Archive for July, 2014

De Niro da Cattivi vicini


17 Jul

Pamphlet ero(t)ico


15 Jul

Due pezzi di Stefano Falotico

Il fascino (in)sano dell’omosessuale, l’anomalia dell’etero “integrale”, scusate, nella società (dis)integrato

Sì, questo è un pamphlet sul sesso.

Cause ed effetti… notte. Di notte, va la ronda del piacere e gli “uccelli” son rondini che s’“offuscano” tra (ef)fusioni atomiche, personalità doppie (in)sospettabili che “esplodono” di botto e “botte”, stanze d’albergo ove “piove” a (di)rotto dentro, a causa delle tempeste ormonali dell’amante più “bagnino”, raccattato a Rimini dopo un’immersione subacquea che voleva essere un suicidio e invece si tramutò in un bacio bocca-bocca sin alla riva in cui l’aspirante-“respirato” suicida, grazie a quel “salvataggio”, riaprì gli occhi e, così di labbra “vi(ri)li” a lui (af)fini, comprese nella calura estiva un piacere estatico mai prima provato né esternato. Ammainò il suo “gabbiano” e si gabbò da “gobbo” ma l’evento, fra quegli sci(r)occhi venti, gli rivelò la natura “ambigua” della sua (r)esistenza da o(r)ca. Sì, quel bagnino che, innocentemente, lo “baciò” insistente(mente) per dargli fiato di ventre, nel ment(o)re incoraggiò la sua latente, da lui sempre affogata omosessualità. In quell’attimo fetente-fottente fra la vita e la morte, l’inconscio del suicida provò sensazioni “a pelle” polmonare d’un risveglio dei sen(s)i e da allora, da quel momento fatale di maschio così “dentro” sentito, volle diventare femme.

Per tutta la vita si effeminò, nascondendo agli altri la voglia di passar dall’altra parte. Ma l’outing mai (av)venne… e, castrando i suoi desideri più profondi, quell’uomo rimase a metà, senza mela e senza mammelle. Però, dopo quell’abisso…, gli si spalancò una voragine percettiva e vide nuovamente, nudamente, chi era. Sì, fu Eva e per molto tempo pen(s)ò invece di essere solo Adamo.

Ma quel frust(r)arsi bloccò sia la sua “voce” dal pomo e anche il “suo” dalle patate. In quell’istante, (ap)prese e si sfogò da “figa”.

In culo a tutti, aprendo le gambe da uomo che ebbe il (co)raggio solare di svelarsi crudamente omosessuale. Senza più la paura del giudizio altrui, che sempre lo fotté nel mai dir che lui invero sempre arse sol per un simile ardente e “al dente”. Mai dire “mare”…

Evviva il “tonno!”.

Evviva il Sole!

Eppur la notte si fa (s)fonda…

L’omosessuale, a parte le battute e le battone sui viali da viados, continua a non entrare nella società perché (re)spinto dai pregiudizi ferenti il suo orgoglio “penetrato”.

Allora, vaga nel sempre ancor mentire, non importa se attivo lo dà o, passivo, lo piglia.

A questa società bigotta ancor non piace.

E finalmente potrà suicidarsi in san(t)a pace nell’Oceano Pacifico, senza che nessun possa più (o)metter “bocca” sulla sua scelta… “duramente” attaccata.

“Si attacchi” al cazzo.

 

L’oscena realtà dei (non) rapporti confidenziali, interpersonali

Una tizia contatto…

Guardo le sue foto. Di lei sempre nella natura, che abbraccia cani quasi lupo, coccola le fronde degli alberi in sue pose attorcigliate da serpentesca amazzone, foto di lei in Alaska col mar che le sguazza fra le lucide, terse, asciutte e abbronzate gambe, e par si scaldi, denudata anche nell’anima, nonostante il freddo polare. Lei che bacia un gatto e lo lecca fra noci di cocco da “cocca” in sue albicocche losche fra le esche, tra le frasche fresca, affusolandone, lei “isterica” d’inquadrature fermo-immagine a sussurrarti dallo schermo che non è una donna superficiale e schematica. Ma guarda nel (pro)fondo delle cos(c)e.

Lei che balla solo coperta da un bikini floreale col vento fra i capelli, svolazzando d’intercapedini prominenti d’un seno libero e sciolto eppur appunto di capezzoli appuntiti per il tuo “sacco” a pelo in lei appena (s)coperta.

Le scrivo che (at)tira e le chiedo l’amicizia per spronarla a una conoscenza selvaggia in cui possa sghiacciarmi dall’ibernato, gracchiante, inchiappettante, sdrucciolevole, “lungo” inverno “rigido” dei miei cazzi assonnati, da biscia a sonagli, visto che lei par che ami anche gli asini che ragliano e voglia sgranchirsele da g(i)nocc(hi)a scricchiolata a chiocciole.

