Ieri sera, su Facebook, posto ancora una volta uno dei miei libri, scrivendo che è stato edito dal mio correttore di bozze.
Lui mi fa notare che continuo a scrivere edito e invece dovrei scrivere editato.
Ora, ricapitoliamo, i capitoli comunque sono tutti stati correttamente edit(at)i.
Sì, il mio editor, al solito puntiglioso, come è giusto che deve essere, altrimenti non sarebbe il correttore delle mie bozze, eh eh, in privato mi sottolinea che continuo a scrivere “edito” al posto di “editato”. Ecco, la questione è storica oramai. Edito ed editato sono i due participi passati, entrambi corretti, del verbo editare, che significa, come spero tutti sappiano, pubblicare. Quindi, il libro è edito da Youcanprint, ma l’editing è stato effettuato, cioè la revisione del testo, la correzione dai refusi e l’impaginazione per i vari formati, cartaceo, eBook, etc, da Germano. Chi è Germano? Colui che (non) mi corregge i test(i), è uomo di gran testa. Diciamo che la forma “editato” è quella italianizzata-participio passato del present continuous editing, che gli inglesi usano in tal caso come sostantivo per definire appunto la revisione di un manoscritto. Editing quindi come processo per rifinire un testo, da cui il present continuous sostantivizzato, diciamo così. Comunque, edito o editato, il libro è qui. Se volete comprarlo, bene, altrimenti, sono affari vostri. Questo invece si chiama (non) ordine, se preferite, chiamatelo “EDITTO”. Perché io sono erudito!
Non puntatemi le dita, altrimenti quello medio v’alzo. Il dito? Sì, ho detto dito, cazzo.