Metaforico, ermetico, angosciante, suggestivo, avvolgente in atmosfere morbose e tetre, straziante. Sembra non succedere nulla, tutto scorre imperturbabilmente, istante dopo agghiaccianti istanti, il disagio esplode, le tele schizzano nella vita sanguigna, incompresa, la solitudine si fa cavalcante, monta secondo dopo secondo, interminabile è il malessere, il mondo è crudele, emargina, distrugge le anime dei puri, ogni artista è troppo grande forse per la realtà dei veri matti insensibili che non capiranno mai il suo cuore pulsante. Bang, uno sparo, la frase iniziale, lancinante che torna, a cerchio della disillusione si urla, si vive troppo vivi e ancora scoppia il silenzio frastornante. La vita degli altri va avanti, la tua è finita, forse no, resterai però, per te e chi ti ha amato, sempre su quelle tele immortali, in cui hai immortalato la bellezza, anche violenta, della tua rabbia. Pazzia, uova strapazzate, uomini, ometti, elmetti della polizia, la sirena ambulante che squilla cattiva, intermittenze, omelette e chi è nato prima? Il mondo o la sua incurabile follia?
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