Ah, su quelle scale scoscia.

Mi chiede se ho Facebook e io approvo… già mi (ar)rende provato.

Lei “accetta” e guarda, in tre secondi netti, due mie foto in cui son “venuto” come il cazzo.

Al che, taglia di (i)netto e mi scrive, recidendomi così decisa, che non sono il suo tipo perché le paio un topo. A questa topa non piacciono dunque anche i topi?

Che sia una zoccola e un’orsa, altro che (co)stella(zione) omonima, e sia solo, altro che Sole, in cerca della “pesca” dei “salmoni?”.

Non sono un salame, non abbocco alla sua carne cruda.

Insomma, si dichiarava di larghe vedute, si spacc(i)ava per selvatica e sganciata dalla società nauseante delle carni in scatola da market e Manz(ot)i(n).

Scoprii subito in lei che, come tutte le altre, voleva solo una scopata in mezzo al “bosco”.

Meglio le fragole vere a queste uve passerine.

Sono un (di)verso, menoma(ia)le


13 Jul

Colin Farrell per True Detective 2?


11 Jul

di Stefano Falotico

Ma no, ma che razza di notizia è mai questa? La serie televisiva più bella della storia, e non ci sono Twin Peaks e Breaking Bad che tengano, mi spiace per voi, che considerate queste superiori a True Detective, ebbene, stando a quel che riporta l’attendibile “Deadline”, potrebbe con tutta probabilità schierare fra i protagonisti l’“handicappato” Colin Farrell.

Ora, checché se ne dica, Colin è un ottimo attore, un professionista che sa associare all’aspetto tamarro da “burino” de Roma nato (poco) inglese ed esportato nella Magno(na) Hollywood, il “fascino” dello gigolò da “plaid” caldi nelle notti da playboy dei po(ve)ri, fra Oliver Stone, Michael Mann d’annata (Miami Vice “remake” docet), persino Woody Allen e varie altre collaborazioni più o meno importanti.

Quindi, non c’è molto da “scherzare”. Colin possiede “misteriosamente” un qualcosa che attrae i cineasti così come parimenti concupisce, al sol batter di sue ciglia nerissime da “tenebroso” bono (a nulla…) come mamma l’ha (s)fatto, le attricette con cui “ripassa”… il copione, copulandovi a (ri)petizione per raccomandarle dopo averlo in loro “accomodato”. Sì, non si “scomoda” più di tanto di “(ca)risma”, un vero mandrillo sempre rizzo e dagli occhi neri da Cupido moderno con molte frecce al suo arco, fra un “bacino” alla Pelvis e un birignao in sordina da “aplomb” che sa il cazzo suo.

Ma questa scelta, opinabilissima, di “sbatterlo” nella seconda stagione della serie creata da Pizzolatto, mi sembra campata per aria. Da mesi, s’avvicendano i rumors sulla possibile trama, sullo “sviluppo” dell’eredità lasciata da Cary Fukunaga. McConaughey e Harrelson han abbandonato, sfiancati dalle prime “riprese” che li han buttati al tappeto, eppur han fatto salir le lor quotazioni attoriali, appunto, da pugilatori d’un ring(hiare) immarcescibile da performer mai domi. Al che, dopo il successo stratosferico del primo “round”, ogni attore di Hollywood sta facendo carte false per far parte del prossimo (a)punt(ament)o.

Alcuni giorni fa, è stato nominato William Friedkin come possibile direttore di alcuni nuovi episodi, Pizzolatto ha intanto ufficializzato la nuova ambientazione, che si svolgerà in quel del sud della California più “afosa” e stronza, dando anche la news che i protagonisti stavolta non saranno due e neppure tre, come precedentemente annunciato, bensì 4.

La HBO dunque, stasera, dichiara che Colin Farrell è vicinissimo alla firma del cont(r)atto.

Spero si tratti di una bufala ma credo invece, purtroppo, che sia tutto vero.

Costernato, annuncio il mio ritiro dalle (s)cene, congedandomi con un triste “Abbiamo rovinato tutto”.

Sì, True Detective 2 parte coi peggiori auspici. Non potevano scegliere attore più sbagliato.

