolumità altrui, “minacciandola” con “dosaggi” spesso “dilazionati” e (s)canditi, al fine… d’indurre il “malcapitato”, preso di “mira”, a un profondo malessere psichico, a un’alterazione nevrotica tale da esasperarlo, a “condurlo” out of control, atteggiamenti tanto “minatori” da fargli… perder la brocca, come si suol dire, da “crocifiggerlo”, bestemmiante il “maledetto fantasma” che, a sua detta, lo “perseguiterebbe”.
Ora, perché quest’uso mio “fastidioso” delle virgolette? È abusiva la scrittura “tormentata” dall’integrità della propria espressività messa a dura prova da persone ottuse?
Cioè? Che voglio dire con questa domanda non retorica ma criptica? Da “tombale?”. Tale mio “ermetismo” sottende a una subliminale comunicazione di servizio?
No, di sevizie rovesciate ove, finalmente, gli accusatori saranno smascherati per aver loro stessi (in)teso male la trappola e, non avendo confessato a tempo debito il torto gravissimo commesso, sperano pateticamente, con tali mezzucci controproducenti, di seppellire ancora l’atroce, disturbantissima, imperdonabile verità. Infatti, specchiandosi, nelle lor budella, da ex bulli, “(r)odon” or (era ora!) il suono della coscienza sempre più (s)montante, urlando orridi come il mostro de “Il gatto nero” di Poe. Colui che all’inizio si sentì “protetto” con la polizia, giunta in sua “amorevole” dimora per chiedere informazioni in merito a un osceno “omicidio”, da codesto vile “sepolto”, ma poi, in preda a violenti, irreprimibili attacchi di panico del suo “scheletro” già morto nell’“armadio” da “forte” cagasotto, crollando a pezzi, teneramente lo stes(s)o, eh eh, si sciolse dinanzi alla sua inferta atrocità.
Anni fa, fui tormentato da una serie di persone poco rispettose delle mie scelte elevate di vita. Le quali, dopo avermi gridato “a modo” un “Levati!”, “anonimamente” mi “cacciarono” sul net. Coprendomi di (ver)gogne.
Ingenerando nel sottoscritto un terribile “disagio” tale da “costringere” le istituzioni a prendere delle mi(su)re “cautelative”.
Dopo tale “infermità” e dopo tal obbrobrioso, raccapricciante, ingiust(ificat)o stato di fermo, le dimissioni decretarono la giusta libertà.
Ma qualcuno ancora non ci sta. E persevera per volermelo cacciar nel sedere. Tutto qua e la storia non finirà purtroppo, per lui, qui. Caro baccalà, sei stato beccato.
Già, tale idiota denuncia a tutt’andar ad auto-prenderselo nel cu(cu)l’ perché avrà forse ricevuto qualche “mi(na)ccia” ten(d)ente a far emergere quel che, sbrigativamente, lui tacciò e tacque con l’accetta e l’aceto.
Piccolo particolare sfuggitogli… però, ahia, stavolta, c’è un’altra denuncia per violazione di “acconto”.
E i conti stavolta torneranno al nostro Indio?
Tiziana Panella, la giornalista in gamba a far gli sgambetti ai politici con poco garbo ma molta barba al pelo
Tiziana Panella, ogni anno, il suo sex appeal, raffinatamente, lievita in modo ragguardevole di mondovisione in sgabello sempre più simil Alba Parietti dei tempi doratissimi. E, accavallando domande ai politici miopi, il nostro (mal)occhio vien spronato, dalla sua sgambata cavalla indomabile, a seguire queste noiose tribune elettorali con più vogliosa affiliazione (s)tirata per voler scoprir gli altarini che stanno dietro gli sgambetti di tal vita italica, sempre più in crisi, ché ci rimarrà solo da guardar uno sfacelo inevitabile, scalzante, di (r)esistenza meno bella e in gamba di lei, Tiziana.
Shining e De Niro
di Stefano Falotico
Elaborazione del lupo: dopo un lungo “elaborato” di riflessioni, credo che lavorare faccia da culo male, Shining docet, mentre amare fa peggio, meglio non far niente come al solito
Sì, l’amaca non rende la vita amara e meglio star solo senza amici, piuttosto che ammaccarmi con chi falsamente mi ammicca.
Non molti lo sanno ma la prima scelta di Kubrick, per Shining, fu Bob De Niro. Ma Stanley optò per Jack perché, dopo aver visto Taxi Driver, comprese che il Bickle era troppo “lucido” per far paura. Sì, invece Stanley volle un matt(atoi)o sin all’osso, non un pazzo “sano”, proprio uno psicopatico da manicomio. Morì nel labirinto del “Minotauro” ma il bambino, secondo me, da “grande”, con un complesso di Edipo del genere, sarebbe diventato più fuori… del maggiordomo.
Di mio, posso dirvi che, a parte prenderlo in culo, non ho mai avuto un rapporto anale anche se una voleva “ficcarmelo” nell’anulare. Da cui l’a(g)nello di Di(t)o che ti rende schiavo della moglie. Sì, sposarsi è la fine. Ho visto uomini “duri” che, una volta ammogliati, son diventati molli con la moglie urlante: – Devi farti il culo! E mantenermi! Io ti frust(r)o e, a pecora, voglio da te solo il porcello del salvadanaio pieno zeppo di soldini, così posso comprarmi la pelliccia, e farmi “inzuppare” dall’amante. Tu, marito “caro”, sei solo uno zoppo, ma io so’ zoccola che indossa, “orgogliosa”, le zeppe, scegliendo altre du’ palle di “zip”.
Meglio la solitudine da zappatori. Sì, nel tuo or(t)o, coltivi quel cazzo che vuoi, senza rotture “amorevoli” di mar(r)oni. Le donne portan solo rogne e castagne. Meglio star in campagna a innaffiar il prato, piuttosto che “stantuffar” queste cagne.
Mi raccomando: il can di guardia all’ai(uol)a serve al “riservato” della tua “selva” come ogni Condom(inio) che si “amministra” da sé. Hai bisogno solo di una casetta, non di queste vill(an)e. Casa dolce casa senz’ascensore ma, comunque, “s(c)ale” su e giù. Farai un po’ fatica ma è meglio batter la fiacca piuttosto che farsi batter sulle (s)pall(in)e da queste donnacce schizzate. Basta noleggiarsi dei porno e, talvolta, schizzerai senza pazze ché si devon solo levar dal cazzo “elevato”.
Sì, io canto col gallo e tu, pollo, abbassa la cresta.
Insomma, la mia filosofia di vita è questa: non necessito di titoli di studio per attestare il mio “tosto”. E, se vieni a darmi le tue regole, ti do una “tegola” dal mio rustico e poi, con una testata, ti spacco. Fuori dal mio uscio di ascia. Sciò, altrimenti ti scanno, maiale, e afferro i tuoi testicoli per le “corna” della tua vacca.
Fuori dai coglioni ed è meglio un uovo-uomo “marcio” oggi di una gallina domani.
Andiamo a riscaldare il brodo, dai. Meglio il mio bue ai falsi buo(n)i.
DiCaprio è un orso o un horse, miei osso-buchi?
Amate DiCaprio, di nuovo dimagrito, in giacca ma senza cravatta, e non siate invidiosi quando si fa crescere la pancetta.
Perché Leo è uomo di barba cresciuta e taglia i vostri uccellini soltanto col potere dei suoi occhi azzurri su pelo forbito e sforbiciante i vostri testicoli da coglioni-teste di cazzo.