di Stefano Falotico
Tempi moderni, solo volgarità e consumismo, evviva il ritorno infantile a Stanlio e Ollio, coppia funambolica di Joie de vivre
Sì, imitando Pesci che legge Pasolini, mi sento nostalgicamente bello, pulito, diverso da molti della mia generazione.
Non ritengo che mi appartenga molto. Tanti cinecomics, tanta noia, tanta assurda figaggine e poca anima. Android(e) umanità.
Al che, mi ricordo che nel cassetto conservo una copia originale, a colori, de I figli del deserto, interpretato dal duo delle meraviglie Stanlio e Ollio, italianamente così resi da Stan Laurel e Oliver Hardy, due giganti. E Ollio, doppiato da un giocondo Alberto Sordi, che volontariamente storpiava gli accenti, è ancora risata enorme che mi fa magnifica purezza strepitosa.
Navigando in un mondo che oggi però mi nausea, perché involgaritosi, tutto dedito a far il bellimbusto, mal celando sempre gli scheletri negli armadi da macellai, eh sì, uomini a due ante su donne emancipate quanto poco femminili, un mondo di culturisti, edonisti, ignoranti di (s)vista, di salive e pett(oral)i in f(u)ori, medito su come er(avam)o, su come siete, su come nonostante sempre a me stante sono. Non come gli altri, nel luogo comune stagnanti.
Su come questo Cinema è ancora, per me, spero anche per voi, suadente sogno.
E poi credo che i pagliacci siano le persone che, essendo auto-ironiche, possono permettersi il lusso di sapere cosa è la vita.
E giocarvi senza darsi pena, a differenza di chi, prendendosi troppo seriamente, fa il politicante da strapazz(at)o.
Chi parla di tristezza dinanzi a un comico, non ha capito nulla.
Teneteveli voi i bei ragionamenti, i divanetti, le poltroncine e i grandi discorsi(ni).
Di mio, faccio il gioco che mi fa ridere di più.
– Perché ridi?
– Perché sì.
– Suvvia, sii serio. Non si deve ridere di fronte a una tragedia.
– Ah no? E che si deve fare? Si deve piangere?
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