Se venisse confermata Jessica Chastain, comunque, dopo essermi ammosciato nel sentire della partecipazione di Farrell, lei potrebbe “tirare” su…

Exodus, Trailer, considerazioni a freddo, il mio giudizio è freddissimo


10 Jul

di Stefano Falotico

 

Il trailer del nuovo film di Ridley Scott, Exodus, con Christian Bale nei panni di Mosè, fa schifo, è una sagra pacchiana del kitsch e della solita abusata computer graphic, presenta un Bale impresentabile mai così fuori parte, almeno a giudicare dal ghigno inespressivo che tira fuori in queste prime immagini in movimento. Come dico io, è blasfemia voler rifare I dieci comandamenti. De Mille sapeva eccome girare un film biblico come Dio comanda(va). Questo Exodus, invece, è già uno scult esagerato. Più che appunto da(lla) Bibbia, mi par un film in bilico e da babbioni. Il mio lunghissimo, undicesimo comand(ament)o è: mai credere che Ridley Scott sia un grande, mio uomo, sì, avrai un solo film di Ridley che mai puoi né potrai contestargli, Blade Runner. Gli altri film di Ridley tu puoi invece discutere, eccome. Santifica I duellanti Alien ma sul resto puoi anche stroncare a tambur battente. Non ti giudicherò!

Asfaltate Ridley Scott. La deve finire di girare questi semi-peplum di sandali e bighe. Si tenesse la sua Gian(n)ina Facio, che è ancora una gran figa e lasciasse stare i santi(ni).
Stendiamo un velo pietoso, infine, oltre a inondarlo di Mar Rosso, su Joel Edgerton che fa la parte che fu del grandissimo Yul Brinner.
Non basta pelarsi il capo per esser bravo, caro Joel. Saresti stato più credibile nei panni del profeta Gioele.

Invece, come faraone, da me lei beccherà solo una faraona mangiata alla faccia sua! Ah ah! Sì, uccido questi filmoni pomposi da becchino! Da me, solo pal(at)e!

Voi, voi che attore di Hollywood siete? Io sono Jack Nicholson


09 Jul

 di Stefano Falotico

Impazzano su Facebook i quiz per sapere “chi sei”. Compilo le domande in(s)erenti a quello che concerne il mio quoziente intellettivo e salta fuori la scritta “Sei un genio!”. Perché pare che, almeno, potenzialmente lo sia per le capacità deduttive, logiche e di apprendimento immediato superiori alla media. Mah, di mio so che, se una donna mi fa l’occhiolino, so come “prenderla”… al volo… Sì, sono veloce, (s)vengo… subito, e voglio impararne altre.
Fra sveltine e sventolarlo.

A parte le (s)battute, compilo anche il “mod(ul)o” riguardante l’attore di Hollywood che, secondo il test, “affidabilissimo” e “impeccabile”, più assomiglierebbe alla mia personalità.

Sì, rispondo che sono un “topo”, cioè un tipo profondo, che l’aggettivo che più mi s’addice è “temibile”, che vorrei essere Iron Man e lo invidio a morte, che preferisco la saggezza alla brillantezza e l’ac(u)me della mia mente rispetto al sesso preconfezionato della nostra società carna(scia)le(sca) e già putrefattissima. Dichiaro che Tim Burton è superiore a Chris Nolan, un regista da supereroe identico però, e che indubbiamente Shining è un capolavoro per cui avrei fatto follie, peggio di Jack Torrance, pur di ottenere il ruolo da protagonista a tempo debito. Avrai spaccato lo studio della Warner Bros pur di poter parlare con Kubrick e urlargli, con ascia in mano, di farmi fare il pazzo!

Così, salta fuori che “sono” Jack Nicholson.

Non avevo dubbi. L’unico dubbio, che ho, è questo: DiCaprio assomiglia dunque a me, Falotico? A giudicare dall’aspetto “nicholsoniano” di lui “sformato” a Ibiza, stempiato, col ghigno malefico mentre osserva la sua modella Tori, be’, direi che ce la (s)battiamo in (s)piaggia.

Ricordate: il lupo perde il pelo e non il vizio. Io perdo i capelli ma guadagno di peli e tutte mi viziano.

 

After Hours, Scorsese? No, il pa(la)zzo


01 Jul

di Stefano Falotico

La vita è come il Condom(inio), come il colon d’ascensore sempre da (ri)parare, eppur i vicini spar(l)ano, anche dal lontano attico. Attica! Sono Attila!

Con l’estate inoltrata, le notti si “scaldano” fra condomini “afosi”, che ti sfaldano sul bollente fartelo da bronzo di Riace? No, all’olio di Ricino

Un attimo, per piacere, la questione condominiale richiede innanzitutto un’amministrazione grammaticale. Silenzio, non accavallate le voci, lei, signora, la finisca di accavallare, altrimenti le salterò addosso come una cavalletta. Ebbene, (sof)fermiamoci a un livello “alto” di Treccani, sì, quelli della signora Angela, donna diabolica come Crudelia De Mon sul termine della notte rabbuiante o abbaiante? Il mio palazzo, sì, possiede un abbaino da cui i cani dei suoi condòmini abbaiano dopo giornate emozionalmente vissute al buio. A parte i latrati e le latrine delle cantine, cammin camminando fra camini, tra “cagnoline” sempre (ri)scaldanti i (termo)sifoni degli o(r)moni raffreddatisi, cioè le rumene del piano “terra terra” ma “tutto dentro” a farsi inculare da mezza Bologna eppur dando(le) al danaroso pappone loro, che le “mantiene” da “abusivo”, arriviam sdrucciolevolmente, saltando i due ascensori ma facendo pian pianin, piano dopo piano, le scale a chiocciola, sulla parola “condominio” e di come, omografa, al plurale sia sdrucciola di due accenti. Accidenti!

Condòmini (in)tesi come abitanti del palazzo, cioè come i pazzi di questa mia pa(la)zz(in)a manicomiale, e condomìni come un insieme di edifici di molte persone (non) tanto edificanti.

Molto a (con)ficcarti d’ansie, a farti perder l’antenna, a mandarti in “blackout” quando volevi solo veder la tv a lume di candela con quella del secondo appartamento, cazzo, hai impiegato due an(n)i e mezzo nel corteggiarla per poterti appartare con lei, alla faccia di tutti i residenti (im)piegati, ma hanno spento la luce prima dei “preliminari”, fottendoti di cortocircuito. Comunque, la Germania passa ai quarti, “sudandosela”, e van avanti i mondiali. Ora, lei s’era con te seduta nel divanetto di “pelli” vellutate, ruvidamente gliela stavi van(itos)amente allisciando, per poi “imboscarti” e “imbiancarle” le par(e)ti intime, “pennellando” una parabol(ic)a lì “discendente” a sua discinta, ed ecco che arriva il sisma e ti bloccan l’orgasmo.

Chi cazzo ha spento il mio cazzo? Lei urla “Cazzo che (s)figa!”.

A s-tento-ni, attento a non sbattere contro il muro, non essendomela sbattuta, devo almeno arrivar a trovar la “chiave” per uscire, far le scale e sbloccare la leva della centralina elettrica da qualcuno fatta andar a puttane.

Missione riuscita? No, mi risveglio dopo tre giorni, e dinanzi a me vedo il lampione d’una sala ospedaliera. Al mio fianco, un’infermiera di buoni fianchi, che mi “rinfranca”:

– Stia tranquillo, lei non è venuto in quella donna, è svenuto dopo aver preso una “botta” pazzesca, scivolando sull’ultimo grad(in)o “ero(t)ico” delle scale. Sì, abbiamo chiesto alla donna se la conosceva, ha risposto che stava per vederglielo ma lei non ha visto la sua gnocca, ora ha però un bernoccolo e pure le rotte ginocchia. Comunque, (ri)peto, tranquillo. Le do ora… un tranquillante, devo anestetizzarla. Quindi, il chirurgo plastico le rifarà la faccia(ta).

Dopo un mese e mezzo di “bende” a coprir la mia (ver)gogna, mi dimettono.

Faccio l’autostop perché nessuno dell’ospedale mi accompagna a casa.

Qualcuno, durante il mese “ricucito”, deve avermi anche fregato il portafogli e tutto il vestiario di come mi trovarono, quella notte, a terra, pavimentato. Il mio vicino di stanza mi regala il suo pigiama, unico indumento in suo (pos)sesso, tanto gli son state diagnosticate solo tre ore di vita, e non gli frega del suo “cazzo”.

Rimedio una figuraccia pazzesca in autobus, con tutte le belle fighe che mi deridono: – Ah ah, guardate quel pazzo. Veste in pigiama e fa finta di niente. È proprio tocco, oh, comunque speriamo ci tocchi di mano morta.

Non le “oblitero” ma spero finisca presto questo martirio.

Giungo a destinazione, non ho però le chiavi del palazzo. Spero nell’arrivo di qualche condomino che mi apra la porta.

Ecco che, da lontano, scorgo la signora Angela, coi suoi tre cani.

– Angela, può essere così clemente da aprirmela?

Lei fraintende, pensa che voglia scoparmela, allorché dà ordine ai cani di mordermelo:

– Staccate le palle a quel pervertito! Cani, accanitevi!

Poi, gridando come un’indemoniata, eh sì, come la De Mon, chiama a raccolta tutti gli altri condomini. Sia nel senso di abitanti del palazzo sia nel senso di tutti i pa(la)zzi del quartiere.

Per farmelo come un mazzo.

Non mi ammazzano, mi riportano all’ospedale.

Insomma, la vita è una (s)figa pazzesca, usate il preservativo e andate a vivere in una riserva indiana. Fidatevi, nella capanna, potrete vivere senza rotture, fumandovela ed evitando questi eviranti “trenini” di file indiane.

E devi pagar anche le bollette se non vuoi rimaner al freddo.

Sono tutti fuori (orario)!

Genius-Pop

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